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Autore: oscar1755    11/10/2006    12 recensioni
Se le rose non appassissero in bellezza… un ipotetico diario di Andrè che contiene le sue riflessioni e lo svolgersi di un destino diverso da quello che la grande Ryoko Ikeda ci ha offerto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 

Parigi 28 agosto 1791
Sono passati quasi due anni dall’ultima volta che ho scritto su queste pagine. I ricordi sono vividi nella mia mente, e l’inquietudine, che mi tormentava e mi spingeva a cercare conforto nella scrittura di questo diario, quasi a volergli affidare i fantasmi del mio passato, è scomparsa.
Dopo la guarigione di Oscar siamo ritornati a Parigi. Anche il mio occhio destro, non da più problemi nonostante la vista sia rimasta un poco sfocata.
La mia bellissima moglie ha ripreso il suo ruolo di comandante. Alain, io e gli altri soldati della guardia siamo addetti alla sicurezza della città.
La Francia sta cambiando, anche se al caro prezzo di tanto spargimento di sangue. Non posso esprimere un giudizio imparziale su ciò che sta accadendo, e le continue violenze sono fonte di grande tristezza per me.
Il futuro, quanto mai incerto, della Francia contrasta con il legame, indissolubile e sempre più profondo, che mi unisce ad Oscar.
Entrambi siamo consapevoli che una rivoluzione traccia solchi violenti e terribili lungo il proprio cammino, ma il forte senso di giustizia di Oscar, la rende estremamente sensibile al perdurare di queste crudeltà.
Il 20 giugno la famiglia reale ha tentato la fuga. Luigi XVI e Maria Antonietta, sollecitati dalla corte, hanno deciso di abbandonare in segreto le Tuileries, dove erano stati trasferiti fin dall’ottobre del 1789. Riconosciuti, sono stati fermati a Varennes e ricondotti a Parigi. Questo episodio che ha contribuito, non poco, ad accrescere l’odio verso la monarchia.
Oscar si è recata a far visita alla regina Maria Antonietta. Non si incontravano da due anni e, nonostante il destino le abbia poste su fronti opposti, la stima reciproca non si è mai indebolita.
Mi ha confessato il disagio, nonché il dolore, provato nel vederla in condizioni di prigionia. Gli eventi stanno precipitando, e la situazione potrebbe sfociare in una tragedia.
Oscar ha vissuto accanto alla regina per molti anni, prima di lasciare la guardia reale, spinta dal tormento per l’amore non corrisposto per il conte di Fersen. Allontanandosi da Versailles, ha compreso che esisteva un altro mondo, lontano dai fasti della Reggia, in cui povertà e miseria assalivano le classi più povere.
So che è difficile, per lei, convivere con la malinconia dei ricordi per una persona che ha protetto e rispettato per molti anni.
Dobbiamo guardare avanti, avendo cura di raccogliere nel cuore i nostri ricordi.
Abbiamo deciso di tornare ad Arras. Parigi è avvolta in una calma apparente che mi preoccupa non poco.
La dedizione di Oscar al lavoro è encomiabile, ma il pallore del suo viso mi indica che è sfinita. Sono certo che, prima della partenza avrà predisposto ogni cosa per il nuovo comandante. Sono avvezzo a convivere con l’ostinazione della mia amatissima moglie.
Oscar attende il nostro primo figlio ed ha deciso di lasciare l’uniforme, almeno per qualche tempo.
La gioia di sapere che avremo un bimbo, mi compensa delle fatiche di pattugliare una città avvolta nelle spire della violenza.
Anche se la mia adorata Oscar si ostina ad indossare abiti maschili, l’uniforme, che tanto ho odiato in passato, non cela, al mio sguardo, la sua straordinaria bellezza.
L'amore che nutro per lei da sempre, è ricambiato con uno slancio che mai avrei creduto possibile. La passione che mi dimostra è l'espressione della sua natura fiera ed orgogliosa.
Oscar ed io non abbiamo più segreti. Provo una gioia immensa ogni volta che il mio sguardo si perde nell'azzurro limpido dei suoi occhi, e vi legge l'amore che nutre per me.
La natura riservata del suo carattere è attenuata dalla dolcezza, che traspare dai gesti affettuosi che mi regala ogni giorno.

Arras 15 settembre 1791
Ho pregato Andrè di riportarmi ad Arras, dove i ricordi della mia giovinezza leniscono il dolore che provo in questi giorni convulsi, in cui il volto della Francia è sconvolto da incessanti disordini.
Sto aspettando il nostro primo figlio, lo sento crescere dentro di me, come l’amore di mio marito. Amo Andrè come mai avrei creduto possibile.
Quando gli ho rivelato che sarebbe diventato padre, mi ha abbracciato, felice. Sentendo il suo respiro caldo sulle mie labbra, la passione si è accesa in me, come un fuoco incontenibile.
Il timore, nutrito a lungo in passato, di esprimere i miei sentimenti, è scomparso, vinto dalla fiamma di un amore travolgente.
Ho lasciato l’uniforme. Troppi morti, troppi processi sommari stanno devastando Parigi e buona parte della Francia. Un velo di malinconia ricopre la speranza di vivere in un Paese senza più distinzioni di ceto.
Avevo bisogno della quieta affidabilità che solo Andrè può darmi.
Nel silenzio della campagna di Arras sto ritrovando i miei ricordi più cari. Il dolore e la gioia permeano le giornate, che scorrono inesorabili, lasciando tracce indelebili nella memoria.
Mio padre è morto una settimana fa. Ho pianto tanto, versando tutte le mie lacrime. Ho pianto per la figlia che non sono mai stata, ho pianto per il nipote che non conoscerà mai, ho pianto perché una parte di me è morta con lui.
L’ho pregato di perdonare la mia scelta. "Segui il tuo cuore" mi ha risposto. L’ho abbracciato, come mai avevo fatto, l’ho abbracciato come una figlia abbraccia il padre.
L’educazione maschile che mi è stata impartita, mi ha sempre impedito di avvicinarmi a lui, se non come un soldato con il suo generale.
Gli ho confessato di volergli bene. Sorridendo sereno, mi ha consolato con voce affaticata. "Andrè ti ha reso una donna felice" ha mormorato, reclinando il capo.
E’ stata l’ultima volta che i miei occhi si sono specchiati nei suoi.

Arras 3 marzo 1792
Sono padre. Dopo una notte di travaglio Oscar ha dato alla luce il nostro bimbo. Era esausta e, prima di addormentarsi tra le mie braccia, ha mi ha sussurrato che Antoine Alain è il mio ritratto.
I lunghi capelli biondi, sparsi sul cuscino, incorniciano il volto affaticato, ma sereno della mia bellissima moglie, mentre osservo, rapito, la piccola creatura che stringe tra le braccia.
Non trovo le parole per esprimere la gioia per questo dono meraviglioso.

Arras 18 febbraio 1793
Luigi XVI, dopo varie vicissitudini, è stato processato e giudicato reo di tradimento. E’ stato giustiziato il 21 gennaio 1793.
Leggo, nello sguardo di Oscar, tutto il dolore e la pena che la affliggono. La felicità della nostra unione, resa ancora più salda dal nostro bambino, deve, inevitabilmente, convivere con una rivoluzione dolorosa che sta mutando la Francia intera.
Un capitolo della nostra vita si è chiuso per sempre e Versailles è, ormai, un ricordo lontano. Sono profondamente scosso dalla morte di un uomo che abbiamo servito, quale nostro re, per tanti anni.

Parigi 12 novembre 1793
Nell’ottobre 1793 la regina Maria Antonietta è stata ghigliottinata. Sapevo che Oscar avrebbe desiderato rientrare a Parigi per farle visita.
Legate da una profonda amicizia, durata vent’anni, le loro strade si sono divise alla vigilia di una rivoluzione che, ancora oggi, sta mutando il volto della Francia.
Pur percorrendo fronti opposti, la stima che le aveva unite non si è mai spezzata.
Il suo silenzio, quando è rientrata, mi ha fatto comprendere il dolore che straziava il suo cuore.

Le lacrime le solcarono il volto pallido e stanco.
- Madamigella Oscar, voi siete sempre stata nei miei pensieri, anche quando avete scelto una strada che vi avrebbe condotto lontano dalla famiglia reale - le confessò, con rimpianto - ciò che stimo in voi, è la lealtà verso gli ideali in cui avete sempre creduto. Il piacere di vedervi e di sapere che siete madre, lenisce la paura che provo pensando alla condanna che mi sarà inflitta. Riconosco di avere commesso molti errori, ma morirò con la dignità di una regina - concluse, angosciata.
Oscar si inchinò, per rispetto verso la donna che per tanti anni era stata la sua regina.
Impotente, lasciò che le lacrime scendessero copiose, nel tentativo di alleviare il dolore di una separazione imminente e tragicamente definitiva.
Si avvicinò a Maria Antonietta, abbracciandola in silenzio. Due donne, non più una regina ed il suo comandante.

Parigi 13 agosto 1794
Oggi è nata Rosalie, bionda come Oscar. Il piccolo Alain si è avvicinato alla sorellina, scrutandola con sospetto. Oscar aveva ragione, è il mio ritratto. Il carattere, però, è caparbio, molto simile a quello di sua madre.
Oscar mi ha espresso il desiderio di ritornare ad Arras. Parigi è devastata dalle esecuzioni sommarie alla ghigliottina. Un giornalista ha scritto che "le teste cadono come tegole". Robespierre è stato accusato di tradimento ed è stato giustiziato il 28 luglio.
Appena le condizioni di salute di Oscar lo consentiranno e la piccola Rosalie sarà in grado di affrontare un viaggio, ripartiremo per Arras. Entrambi, sentiamo la necessità di crescere i nostri figli nei luoghi spensierati della nostra giovinezza.

Marie vide che il diario si interrompeva. Voltò pagina, notando un elenco di date che ricordavano la nascita dei nipoti.
"Parigi, 15 ottobre 1819 - Matrimonio di nostra figlia Rosalie."
"Parigi, 12 gennaio 1820 - Oscar accompagna all'altare nostro figlio Alain."
"Parigi, 13 agosto 1820 - Nascita di Marie Jeanne, figlia di Rosalie."
"Arras, 15 maggio 1822 - Nascita di Jean Louis figlio di Alain."
"Parigi, 13 ottobre 1822 - Nascita Bernard, il secondo figlio di Rosalie."
"Arras, 5 settembre 1824 - Nascita di Francois, il secondo figlio di Alain."
"Parigi, 7 dicembre 1826 - Nascita di Louis Charles, terzo figlio di Rosalie."
Sgranò gli occhi per la sorpresa, riflettendo su quelle semplici annotazioni. Al chiarore della lampada notò che l’ultima pagina conteneva due note, che ponevano la parola fine su quel diario, custode dell’amore eterno tra una donna ed un uomo, luce ed ombra, Oscar e Andrè.

Arras, 20 maggio 1841
Sono stanca. Ho chiesto ai miei figli lasciarmi ad Arras. Voglio trascorrere il tempo che mi resta da vivere nei luoghi appartenuti alla mia giovinezza, dove ho condiviso tutte le mie emozioni con Andrè.
Lui mi ha lasciato quasi una anno fa. L'ho amato, e lo amo tuttora, con tutto il cuore. Non rimpiango nulla della mia vita.
Andrè ed io abbiamo dato vita ad una bella famiglia. Ho pregato Alain e Rosalie di serbare nel loro cuore l'amore mio e di Andrè.
Come genitori, li abbiamo amati più della nostra vita. Sono certa che trasmetteranno ai loro figli gli ideali in cui noi abbiamo sempre creduto.
E’ tempo, per me, di raggiungere mio marito. Il mio cuore non ha pace, da quando, in un fredda e gelida mattina dell’inverno scorso, il suo sguardo si è posato su di me per l’ultima volta.
I miei tormenti giovanili e il mio rifiuto di essere donna, legati al mio carattere ostinato e all'educazione tipicamente maschile che mi è stata impartita, sono ormai ricordi lontani, che trovano nella memoria il loro ultimo appiglio.
L'immagine di Andrè mi accompagna da una vita, da quando scoprii di amarlo, tanti anni fa. Sempre troppo tardi, per i momenti che avrebbero potuto essere e non sono stati.
Il mio unico rimpianto, quello di non averlo amato da sempre, ma di averlo scoperto solo dopo vent'anni, crescendo accanto a lui, mi tormenta ancora.
Sono stata felice come mai avrei creduto possibile, accanto ad un uomo che mi ha dato solo gioie. L'amore che ha sempre nutrito per me, mi ha reso una persona migliore ed io, incapace di trovare le parole, posso solo dirgli "grazie, Andrè".

Parigi, 30 dicembre 1841
Nostra madre è morta. Si è spenta serenamente, sussurrandoci che avrebbe raggiunto il grande amore della sua intensa vita, nostro padre Andrè Grandier. Per volere dei nostri genitori, io e mio fratello portiamo il cognome dei Grandier ma anche dei Jaryajes.
Ad Arras, sulla collina dove sorge il palazzo di famiglia, ci sono due croci vicine.
Non ho mai visto un legame più forte del loro. Si sono amati in uno dei periodi più terrificanti della storia della Francia, combattendo fianco a fianco per gli ideali in cui entrambi hanno sempre creduto.
Nelle sere fredde e piovose, quando la nostra famiglia si riuniva davanti al tepore del camino acceso, mio padre era solito raccontare le gesta del loro passato. "Vostra madre è stata un fiero e valoroso comandante, ragazzi, non dimenticatelo!".
Ricordo solo giorni felici, accanto a loro. Noi figli siamo cresciuti avvolti dal loro amore e dalla loro armonia. Questo diario appartiene alla nostra famiglia. Come Alain ed io lo abbiamo letto, così, in futuro, lo leggeranno i nostri figli, perché la storia di Oscar e Andrè, non sia dimenticata.

Marie chiuse gli occhi. Le lacrime cominciarono a scenderle sulle guance, senza che lei potesse fare nulla per fermarle.
Si alzò e si diresse, emozionata, nel grande salone del palazzo. Sollevò gli occhi chiari e rimase immobile. Oscar François de Jarjayes, la bellissima donna rappresentata come Marte, il dio della guerra, si ergeva impavida sul suo cavallo bianco.
Marie fissò il quadro e, dietro il luminoso sguardo di Oscar, le parve di vedere l'ombra di Andrè.
Richiuse il diario, orgogliosa di esserne un'erede.

Fine

 

Alcune note…
Ho lasciato, volutamente, vago il discorso sulle occupazioni di Oscar dopo la rivoluzione, dando libertà al lettore di usare l’immaginazione (cosa faceva per sostentarsi, dopo aver lasciato l’uniforme? Chissà, forse coltivava i terreni rimasti di proprietà della famiglia…) per concentrarmi sulle loro sensazioni e sui loro pensieri .
Gli eventi sono lasciati sullo sfondo e possono esservi delle incongruenze dal punto di vista storico, ma si tratta solo di una fic su Oscar e non di un saggio sulla rivoluzione francese, per cui… confido nella vostra comprensione. ^__^

E per finire…
Ho scritto, come già accennato in altri capitoli, questa fanfic immaginando che Oscar e Andrè non morissero e avessero, così, modo di dirsi ciò che nell’anime e nel manga rimane inespresso, ovviamente secondo il mio gusto personale.
Comunque sia, anche se il finale del capolavoro della Ikeda lascia l’amaro in bocca, rimane, a mio parere, la conclusione insuperabile di questa storia.

Vi ringrazio infinitamente per le letture e le recensioni.
In particolare grazie a Nisi corvonero, summers001, Garnet915, leidia, Kozmic blues, anita, grace88, lazzarus34, frenza e a tutte le persone che, silenziose, hanno letto questa fanfic.

Vi risponderò qui, aggiornando questo capitolo, se vorrete commentare il finale.

A presto ^^

  
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