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Autore: xsilentbreathe    10/03/2012    26 recensioni
Sai cosa fa più male quando ti spezzano il cuore?
Aver dimenticato come stavi prima.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER TEN.

 

 

 


Stropicciai gli occhi e rassettai il letto di Niall. Molto probabilmente potevano essere le dieci di mattina, o forse anche più tardi. Mi specchiai a stento per evitare di prendere un infarto per colpa del mio stato pietoso e senza pensarci due volte entrai nel bagno privato della camera insieme al mio inseparabile borsone. Chiusi la porta a chiave e iniziai a far scorrere l’acqua nella vasca; avevo bisogno di un bagno caldo e rilassante. Mi svestii ed entrai quasi controvoglia nella vasca ancora fredda. Odiavo aspettare che l’acqua salisse fino al livello che volevo e così cedevo alla tentazione di sedermi al suo interno, anche se in realtà ce n’era solo un piccolo fondo. Posai la testa sulla pietra gelida e chiusi gli occhi evitando di rievocare quella tremenda serata. In casa regnava un silenzio assurdo; era difficile trovare un momento in cui tutto taceva e non si sentivano le urla di Harry e di Louis. Al termine di quel bagno, ormai, più riflessivo che rilassante mi poggiai addosso un asciugamano e iniziai a sistemarmi i capelli davanti all’enorme specchio che regnava in quella stanza. Indossai il primo paio di jeans chiari, una maglietta e una felpa calda a pois e piastrai i capelli come sempre. Prima di aprire quella maledetta porta iniziai ad avere paura, non volevo affrontare la realtà, non ero pronta. Tirai un sospiro e feci scattare il meccanismo della maniglia che mi provocò una fitta allo stomaco. Lasciai il borsone in corridoio e scesi le scale lentamente, quasi di soppiatto. Appena mi voltai per superare l’arco della cucina lo trovai lì, accanto alla finestra, ad ammirare il nulla. Non avevo intenzione di salutarlo, in quel momento lo odiavo, lo odiavo più della mia fottuta vita.
-Buongiorno.- si voltò di scatto e mi sorrise.
-Non credo sia un buongiorno, come tutti gli altri del resto.- risposi acidamente sedendomi al tavolo.
-Cosa c’è che ti turba? Insomma, almeno hai la certezza che non sono io quello giusto.- riprese il suo discorso srotolando le maniche della sua camicia blu .
-Invece credo di non sapere un bel niente, e non credo nemmeno che nella tua cazzo di testa ci sia qualcosa.- commentai distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
-Vaffanculo.- disse deciso.
-Cos’è adesso hai imparato anche le cattive maniere? Cosa significava quel cazzo di bacio ieri sera, me lo sai spiegare? Se non sei tu quel fottuto ammiratore, chi è? Oppure sei troppo vigliacco per ammetterlo?- mi alzai e gli urlai parole che non credevo nemmeno di pensare.
-Certo che sei stupida Smith, sei davvero stupida, avresti dovuto capirlo da giorni.- sbuffò prendendomi per il mento.
-Metti giù quelle cazzo di mani e parla chiaro una volta per tutte.- spostai la sua mano con un gesto violento.
-Vaffanculo Smith!- mi baciò di nuovo.
Non lo fermai, non lo feci per il semplice gusto di capire cosa c’era che non andava. Non provai niente in quel bacio, come del resto non provai nulla la sera precedente.
-Perché lo hai fatto di nuovo?- gli presi la testa costringendolo a guardarmi.
-Per farti capire che in realtà io non ti piaccio e che lui sta soffrendo come un cane per colpa della tua testa di cazzo.- rispose liberandosi delle mie mani.
-Allora è lui?- abbassai la testa.
-Certo stupida.- mi scompigliò i capelli e mi sorrise.
-Perché lo hai capito prima tu che io?- sorrisi scuotendo la testa.
-Perché c’è chimica tra di voi, insomma, è evidente e poi prima o poi doveva passarti questa fissazione per me.- sorrise e mi alzò il volto.
-Sei sempre gentile.- sbuffai.
-Non prenderla sul personale ma, ti ho sempre voluto bene come un’amica e nonostante mi sforzassi di provare davvero qualcosa per te non ci sono mai riuscito. Sono stato uno stronzo, lo so. E poi ieri sera lui non ha avuto coraggio, perciò mi sono fatto avanti io, giusto per non deluderti.- confessò sentendosi in colpa.
-Quindi in poche parole tu ieri sera cercavi in qualche modo di farmi sorridere siccome lui non avrebbe avuto il coraggio di dirmelo?- ricapitolai.
-Esatto… E poi qui eravamo tutti convinti che ti piacessi ancora io, quindi forse era inutile rischiare.- alzò le spalle in segno di discolpa.
-E allora perché mi ha mandato la rosa e tutto il resto per poi mandare tutto a puttane? Poteva semplicemente dirmelo.- protestai.
-Perché sei anche una sua amica, e sai come finiscono questi rapporti dopo certe rivelazioni.- 
-Grazie per avermi spiegato la situazione, eh.- gli sorrisi.
-E’ lui quello giusto, provaci, ci tiene.- mi rassicurò.
-Dov’è?- gli chiesi. Dovevo trovarlo, dovevo parlargli.
-Prova ad indovinare? Sù, muoviti tra poco non lo troverai più.- mi diede una pacca sulla spalla e mi spinse fino alla porta.
Uscii di casa e iniziai a correre per evitare di perderlo di nuovo, volevo parlarci. Forse in realtà mi piaceva, forse era lui davvero quello giusto. In pochi minuti mi ritrovai davanti quell’enorme struttura che portava a quel meraviglioso posto e senza esitare salii le scale di pietra reggendomi ai muri. Il sole mi perforava gli occhi, un’aria leggera percorse tutto il mio corpo e finalmente tirai un sospiro di sollievo distinguendo la sua figura. Posai lentamente le mani sulle aste di ferro e lo guardai.
-Cosa ci fai qui?- sembrava felice di quella visita inaspettata.
-Non lo so, forse stavo cercando qualcuno e l’ho trovato.- sorrisi con la consapevolezza di aver detto una cazzata.
-Sei sicura? In realtà, forse quel qualcuno è laggiù chissà dove e poi magari…- gli tappai la bocca con una mano e lo baciai.
Diciamo che le mie aspettative non rispecchiavano a pieno ciò che provai realmente. Sai quando ti innamori per la prima volta? Sai quando senti le farfalle nello stomaco? Sai quando ogni minima cosa ti sembra la più bella per colpa sua? Ogni singolo centimetro del mio corpo fu attraversato da un brivido e il suo sorriso rendeva le cose più facili. Appena ci lasciammo mi scostò una ciocca di capelli dalla fronte e mi abbracciò facendomi affondare nel profumo della sua camicia che mi perforava i polmoni a causa dell’odore di quel maledetto tabacco, quel tabacco che fumava incessantemente, quel tabacco che in qualche modo ci univa con un filo invisibile.

Open Space;
Wohooooooooooooooooooooo! La storia è finita çwç, bene, ormai questo ammiratore leggermente timido è stato finalmente scovato. Se siete stupide come delle capre (so che non lo siete :3) e non siete ancora sicure di chi sia, beh, è il signor Malik uù. Spero che come finale non sia stato deludente perché ci ho messo l’anima e forse non vi ho nemmeno minimamente emozionato. Bene, dopo questo, concludo! Spero di scrivere altre storie perché ho già una mezza idea! Grazie mille a tutte, un bacione, Mary.

  
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