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Autore: Aitch    11/03/2012    2 recensioni
“Shhh…” mi sussurrò vicino all’orecchio e cominciò a baciarmi il collo. Con le braccia mi aggrappai alla sua schiena, mentre il suo viso si era spostato, le mie labbra danzavano con le sue, la sua lingua, ormai padrona, abbracciava la mia. Sentivo una leggera e piacevole pressione del suo bacino sul mio. In quel preciso istante non ero più Cora, non ero più un essere umano, ero semplicemente un’anima in balia di quell’angelo riccio. Non mi importava della gente che avevamo attorno a noi, forse avrebbero potuto perfino denunciarci. Sicuramente un luogo con così tanti bambini non era adatto per scambiarsi certe effusioni, ma tra le sue braccia nulla aveva più importanza. Il vocio della gente presente era scomparso, così come la musica di sottofondo. Eravamo solo io, lui e i nostri respiri leggermente affannosi. Restammo legati così per molto tempo, anche se sapevo che mai sarebbe stato abbastanza.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Mio fratello non era proprio entusiasta di lasciar partire Aurora per una città così lontana, ma si fidava di lei e sapeva che io l’avrei controllata e tenuta lontana dai guai.
Il 22 luglio prendemmo un volo la mattina presto, per poter arrivare in tempo per sistemarci nella camera, farci una doccia e prepararci per il concerto. Il viaggio fu tranquillo e mentre Aurora continuava a saltellare sulla poltrona a ritmo di One Direction con le cuffiette nelle orecchie io stavo pensando a quello a cui stavamo per assistere. Non ero mai stata una di quelle ragazze che diventano fan sfegatate di una boy band,  che urlano e schiamazzano facendo un sacco di casino per niente. Diciamo che ero una fan abbastanza tranquilla, però dovevo ammettere che il solo pensiero di essere diretta verso Londra per conoscere quei cinque ragazzi, mi mandava letteralmente in estasi.

L’aereo arrivò puntuale, il taxi ci accompagnò all’albergo e mostrando la stampa della famosa email ricevuta qualche mese prima, la ragazza alla reception ci sorrise e ci diede la chiave elettronica della camera: terzo piano, quarta porta a destra, stanza n. 34. Dopo aver sistemato qualche vestito nell’armadio Aurora insistette per farsi per prima la doccia, così nel frattempo io scelsi come vestirmi: era estate, andavo ad un concerto, shorts, all star e maglietta carina potevano andare bene. Aurora invece preferì un vestitino nero. Dopo la doccia e gli ultimi ritocchi, eravamo pronte.
Arrivammo all’ingresso dell’arena un’ora prima, orgogliose sfoggiavamo il nostro 1D pass con il quale avremmo potuto entrare prima di quell’enorme quantità di ragazze impazzite. Eravamo dentro.
“Co, ancora non ci credo, ci siamo! E per di più guarda, non esistono posti migliori di questi, siamo in prima fila!” disse Aurora con gli occhi sognanti e luminosi di gioia.
“Lo so Auri, lo so! E, guardati attorno, sono arrivate anche le altre fortunate vincitrici…saremmo sì e no una quindicina…”
“Zayn Malik lo prendo io!” urlò la pazza, attirando l’attenzione su di noi e io non potei fare altro che esplodere in una lunga risata.

Lo spettacolo iniziò alle 21.30 precise, i ragazzi erano entrati tutti insieme all’improvviso, provocando un boato, e dopo un breve saluto la festa cominciò a prendere vita. Certo che erano proprio forti: saltavano su e giù per il palco, scherzavano tra loro, improvvisavano balletti comici e facevano tutto con quel loro magico sorriso sincero e pieno di passione. Cantarono tutto il loro repertorio e a gran richiesta resero felici i fan concedendo anche il bis. Prima di lasciare il palco Liam prese la parola e, oltre a ringraziare, disse con aria divertita che avrebbe aspettato con ansia dietro le quinte tutti coloro che avessero avuto il pass.
“Auri aspettiamo che esca tutta questa gente e poi andiamo da loro, ok?” Però che bene che suonava questa frase.
“Uuuh, si, ormai non sto più nella pelle! Come sto? Il trucco è a posto? Però devi promettermi di aiutarmi a tradurre quello che dicono ok? Allora, come sto?” Era veramente agitata.
“Sei perfetta, stai tranquilla e respira” In realtà ero agitata quanto lei ma ero capace di nasconderlo un po’ meglio.
Un body guard enorme ci bloccò la strada, era comprensibile visto che in molte cercavano di introdursi senza pass, ma una volta esibiti i nostri, entrammo senza problemi. I ragazzi erano già là, in quella stanzetta non molto grande ma accogliente: Niall e Liam stavano chiacchierando seduti su di un divanetto, Louis e Zayn giocavano con una palla da calcio ed Harry smanettava con il cellulare. Quando si accorsero che stavamo entrando, smisero le loro attività e accolsero il gruppo di privilegiate.
“Buona sera ragazze, allora, vi è piaciuto lo spettacolo?” aveva cominciato Liam e, dopo un coro unanime di approvazione,
“Carotine belle, che dite se ci sediamo un po’ che vi spieghiamo in cosa consiste il vostro magnifico soggiorno?” continuò Louis, provocando una risata generale. A questo punto prese la parola Niall
“Allora, grazie al concorso che avete vinto potrete soggiornare all’albergo e venire a due nostri incontri un po’ particolari che abbiamo organizzato appositamente per voi, non vogliamo svelarvi niente per adesso, sappiate solo che il primo ritrovo è domani a mezzogiorno nella hall dell’albergo, noi vi raggiungeremo lì e poi cominceranno le attività”. Questo primo appuntamento con i One Direction continuò nel migliore dei modi, i ragazzi risposero a qualche nostra domanda e cominciarono a parlare singolarmente con le fan.
“Niall, qual è la tua pizza preferita?” cominciò Aurora timidamente,
“Diavola cara, ma in realtà non faccio molti problemi, mi piacciono praticamente tutte” rispose ridacchiando. Quanto era bello, quella sua risata sincera aveva contagiato anche me, e quei i suoi occhi color ghiaccio emanavano una calda serenità, indescrivibili a parole.
“Allora una volta devi venirci a trovare in Italia, così potrai assaggiare le migliori pizze di tutto il mondo!”
Sentendo la parola “Italia”, Zayn si avvicinò a noi incuriosito, per la gioia di Aurora che arrossì vistosamente. Il moro allora, che se ne rese perfettamente conto, per farla sentire più a suo agio la abbracciò: probabilmente era dotato di qualche potere magico perché lei, non solo si tranquillizzò, ma riprese ad essere la pazza ragazza di sempre. Zayn stentava a credere che fossimo veramente arrivate fin lì dalla patria della pizza e del gelato ma il nostro accento, soprattutto quello di Aurora, ne era la prova.
“Durante il festival di Sanremo non vi abbiamo viste, come mai?” domandò il moro con uno sguardo furbo e leggermente provocante come solo lui è capace di fare,
“Vi abbiamo visti dalla prima fila del divano a casa mia!” gli spiegai ammiccando e tutti e quattro cominciammo a ridere. Era veramente piacevole parlare con quei ragazzi e se non fosse stato per il loro manager saremmo state lì a discutere di qualsiasi cosa per tutta la notte. Fu il turno di Harry e Louis, che ci accompagnarono all’uscita della stanzetta. Porca miseria, ma quanto potevano essere dannatamente belli quei due?
“Allora siete voi le carotine italiane?” ci chiese Lou sorridendo,
“Certo, direttamente da Venezia, esclusivamente per voi!” gli risposi io,
“Venezia? La splendida città sull’acqua? Mi ci devi portare a fare un giro una volta!” disse Harry. Per la prima volta i miei occhi incrociarono quello sguardo così misterioso, nascosto da quei ricci ribelli ma perfetti,
“…” volevo parlare ma dalla mia bocca non usciva nemmeno un suono, avrei voluto dirgli che l’avrei portato anche in capo al mondo se me l’avesse chiesto lui...o semplicemente avrei voluto rispondere per evitare di fare la figura della deficiente. Deficiente!
“Ma certamente!” intervenne prontamente Aurora vedendo come mi ero bloccata.
“Ah bene, guardate che ci conto…” continuò lui mantenendo lo sguardo fisso su di me. Niente da fare, quegli occhi ti incatenano senza che tu te ne renda conto.
“Signorine, siete le ultime, ora devo proprio chiedervi di uscire” intervenne una voce roca e strozzata che mi risvegliò abbastanza bruscamente da quel bel sogno; il manager dei cinque sembrava alquanto stanco di aspettare. Mi guardai intorno e, possibile che non mi fossi accorta che eravamo veramente le ultime e che nel frattempo anche gli altri membri della band si fossero avvicinati a noi?
“…si certo, ci scusi” risposi io abbassando lo sguardo un po’ imbarazzata, presi sotto braccio Aurora e salutammo i ragazzi che ricambiarono in coro. Eravamo già girate verso l’uscita quando una mano si appoggiò delicatamente sulla mia spalla,
“Aspetta, non mi hai nemmeno detto come ti chiami” era Harry,
“Cora, mi chiamo Cora”
“Ok, Cora. Ci vediamo domani tesoro…” disse lui con quel suo magico sorriso, mettendo in mostra le sue fossette. Ricambiai sorridendo anche io e finalmente, anche se a malincuore, ritornammo in albergo. Inutile dirlo, appena arrivate cominciammo a chiacchierare sull’accaduto ma piombammo entrambe in un sonno profondo quasi subito, la giornata era stata abbastanza stancante.
Anche se cercai di non farlo, non potei farne a meno, il mio pensiero ritornava sempre su quegli occhi e quelle fossette, quelle dannate meravigliose fossette.
 


Hola.
Che dire, le due stanno cominciando a conoscere i ragazzi e in 5 giorni trascorreranno sicramente la più bella vacanza della loro vita. Ho voglia di continuare anche se magari nessuno leggerà, almeno mi distraggo e fantastico un po’, ma se qualche buon’anima c’è perché non sa cosa fare, le recensioni sono sempre bene accette.
Peace & Love. :)
Fe.

 
  
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