Galeotta fu la sfida
I due si
presero sottobraccio e andarono all’accampamento a raccontare tutto a
Kakashi-sensei.
Egli si
limitò ad osservare la caviglia del ragazzo, e mormorò:
-
Come
pensavo…
-
Che
cosa ha scoperto?
-
Guarda
bene il tendine d’Achille…
-
S-sacré
Bleu!
Appena
sopra il tallone spiccava, come marchiato a fuoco, la traccia di una croce.
-
è
preciso identico al mio!
-
Esatto.
-
Allora
non ci sono più dubbi: è collegato al mostro.- dedusse Sasuke, anche lui
unitosi al gruppo.
-
No,
sul serio?! Ma dai?!- rimbeccò sarcastica Asako.
-
Mi
pare che fossi tu quella scettica!
-
Forse
prima della visione e della bruciatura al polso!
-
Sai
cosa mi viene da pensare? Che tu ti sia fatta da sola quella ferita, per
metterti in mostra.
-
Qua
il solo masochista sei tu, Uchiha!
-
Allora
vuoi la sfida, Makanishi?
-
L’accetterei
volentieri.
-
SILENZIO!-
il maestro li interruppe esasperato dalle frecciatine continue.
Con
dignità, Asako Makanishi si alzò e scosse i riccioli biondi, facendoli frustare
sulle spalle. Aveva un’espressione così raggelante che in quel momento sarebbe
potuta sembrare Medusa, coi serpenti al posto dei capelli.
-
Ha
proprio ragione, Kakashi-sensei. Non ne vale la pena…
Uscì dalla
tenda diretta verso il bosco.
-
Seguila.-
disse il maestro al moro.
-
Cosa?!
NO! Non me ne importa nulla!
-
Seguila
o ti becchi una punizione.
-
Non
capisco perché vi date tanta pena per quella là…
-
Hai
ragione, Sasuke chan.- miagolò Sakura.
-
È
presuntuosa e irascibile!
-
È
vero, Sasuke chan!
-
Insopportabile!
-
Proprio
così, Sasuke chan!
-
LA
FINISCI CON ‘STO SASUKE CHAN CHE MI DA TANTO AI NERVI?????
-
Sai
che ti dico?- s’intromise Kakashi.- siete fatti della stessa pasta, secondo me…-
gli chiuse la cerniera del rifugio in faccia.
Brontolando,
il ragazzo si avviò al seguito della bionda.
Il sole
era già alto, cominciava ad avere fame. Scocciato riprese a scalciare via le
pietre che trovava nella sua strada.
Non
pensava sul serio le cose che aveva detto, ma almeno era tornato quello di un
tempo, freddo e distaccato. E infelice. Tanto infelice… .
-
Ma
dove si sarà andata a cacciare?
Finalmente
la trovò.
Si era
distesa supina e guardava il cielo. Si avvicinò di più. Nonostante tenesse gli
occhi chiusi, una lacrima le scese in verticale dalle lunghe ciglia alle
orecchie. Si accorse immediatamente della sua presenza. Si mise seduta e con un
gesto seccato si asciugò la stilla che ora aveva preso a solcarle il collo
candido.
Tenendo lo
sguardo rivolto altrove lo apostrofò:
-
Che
vuoi?
Dio,
quanto lo desiderava! Era la prima volta che sentiva una cosa del genere. Se
solo… se solo lui fosse meno intrattabile! Ma forse avrebbe perso metà del suo
fascino.
-
Kakashi-sensei
mi ha ordinato di seguirti.
-
Cosa
gliene frega a lui?
-
Non
sei contenta di queste attenzioni?
-
Essere
contenta che lui non si fidi di me, o peggio, mi consideri una ragazzina
indifesa? No di certo!
-
Tiene
a te quanto tu tieni a lui.
-
Dove
vuoi andare a parare?
-
Dopotutto
hai una cotta per il maestro, no?
Asako rise
e balzò in piedi.
-
Io…
io una cotta per Kakashi? No, non è possibile… voi ragazzi sapete essere così…
così… STUPIDI!
Sempre ridendo si allontanò.
-
Stupidi?!-
chiese Sasuke, correndole dietro.- che
vuoi dire?
-
Ma
per chi mi hai preso? Per una ragazzina che sogna romantiche e stucchevoli
storie d’amore col suo insegnante di vita? Cavalli bianchi? Lui ha praticamente
trent’anni! Mi dai la carie…
-
Allora…
ti va?- disse il moro, cambiando discorso.
-
Ah?
-
La
sfida!
-
Okay!
Presero la
posa da combattimento, poi partirono.
Ben presto
Sasuke dovette usare lo Sharingan per riuscire a starle dietro.
-
Lo
sharingan!- commentò Asako deliziata- ne
ho sentito parlare! È l’abilità innata degli Uchiha!
Subito le
scagliò una palla di fuoco suprema, che essa evitò facilmente. Riuscì comunque
a metterla in condizione di estremo svantaggio.
-
Accidenti…-imprecò
-pare che dovrò liberare il Chakra completamente, spero di riuscire a
controllarlo…
Fu
investita da un fluido azzurrino.
-
Serve
a poco contro il duplice Sharingan!- l’informò l’avversario.
Infatti l’atterrò
nuovamente.
-
Okay,
okay. Allora dovrò provare con la MIA abilità innata, anche se non sono ben
allenata, pazienza, la prenderò come addestramento supplementare…
-
Abilità
Innata? Tu???
Makanishi
asserì con volto serio. Si concentrò velocemente. Gli occhi le diventarono
gialli e le unghie crebbero come artigli. Scattò da un lato, poi da un altro,
saltò di almeno dieci metri e gli piombò addosso, per poi distaccarsi
nuovamente, tanto che Sasuke credette di aver solo sognato l’attacco. Ma non
era così. Cadde su un ginocchio, tenendosi la spalla e la guancia
contemporaneamente, che sanguinavano un po’.
-
Sono
stata delicata, mica è una vera lotta, no?- disse la bionda, che aveva intanto
abbandonato l’atteggiamento felino.
-
Come
hai fatto, dannazione?
-
Ho
l’Abilità Innata del Giaguaro (che non esiste, l’ho inventata sul momento NdA),
lo so da pochi giorni. Mica male, vero?
-
Ci
sarai andata piano, ma fa un male cane!
-
Uff,
quante storie, per un graffietto!
Si strappò
un pezzo di stoffa dalla maglietta, lo bagnò nella fonte poco lontano e gliela
passò ripetutamente, ma con delicatezza, sulla guancia.
-
Al
momento siamo pari…
Sasuke non
rispose, tramortito dalla sua vicinanza.
Continuò
il suo lavoro, come se la ferita non smettesse mai di sanguinare, anche se si
era calmata già da tempo. Non voleva che finisse. Meglio agire, prima che fosse
troppo tardi…
Le afferrò
il polso, poi la spalla, l’attirò a se’ con decisione, per poi poggiare le
labbra sulle sue in un leggero bacio.
Quasi non
ci credeva: stava tamponandogli il graffio, inginocchiata sull’erba, e lui la
baciava?
Un pensiero
buffo le passò per la mente: “mi bacia perché è contento dello sfregio fattogli…
è masochista sul serio allora!”.
Si
staccarono sorpresi di quello che era successo, poi il moro non ce la fece più
e le gettò le braccia intorno alla schiena, baciandola con ancora più passione.
Lei gli cinse la vita con le mani, facendole passare sotto la maglia.
Lui
gemette eccitato. Le loro lingue ripresero a giocare forsennatamente, in una
danza sensuale.
La spinse
sotto di se’, adagiandolesi sopra, facendo combaciare i loro bacini. Lei gli
slacciò i bottoni della camicia e gli tolse l’indumento, lasciandolo a petto
nudo, e saggiandogli con le dita avide il corpo. Sasuke sospirò, poi scese con
le labbra in una scia infuocata ai seni che torturò di baci fino allo spasimo. La
bionda s’inarcò su di lui, scendendo con le mani fino al fondoschiena e
prendendo il controllo della situazione andando lei su; cercò la sua bocca, che
egli le donò volentieri. Poi scese al suo addome, risalendoglielo con la
lingua. Stavolta fu lui a inarcargliesi contro. Si guardarono con desiderio,
estatici.
Passarono
ore in carezze e ansiti, sguardi dolci ma allo stesso tempo eccitati. Alla fine
avevano entrambi le labbra rosse e gonfie, i vestiti sgualciti pieni di fili d’erba.
Si
sistemarono alla meglio e raggiunsero gli altri, facendo gli gnorri. Sakura
chiese inquisitoria:
-
DOVE
SIETE STATI?
Nessuno
rispose.
[se solo sapesse…]