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Autore: Stormtroopers in stilettos    11/03/2012    1 recensioni
In un mondo alternativo, in cui la guerra è finita nel 1981 e più o meno a fin di bene per parecchi, Sirius Black è un mago che vive sereno e a piede libero. Che potrebbe succedere però se incontrasse nuovamente una delle sue vecchie fiamme scolastiche, tale Cornelia Lethifold, con cui i rapporti erano finiti in maniera piuttosto burrascosa? Solamente un mare di guai…
ULTIMO CAPITOLO ONLINE!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius & Cornelia'
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 Note: Eccoci con un lungo ritardo a postare uno degli ultimi capitoli di questa storia, ma non temete, non vi libererete facilmente di noi. Abbiamo idee a non finire su questi due squinternati! ^^ Il piano malefico contro Connie è pronto a partire!

Capitolo cinquantasette: destinazione Cardiff
 
- Siamo in ritardo, vanitosa. – la riprese Sirius, mentre la osservava truccarsi dalla porta del bagno. – Sei ospite della regina, forse?
Il labiale silenzioso della ragazza su chiarissimo.
- No, decisamente no. – disse, ridendo. – Com’è che ti metti tutta in tiro, stasera? – chiese poi con sincera curiosità, non dovevano andare chissà dove, in fin dei conti.
Nel non rispose subito, troppo presa a non infilarsi la matita nera in un occhio; esperienza peraltro già provata in passato e per niente gradita. D’accordo, le altre due gonne lanciate sul letto e le altre tre camicie che aveva opportunamente stivato di nuovo nell’armadio, prima che lui le vedesse in giro, potevano deviare. Lei non era vanitosa; non in confronto a Black, se non altro. – Mi andava, perché? – rispose con aria tranquilla, ma comunque pronta a dare di matto nel giro di mezzo secondo.
Sirius la squadrò dall’alto in basso, in quel modo che gli era congeniale anche quando aveva diciassette anni. Cornelia aveva sempre detestato di tutto cuore quelle radiografie non richieste. – Sei carina, Nel, ma non vorrei che mi congelassi durante il viaggio.
- Molto, molto premuroso. – lo derise lei spazzolandosi i capelli. Era imbarazzante però avere un pubblico mentre si preparava. Al massimo le era capitato di avere accanto qualcuno che la spintonava via dal lavandino per lavarsi o fare moine allo specchio; non un acuto osservatore. Sorvolò accuratamente sul velato complimento, ad ogni modo. Non era il momento per una parentesi romantica, aveva una campagna militare a cui partecipare. – Pronta, soddisfatto? – esclamò infine, sorpassandolo per andare a prendere il suo cappotto più pesante.
- Cosa posso desiderare di più? Adoro le sceneggiate della tua famiglia… - sospirò Sirius, vago. Sempre meglio della sua famiglia, in effetti.
- Sì, lo so che ti diverti molto. E ora da spettatore sei stato promosso al ruolo di interprete. – ridacchiò Nel, raggiungendo la porta.
- Evviva! – sospirò nuovamente il mago. Non era forse il sogno della sua vita diventare comprimario di una commedia dell’assurdo?
- Ti ho sentito. – cantilenò la strega, mentre cominciava a scendere le scale. – Chiudi la porta, visto che hai le mie chiavi.
Lo fece senza obiezioni, che gli avrebbero fatto solo perdere una marea di tempo, ma si tolse la soddisfazione di scavalcarla con pochissima grazia, raggiungendo per primo la strada. L’aria era gelida e lo colpì in faccia come uno schiaffo, ma non vi badò. La strega lo raggiunse poco dopo, imbronciata.
- Lanciami dalla tromba delle scale, la prossima volta. – sbottò.
- E’ un’opzione che tengo sempre valida per i momenti migliori. Sali ora, ti va? – rispose senza guardarla in faccia, montando sulla sua moto. Attese che Nel si sistemasse e partì a tutta velocità in direzione della capitale del Galles, Cardiff. Appena si ritrovò fuori dalle vie principali decise di decollare: nessuno li avrebbe notati, nel cielo ormai scuro. L’aria era ancora più fredda in quota, abbastanza da far rabbrividire Sirius stesso: non lo sorprendeva affatto sentire Cornelia tremare, di tanto in tanto. Non che la cosa lo riguardasse, dato che l’aveva avvertita. Ci volle diverso tempo per arrivare a destinazione, nonostante fossero decisamente più veloci di un comune mezzo Babbano, grazie anche all’ innocente modifica operata dal consesso di Malandrini riunito, ma quando furono in vista della meta erano entrambi abbastanza congelati. Nonostante tutto Nel riuscì a farsi capire mentre dava indicazioni per raggiungere la zona di Roath park, vicino alla villa della sorella. Era surreale dare istruzioni dall’alto e di notte, sembrava di avere a che fare con una curiosa mappa cittadina illuminata nei punti cardine. Ciononostante non si persero e, pur contando le reciproche recriminazioni, arrivarono puntuali.
- Sobria casa di tua sorella. – commentò Sirius, facendo caso all’edificio.
- Ha sposato un uomo molto ricco: ha avuto lungimiranza, nel farsi mettere incinta. – spiegò Nel, scendendo dalla moto. In effetti la casa era un villone enorme, come tanti altri nelle vicinanze, situato in una delle periferie bene della città. Il che, semplicemente, voleva dire giganteschi cancelli, che sbarravano enormi ingressi, ricavati da mura di cinta di ciclopiche dimensioni, atte a offrire privacy negli sterminati giardini che attorniavano la costruzione.
- Noto forse stizza?
- No, è che Connie forse è più calcolatrice di quanto potrebbe sembrare… - buttò lì Nel, prima di raggiungere il citofono. – Inizia la recita. – disse, voltandosi appena con un sorriso a trentadue denti che Sirius trovò agghiacciante quanto adorabile. Cornelia suonò il citofono e attese risposta. – Siamo i tuoi ospiti John, puntuali come un orologio svizzero.
Un secondo dopo il cancello scattò automaticamente ed entrambi iniziarono ad attraversare il giardino.
- Ricordami, che lavoro fa tuo cognato?
- Possiede un’azienda che produce aggeggi elettronici di varia natura; non ci capisco molto e Connie non mi ha mai dato notizie più precise… – Nel alzò le spalle, preparandosi a dare inizio alla sua commedia.
- Tutto bene il viaggio? – li salutò John accogliendoli all’ingresso.
- Gelido, ma comunque sì.
- Nel, Sirius! – Connie spuntò improvvisamente dietro ad un angolo e si lanciò a salutarli con un abbraccio esagerato.
- E’ un piacere rivederti. – boccheggiò Sirius, lievemente a disagio. – Come stanno i tuoi bambini?
- Perfettamente, Sirius, perfettamente. Richard e Neil sono andati a nanna da poco, spero non ci disturberanno. Voi piuttosto? Come mai quella telefonata, che succede? – cominciò a chiedere tutta preoccupata alla sorella.
- Ne parleremo nel corso della cena, non temere. – rispose l’interessata, grave. – A proposito, vi è arrivato…
- Il dessert? Sì, l’ha consegnato la pasticceria stamattina, molto gentile da parte vostra. – convenne il signor Barrowman, mentre si spostavano nel salotto.
- So che Connie è presa con due bambini piccoli, non volevo che l’intera cena pesasse su di lei. – e poi volevo addolcire la serata, penso Cornelia fra sé e sé. In fondo doveva coccolare sua sorella giusto un po’, in primis per rendersi più credibile, e in secondo luogo per non farsi inseguire a colpi di maledizione dopo.
Sirius seguì in silenzio il raffinato eludere le domande da parte di Nel: certo doveva avere raggiunto un discreto allenamento, tra Connie e le amiche. Sembrava godersi un mondo la situazione e il camino a cui dava la schiena. Non riusciva a darle torto, quel caldo era divino, dopo il freddo patito.
- Come mai siete venuti fin qui con una moto? Con questo freddo vi conveniva usare uno dei vostri mezzi da maghi, no? – chiese John. Non capiva la metà di quello a cui spesso si riferiva la moglie, ma che i maghi potessero viaggiare molto più agevolmente di lui gli era divenuto chiaro quando aveva perso cinque anni di vita vedendo sua moglie Smaterializzarglisi davanti.
- Preferivamo un po’ di velocità e il brivido della sorvolata. – buttò lì Sirius, sorprendendo non poco il suo interlocutore.
- La sua moto ha il brutto vizio di volare e raggiungere velocità da galera, non so se te l’aveva raccontato. – spiegò brevemente Nel. – Lui e i suoi amici hanno giocato ai piccoli meccanici.
Il tono di Cornelia era lievemente saccente ed irritante; Black sperò che fosse dovuto alla messa in scena, o gliel’avrebbe pagata cara. Decise comunque di stare al gioco, schioccando alla fidanzata un’occhiata raggelante. Il signor Barrowman, più interessato alle prodezze della magia, ed essendo di natura discreta non vi badò, ma sua moglie notò subito l’aria fredda tra i due innamorati con aria preoccupata. Qualcosa non andava.
Poco dopo si trasferirono in sala da pranzo e la presenza del cibo sembrò rilassare gli animi di tutti. Sollevata, Connie tentò nuovamente di sondare il terreno con la sorella, invano. Tentò allora con Sirius, su cui sapeva avere un ottimo ascendente, ma nemmeno lui si rivelò propenso a parlare. Decisa a non far languire la conversazione, cominciò a resocontare le avventure dei suoi splendidi pargoletti, così teneri da essere definiti dei veri angeli. Per due volte il discorso fu interrotto dalle selvagge urla di Neil, dal piano di sopra, ma Sirius e Cornelia ebbero la prontezza di trattenere ogni eccesso di risa.
- Sai, a parte questi piccoli inconvenienti… – proseguì la giovane strega riferendosi alle sue precipitose corse a consolare il secondogenito – adoro poter passare tutto il giorno con loro.
Sirius diede un piccolo calcetto a Nel, seduta di fronte a lui, per evitare che sbiancasse troppo.
- Non riesco ad immaginarmi la vita come la vivevo prima, così vuota, inutile, senza scopo…
Lo stesso John si finse molto preso a tagliare la sua carne, l’aria solenne con cui la sua giovane mogliettina decantava le gioie della vita domestica erano un pelo… eccessive.
- Dovreste provarlo, davvero! – continuò poi, rivolta a Black e alla sorella. – Avete un’età ormai, e state insieme da abbastanza tempo per dire di conoscervi bene. Io e John non abbiamo aspettato tanto.
- Anche a me piace correre… - si giustificò l’uomo con una risatina divertita.
- Grazie per avermi dato della vecchia, Connie, lo apprezzo davvero molto. – ribattè Nel senza guardarla, gelida.
- Non sto dicendo niente di tutto ciò. Solo che ormai passate anche tutte le notti insieme, convivete quasi, tanto vale che vi sposiate. Sarebbe meraviglioso, vero John? – cinguettò la strega, evocando i piatti da portar via.
- Li stai terrorizzando, Connie, forse dovresti essere un po’ più delicata, anche se lo ammetto, vi vedrei molto bene insieme. – commentò.
Ancora una battuta e me la pagherai anche tu, Barrowman, ponderò Nel.
- Ma vuoi mettere che bambini carini che uscirebbero da loro due? – andò avanti Connie imperterrita, mentre si allontanava in cucina. – Sirius ha un viso così bello…
- Scusatemi, vado ad aiutarla… - si scusò Barrowman, alzandosi e scomparendo anche lui alla vista.
- Nel, quanto dobbiamo restare ancora nella casa degli orrori? Finisci il tuo tiro mancino e via.
- Appena posso, te lo giuro. – sussurrò la strega, avvicinandosi a Sirius con fare confabulatorio. Si rimise dritta e rigida come un palo non appena riapparvero i due padroni di casa con dolce e piatti.
- Cornelia, sono davvero seria, sarebbe un colpaccio da parte tua accalappiare questo scapolone, no? – insistette Constance.
- Non ci penso nemmeno! – sbottò la giovane Lethifold con convinzione. Connie voleva soffrire? Eccola servita.
Constance interruppe il suo distribuire portate e rimase un attimo immobile, pallida come una morta. Il sorrisino che Cornelia le restituì la gelò ancora di più. Sirius scambiò una rapida occhiata con l’unico altro uomo della stanza come a dire “Che vuoi farci?”.
- Perché tutta quella stizza? – chiese poi finalmente la signora Barrowman, balbettando.
- Perché non c’è essere al mondo così malato da scegliere di passare oltre il tempo strettamente necessario con una donna così. – rispose Black con un sorriso soave. Dopotutto era stata lei ad insistere che collaborasse, no? Era perfettamente inutile che ora Nel lo guardasse con quell’aria omicida.
- Era questo che dovevate dirmi, allora? Che vi state lasciando? Per questo avevi quell’aria tutta seria e rigida stasera? E per questo tu Sirius eri così musone? – cominciò a piagnucolare – Non può essere, voi siete perfetti insieme, perfetti! – continuò imperterrita, mentre il marito, senza scomporsi, cominciava a mangiare la sua porzione di dessert, per niente impressionato.
- Che dici, Sirius, glielo diciamo? – disse poi Cornelia, serafica, posando lo sguardo su di lui.
- Tua l’idea, tuo l’onore.
- In realtà, vedi, Connie, io e Sirius non ci stiamo propriamente lasciando… - cominciò a trafficare con la sua borsetta un attimo, la sorella seguì con febbrile curiosità i suoi movimenti. – Qualche giorno fa Sirius mi ha chiesto di sposarlo e io gli ho detto di sì. – aggiunse aprendo il palmo della mano e mostrandole l’anello di fidanzamento come prova.
- Cosa? – squittì la giovane signora Barrowman, scioccata. – E così me lo dici?
- Be’, mamma, papà, Conrad e Connor lo sanno già… - Nel fece appena in tempo a infilarsi di nuovo il costoso anello per assistere alla furia di Costance.
- Sono l’ultima a cui lo dici? – strillò lei, isterica. – Sai quanto ci tenevo!
- So anche quanto sei pettegola, sorella mia. – spiegò la futura signora Black con un sospiro.  
- Prevedo fuoco e fiamme. – borbottò John, rivolto al futuro cognato. – Congratulazioni, comunque.
- Anche io, e tante grazie. – rispose Black, in attesa del peggio.
 
 

  
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