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Autore: marmelade    11/03/2012    9 recensioni
Scrollai le spalle, cercando di leggere per l’ennesima volta l’ennesima pagina, ma venni di nuovo interrotta.
"Scommetto che era tutto programmato".
[...]
Due occhi verdi mi stavano fissando e, se pur coperti da una cascata di riccioli castani, riuscivo a scorgere una luce allegra in essi. Inoltre, un sorriso bianchissimo, faceva da protagonista su quel volto dai lineamenti dolci, incorniciato da due adorabili fossette.

"Non avrei mai immaginato di innamorarmi di qualcuno che, inizialmente, avevo odiato.
Eppure quel qualcuno, era l’unico capace di farmi sentire felice semplicemente guardandomi negli occhi."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella mattina scesi le scale più assonnata del solito.
Camminavo ad occhi socchiusi e quasi non vedevo gli scalini, andando a sbattere dappertutto.
Ci mancava solo una caduta quella mattina!
Quella notte non ero riuscita a prendere sonno. Avevo fatto un sogno assurdo e impossibile, ma che sembrava talmente reale da farmi spaventare e, una volta sveglia, controllai se nella mia stanza fosse tutto a posto.
E, fortunatamente, era tutto normale.
Una volta tranquillizzata, mi avviai giù, come ogni mattina, per fare colazione per poi prepararmi e andare all’Università.
Eppure, qualcosa alla bocca dello stomaco, mi diceva che quella non sarebbe stata una mattina uguale alle altre.
Dovevo smetterla di mangiare pesante la sera!
Erano supposizioni assurde, cosa poteva mai succedere di tanto negativo?!
Con gli occhi ancora socchiusi, capii di aver superato l’ultimo scalino ed essere arrivata in salotto.
Aprii gli occhi e finalmente capii il sogno e la strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Tre valigie aperte e disordinate, facevano da protagoniste sul pavimento del salotto.
Una brandina accanto al tavolino centrale, sistemata alla bene e meglio, accoglieva il corpo di Niall, che russava beatamente. Su un divano era steso Liam, che sembrava il più tranquillo anche mentre dormiva e sul bracciolo dell’altro, invece, era appoggiata una testa piena di ricci castani e disordinati mentre, il resto del corpo, era spaparanzato lungo tutto il divano.
Harry.
Stropicciai gli occhi sperando, ancora una volta, che tutto quello fosse solo un sogno.
Li riaprii e, purtroppo, la stessa identica scena mi si parò davanti.
Battei una mano sulla fronte.
Non era per niente tutto normale.
 
                                                                                                                          *
 
“Ma cosa diavolo ci fate voi qui a quest’ora…?!”
Ancora fuori la porta, i ragazzi cercavano di riprendere fiato.
“Se ci fate entrare vi spieghiamo tutto…” esordì Zayn, l’unico che sembrava essersi ripreso.
Mi scostai dalla porta, permettendo loro di passare. Entrarono, uno dopo l’altro, con le valigie in mano. L’ultimo ad entrare fu Harry, che chiuse la porta dietro di se, senza degnarmi di uno sguardo.
“Allora, che succede?” domandò Elyse, che si era avvicinata a Louis. Intanto, Helena era già tra le braccia di Zayn, mentre io avevo preso posto comodamente sul divano, incrociando le gambe.
“Beh, quando siamo andati via di qui, siamo tornati a casa” iniziò Liam, torturandosi le mani “tutto normale, abbiamo mangiato, riso e scherzato come al solito. Poi, ci ha chiamati Hazza verso le dieci e mezza, informandoci che il suo treno sarebbe arrivato mezz’ora dopo…” ci voltammo tutti verso Harry che annuì, come per confermare quelle parole, poi Liam riprese.
“Quando siamo arrivati a casa, però, ci siamo accorti che qualcosa non andava e, quando Niall è entrato per controllare…”
“Ci ha informati che era scoppiata la caldaia!” concluse Louis.
“E’ scoppiata la caldaia?! E come è successo?” domandò Hel.
“Non lo sappiamo, Hel” rispose Zayn “sappiamo solo che, per adesso, staremo senza casa per un po’!”
“Precisamente… quanto intendi per un po’?” domandai preoccupata.
Avevo già capito cosa ci facessero in casa nostra in piena notte.
“Beh, due settimane, o forse un mese. Più o meno, questi dovrebbero essere i tempi” rispose Niall.
“E quindi noi… ci chiedevamo se potevate ospitarci!” disse Louis, tutto d’un fiato, sorridendoci.
“Ma certo che…”
“Non se ne parla neanche!” sbottai, interrompendo Hel e alzandomi dal divano. I ragazzi so voltarono verso di me, guardandomi con sguardo supplichevole.
“Perché no, Mary?” domandò Elyse, abbracciando Louis.
In realtà, non lo sapevo neanche io.
Cioè, in realtà lo sapevo, ma era solo una persona che non volevo ospitare in casa mia.
“P-p-perché… ehm… p-perché…” tentennai, lasciando che le mie guance s’infiammassero improvvisamente. Loro intanto, mi guardavano come se fossi una cretina.
E in quel momento, lo sembravo davvero!
“P-perché qui non c’è posto per dormire, ecco, si…” dissi, cercando di apparire il più sicura possibile.
“Beh…” intervenne Elyse, allontanandosi da Lou e portando una mano sul mento, con la faccia di una che aveva già organizzato tutto.
“Abbiamo una brandina, che potremmo sistemare l’” e indicò lo spazio tra i due divani “e poi, due si possono sistemare sui due divani e…”
“E gli altri due dove li mettiamo?” domandai, sperando che il posto per Harry non uscisse.
“Zayn potrebbe dormire con me” propose Helena, tutta rossa in viso per l’imbarazzo. Subito partì un coro di “oooh” generale da parte degli altri quattro e da Elyse.
“E a questo punto, Lou dorme con me!” disse quest’ultima, abbracciando nuovamente il suo ragazzo.
“Allora, tutto risolto, no?” domandò speranzoso Lou.
“Giuriamo solennemente che non ti daremo problemi!” dinne Niall, prima che potessi rispondere, portandosi una mano sul petto.
Liam gli si avvicinò, spostandogli la mano destra verso sinistra, posizionandola nel modo giusto, cioè sul cuore. Niall mi guardò con una smorfia imbarazzata stampata sul viso, sorridendo.
“Iniziamo bene…” sussurrai, portando una mano sulla fronte con fare esasperato.
“Laveremo i piatti!” aggiunse Liam.
“E faremo anche il bucato!” disse Zayn.
“E io so cucinare!” esordì Louis, sbracciandosi animatamente.
Elyse bloccò il suo entusiasmo, posandogli una mano sul petto e guardandolo, inarcando un sopracciglio.
“Tu?! Ti prego, già abbiamo Helena che cucina male, spiegami perché devi metterti a competizione per poi farci morire tutti!”.
Louis fece il finto offeso, e ridemmo tutti, me compresa.
“E tu cosa farai, Harry?” gli domandò Hel.
Avevo anche dimenticato la sua presenza, dato il suo silenzio tombale.
“Beh, io sono un’ottima casalinga, quindi so fare di tutto!” disse, dandosi delle arie “cucinerò, senza avvelenarvi, laverò a terra, farò il bucato… e soprattutto, cercherò di non dare fastidio a nessuno…”
Mi voltai verso di lui dopo quelle parole, cercando un contatto visivo, ma lui abbassò lo sguardo e si passò una mano fra i ricci, come suo solito.
Possibile che si riferisse solo a me?
“Allora, possiamo rimanere?” domandò Niall, mentre tutti aspettavano impazienti la mia risposta.
Scrollai le spalle, sospirando.
“Vedetevela voi con la brandina. Io torno a letto”.
In poco tempo, si scatenò il putiferio.
Elyse e Louis ballavano felici per tutto il salotto e Zayn abbracciò Helena dopo averla presa in braccio. Niall mi diede un sonoro bacio sulla guancia prima che io salissi in camera, poi tornò a scatenarsi con gli altri, nonostante fossero le due di notte.
Una volta sulle scale, mi voltai e vidi Harry fissarmi.
Non capii bene se quello sul suo viso fosse un mezzo sorriso o una strana smorfia, fatto sta che gli sorrisi anche io, prima di dileguarmi e rifugiarmi nella mia stanza.
Sentivo ancora i loro festeggiamenti e scossi il capo prima di coricarmi nel letto.
Quella sarebbe stata davvero una difficile, strana e divertente convivenza.
 
                                                                                                                         *
 
Sorseggiavo lentamente il caffè bollente mattutino, l’unico che avrebbe potuto aiutarmi a superare quella giornata stressante, proprio come le altre.
Come ogni mattina, seduta sullo sgabello a fare colazione, pensavo alle mille e infinite cose che avrei dovuto fare quel giorno.
Presi un foglio vicino al tavolo, e iniziai a scrivere tutte le cose che avrei dovuto comprare una volta uscita dall’Università.
E ricordare di prendere almeno il triplo della spesa, dato che i nostri ospiti mangiavano fino allo sfinimento totale.
“Buongiorno” disse, all’improvviso, la voce ancora piena di sonno di Elyse.
La salutai con un cenno del capo, data la mia pigrizia mattutina nel parlare.
Abituata ai miei silenzi non disse nulla, si versò un po’ di caffè in una tazzina e poi prese una merendina confezionata, iniziando a scartarla mentre si sedeva sullo sgabello di fronte al mio.
“Cosa dobbiamo comprare, oggi?” domandò.
Mi limitai a passarle il foglio della spesa, senza parlare, per poi prendere un altro biscotto al cioccolato iniziando a mangiarlo.
“Mmmh, sai che dovremmo comprare almeno il triplo di questa roba?” disse, guardando la lista.
Annuii con il capo, pulendomi la bocca da qualche briciola.
“Io non posso andare oggi, non so che ora faccio all’Università. Tu puoi?” mi domandò ancora, portando un pezzo di merendina in bocca.
Scossi il capo. Quella sarebbe stata una giornata piena per me.
“Vuol dire che manderemo qualcuno dei ragazzi a fare la spesa…” disse, per poi sorseggiare un po’ di caffè.
Rimanemmo un po’ in silenzio. Lei, tutta presa nel fare colazione e io, senza la voglia di parlare.
“Louis dorme ancora?” domandai all’improvviso.
Elyse annuì col capo.
“E’ stanco morto. Dovresti sentire come russa!”
Sorrisi al solo pensiero di un Lou stravaccato nel letto, steso a quattro di bastoni che russava sonoramente. Povera Elyse.
“Helena? E’ sveglia?” domandai ancora.
“Non saprei, ma dovrebbe alzarsi a momenti se non vuole fare tardi”
Annuii, poi mi alzai dallo sgabello e posai la tazzina sporca nel lavandino.
“Vado a vedere se è sveglia” dissi, dirigendomi verso il salotto.
I ragazzi dormivano ancora beatamente. E profondamente, dato il loro sonoro russare!
Salii le scale e aprii lentamente la porta della camera di Hel, cercando di non farla cigolare.
La stanza era ancora in penombra, ma si riuscivano a intravedere due figure rannicchiate sul letto.
Mi avvicinai a loro e notai che Zayn abbracciava forte a se Helena, la testa appoggiata alla sua schiena e le mani di Helena intrecciate alle sue.
Sorrisi nel vederli così dolci. Erano bellissimi, e un po’ mi dispiaceva rovinare quell’atmosfera così meravigliosa.
Poggiai una mano sulla spalla di Hel, cercando di stare attenta a non sfiorare Zayn, e iniziai a scrollarla animatamente.
“Hel! Helena, svegliati! Hel…!” sussurrai piano.
“Mmmmh…” bofonchiò, levando la mia mano dalla sua spalla.
“Che vuoi?” domandò con la voce assonnata.
“Devi alzarti, se no fai tardi all’Università!” sussurrai ancora.
“Vai via, Mary, sei peggio di mia madre…!”
“Già… anche della mia!” disse la voce di Zayn, anch’essa impastata dal sonno.
Risi leggermente. Ormai era sveglio anche lui.
Alzai le mani in segno di resa e indietreggiai verso l’uscio della porta.
“Okkei, vado via. Helena, dopo non prendertela con me se fai tardi!”
Socchiusi la porta della stanza, lasciando che ne entrasse uno spiraglio di luce. Indietreggiai ancora un po’, e andai a finire contro Elyse.
“Scusa Elys… oh…”
Harry era di fronte a me con gli occhi socchiusi, assonati e stanchi. I capelli ricci scompigliati e in disordine, a torso nudo, con solo un pantalone da ginnastica che gli copriva le gambe lunghe.
“Scusami. Non ti avevo visto…” dissi imbarazzata.
Non mi capitava tutti i giorni di trovarmi di fronte un ragazzo a torso nudo!
“No, non preoccuparti. Scusami tu” rispose, con la voce bassa e assonnata.
Rimanemmo in silenzio per un po’. Lo fissavo mentre si stropicciava gli occhi stanchi e si stiracchiava per svegliarsi un po’.
Mi avvicinai di più alla porta del bagno, che si trovava di fianco a me alla mia destra, ma una mano si posò sulla mia mentre cercavo di abbassare la maniglia. Mi voltai e vidi che anche Harry cercava di aprirla.
Scostò subito la sua mano, e lo stesso feci io con la mia.
“Devi entrare?” chiese, accennando alla porta con il capo.
Annuii lentamente.
“Anche tu?” domandai.
Annuì anche lui e aprì la porta, mentre con la mano mi fece cenno di entrare.
“No, vai prima tu, io devo prepararmi” disse, scuotendo il capo.
Lui non se lo fece ripetere due volte ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle, mentre io mi avviai in camera per scegliere la roba da indossare.
Harry non mi parlava, mi ignorava e cercava di non incontrare il mio sguardo. Era strano e, per quanto fosse assurdo, mi mancava il vecchio Harry.
Era cambiato, e io ne sentivo stranamente la mancanza.
Scrollai le spalle e mi avviai nuovamente verso il bagno, aspettando il mio turno.
D’un tratto, sentii la porta scattare ed aprirsi, mostrando la figura di Harry, ancora assonnato.
Incontrai i suoi occhi per la prima volta da quando si trovava a casa mia.
Sembravano spenti e tristi e non emettevano più quella loro luce meravigliosa.
Erano bellissimi lo stesso, ma diversi.
“Puoi entrare adesso” disse, facendomi distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
“Oh, si, certo…”
Si spostò dall’uscio della porta, permettendomi di passare e se ne andò, senza dirmi nient’altro.
Lo guardai scendere le scale velocemente, per poi chiudermi nel bagno sospirando e iniziandomi a preparare.
Avevo voglia di parlargli, di scherzarci insieme, di punzecchiarlo e ridere con lui. Avevo voglia di guardarlo negli occhi e basta, annegandoci dentro, ma lui non mi permetteva di fare niente di tutto ciò.
All’improvviso, qualcuno bussò forte alla porta, facendomi sobbalzare.
Non mi diede neanche il tempo di chiedere chi fosse, che la voce di Helena urlò probabilmente con tutto il fiato che aveva in gola.
“Mary, apri subito questa porta! Sono in un ritardo fottuto!”
Scossi il capo e aprii la porta, mentre Helena entrò velocemente.
Certe cose non sarebbero cambiate mai.
 
                                                                                                                              *
 
Casa mia sembrava quasi un miraggio.
Avevo paura che quel portoncino nero fosse solo frutto della mia fantasia o della mia stanchezza.
Solo quando appoggiai le mani su di esso e ne infilai le chiavi nella toppa, capii che era tutto vero.
Terra!
Finalmente quella giornata era finita!
Avevo passato un pomeriggio intero all’Università e dire che ero stanca morta, era davvero riduttivo.
Salii le scale lentamente, con i piedi doloranti per la stanchezza e con l’infinita voglia di buttarmi sul letto e non alzarmi mai più.
Aprii la porta di casa, sperando di non ricevere brutte sorprese, ed entrai.
“Ciao!” urlai, posando le chiavi su un tavolino, facendo capire a tutti che ero viva.
O meglio, lo sarei stata ancora per poco.
“Ciao Mary!” disse Niall, venendomi incontro “com’è andata la giornata?”.
Solo quando mi fu vicino, notai che aveva indosso il grembiule per la cucina, completamente sporco di qualche sostanza indefinita.
“Male, molto male!” gli risposi stiracchiandomi e avviandomi verso la cucina.
“Ehm, Mary , perché non vai a farti una doccia?! Immagino tu sia stanca!” tentennò, bloccandomi la strada.
Lo fissai per un po’ con gli occhi aggrottati e le mani sui fianchi.
“Che avete combinato, Niall? Mi avete bruciato la cucina?”
“N-no, perché dovremmo aver combinato qualcosa?” chiese nervoso.
“E allora perché non vuoi farmi entrare in cucina?” risposi sorpassandolo, avviandomi verso la di essa. E forse, era meglio se non fossi mai entrata.
Era tutto sottosopra. Tutte le pentole erano fuori posto, alcune erano persino per terra, e i banconi erano completamente sporchi.
Avevo ritrovato una cucina diversa da quella che avevo lasciato quella mattina.
“Beh, ci sono stati dei piccoli problemi di percorso, ma risolveremo tutto!” continuò Niall, cercando di giustificarsi.
Mi voltai verso di lui.
“Tutto questo tu lo chiami un piccolo problema di percorso?!” domandai, cercando di rimanere il più calma possibile, indicando quel gran macello.
“Pulirò personalmente, anche se non sono stato l’unico!” disse, alzando le mani “e poi, volevamo prepararvi una cenetta noi per ringraziarvi della vostra ospitalità e per farvi rilassare dopo questa lunga e stressante giornata”.
Non c’era niente da fare. Essere arrabbiati con Niall era praticamente impossibile.
Sbuffai, per poi rivolgergli un sorriso.
“Sono perdonato, allora?” chiese ancora, stavolta mostrandomi i suoi grandi occhioni azzurri da cucciolo.
“Solo perché sei tu!” risposi, dandogli un bacio sulla guancia destra, per poi dirigermi nuovamente verso il salotto.
“Gli altri dove sono?” chiesi, ancora voltata.
“Elyse ed Helena sono tornate poco fa anche loro, e credo si stiano mettendo in pigiama. Erano abbastanza stressate e stanche come te. Zayn e Louis sono di sopra ed Harry e Liam sono usciti, torneranno tra un po’”.
“Avete fatto la spesa stamattina?” domandai ancora.
“Si. Abbiamo comprato tutto quello che hai scritto sulla lista, stai tranquilla!”
“Bravi!” dissi voltandomi “vedo che siete delle ottime casalinghe, a parte tutto il macello che c’è lì dentro. Ora dobbiamo solo vedere se sapete cucinare…” e indicai la cucina, ridendo.
“Oh, beh, io credo che per stasera potremmo mangiare la pizza! Che ne dici?” domandò, leggermente nervoso.
Risi di nuovo e annuii.
“Ottima idea! Vada per la pizza!” dissi, facendo finta di sbuffare.
La pizza era proprio quello che ci voleva.
Il volto di Niall s’illuminò e il suo splendido sorriso spuntò nuovamente. Si avvicinò a me e mi abbracciò, lasciandomi una scarica di baci sulla guancia.
“Grazie Mary, grazie grazie grazie! Vado a chiamare subito Liam e gli dico di prendere le pizze! Preferenze?” domandò, dopo essersi allontanato a prendere il cellulare.
“Va bene di tutto!” urlai, per farmi sentire, ma lui aveva già iniziato a parlare entusiasta con Liam, ordinando le varie pizze che avrebbe mangiato sicuramente solo lui.
 
                                                                                                                           *
 
“E quindi, questa è stata la mia terribile giornata!” concluse Elyse, portandosi un pezzo di pizza in bocca.
Era stata l’ultima a parlare della sua giornata all’Università e avevamo constatato che era stata davvero tremenda.
“Povera la mia ragazza!” disse Louis, abbracciandola e dandole un bacio.
“Bene!” dichiarò Liam, alzandosi in piedi “dichiaro che Elyse è stata quella che ha avuto la giornata più orribile di tutti, quindi… l’ultimo pezzo di pizza va a lei!”
Battemmo tutti le mani, tranne Niall che era furioso, e partì una standing ovation da parte di Louis.
I ragazzi avevano avuto la “brillante” idea di indurre una gara di chi avesse avuto la giornata più brutta, e tutti dovevano raccontare la propria.
Beh, la loro non era stata di certo la più terribile, dato che avevano passato tutto il tempo a giocare alla Xbox!
“Perché quella faccia, Niall?” gli domandò Helena.
“Perché lo volevo io l’ultimo pezzo di pizza! Non è giusto!” rispose tutto imbronciato.
“Ma se tu hai passato tutto il tempo a giocare ai videogames!” dissi ridendo.
“E la chiami una cosa facile?! Guarda che cercare di battere Zayn è una cosa che richiede tanta fatica!” ribatté.
“Si, in effetti è vero, battermi non è facile!” s’intromise Zayn, dandosi delle arie “e poi sono anche bello!”
Helena si voltò verso di lui, guardandolo scettica.
“E questo cosa c’entra, scusa?!”
“Beh, c’entra. Niall non è riuscito a battermi perché: uno, sono imbattibile e due, perché mentre giocava non riusciva a togliermi lo sguardo di dosso, data la mia naturale ed infinita bellezza!” rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Alle sue parole, si scatenarono le risate generali, mentre lui rimase sconvolto.
“Questa è la cosa più assurda che abbia mai sentito! Ma da dove le cacci?!” gli domandò Elyse fra le risate.
“Ma è la verità!” ribatté lui.
Hel gli si avvicinò col viso al suo, e gli stampò un bacio sulle labbra.
“Non starli a sentire Zayn, sono solo invidiosi!” disse, per poi continuare a ridere anche lei.
Zayn fece il finto offeso, ma rideva anche lui sotto i baffi.
“Ehi, volete sapere ieri sera chi è venuto a cena, prima che voi piombaste in casa?” disse Elyse, sorridendo beffarda.
Mi strozzai con la coca cola che stavo bevendo non appena disse quelle parole. Liam mi diede dei colpetti leggeri dietro la schiena per farmi riprendere, ma questo non fermò Elyse, che rimase a fissarmi per un po’ prima di iniziare a parlare.
Si voltò di nuovo verso i ragazzi, che la guardavano incuriositi.
“Il caro fidanzato di Mary, Robert, ieri sera ci ha allietate della sua presenza!” disse sorridendo.
Partirono subito domande e commenti a raffica da parte dei ragazzi.
“Davvero?!” disse Liam, quasi incredulo, voltandosi verso di me. Annuii imbarazzata.
“Voglio conoscerlo anche io!” esordì Zayn.
“Oh, non vi perdete niente di speciale…” commentò Elyse, dopo aver bevuto un po’ di coca cola.
“Già” l’appoggiò Helena “l’abbiamo torturato tutto il tempo! E’ stato divertentissimo!”
Le guardai furiosa. L’avevano davvero combinata grossa.
“Nooo! Non è giusto!” disse Louis all’improvviso.
Lo guardai speranzosa, credendo che lui volesse appoggiarmi.
“Cosa non è giusto, Lou?” gli domandò Elyse.
“Non è giusto che l’avete torturato senza di me! Voglio dire… io sono esperto nel fare queste cose!”
Scossi la testa, mentre tutti ridevano nuovamente. Quando si dice l’affetto degli amici…
“Avrai la tua occasione Lou! Potremmo invitarlo di nuovo a cena, tu che dici Mary?” disse Elyse, accarezzando dolcemente i capelli del suo ragazzo, che sorrideva beffardo.
“Dico che è una pessima idea! Lo avete traumatizzato!” risposi, causando nuovamente le risate generali.
D’un tratto, fra tutte quelle risate e chiacchierate, una sedia si spostò dalla tavola, facendo rumore. Harry si era alzato in piedi, come se volesse allontanarsi dalla tavola.
“Scusate…” disse, guardandoci uno per uno “ma adesso devo andare via”.
“Dove vai, Harry?” gli domandò Louis, alzando la testa dalla spalla di Elyse.
“A fare un giro” rispose allontanandosi da noi, per poi aprire la porta ed uscire senza dire nient’altro.
Rimanemmo un po’ in silenzio, poi la voce di Niall disse qualcosa, che io non seguii, e tutti risero di nuovo. Fissavo ancora incredula la porta, sperando che Harry sarebbe entrato da un momento all’altro, ma era praticamente impossibile.
All’improvviso, mi alzai anche io e mi fiondai verso la porta velocemente.
“Mary! Dove stai andando?” mi domandò Liam, ma io chiusi la porta dietro di me senza rispondergli, e corsi giù per le scale.
Harry non poteva andarsene così, senza darmi una valida motivazione.
Non poteva andare via come se non fosse accaduto nulla. E io dovevo scoprire che cosa avesse, perché si comportasse così.
Aprii il portoncino e subito il vento gelido e pungente mi venne incontro.
Ero stata stupida a scendere solo con il maglione, senza una giacca addosso, ma non avevo avuto il tempo di pensare a nulla, se non al pensiero di seguire Harry.
E, su quello, non ci avevo pensato due volte.
Incrociai le braccia al petto, sperando che riuscissero a riscaldarmi, e corsi il più veloce possibile per trovarlo e raggiungerlo.
D’un tratto, vidi la sua chioma riccia e ancora più disordinata a causa del vento, e corsi ancora di più.
“Harry!” urlai, con tutto il fiato che avevo in gola, ma lui non si voltò.
“Harry! Harry!” urlai ancora, mentre sorpassavo le persone davanti a me, che mi guardavano sconvolte, cercando di raggiungerlo.
“Harry!”
Lui si fermò e si voltò lentamente. Finalmente mi aveva sentito.
“Fermati, ti prego” dissi flebilmente da lontano, alzando le mani e cercando di bloccarlo.
Lui parve capirmi e si fermò, aspettando che mi avvicinassi a lui.
“Che c’è?” mi domandò burbero, una volta che gli fui vicina.
Cercai di riprendere fiato dopo tutta quella corsa. Volevo guardarlo negli occhi, ma lui aveva lo sguardo altrove.
“Che c’è?! Hai anche il coraggio di chiedermelo?!” urlai con tutto il fiato possibile, tanto che lo feci voltare verso di me, finalmente capace di guardarmi.
“Dovrei chiederlo io a te che cosa c’è! Che ti prende, Harry?! Non sei più lo stesso, sei cambiato! Non mi guardi più in faccia e mi saluti a malapena! Eviti il mio sguardo ed eviti me. Tutte quelle telefonate che ti ho fatto mentre non c’eri, le hai completamente ignorate, come adesso ignori me. C’è che non mi parli più, c’è che non ridi più insieme a me e questo, stranamente, mi manca. E, pensa, mi manca anche il modo in cui mi prendevi in giro. Si Harry, mi manca il modo in cui eri prima, mi manca il vecchio te, e il nuovo Harry non mi piace affatto. Adesso posso sapere che cos’hai?!”.
Rimase un po’ spiazzato, poi sorrise beffardo, alzando gli occhi al cielo.
“E’ impossibile che tu non l’abbia capito!” disse.
Lo fissai un po’, scettica e curiosa allo stesso tempo.
“Non sono una maga, Harry, non riesco a penetrare nella tua testolina contorta e scoprire i  tuoi pensieri più segreti!”
Lui rise leggermente nervoso e, finalmente mi guardò negli occhi, anche se il suo sguardo non era quello che poteva dirsi felice, e i suoi occhi ne erano la prova.
“Possibile che tu non abbia capito che mi sto innamorando di te, Mary?”
Quelle sue parole mi fecero bloccare il fiato.
Era come se non riuscissi più a parlare e a muovermi.
Improvvisamente, non sentii più freddo.
Non sentii più nulla, se non quelle sue parole che rimbombavano nella mia mente, senza smettere.
“Tu… c-cosa?” domandai flebilmente, sperando che quelle parole non fossero mai uscite dalla sua bocca.
Ma era impossibile.
“Sembra assurdo, vero?” disse, sorridendo leggermente, scostandosi i ricci dalla fronte.
Volevo rispondergli, ma non riuscivo a parlare più. Lo fissavo incredula e basta.
“Eppure è vero” continuò, avvicinandosi di più a me. “E tutto questo mi spaventa, ma allo stesso tempo mi emoziona e mi fa sentire vivo. Io non so come sia potuto succedere ma, ogni volta che sono vicino a te, è come se il mio cuore prendesse la rincorsa, e poi inizia a battere forte contro il petto. Sai, a volte ho avuto anche quella stupida paura che tu riuscissi a sentirlo…” sorrise un po’, forse ricordandosi della volta in cui i nostri visi e i nostri cuori erano vicini.
“Ed ho sempre la paura che tu, da un momento all’altro, esca dalla mia vita. Lo so, sono stato un bastardo per tutte le volte che mi hai chiamato e io non ho risposto, ma non era perché volevo ignorarti. Si, forse è vero, in un primo momento è stato così, sono partito all’improvviso perché volevo vedere se tutto quello che iniziavo a provare per te, fosse vero o no, se fosse una cotta e basta o qualcosa in più. Ma poi mi sono reso conto che ogni volta, che stessi con la mia famiglia o meno, mi venivi in mente tu. Sei stata il mio pensiero fisso tutto il tempo che sono stato lontano e, quando cercavo di non pensarti, chiudevo gli occhi e mi ritrovavo davanti i tuoi, quei meravigliosi occhi color cioccolato che sono e saranno sempre il mio punto debole…”
“Credevo che starti lontano fosse la cosa più giusta da fare, ma la lontananza da te mi ha fatto sentire ancora peggio, perché non potevo averti vicina. E mi è mancata la tua risata sonora e cristallina, le tue battutine sarcastiche, il modo in cui mi prendevi in giro, i tuoi complessi e le tue continue paranoie. Mi sono mancati i tuoi occhi profondi, che non potevo ammirare da vicino, e mi sei mancata tu. E tutto questo è strano proprio quanto il mio innamoramento verso di te…”
Fui travolta improvvisamente dalla sensazione strana di sempre.
Era strano come Harry fosse riuscito a farmi emozionare con quel suo discorso, pur sapendo di non contraccambiarlo.
“Harry, i-io…”
“Lo so, tu non provi tutto quello che provo io per te…” disse flebilmente, facendo un mezzo sorriso.
“Lo so perché tu hai un ragazzo adesso, e so che gli vuoi bene. Ma sappi che io non mi arrenderò e che proverò qualcosa per te, qualunque cosa succeda. E che non smetterò di starti vicino, perché starti vicino è l’unica cosa che mi fa stare bene in questo momento…”
Mi accarezzò una guancia e mi sorrise, quasi dolcemente, poi voltò le spalle e se ne andò senza dirmi più nulla, proprio come aveva fatto a casa.
Lo guardai voltare l’angolo e sparire, e subito mi venne la voglia di inseguirlo nuovamente.
Ma le mie ginocchia tremavano dalla paura e dall’emozione in quel momento, e fui incapace di fare qualsiasi cosa, se non rimanere immobile.
Harry si stava innamorando di me.
Le sue parole e il suo discorso non volevano scivolare via dai miei pensieri e rimanevano lì, facendomi tremare ancora di più, al solo pensiero del suo tono di voce.
Mi voltai improvvisamente per tornare a casa, anche se non ne avevo voglia.
Camminavo lentamente, come se fosse l’unica cosa che potesse farmi riprendere, ma la figura di Harry era sempre nella mia testa e non voleva proprio sparire.
Più camminavo e più i suoi occhi mi ritornavano in mente.
Una lacrima amara e salata, solcò le mie guance, seguita da un’altra e poi da un’altra ancora, bagnandomi le labbra. Scendevano lentamente, per poi essere asciugate dal freddo pungente, che mi bruciava le ossa.
Harry si stava innamorando di me.
E il muro di certezze che mi ero costruita, crepa dopo crepa, stava per disfarsi.




Writer's Corner! :)

     Tatatataaaaaaaan! *sisentetantounacretina*
Buonsalve bellissimi fratelli e sorelle di Kevin (?)
Eh beh, che dire...
Se siete arrivati qui, vuol dire che avete appena finito di leggere questo capitolo...
Se siete qui, ma non avete ancora letto...
NON CONTINUATE A LEGGERE QUI!
Potrei spoilerare e non vorrei essere così cattiva da rovinarvi la sorpresa çwç

Ad ogni modo...
Spero con tutto il cuore che l'abbia scritto abbastanza bene e che vi piaccia perchè, non saprei! :/
Ho cercato di essere il più romantica possibile e spero che mi sia uscito!
Cooomunque...
Eh beh, ci voleva un po' di "azione", no? u.u
Cioè, nel senso che uno di quei due doveva pur darsi una mossa, che diavolo!

E poi, un'altra cosa...
Sono riuscita a pubblicare di nuovo presto, avete visto?! :D
Del tipo che mi sento troppo soddisfatta! :D
In questo preciso istante sono più o meno... così!
       
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E vorrei ringraziarvi per tutte le meravigliose recensioni che lasciate alla mia storia :)
Ogni volta che le leggo mi sento come una bambina di cinque anni! Mi brillano gli occhi davanti al pc, ed è solo merito vostro! :')
Mi scuso infinitamente se non rispondo prima, ma ormai mi conoscete e credo che siete ancora più meravigliate di me per la velocità con la quale sto pubblicando! :D

Ancora un grazie infinito a chi legge e mette la mia storia fra i preferiti e le seguite e, ovviamente, a chi recensisce! :)
Se non fosse stato per voi, non avrei mai pubblicato così velocemente :)
Grazie davvero :)
Vi voglio bene :D

Ancora altri ringraziamenti (come al solito u.u)
a Chiara e Alessia, che mi incitano sempre di più a continuare :D
Loveyoubabies! 
E a Federica e Agnese (dovete ringraziare quest'ultima per la frase finale del capitolo!)
che mi fanno sempre sorridere :)

Volevo fare dei ringraziamenti più lunghi e parlare di più (ma credo che vi siate anche scocciate di leggere questi monologhi luuunghissimi u.u)
Soo...
Goodnight carrots!

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L'immagine parla da sola <3

ps. non mi picchiate, ma risponderò domani a tutte le vostre meravigliose recensioni! Sono stanca morta!
#muchLove
-YoursM.

  
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