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Autore: Cathy Earnshaw    12/03/2012    1 recensioni
Alcesti è una giovane donna orgogliosa e intraprendente. Vive con la madre e le tre sorelle minori nella ricca città di Darkfield grazie all'eredità lasciata loro da Sir Merthin, suo padre, Cavaliere scomparso in circostanze non accertate. Ma il vento sta per cambiare. La ragazza sta per intraprendere un viaggio sulle orme del genitore che la porterà a scoprire il potere della magia, il valore dell'amicizia e la forza dell'amore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lady Philippa aveva una classe particolare nel decorare la sua splendida dimora in occasioni di festa. Pareti e pavimenti erano stati ricoperti con arazzi e tappeti divinamente intessuti. La fonte di illuminazione consisteva in astri luminosi che brillavano poco al di sotto dei soffitti, una sorta di via lattea artificiale. Alzando gli occhi sembrava proprio di tuffarsi nell’oscuro abisso dell’universo. Faceva venire le vertigini. Ogni parete disponibile era affiancata a tutta lunghezza da un tavolo colmo di ogni prelibatezza. L’intera Alia era stata invitata. Sarebbe stato un ballo grandioso, su questo non potevano esserci dubbi!
 
- Quell’abito è a dir poco meraviglioso!-
Hermione guardava a bocca aperta, non senza una punta di invidia, il vestito cremisi e oro della sorella maggiore.
- È un regalo di Kysen- rispose distrattamente Alcesti, mentre un’ancella le appuntava una molletta di perle tra i capelli.
- Bello, ricco e anche raffinato… questo non mi fa sentire meglio- commentò Hermione con finto sdegno.
Alcesti ridacchiò.
- Il Principe ha preso particolarmente a cuore l’organizzazione di questa serata, anche se temo mi sfugga il motivo…-
Hermione borbottò qualcosa in risposta allacciandosi un nastro turchese al collo.
Antigone le guardava divertita dalla sedia della scrivania. Sapeva che sarebbe finita in quel modo dal momento in cui la gemella aveva implorato Alcesti di ospitarle nella sua stanza per i preparativi per beneficiare dello specchio più grande. Come sempre, quelle due si perdevano in chiacchiere, e lei finiva secoli prima di prepararsi. Ma valeva la pena di fare questo sacrificio: non aveva mai visto Alcesti tanto elettrizzata per qualcosa.
Quando furono finalmente pronte, le tre si ricongiunsero ad Elettra e a Lady Ingrid. La sala era già piena di gente, ma non fu difficile trovare Christopher: era talmente alto da svettare sulla folla. Intrufolandosi tra i gruppetti di persone, Alcesti riuscì a raggiungere i Cavalieri, per scoprire che sua madre si era allontanata per unirsi ad alcune dame. Stava ancora sorridendo tra sé, quando nella sala calò il silenzio. Non appena la Famiglia Reale fece il suo ingresso, tutti quanti trattennero il fiato. La Regina, in testa, completamente vestita di avorio ed oro, brillava della luce della splendida Corona che portava fieramente sul capo, strappando sguardi ammirati ad ogni dama. La seguivano i due Principi, belli come Dei. Erano vestiti in modo sublime: entrambi indossavano una camicia sui pantaloni eleganti, che Kysen aveva accompagnato ad un mantello nero ricamato in argento. Toglievano il fiato, pensava Alcesti col cuore in gola.
Quando la Regina si accomodò sul trono d’ebano, i musici aprirono le danze. Pochi minuti dopo, Kysen ed Ares erano già accanto al gruppetto di Alcesti.
- Mi concedete questo ballo?- domandò retoricamente Kysen ad Alcesti, offrendole la mano.
La ragazza accettò senza la minima esitazione l’invito. Quella sera si sentiva meno in colpa di altre volte a lasciare le sue sorelle ai margini della pista. Nei due giorni precedenti avevano fatto la conoscenza di buona parte dei Cavalieri, in particolare di Christopher, che disse di aver sentito parlare di loro tanto a lungo e tanto dettagliatamente da poter affermare di conoscerle da una vita. Oltretutto, con Hermione accanto non era un problema socializzare.
- Ti sta bene questo vestito- commentò il Principe squadrandola.
- Ho un bravo stilista- sorrise Alcesti.
Kysen sorrise a sua volta e fece un cenno col capo in direzione del gruppetto che avevano lasciato. Chris aveva invitato la piccola Elettra a ballare. Ben sapendo fino a che punto si spingesse l’odio dell’amico per la danza, Alcesti apprezzò molto l’impegno. Sorrise a Kysen.
- Ho la sensazione che questa sarà una serata indimenticabile…-
Il Principe rispose con un mezzo sorriso enigmatico. Terminato il ballo, i due si ricongiunsero al gruppo. Ares stava parlando di cavalli con le gemelle. Aveva un aria strana: non si esprimeva con la sua solita eloquenza, ma sembrava impacciato, come se stesse scegliendo con cura ogni singola parola.
- Che ha Ares?- domando Alcesti con voce appena udibile.
- È strano vero?- rispose Kysen, perplesso quanto lei.
Alcesti attese pazientemente che Ares terminasse il suo discorso per vedere come avrebbero reagito le sorelle. Entrambe erano ipnotizzate da lui. Anche se la sua favella aveva qualche problema, restava comunque bello da svenire… In quel momento sopraggiunse Elettra a strapparla dalle proprie riflessioni.
- Laggiù ci sono delle ragazze più o meno della mia età…-
- Vai pure, Elli. Ma non uscire dal palazzo, per favore-.
Elettra sorrise e corse via. Alcesti la guardò allontanarsi. La sua sorellina stava diventando grande, e pericolosamente bella. L’unica cosa che le accomunava erano gli occhi scuri di Merthin. Alcesti era orgogliosa di lei.
- Alcesti, che ne diresti di presentare queste signorine a Frate Rudolph?- domandò Kysen, indicando un punto poco lontano.
La ragazza annuì con un sorriso.
- In tal caso, seguitemi- disse il Principe, sfoggiando un sorriso da togliere il respiro.
Stava cercando di essere carino con la sua famiglia, ed Alcesti ne era lusingata, ma era un po’ preoccupata per l’incoscienza con cui Kysen utilizzava la sua bellezza… Lasciò che le gemelle seguissero il Principe e si incamminò dietro di loro accanto ad Ares.
- Stai bene?- gli domandò.
- Si, perché?- rispose frettolosamente.
- Finalmente vi conosco!- esclamò Rud, vedendo il gruppetto che si avvicinava.
Terminate le presentazioni, il Frate esortò le ragazze a tornare alle danze per non perdersi nulla della splendida serata.
Alcesti tornò a ballare con Kysen, ma con un occhio teneva Ares sotto controllo. Solo un attimo si distrasse, e in quell’attimo il suo cavaliere sussurrò:
- Sta succedendo qualcosa…-
Anche lui lo stava osservando. Alcesti tornò subito a guardare. Hermione si stava allontanando da sola, con un mezzo sorriso sulle labbra, in direzione di Chris, Yurika e Siegfried.
- Lascia campo libero- sussurrò Alcesti, sorpresa. E aggiunse, in risposta allo sguardo confuso del Principe:
- Cede il passo ad Antigone-.
- Che significa?- Kysen continuava a non capire.
- Significa che Hermione ha capito che Ares è interessato a sua sorella, e si è fatta da parte- sorrise.
Kysen osservava a bocca aperta suo fratello che, impacciato come un tredicenne, invitava a ballare la sorella di Alcesti.
- Ecco perché è così rimbambito, questa sera…- commentò.
- Dici che questa volta faccia sul serio?- domandò lei.
- Sembrerebbe di si-.
Alcesti pregò in cuor suo che fosse così, per il bene di Antigone, e anche di Ares, cui, in caso contrario, avrebbe fatto passare le pene dell’inferno.
- Al…- sussurrò improvvisamente Kysen.
La ragazza lo guardò.
- … seguimi,- disse – voglio farti vedere una cosa-.
La prese per mano e la condusse attraverso la folla, fuori dalla grande sala, su per le scale, a destra lungo un corridoio, poi infondo a sinistra, ancora a destra, ancora scale, un altro corridoio, infine una porta, in un’ala del Palazzo riservata ai Reali.
 
La piccola porta si apriva su una stanza quadrata con una sola finestra. Una parete era completamente coperta di libri, due erano intonacate di bianco, mentre la quarta era affrescata. Non era un disegno, sembrava un incrocio di rami. Per il resto, la stanza era praticamente vuota: al centro stava un tavolo con due sedie, e un candelabro al centro del tavolo.
- Questa è una stanza privata della Famiglia Reale. Nessun altro può entrare, nemmeno il personale di servizio… perciò scusa la polvere- disse Kysen.
Alcesti si fermò.
- Allora non avrei dovuto entrare…-
- Zitta e vieni qui-.
Kysen si era avvicinato alla parete affrescata. Una volta vicina, la ragazza si rese conto che si trattava di un albero genealogico. La discendenza Reale. L’intrico di righe aveva origine da Alcibìades, il mitico fondatore, e terminava nei nomi di Kysen ed Ares. Notando che Alcesti fissava la parete a bocca aperta, Kysen segnò con due lunghe dita il suo nome.
- Vedi? Accanto al mio nome c’è ancora uno spazio tristemente vuoto…-
- Non… non capisco…- farfugliò la ragazza.
Il Principe sorrise.
- Ho fatto tutto il possibile perché questa serata fosse perfetta-.
Così dicendo, prese la mano di Alcesti e si inginocchiò davanti a lei. Sorrise, un sorriso troppo bello per essere umano.
- Alcesti di Darkfield… di Alia, vuoi sposarmi?- 
   
 
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