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Autore: Arimi_chan    12/03/2012    1 recensioni
Due vite che apparentemente non hanno nulla in comune, forse solo una grande solitudine, ma che si intrecceranno inevitabilmente scoprendo il vero significato della parola "casa".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*capitolo3*

Capitolo 3.

Come avrete capito, spero, aggiorno ogni lunedì. XD

Sono stata davvero felice di vedere quante persone abbiano letto, e ringrazio di cuore chi mi ha messo tra le storie seguite, ma soprattutto  CloserToMars_ 

che ha recensito il secondo capitolo. Spero ti piaccia anche questo! =)

Mi rendo conto sia un pò noiosa e me ne dispiace, ma purtroppo ho i miei tempi e le fanfiction che saltano subito a conclusione non mi sono mai piaiciute parecchio. Mi scuso se offendo qualcuno ovviamente.

Diciamo che preferisco soffermarmi più sulla psicologia e la vita dei miei personaggi (no, i Leto non mi appartengono!) che sulla fine della storia. Spero possiate perdonarmi, vedrete che l'azione arriverà. XD

Detto questo, e scritto l'ennesimo papiro, vi auguro una buona lettura, sperando che qualche anima pia, mi faccia sapere cosa ne pensa di questa fic.

Un bacio, a Lunedì, Simona.

 

 

Entrando nel fast-food, Shannon notò subito suo fratello, bhè chi non lo avrebbe riconosciuto? Con quel suo taglio di capelli anomalo, il blackbarry in mano e un'espressione delusa in volto. Mangiava la sua insalata placidamente, come se il mondo, attorno a lui, non esistesse.

Shannon gli scrollò leggermente la spalla e subito Jared rinsavì.

"Hey Bro, tutto ok? Si è spezzata un unghia?" Gli piaceva provocarlo, gli ricordava i bei tempi trascorsi in Louisina durante l'infanzia.

Jared lo guardò sorridendo, mentre Shannon prendeva posto di fronte a lui.

"No, è semplicemente finito il mio smalto preferito, idiota!"

"Oh, tutto qui? Non pensarci a Natale te lo regalo, ok?"

Niente era cambiato tra i due, nonostante avessero entrambi superato i quaranta, erano rimasti i soliti ragazzi che amavano prendersi in giro, con quella assurda complicità estranea perfino ai loro amici più intimi.

"Seriamente Jay, cosa succede?"

"La tizia bionda, alla cassa, la vedi?" Shannon annuì. "Bè, la trovo molto interessante, ma non mi ha colcolato di striscio. Non capisco se mi abbia riconosciuto o meno."

Shannon voleva ridere, trovava il discorso parecchio infantile, ma cercò comunque di darsi un contegno e rispondere decentemente.

"Jay, non vedo dove sia il problema. Vai lì e ti fai vedere, la abbordi e poi te la porti a letto." E concluse il tutto con un occhiolino da vecchio e viscido maniaco da pub.

"Ehm...si, sembra facile, soprattutto se consideri che sta andando via." E Jared fece segno con la mano indicando la ragazza.

Shannon si girò di scatto e la vide dirigersi verso l'uscita. Effettivamente era un bel bocconcino, ma non sarebbe mai stato così cattivo da provarci con una ragazza che interessava al fratello.

Si alzaro e subito la seguirono. Pensando, però, di sembrare due stalker, Shannon ebbe una brillante idea.

"Reggimi il gioco, o resta zitto! Ci pensa il tuo fratellone."

Nonostante l'età, Shannon non aveva abbandonato il suo essere protettivo, talvolta in maniera ossessiva, nei confronti del fratello, quasi fosse suo padre.

Jared lo guardò come se suo fratello fosse impazzito, ma si fidava, più o meno, di lui.

Shannon fece uno scatto avanti, che gli permise di raggiungere subito la ragazza.

"Scusi." Le disse, e in quel momento, Jareb avrebbe voluto scomparire alla velocità della luce.

**************************************

"Scusi?"

A quelle parole Carly ebbe seriamente paura. I due la chiamavano e non sapeva cosa avrebbe dovuto fare o dire. Ricordava semplicemente a se stessa di dover mantenere la calma e fingersi una persona normale. Aveva seriamente iniziato a pensare che Alexander avesse mandato qualcuno a controllarla, e sicuramente non l'avrebbe passata liscia, il giorno dopo gli avrebbe fatto una ramanzina con i fiocchi, e se non avesse voluto sentire ragioni, lo avrebbe anche denunciato. Ma per il momento la parola d'ordine era fingere, si armò del suo miglior sorriso e si girò.

"Si?" Stava sudando freddo, lo sentiva e le gambe le tremavano, soprattutto perchè il più basso dei due continuava a guardarla, anzi, fissarla negli occhi.

"Ehm...volevo sapere, dato che non siamo della città, mi servirebbero un paio di occhiali da sole, mi saprebbe consigliare un buon negozio?"

Carly rimase di sasso, si aspettava il ragazzo del fast-food, e infatti c'era, ma aveva tenuto la testa bassa e aveva fatto parlare il suo amico. -"E che amico!" pensò-

"Si, ehm io devo andare proprio da quelle parti, vi accompagno se non vi dà fastidio." Non sapeva perchè aveva risposto in quel modo, nè perchè aveva chiesto di poter proseguire con loro. Era vero, doveva andare da quelle parti, ma la curiosità la stava uccidendo, doveva riuscire a capire cosa volevano quei due da lei.

"Oh, certo, la ringrazio!" e vide il più basso dei due fare un gran sorriso all'altro, e subito pensò che il suo sesto senso non si sbagliava, gli occhiali erano una scusa banalissima.

"Comunque noi siamo Jake e Shane." Il nanetto le porse la mano e la strinse con forza, così come anche il tipo dagli occhi azzurri.

"Io sono Carly" -come se non lo sapesserò- pensò, -maledetto Alexander-.

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Carly era appena entrata in pasticcieria e ripensava a ciò che era accaduto poco prima e a cosa potessero aspettarsi da lei quei due tizi.

Dopo essersi presentati, avevano parlato del più e del meno. Era riuscita a scoprire che i due si trovavano ad Atlantic City per lavoro e che sarebbero ripartiti dopo il week-end.

Niente domande strane o allusioni alla bambina, per un pò aveva anche pensato che fossero davvero due sconosciuti e che il suo cervello viaggiasse troppo di fantasia.

Uno volta arrivati dall'ottico li aveva salutati con un "Arrivederci" di circostanza e aveva proseguito per la sua meta.

 

 

Si era subito accertata che la torta al cioccolato, la preferita di Victoria, non fosse finita, e si fece fare una confezione da portar via con due fette di torta.

Dopo che la ragazza le consegnò la confezione si avviò verso la cassa per pagare.

Davanti a lei, una bellissima donna dai capelli lunghi, un pò particolare, a dirla tutta. -Tutta a me oggi, la gente strana- Pensò subito.

Portava una fede al dito e, alzando gli occhi al cielo, ringraziò mentalmente Dio che non fosse sposata con Alexander.

Sentì il suono di un telefono e vide sempre la stessa ragazza cercarlo nella borsa e rispondere alla chiamata. Nel prendere il resto, però, aveva, inavvertitamente, fatto cadere dieci dollari a terra.

Carly se ne accorse e subito si abbassò per prendere i soldi e consegnarli alla diretta interessata, che però, notò, era già andata via.

Pensò bene di pagare e poi cercarla una volta uscita.

Subito fuori dalla pasticcieria, sulla destra, la trovò davanti ad un grande cartellone intenta a sorridere, mentre continuava a parlare ancora al telefono.

Aspettò pazientemente e una volta che la ragazza ripose in borsa il telefono, la richiamò.

"Scusami, ti sono caduti questi prima!" Le disse sorridendo.

"Oh, grazie. Sei stata davvero gentile. Scusami ma già sono sbadata di mio, oggi poi sto facendo avanti e indietro come una trottola!" Rispose l'altra con un sorriso a tremila denti.

"Oh, non preoccuparti, non sei l'uni...ma cosa...?"

Inavvertitamente aveva poggiato gli occhi sul cartellone che la donna guardava prima.

C'erano tre ragazzi, e il cartellone pubblicizzava un concerto che si sarebbe svolto quella sera. Si guardò intorno come per cercare quei due strani individui, ma ovviamente non li trovò, e tornò a guardare il cartellone.

"Qualcosa che non va?" Le chiese la donna che, pazientemente, aveva osservato i suoi deliri.

"No, cioè...penso di si. Secondo te è possibile che io fino a dieci minuti fà stavo parlando con qui due?" E indicò proprio Jared e Shannon.

La donna accennò una breve risata e poi, avvicinandosi a lei disse. "Bè, penso proprio di si, sono in città, perchè mai non avresti dovuto incontrarli?"

"Non so, due personaggi famosi....si chiamano per caso Jake e Shane?" Non conosceva quel gruppo, non sapeva, ovviamente, nemmeno il nome dei componenti, ma il nome dei due ragazzi lo ricordava bene.

La donna di fronte a lei scosse piano la testa. "In verità si chiamano Jared e Shannon Leto, sono fratelli, e usano quei nomi solo per non farsi riconoscere."

Carly era rimasta spiazzata da una rivelazione del genere. E pensare che era stata davvero poco cortese nei confronti di quei due ragazzi.

"Quindi sei una fan?" Chiese per curiosità.

"Diciamo di si." Rispose l'altra dopo averci pensato qualche secondo.

"Ah, ok...grazie per avermi fatto aprire gli occhi allora! E scusami se ti ho fatto perdere tempo, sarà anche ora che io inizi a preparare la cena. Grazie della chiacchierata."
Così tagliò il discorso Carly, con una risata forzata e piuttosto nervosa. Doveva andare via, pensare. A tutto. A quanto era accaduto, a quanto poco si fidasse di Alexander, a quanto avesse pregiudicato due ragazzi apparentemente normali.

"Oh, grazie a te." Rispose la donna sventolando i dieci dollari. " E' stato un piacere rispondere alle tue domande. Ciao." E sorridendo andò via.

Carly guardò ancora una volta il cartellone, cercando di capire se davvero fossero gli uomini di prima, e più li guardava più se ne convinceva. Erano prorpio loro.

Con la mente annabbiata si avviò verso casa.

 

 

 

Carly aveva appena svoltato l'angolo e non vide che la donna di prima si era girata per chiamarla.

Non vedendola più, la donna continuò per la sua strada.

-Peccato, mi sarebbe piaciuto invitarla al concerto di stasera.- Pensò, e si diresse verso l'ottico dove, ad aspettarla, c'erano proprio i due ragazzi del cartellone.

   
 
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