“SANA!!! C’è Akito fuori, ti sta aspettando…”
“Arrivo…ciao mami, bacio” e scoccando un rapido bacio alla madre si diresse fuori.
“Ciao Akito…REI!!!”
“Eccomi Sana…oh ciao Akito, vieni anche tu?”
“Sì viene con noi…”
“Ok, allora partiamo!”
Ad un certo punto, durante il viaggio, Sana si ricordò che la gente non poteva vederli così scambiati di corpo. Si mise a scrivere un messaggio ad Akito sul suo cellulare.
“Che scema che sono, avrei dovuto pensarci prima…la gente non può vedere che io sono diventata te e tu me, quindi non ha senso la tua partecipazione…” scrisse nel messaggio.
“Uh, cavolo, è vero. Io ho perso un pomeriggio di allenamento per venire a fare il buffone?” rispose lui.
“Avanti, cosa c’è di male, vedrai che ti divertir…” ma fu interrotta da una brusca frenata di Rei.
“£$/)OIO(/)=?)”(parole impronunciabili dette da Rei)”
“Fiuu, che spavento…”
Akito le prese il telefono.
“…e a costo di rimetterci pure le penne…” Sana lo lesse e le uscì una risata soffocata. Rei se ne accorse e subito si insospettì: cosa stavano tramando quei due???

“Ciak…azione!”
Sana incominciò a recitare. Aveva la parte della protagonista insieme con un ragazzo che, si vedeva lontano un chilometro, era alle prime armi. Era emozionato al massimo, gli tremavano le mani. Al solo pensiero di recitare accanto alla grande Sana Kurata il cuore cominciava a battere forte. Akito provò una strana sensazione. Vedeva lui stesso recitare, i suoi lineamenti che prendevano forma in base alla scena che Sana rappresentava con grande serietà e professionalità.

Le riprese finirono, naturalmente fuori dagli studi c’era una fila lunghissima di paparazzi e giornalisti vari. Tutti si chiedevano chi fosse il ragazzo insieme a Sana. Alcuni giornalisti che seguivano l’attrice da molto tempo sapevano perfettamente chi era e lo salutarono anche.

“A domani Akito, spero solo che quando mi sveglierò mi ritroverò nel mio corpo…”
“E se così non fosse…?!”
“Brrr…non dirlo neanche per scherzo…”
“Speriamo bene…beh allora ciao, in ogni caso ti chiamo domattina.”
“D’accordo, ciao Sana, ciao Rei”
“Oh, ciao Akito, buona serata.”

Al mattino.
“Sana, Sana, SANAAAA!!!!”
“Sì mamma ci sono eccomi!” Sana si alzò a fatica.
“Opsss, dimenticavo…mamma puoi andare un attimo fuori, così…per favore…”
“Volevo rifare il letto…vabbè lo rifarò dopo!”
“Dopo scendo per la colazione!” si preoccupò di dire Sana alla mamma che stava già scendendo le scale.
“Ok, Sana, calma, respira forte, al mio tre entri nel bagno…uno, due…tre!” era davanti allo specchio. Occhi chiusi. Mani strette a mò di pugno. Era il momento. Aprì gli occhi. Tirò un sospiro di sollievo. Per tutta la notte ci aveva pensato e solo verso le quattro era riuscita ad addormentarsi. Inutile dire che si sentiva stanchissima. Ma finalmente era tutto finito. Finalmente era tornata normale. Così come quella mattina accadde ad Akito.