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Autore: Aoimoku_kitsune    13/03/2012    7 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Due giorni dopo, Naruto si ritrovò, stressato in una delle tante camere dell’ospedale. Sasuke era in piedi davanti alla porta dell’entrata mentre Tsunade lo guardava, seduta sulla sedia bianca, davanti al lettino dove sedeva lui.
-..  Ho cercato negli archivi segreti di Konoha qualcosa riguardante la tua gravidanza.
Iniziò Tsunade, alzandosi e prendendo un rotolo logoro, ingiallito per il tempo e per la polvere.
Sasuke si staccò dalla porta, attento, e si portò verso la coppia.
-.. Su questo rotolo, l’unico ancora leggibile, c’è la risposta alle tue strane voglie di sangue.
Sasuke sposò lo sguardo si Naruto, il quale guardava Tsunade con sguardo assassino.
-Voglie di sangue?
Domandò il moro, guardando Naruto che non gli rispose, al contrario della donna che sapeva di aver toccato un tasto dolente.
Naruto non voleva che Sasuke lo sapesse, ma in fondo il moro era pur sempre il padre di quella cosa che stava nascendo dentro al biondo. E bene o male doveva esser informato di tutto.
Tsunade lo guardò, annuendo.
-Naruto ha delle voglie di sangue, e se non se ne nutre dei crampi allo stomaco, lo colpiscono all’improvviso..
-Ti avevo detto di non dirlo.
Sibilò Naruto, guardandola con gli occhi ridotti a due fessure.
Tsunade alzò le spalle in un cruccio, guardandolo profondamente.
-Sasuke deve sapere.. Mi dispiace Naruto ma Sasuke è, e resta il padre del bambino..
Rispose calma Tsunade, aprendo il rotolo.
-Non capisco perché tutte queste ricerche.. Se muore di fame ben ven..
Non finì la frase che la donna colpì Naruto con uno schiaffo da fargli rivoltare la testa, e facendo apparire le cinque dita sul viso del ragazzo; ragazzo che ora la guardava per una spiegazione che gli fu detta tramite lo sguardo.
Sasuke si era paralizzato a quelle parole, e lo sguardo nero si era incupito, perdendo la sua, già scarsa, luminosità.
Naruto lo guardò, mordendosi l’interno della guancia, facendo cadere lo sguardo sul pavimento dalla parte opposta di Sasuke, mentre Tsunade apriva lentamente il rotolo, sospirando.
-.. Cosa hai scoperto..
Domandò Naruto, più che altro per cambiare l’aria pesante nella stanza, che sembrava più piccola.
-La tua gravidanza è quella che è detta Akuma ninshin, in altre parole gravidanza demoniaca.. Il feto per le prime quattordici settimane ha bisogno di sangue umano, preferibilmente quello del padre, per fondersi con il tuo corpo, senza che ci sia un “rigetto”.
Spiegò la donna, sintetizzando quello che c’era inciso nel rotolo e poi si voltò verso Sasuke che la guardava intensamente.
Naruto si agitò, stringendo tra le dita il lenzuolo bianco della branda dell’ospedale.
-Non voglio mica succhiare sangue, Tsunade.
Strillò, preso dal panico e dal disgusto al solo pensiero del sapore ferroso del sangue.
La donna sbuffò, guardando i ragazzi.
-Avrei un’idea.. Ci ho lavorato tutta la notte e penso che potrebbe andare.
Disse, alzandosi, posando il rotolo sul letto e uscendo dalla stanza.
I due rimasero inesorabilmente soli, un silenzio teso che calò nella stanza  facendo perdere i ragazzi nei propri pensieri.
Il primo a rompere il silenzio, stranamente fu proprio Sasuke. Una domanda che combatteva per uscire, da quando aveva sentito la frase di Naruto.
-Preferiresti ucciderlo..
Disse, guardando Naruto che portò i propri occhi nei suoi, per poi spostarli verso la finestra leggermente aperta.
Lo stomaco gli si strinse, così come i polmoni e il fiato si accorciò.
-.. Si!
Sussurrò, la voce rauca.
E Sasuke ebbe una fitta al cuore, e gemette dolorante per un millesimo di secondo.
Guardò ferito la figura del biondo, e socchiuse gli occhi stancamente, piegando il capo e stringendo i pugni per far scemare la sua frustrazione.
-Perché..
Domandò, con voce flebile.
Naruto si strinse tra le spalle; il corpo che si tese.
-Lo ha detto Tsunade che questa è una gravidanza demoniaca. Non sappiamo cosa sia, e non è il caso di mettere al mondo un altro demone senza cuore.
S’infervori a quelle parole, e con furia prese le spalle di Naruto voltandolo verso di lui.
-Come fai a sapere che sarà un demone.. Potrebbe essere un semplice bambino..
Ringhiò trai denti. Il viso contratto da una rabbia ceca che spaventò perfino Naruto in quel momento, che si ritrasse dalla presa con fatica.
-E tu che diavolo ne sai.. Umh? Sai che nascerà normale, come un semplice bambino? Per caso ora sei anche un veggente Sasuke?! E se nascesse, chi lo amerebbe?
Strillò, balzando in piedi, dirigendosi verso la porta, cercando di andarsene.
Se fosse rimasto ancora in quella stanza, con Sasuke, avrebbe parlato troppo. E non poteva. Non voleva che Sasuke sapesse la sua vera fobia.
Il polso gli fu preso dalle mani chiare di Sasuke, leggermente fredde rispetto al normale.
-.. Lo amerei io.. Lo ameresti tu..
Disse Sasuke, voltandolo verso di lui e Naruto si perse negli occhi neri di Sasuke che si avvicina lentamente a lui.
C’era tanta di quella determinazione, in quelle iridi nere, che mai aveva visto. Neanche quando era partito per uccidere Itachi aveva quello sguardo determinato.
Sasuke lo strinse tra le braccia, afferrandolo per la vita stretta e avvicinandolo al suo corpo.
-Se avessi la certezza che fosse normale, lo terresti?
Chiese Sasuke, con voce ferma senza tono. Lo sguardo fermo sugli occhi tremanti di Naruto.
Quella vice sembrava così calma, ma Naruto sentiva che tremava di aspettativa.
Il biondo fece cadere il contatto visivo, guardando il petto di Sasuke che si alzava ritmicamente.
Scosse il capo, strofinando i capelli biondi sotto il mento del moro che si beò del profumo dolce del ragazzo e del suo calore.
-Io..
Naruto tentennò, mordendosi il labbro e serrando le palpebre.
-.. Io non.. Non lo voglio. Per favore, cerca di capirmi. Non è normale questa cosa..
Sussurrò. La testa improvvisamente troppo pesante.
Sasuke appoggiò il mento sul capo di Naruto, gli occhi persi sul muro bianco.
-Mi prenderò cura io di te.. Ma ti prego.
Lo pregò Sasuke, staccandolo quel tanto per guardarlo negli occhi azzurri.
-.. Non privarmi di un figlio.. Te lo chiedo col cuore. Se hai paura, ti starò accanto.
Gli occhi di Naruto s’inumidirono appena, allargandosi quando Sasuke socchiuse i suoi, avvicinandosi sempre di più. Vedeva come il viso di Sasuke scendesse, appena e si avvicinava al suo a rallentatore e il cuore prese a battere furiosamente, facendogli male alla cassa toracica. Sentiva il fiato che si appesantiva, l’aria che mancava quando sentì il fiato caldo e umido di Sasuke sempre più vicino. Strizzò le palpebre forti, allargando i palmi delle mani sul torace di Sasuke.
Le labbra si sfiorarono appena, prima che Naruto lo sospinse lontano, gli occhi pieni di terrore che guardavano uno stupito Sasuke.
-Noooo..
Urlò, appoggiandosi al muro con i palmi aperti sulla superficie bianca e la schiena appoggiata a essa.
Il fiato accelerò, gli occhi che si aprirono ancora di più.
Sasuke si era appoggiato al letto, per non perdere l’equilibrio, guardando Naruto che abbassò il capo, stringendo la mano all’altezza del ventre.
Rimasero in quella posizione anche quando entrò Tsunade con delle pastiglie color verde pallido.
-Che succede?
Domandò guardano Sasuke che fissava costantemente Naruto.
-Niente..
Rispose, guardandola, pregandolo con gli occhi che non facesse altre domande e, la donna, abbattuta, annuì, chiudendosi la porta alle spalle.
Appoggiò le pasticche sul comodino richiamando l’attenzione di Naruto che alzò solo il capo.
-Cosa sono?
Domandò con voce spezzata.
-Sono pillole di chakra..
Rispose guardandolo con aria preoccupata.
-.. nelle quali inietterò del tuo sangue.
Disse rivolto a Sasuke che annuì.
-.. Sono riuscita solo a pensare a questo. Non sei costretto succhiare sangue di nessuno, solo prendere queste quando ne hai bisogno. Il sapore sarà meno forte del sangue.
Naruto si staccò dal muro, annuendo.
-Vieni domani e te le faccio trovare pronte, ok? Proverò a cercare anche le cartelle mediche delle vostre madri quando erano incinte, forse possiamo risalire a qualcosa.
I ragazzi annuirono solamente; Naruto che cercava tutti i modi di non guardare il moro in viso.
-Si.. Ora poso andare?
Domandò e Tsunade non poté altro che annuire, guardando come Naruto s’incamminò con spalle incurvate fuori dalla stanza.
Sbuffando si voltò, dove una volta doveva esserci Sasuke, scomparso in una nuvola di fumo.

Sasuke si diresse, senza fermarsi a casa, alla biblioteca sotterranea del clan Uchiha.
Sapeva che qualcosa ci avrebbe scoperto, andando lì sotto, e per la felicità sua e di Naruto, doveva scoprire qualcosa di più sulla gravidanza.
Da quello che aveva capito da Naruto, Kyuubi non ne sapeva niente,e dubitava che Naruto rimanesse incinta con qualsiasi uomo. Lui centrava, ma ancora non capiva come. Non che volesse sperimentarlo, perché al solo pensiero lo sharingan si attivava da solo.
A sapere Naruto tra le braccia di qualcun altro lo mandava in bestia. Già lo aveva abbandonato per tutti quegli anni, ora non avrebbe rifatto lo stesso errore.
S’immerse nel palazzo centrale dove, una volta, s’incontrava il consiglio degli anziani Uchiha e, incamminandosi per i corridoi bui e diroccati della palazzina, arrivò davanti ad una porta di ferro. Due corvi neri si abbracciavano con le ali spiegate, leggermente in rilievo, mentre i due occhi brillavano rossi, per via dei due rubini incastonati al loro interno.
Attivò lo sharingan, componendo qualche simbolo e il palazzo tremò appena, e le porte si aprirono alzando una miriade di polvere.
Storse il naso, quando la puzza di chiuso gli invase le narici e, portandosi un braccio davanti ad esso, attraversò la porta.
La stanza era buia e neanche con lo sharingan riusciva a guardare cosa aveva davanti.
Era la prima volta che ci entrava, ma da quello che sapeva, verso la sua destra si doveva trovare una piccola vasca in pietra, attaccata al muro.
Voltandosi, tastando la parete, ne scorse la sporgenza.
Fece un piccolo Katon, accendendo quello che era un impianto in fuoco per illuminare tutta la camera.
Il fuco vibrò, arrampicandosi per il muro in pietre, formando e illuminando dei rilievi, che a loro volta formava un disegno alla parete ruvida e scura.
Non si soffermò a guardarli allungo, e si diresse subito verso gli scafali di libri e rotoli che si trovavano davanti a lui, che circondavano un tavolo di legno, posto al centro della stanza.
Da solo ci avrebbe messo parecchio, perciò preferì qualche copia, e si mise subito alla ricerca di qualsiasi cosa.
Doveva trovare tutto quello che poteva essergli utile.

In uno scatto d’ira scaraventò il candelabro che teneva sul tavolo di legno, verso il muro, urlando maledizioni su maledizioni. La sedia su cui era seduto cadde sul pavimento in pietra, con un forte rumore.
Aveva passato l’intera notte in quella biblioteca, aveva sfogliato una marea di libri e srotolato rotoli su rotoli, e non aveva trovato niente che gli potesse interessare. Niente, non c'era niente.
Digrignò i denti, cercando di calmare la sua rabbia. Appoggiò i pugni serrati sul tavolo freddo, appoggiandosi con tutto il peso e abbassò il capo, troppo stanco.
Perché non riusciva mai a fare qualcosa di giusto. Mai una volta che la sua strada fosse senza ostacoli. Oh! Ma avrebbe lottato con le unghie per tenersi Naruto accanto a se e il suo bambino. Non gli interessava di nessuno in quel momento. Voleva, solo per una volta, essere finalmente felice. Ma forse chiedeva troppo. Era questa la sua punizione per aver troncato vite innocenti e aver tradito il villaggio? Guardando la schiena di Naruto che si allontanava da lui e non riuscendo a godere quel bambino che, per Naruto, doveva morire?! Serrò le palpebre così forte che sentì un leggero dolore ai muscoli facciali sempre tesi.
Come sottofondo sentì un creparsi della pietra e si voltò per guardare il muro dove aveva scagliato il candelabro, sbriciolarsi lentamente.
Corrucciò le sopracciglia nere, alzandosi e incamminandosi verso il punto dove, a parte la crepa, ne usciva un piccolo venticello gelato che gli scostava le ciocche lunghe, nere corvine, dal viso.
Quando si fermò, allungando una mano, chiusa a pugno, la batté tre volte sulla superficie ruvida.
Un rumore sordo gli arrivò alle orecchie e spalancò gli occhi, incredulo.
Era una parete vuota.


****

Tadaaa.. Sono qui! Spero che il capitolo sia bello come gli altri, e che vi piaccia. Che dire.. il mistero della strana gravidanza s’infittisce sempre di più e chissà se Tsunade scoprirà qualcosa e Sasuke..?? Che cosa scoprirà varcando il muro? Tutto questo alla prossima puntata.. * Sembro tanto scema -.-''*
A presto e un grosso bacione a tutti quelle che leggono e commentano.

   
 
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