Quella vecchia sensazione,
anche se ora non ti vedo più, anche se ormai
le nostre strade si sono divise,
anche se il nostro sole e il nostro cielo
è lo stesso ma in posti diversi,
vorrei ancora quella vecchia sensazione,
di attesa e di felicità,
quella sensazione forte di salutarti
e aspettare il giorno dopo
per rivederti ancora…
(Ejay Ivan Lac)
Capitolo
Dieci
<<
Edward,
questa è la scelta migliore, sono orgoglioso di te.
>>
Osservai
mio padre
servirsi di un bicchiere di vino, mentre mia madre mi guardava
sospettosa. Il
matrimonio tra me e Sophie sarebbe avvenuto tra qualche settimana.
Nessuno
voleva perdere tempo e per me non faceva differenza. L’unica
che aveva capito
che qualcosa non andava era mia madre, ma mi rifiutavo di affrontare
con lei
quest’argomento. Avevo chiesto di non fare nessuna festa di
fidanzamento,
perché non ero felice. Non potevo mentire a me stesso. Non
andavo fiero di ciò
che era successo con Sophie. Quel giorno ero distrutto, ma
più di tutto dovevo
accettare l’idea che Isabella ed io non avremmo mai potuto
stare insieme alla
luce del sole. Forse aveva ragione lei, ero io il
vigliacco. Oltretutto non potevo tradire
mio padre, che mi aveva salvato la vita prendendomi con lui. A
quest’ora non
sapevo dove sarei finito. Gli dovevo tutto e dovevo rispettarlo.
Credevo che
Sophie sarebbe stata felice ed entusiasta di preparare il matrimonio,
invece
aveva lasciato fare tutto a sua madre. Ci vedevamo spesso, ma oltre a
qualche
sfioramento di labbra non era successo altro tra noi. Alle volte mi
sentivo
quasi in imbarazzo nei suoi confronti. Il dolore che sentivo al cuore e
all’anima non era svanito. Convivevo con la consapevolezza
che Bella era
partita per Parigi con James, dove quasi sicuramente si sarebbero
sposati.
Senza
rendermene
conto avevo lasciato mio padre ai solitari festeggiamenti, ed ero
uscito per
una passeggiata a piedi. Non sapevo neppure che fine avesse fatto
Jonathan, ma
capivo la sua sofferenza. Tuttavia mi rifiutavo di pensare a
ciò che gli stavo
facendo io. Il suo migliore amico. Mi sarei sposato con la donna che
amava.
D’altro canto Sophie era intenzionata a dimenticarlo del
tutto, si sentiva
tradita esattamente come mi sentivo io.
Arrivai
nella casa
di Janet e mi feci annunciare. Lei non tardò ad arrivare e
mi fece cenno di
accomodarmi. Stranamente non era corsa da me per darmi un bacio sulla
guancia o
stringermi il braccio con una mano, come faceva di solito.
<<
Edward mi
fa piacere incontrarti, ma ti avviso non sarò molto di
compagnia. >>
<<
Come mai?
>>
<<
Ho molti
pensieri per la testa. >>
Cercai
di
trattenere la rabbia. Questi pensieri erano per caso per il matrimonio
di suo
figlio?
<<
Ho saputo
del ritorno di James. >>
<<
Oh sì, ma
se ne è andato via subito, come puoi vedere. >>
<<
E’ andato
via con Isabella. >>
<<
Sì.
Edward so che ami quella ragazza, anche mio figlio se ne è
accorto. >>
<<
Non è
affatto vero, Janet. Oltretutto sto per sposarmi. >>
<<
Con la
donna che non ami. >>
<<
Janet,
cosa vuoi da me? >> sbottai irritato
<<
Cosa vuoi
tu, Edward. Sei caduto nella trappola di Isabella, non è
così? >>
Mi
alzai di scatto
e la fronteggiai.
<<
Spiegati
meglio. >>
Lei
fece una lunga
pausa e si arrotolò tra le mani una ciocca scura di capelli.
Era chiaramente
combattuta e la cosa non mi piaceva.
<<
Isabella
è mia nipote, Edward. >>
Sbiancai
e mi
appoggiai al pianoforte a coda, dietro di me , per non cadere a terra.
<<
Cosa
significa? >>
<<
Isabella
mi ha fatto promettere di non dirti nulla. E’ una storia
molto lunga. >>
Per
risposta mi
sedetti e mi allentai il colletto della camicia, che era diventato di
colpo
troppo stretto.
<<
Prima di
spiegarmi, dimmi perché non mi hai detto nulla.
>>
<<
Ho
cercato di rispettare mia nipote, ma adesso che ti ho visto non posso
continuare a tenere questo grande segreto per me. >>
Sua
nipote… ma
questo significava che lei e James erano cugini. Presi un respiro
profondo
mentre una scintilla di gioia si accendeva in me.
<<
Ho sempre
saputo di Isabella e mi vergogno del mio comportamento. Sai che mia
sorella è
morta diversi anni fa, te lo dissi, ricordi? >>
Annuii
distrattamente, sperando che continuasse in fretta.
<<
Reneè
ebbe una relazione con Charlie Swan, marito di Carmen Denali. Rimase
incinta,
ma lui non volle sapere nulla della bambina, per paura che sua moglie
lo
venisse a sapere. Se questo sarebbe successo tutti
l’avrebbero saputo e si
sarebbe gridato allo scandalo. >>
Non
potevo credere
alle mie orecchie. Il Duca Charlie Swan aveva avuto una figlia dalla
sorella di
Janet, che si era sempre creduta morta per una lunga malattia che le
impediva
per sino di uscire. A quanto pare era solo incinta, ma nessuno la
doveva
vedere, in più era morta per dare alla luce la sua bambina.
Una cosa
terribilmente triste.
<<
Ho
provato a convincere Charlie a tenere la bambina, è sua
figlia maledizione! Eppure
lui non ha voluto sentire ragioni e la diede a Tanya, una delle sue
tante
amanti, che la fece crescere in quella casa terribile. Più
volte ho cercato di
farla uscire da quell’ambiente, ma quella donna non me
l’ha mai permesso. Per
anni ho pregato mio marito di darmi i soldi da dare a quella
sgualdrina, che
teneva mia nipote. Volevo farla passare per sino per mia figlia.
L’avrei
cresciuta e tenuta con me, come mia sorella mia aveva pregato in punto
di
morte. >>
<<
E’ per
questo che ti picchiava? >>
<<
Sì,
diceva che non si sarebbe umiliato davanti a tutti per prendere la
figlia
bastarda di mia sorella. >>
<<
Maledetto
>> mormorai a denti stretti. Se non fosse stato
già morto non sapevo cosa
gli avrei fatto. Come si faceva a lasciare una bambina da sola, nelle
mani di
quella strega?
<<
Isabella
mi ha detto che vi siete già incontrati quando eravate
bambini. Lei aveva
cercato di scappare da Tanya e si era rifugiata nella periferia di
Londra, in
quel posto dove tu, Jonathan e Sophie vi eravate persi. >>
Come
avevo fatto a
non pensarci prima? Qualcosa nella mia mente e nel mio cuore, mi
suggeriva che
l’avevo sempre saputo. Era come se la conoscessi e la amassi
da sempre. Di
nuovo quel dolore sordo venne a farmi visita, impendendomi di
respirare. La mia
piccola bella. Era per questo che non voleva che la chiamassi
così. Non avevo
capito il suo nome e l’avevo semplificato.
<<
Come hai detto che ti chiami? Non ti
sento, avvicinati! >>
La
bambina arretrò spaventata, guardandosi
intorno, come se qualcuno la seguisse. C’era molto vento e
pioggia, una vera
tempesta e lei era bagnata come un pulcino.
<<
Ti chiami Bella? >>
Lei
mi guardò per un attimo, poi sorrise e
annuì.
<<
Sai dove siamo? >>
<<
Bosco Verde. >>
La
guardai senza capire e lei sorrise di nuovo.
<<
Sono qui da stamattina, c’era il sole
e qui è tutto… >>
<<Verde?
>> dissi sorridendo a mia
volta. Quella bambina era simpatica.
<<
Come i tuoi occhi. >> mormorò
con la sua voce dolce e flebile.
Oltrepassai
un mezzo tronco d’albero sul
terreno per raggiungerla, quando qualcuno
l’afferrò da dietro. Lei cominciò ad
urlare il mio nome, ma io non potei fare nulla che un uomo con i
capelli neri e
i baffi la portò via. La cercai a lungo, fin quando non
trovai la piccola casa
a Bosco Verde.
<<
Edward?
>>
Guardai
Janet, che
con un sorriso mesto mi accarezzò il viso. Solo in quel
momento mi accorsi di
piangere. Era successo di nuovo. Era l’ unica che riusciva a
suscitare in me
una reazione simile. L’uomo che me l’aveva portata
via da bambina era Charlie.
Adesso lo sapevo con certezza. Tanya doveva averlo avvertito della sua
fuga e
lui si era premunito di cercarla per farla tornare
nell’ombra. Poi si era
trasferito a Parigi.
<<
Bella è
andata da lui? >>
Lei
scosse il
capo.
<<
Le cose
non stanno proprio così. Io non ho mai raccontato nulla di
tutto questo a
James, ma lui lo venne a sapere dallo stesso Charlie, che a quanto pare
ha una
grave malattia. Sai che ha lavorato per tanto tempo a Parigi e sapeva
della
storia tra lui e la zia, ma non della bambina. Mio figlio non
è riuscito a
trovarla in questi anni perché Tanya non voleva
più darla a nessuno, perché era
molto utile. Charlie è praticamente caduto in rovina, dopo
che la moglie l’ha
lasciato da solo e malato. La vera fortuna del Duca Swan è
stato sposare Carmen
Denali, che non ha mai amato, perché era rimasto senza un
soldo. Gli è sempre
piaciuto giocare d’azzardo e aveva perso quei pochi soldi di
suo padre. Quando
l’ho vista arrivare con te, ho capito subito chi era e ho
cercato di
allontanarla dicendole ciò che c’è
stato tra noi. >>
<<
Perché
l’hai fatto? >>
<<
Volevo
che andasse via. Charlie la cerca da un paio d’anni e Carmen
ha tutta
l’intenzione di fargliela pagare. Viene spesso per vedere se
lei è qui. Edward
ho paura di quella donna, perché è capace di
tutto. Non vuole che Charlie la
veda per dargli in eredità il suo titolo nobiliare. Per
questo sono
preoccupata, non volevo che James la trovasse per davvero per portarla
da suo
padre. Carmen potrebbe essere lì ed Isabella è
una creatura così buona ed
ingenua. >>
<<
James non
è con lei? >>
<<
No, l’ha
solo accompagnata. E’ dovuto partire subito per motivi
segreti da parte del suo
comandante. >>
Mi
portai le mani
al viso e presi una rapida decisione. Dovevo raggiungerla e mettere
fine a
quella complicata vicenda.
<<
Voglio
andare da lei. Subito. >>
<<
Speravo
lo dicessi. Isabella ha promesso di non parlarmi mai più se
ti avessi messo in
mezzo, ma sono più tranquilla se so che ci sei tu con lei.
Ti ama tanto Edward
e poi lei è… >>
<<
Cosa?
>> domandai trepidante.
<<
Nulla. Ti
prego non sposare Sophie e vai dalla mia Isabella. >>
Scoppiò
in un
pianto disperato e l’abbracciai. C’era qualcosa in
lei che condivideva con
Bella. Per questo mi ero sempre sentito protettivo nei suoi confronti.
<<
La
troverò, Janet. >>
Uscii
fuori di
corsa e senza avvertire nessuno mi misi in viaggio per raggiungere la
donna che
amavo. Dopo pochissima strada percorsa, riconobbi Jonathan, fermo
davanti a un
ruscello. Mi fermai anch’io e lo raggiunsi.
<<
Cosa
vuoi? >> disse rudemente non appena mi vide, ma io rimasi
immobile a
fissarlo.
<<
Coraggio
dimmelo, Edward. >>
Ci
guardammo a
lungo fin quando non mi decisi.
<<
Ci sono
andato a letto. >>
Il
pungo che mi
arrivò mi fece cadere a terra. Sentii in bocca il sapore
ferroso del sangue, ma
non mi rialzai da terra. Prima o poi dovevamo avere questo confronto.
<<
La colpa
è tua. >> gli dissi e lui si piegò
accanto a me.
<<
Può darsi,
ma tu non ti sei fatto scrupoli vero? >>
<<
Continua
dai. Sfogati su di me, Jonathan. Adesso so cosa vuol dire amare una
donna fino
a morire. Non c’è stato nessuno per me, nemmeno
tu. >>
Mi
alzai di scatto
e ce le demmo di santa ragione, fin quando non ci sedemmo a terra, con
la
schiena appoggiata ad un albero. Non dicemmo nulla per un
po’, fin quando non
mi sentii abbracciare da lui. Gli raccontai tutto: del mio dolore, di
Sophie e
dell’amore per quella ragazza. Con la presenza di Jonathan
adesso mi sentivo
meno solo.
<<
Andiamo a
riprenderci la tua Bella. >>
***********************
Rieccomi
di
ritorno. Lo scorso capitolo è stato piuttosto movimentato.
Le cose non dovevano
andare proprio così. Questo capitolo doveva aspettare
ancora, ma data la bomba
che ho sganciato nel capitolo precedente ho pensato di chiarire subito
le cose.
Vedremo cosa succederà a Parigi… e di Sophie cosa
ne facciamo?
A presto!
Stella
Del Sud