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Autore: hopeless romantic    13/03/2012    2 recensioni
Mi diedero ordine di pulire come una qualsiasi altra volta il lurido cesso della caserma situato nel corridoio opposto al mio dormitorio e lì trovai un corpo morto,un uomo vi si era suicidato in quel lurido cesso impiccandosi alla lampada al neon proprio sopra la mia testa,prima di porre fine alla propria vita doveva aver inciso probabilmente con un coltello quella scritta agghiacciante sul muro opposto alla porta d’entrata ma io allora mamma non vi feci alcun caso ma incosciamente lei si aggrappò saldamente ai miei ricordi.
«Andiamo tutti all'inferno» e adesso ho capito che non c'è cosa più vera mamma,tutti qua siamo dei fottuti peccatori.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5.
«And all the wounds that are
ever gonna scar me»





Non ero mai andato troppo volentieri in un cimitero benché avessi ormai ben più di ventidue anni quel posto mi spaventava ancora,terribilmente,come se fossi un bambino piccolo.
La prima volta che nella mia vita vi misi inconsapevolmente piede fu una mattina autunnale di tanti anni fa,il mio papà mi vestì accuratamente utilizzando quei pochi abiti neri ed eleganti che avevo nell’armadio e stringendo una delle mie piccole mani tra le sue mi condusse fuori casa.
Durante il tragitto fece strani discorsi,erano tanto tristi e io non capivo davvero cosa stessero a significare.
Perché mai avrebbero dovuto lasciare che la sua nonnina dormisse insieme con gli angeli?
Non capì cosa volesse dire finché non arrivarono in quella triste distesa di lapidi marmoree dove incontrarono tanti dei suoi zii,se non tutti,vestiti con abiti neri esattamente come lui e come suo padre ed erano davvero tutti presenti a quell’evento,tutti tranne la nonna e la sua mamma rimasta a casa a vegliare su un febbricitante Michael.
Quel batuffolo tossicchiava sempre e a lui faceva una simile tenerezza che spesso lo prendeva in braccio per cullarlo sperando di riuscire a farlo addormentare nonostante la mamma puntualmente glielo impedisse,sgridandolo,non volendo semplicemente che poi stesse male anche lui. 
Anche la zia Caroline sembrava non star bene quel giorno,singhiozzava piangendo tra le braccia di zio Anthony e questo lo fece spaventare ancor più di quanto non lo avesse fatto quel cappellino piccolo e grigiastro che aveva posato sul capo accanto ad una crocchia improvvisata. 
Il suo papà anche aveva la bocca le cui labbra erano piegate all'ingiù e lui di riflesso riprodusse la stessa smorfia,capendo finalmente che lì vi fosse qualcosa di brutto da piangere che aveva a che fare con la sua nonna. 
Helena non c'era,lui non la vedeva,ma sembrava paradossalmente che il suo dolce profumo fosse lì e che provenisse esattamente dalla bara d'ebano che un prete,vestito a sua volta di nero,stava benedicendo. 
Capì solo anni dopo di aver partecipato al funerale dell'amata nonna quella lontana mattina,un funerale tanto simile a quello che si stava svolgendo in quello stesso momento in quello stesso lugubre cimitero. 
Ora però era più grande ed era lui che teneva la mano di suo padre,incredibilmente adesso il più forte tra i due uomini ero proprio lui. 
Mamma alla mia sinistra piangeva disperatamente posata sulla spalla di Linda,quest'ultima le carezzava il capo dolcemente immedesimandosi nella tragedia che la sua amica stava vivendo. 
Suo figlio per sua fortuna era però vivo e vegeto e sapeva che era là,da qualche parte non troppo lontano da loro ne percepiva chiaramente la presenza e sapeva di non sbagliarsi. 
Non aveva avuto il coraggio di parlare con quell'uomo non una sola volta da quando erano ritornati a casa e lui,vigliaccamente,aveva lasciato le armi sicuro più che mai che non vi fosse nulla di meno importante della guerra ora. 
Frank pazientemente aveva ascoltato i suoi silenzi accontentandosi di saperlo accanto a lui,non chiedendo niente di più che uno sguardo che lo facesse sentire solo suo come se lui avesse mai potuto volere qualcuno accanto a se qualcuno che non fosse lui,Frankie era folle nei suoi ragionamenti delle volte. 
Aveva scoperto rileggendo i diari di suo fratello che anche quest'ultimo era a conoscenza dei loro reciproci sentimenti ma nonostante questo era sempre rimasto in silenzio,un modesto spettatore,aspettando soltanto che loro si accorgessero da soli di quell’amore che l’aveva coinvolti. 
Ci avevano messo anni e sacrificato svariate vite ma in un qualche modo questo li aveva uniti più di quanto fosse possibile anche soltanto immaginare. 
«Michael Way,ragazzo dolce e disponibile morto coraggiosamente onorando la nostra patria..»
Parole vuote pronunciate dal parroco,parole che non corrispondevano abbastanza a quella che era stata la realtà,a quello che era stato veramente Mikey. 
Un ragazzo morto in una guerra che non rappresentava una sua priorità,un ragazzo morto nel bel mezzo dei suoi anni migliori per un proiettile che aveva colpito un qualche suo organo vitale di cui non aveva voluto neanche sapere il nome conscio che avrebbe fatto soltanto più male,conscio che immaginarsi una vita senza il suo fratello biondo al fianco sembrava impossibile. 
Non l'avrebbe più visto uscire di casa la mattina presto per recarsi in università e non lo avrebbe più visto rubare i suoi vestiti credendo di non essere visto,non l'avrebbe più sentito suonare la sua chitarra strimpellando canzoni melense che non aveva mai sopportato e non avrebbe mai più asciugato le lacrime che tanto spesso ultimamente rigavano il suo viso. 
«Addio fratellino mio» mormorò quando il tempo prese poi ad accelerare,dopo un'ultima tragica preghiera,rendendo ogni immagine più sfocata per colpa della commozione lacerante. 
La bara venne lasciata cadere nella buca che precedentemente qualcuno doveva aver scavato e una giovane vestita completamente di nero il cui volto era nascosto alla sua vista da un pesante pizzo del medesimo colore vi si avvicinò e vi lanciò una rosa rossa. 
Alicia era la donna di Michael divenuta vedova ancora prima di diventare sposa,sarebbe dovuto andare da lei per confortarla in quel momento sapendo che probabilmente suo fratello avrebbe apprezzato il gesto ma non lo fece. 
Aveva una fottuta paura di leggere nei suoi occhi rancore per non essere stato in grado di salvare l'uomo della sua vita,aveva paura che quella donna potesse odiarlo nonostante sapesse lui per primo di non aver fatto nulla,aveva paura che Alicia lo incolpasse di essere ancora vivo e di essere là a respirare dell'aria che sapeva non meritare. 
Forse era proprio quello che lo stava portando lentamente al limite della follia. 
«Noi iniziamo ad andare,vieni anche tu figliolo?» chiese suo padre lasciando la sua stretta e pronunciando quelle parole con voce roca,lui scosse semplicemente il capo e sentì progressivamente la folla di parenti e curiosi allontanarsi. 
Doveva ora rendere l'ultimo estremo saluto al suo fratellino da solo,ora che il piccolo se ne stava là coperto da metri di fredda terra e non c’era più la folla dei paesani venuti ad acclamare l’eroe poteva concedersi quel momento solo loro. 
«Non sei solo come credi,io non ti lascio sai?»
Un sussurro leggero,appena udibile nonostante il silenzio surreale che li circondava ma una presenza importante tangibile dalla stretta delle loro mani. 
Non aveva neanche fatto in tempo a sentire la sensazione di vuoto lasciata dalla scomparsa della mano di suo padre che subito la morsa calorosa delle dita di Frankie la sostituì,in un contatto che fece tremare impercettibilmente il suo cuore. 
Si commosse rendendosi conto di quanto quel giovane fosse per lui importante,rendendosi conto di quanto lui davvero lo amasse. 
«Ci vedi fratellino? Sono io e questo Frank,lui sta stringendo la mia mano e per una follia a cui stento ancora a credere lui mi ama esattamente quanto io amo lui. Ricordi quando un giorno dopo aver litigato mi dicesti che ero un frocio? Mi dispiace di averti poi picchiato ma capiscimi,allora era difficile accettarmi. Ho intrapreso questa avventura al fronte sicuro che vi avrei resi orgogliosi,che non vi sareste più dovuto preoccupare dell'onore che segretamente nei miei sogni macchiavo,sicuro che sarei riuscito a difenderti da ogni cosa. 
Sono solo uno sprovveduto Michael,sappi soltanto che se ho sbagliato è stato sempre per il troppo amore» disse lasciando poi scorrere le lacrime,lacrime che aveva trattenuto facendo violenza sul suo autocontrollo durante la lunga cerimonia. 
Provava vergognava nel sentirsi debole davanti a persone che poi sapeva avrebbero usato contro di lui i suoi singhiozzi ma di Frank e questo gli permise di dar realmente sfogo al proprio dolore,senza alcuna censura. 
«Ti sei sempre curato tu del male di vivere del tuo fratellone,ora ci sono a prendere il tuo posto. Ce ne andremo da questa città per andare a vivere un’esistenza senza alcun pregiudizio il più lontano possibile da questa realtà,voglio poter baciare tuo fratello senza alcuna vergogna in una qualsiasi pizza affollata senza dover aver poi paura delle conseguenze. 
Grazie per essere stato nostro segreto testimone tanto a lungo,ci mancherai Mike a dirla tutta ci manchi già.» mormorò frettolosamente Frank aumentando la presa intorno alle sue dita e posando la sua testa sulla sua spalla,cercando un appoggio dopo una simile triste confessione. 
«Avrei voluto essere un uomo migliore,un fratello migliore. Addio Michael» salutò baciando frettolosamente la foto lasciata provvisoriamente in una cornice in attesa della costruzione di una decorosa lapide. 
 
 
Suo fratello sorrise felice riflesso in quello scatto. 
 

 
-
 

Epilogo
 





 
Cara mamma,
non ci sentiamo da quasi due settimane ma sai che il lavoro ci porta via tanto tempo e sai altrettanto bene che non ci lamentiamo di questo,amiamo entrambi ciò che facciamo. 
Ti ho allegato infatti a questa mia lettera la stampa del mio fumetto,spero tu possa apprezzarlo così come hai apprezzato la musicassetta dell'ultima canzone composta da Frank. 
Anche lui sta bene stai tranquilla,mi ha chiesto anzi di salutarti anche da parte sua. 
Stiamo bene ora,abbiamo trovato il nostro equilibrio e consolidato il nostro rapporto,somigliamo tanto a due neosposi ma la convivenza si sa mamma che non è semplice noi proviamo però ad affrontarla nel migliore dei modi sforzandoci di non litigare per ogni futilità. 
Un bacio a te e papà. 
Ti voglio bene, Gerard. 
 
PS.  Saluta anche Micheal,stanotte l'ho sognato e mi ha detto che lassù sta bene. 
Pare che almeno lui ci sia finito in paradiso. 
 

Lasciai cadere la penna sul ripiano della mia scrivania esausto ma allo stesso tempo felice di essere riuscito a scrivere quella lettera,era corta di questo se ne era reso conto anche da solo ma sapeva perfettamente che a sua madre sarebbe bastata e,anzi,l'avrebbe resa felice. 
«Che fai Gee?» chiese il suo compagno comparendo paradossalmente dal nulla essendo la sua camera immersa nel buio fatta eccezione per una piccola lampada accesa sul ripiano da lavoro. 
 «Ho scritto a mamma,volevo mandarle il mio ultimo fumetto e dirle che stiamo bene» sorrisi semplicemente osservando gli occhi verdastri di Frank. 
Era cresciuto quello indubbiamente,non di altezza quello mai,ma i suoi lineamenti erano maturati e i capelli che aveva lasciato crescere ribelli esattamente come i miei gli davano un aria più adulta. 
Ma era bello,terribilmente bello come sempre. 
«Ti sei ricordato di dirle di salutare da parte nostra anche Michael?» chiese acciambellandosi dolcemente sulle sue gambe come un qualsiasi gatto bisognoso di attenzioni. 
«Come potrei dimenticarmene?» disse per poi voltarsi e baciarlo. 
Incurante di qualsiasi altra cosa carezzò teneramente le labbra soffici del suo ragazzo con le proprie per sentirsi ancora una volta amato,in quel modo ingenuo e intimidito che lo aveva sempre emozionato. 
«Ti amo Frankie»
 
 
Erano passati circa tre anni dalla morte di suo fratello ma era ancora difficile da accettare la sua perdita,mancava a lui,mancava a Frank e a chiunque nel corso della sua vita l’avesse amato.
Ora aveva un lavoro che lo appagava,certo,si divertiva come un qualsiasi venticinquenne avrebbe fatto lasciando quindi che la sua vita andasse avanti con un sorriso ma suo fratello non l’aveva dimenticato,ogni notte sognava ancora di riuscire a salvarlo da quella pallottola che l’aveva colpito ma ormai non riusciva più a farsene una colpa per non avercela fatta.
“Ti vorrò sempre bene,Mikey.” 
Pensò stringendosi Frankie al petto per sentirne il calore familiare e sentirsi a casa,ancora una volta.






Avrei dovuto aggiornare settimane e settimane fa ma ultimamente con la testa non ci sto,sarà probabilmente la follia che ha deciso di portarmi via o un recupero delle mie facoltà mentali in seguito alla gita di quattro giorni con la mia classe che ancora non è avvenuto ma insomma l'importante è esserci ora no? 
Questa storia è giunta al termine,è corta ma lo avevo preannunciato e nonostante mi ritrovo a non esserne completamente fiera so che ho fatto del mio meglio e so oltretutto che voi questo lo avete apprezzato quindi grazie.
Grazie a chi ha seguito,preferito e ricordato questo storia e un grazie soprattutto a chi ha sempre recensito dimostrandomi il proprio affetto. Voi siete meravigliosi!
Vi lascio con un ultimo grande bacio e con la speranza che vi facciate sentire almeno voi,si proprio voi lettori silenziosi,che mi scriviate almeno per un saluto finale. Ci terrei tanto! :3
A presto bellezze! *ammicca*
  
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