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Autore: potters_continuous    13/03/2012    10 recensioni
Finalmente è tutto finito... ma è davvero così?
Perfino il cappello si rifiuta di parlare: quale oscuro segreto celano i fondatori delle case di Hogwarts?
"Teschio e serpe tramano all'oscuro
il leone spodestato sarà?
Decidete voi del vostro futuro:
stavolta il cappello non parlerà."
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 All’una in punto, non appena Arthur tornò dal Ministero, si sedettero tutti a tavola, George compreso.

“ Allora ragazzi, per quanto tempo rimarrete qui?” chiese Molly, sedendosi e guardando il suo primogenito e sua moglie.

“Non so Scignora…non molto…”rispose Fleur.

“Probabilmente torneremo a Villa Conchiglia dopodomani… se non è un problema…” concluse Bill, cominciando a mangiare la sua bistecca molto al sangue.

“Oh, tesoro…certo che puoi tornare a casa tua…”lo rassicurò la signora Weasley.

“Papà, com’è andata al Ministero?” chiese Percy, cercando di distrarre George che fissava il posto di Fred, vuoto, accanto a sé.

“Ovviamente, al Ministero regna il caos… Kingsley sta facendo il possibile, ma… è difficile. Sta cominciando a riassumere i vecchi impiegati, quelli rimasti vivi…” sospirò Arthur.

“Papà, non ho alcuna intenzione di tornare… non per ora…” disse Percy.

“Non intendevo questo…”tentò di giustificarsi il Signor Weasley “ anche se, ora che abbiamo un Ministro equilibrato, forse non sarebbe una cattiva idea…” Percy scosse la testa.

“E che avresti intenzione di fare?” chiese George, improvvisamente interessato alla conversazione.

“Non ne ho la più pallida idea…”

“Beh, ora che…insomma adesso potrei aver bisogno di una mano ai Tiri Vispi Weasley…” L’intera tavolata ammutolì. Ron sgranò gli occhi e Ginny quasi si strozzò con l’acqua che stava bevendo. Il loro fratello più pazzo stava davvero chiedendo al Prefetto Perfetto di aiutarlo nel suo negozio di scherzi?

“Potrebbe essere un’idea… Grazie George” sorrise Percy.

“E tu Charlie quando torni dalle lucertole?” chiese Ginny.

“La settimana prossima!” rispose l’interpellato, euforico.

“E non vedi l’ora…” commentò Ron. Charlie sorrise, sembrava volesse dire che alla fine i draghi sono meglio degli esseri umani. A Ron la sua famiglia parve, quasi, di nuovo normale, come se Fred fosse di sopra a riposare, non sotto un metro di terra.

“Ma sono ancora qui?” chiese Ginny, rompendo il silenzio incantato calato pochi minuti prima, durante il quale ogni presente aveva riflettuto su quale fosse il modo migliore per ricominciare la propria vita.

“Le piattole?” disse Hermione, indicando la finestra. “Vado a controllare…” la ragazza si alzò e si avvicinò alla finestra. Scostò leggermente le tende, guardò fuori e le richiuse, prima che qualcuno dall’esterno si accorgesse di lei.

“Allora?” chiese Harry, quando la ragazza tornò a tavola.

“Si, i giornalisti sono ancora qui…”

“Ma non mangiano?” sbuffò Ginny, irritata. “Il problema è che questi non si accontentano delle vostre magliette…” L’intera tavolata rise.

“ Secondo me, dovreste concedergliela un’intervista, infondo sono semplicemente disinformati… l’articolo del Profeta di oggi era indecoroso.” si intromise Bill.

“Bill, non pensi che qualunque informazione nelle loro mani possa diventare una menzogna?” gli fece notare Harry, indicando con un gesto del capo il giardino esterno.

“Si, hai ragione. Infatti non mi riferivo a loro… potreste trovare qualcun altro…”

“ Ho un’amica… cioè non la vedo da un po’… però...” cominciò Percy.

“Ci credo che non la vedi più…Pensi davvero che esista qualcuno, tranne noi, capace di sopportarti per più di una settimana?” lo interruppe George.

“Dicevo…” ricominciò Percy, liquidando il fratello con uno sbuffo infastidito: “Questa ragazza aveva cominciato a lavorare con il Profeta poco prima che O’Tusoe diventasse Ministro, poi ha mollato tutto quando il Ministero è affondato nelle Arti Oscure. Ma potrei comunque provare a mandarle un Gufo…”

“E perché dovrebbe risponderti?” domandò Ginny.

“Ehm… Dici che non mi risponderà?”

 “Eri il cagnolino di O’Tusoe… tu ti risponderesti?” disse lei, beccandosi un calcio da Ron sotto il tavolo.

“Ehm… no, ma io non sono lei. È una ragazza piuttosto particolare, lo vedrete…Passami pergamena e inchiostro…”

                                       ***

Ron e Charlie giocavano a scacchi magici, Ginny imprecava contro i giornalisti, Molly lavava i piatti, Harry e Hermione tentavano di spiegare al Signor Weasley la funzione di un frullatore. Invece, George fissava, stravaccato sul divano, un agitato Percy che andava avanti e indietro per la stanza.

“ Vedi che non è venuta? Doveva essere qui tre ore fa…” disse poi George.

“Ti voglio bene anch’io…” rispose sarcastico Percy. In quel momento qualcuno bussò alla porta.

“Chi è? Chi è che bussa perfino a quest’ora?” urlò Ginny, prendendo la bacchetta.

“Ginny, ferma lì. Sei minorenne, vado io…”ordinò Percy alla sorella.

“Ai suoi ordini, Prefetto Perfetto…” disse Ginny, facendogli la linguaccia.

Percy andò ad aprire la porta, rimanendo imbambolato nel vedere di fronte a sé l’attesa giornalista. Si trattava di una ragazza minuta, con i capelli corti, ricci e scuri, intricati come il nido di un uccello; degli enormi occhi blu scuro, lo fissavano con un espressione a metà tra il sorpreso e lo svampito. Indossava un pullover da uomo marrone, che le arrivava quasi al ginocchio, delle calze arancioni e degli strambi anfibi.

Percy le sorrise, era rimasta esattamente come se la ricordava, con la sua solita aria stravolta.

“Perché questa gente ha provato a impedirmi di entrare?” domandò Audrey.

“Ehm… giornalisti esaltati che vogliono intervistare i tre eroi del mondo magico…” spiegò Percy, cominciando ad arrossire.

“E io che non volevo venire! Pensavo che tu… lavorassi ancora per O’Tusoe, perciò non volevo vederti… Mi fai schifo, ad essere sincera, ma vedo che sei tornato a casa…” proferì, enfatizzando le parole con disgusto. Nonostante ciò, Percy diventò bordeaux. “Ehm… sì, sono tornato… ti presento gli altri?” disse tentando di sviare l’argomento.

“Si, certo. Ma perché sono qui esattamente?” chiese lei.

“Volevamo sapere se potresti intervistare mio fratello, Hermione e Harry, scrivere un articolo e venderlo al Profeta…”

“ Si, potrei… ma dovrei avere a che fare di nuovo con quel verme?”

“ Potresti anche venderlo a qualche altro giornale… ma il Profeta è il più venduto…”borbottò il Weasley.

“Chi vivrà vedrà…Me li presenti?”

“Si, subito…”disse Percy, entrando in salone.

“Ragazzi… Lei è Audrey…”cominciò lui “Mio padre Arthur…Hermione Granger… Harry Potter…” disse, indicandoli uno alla volta. George, non appena ebbe notato la ragazza, saltò in piedi e si avvicinò alla malcapitata.

“Piacere, George. Infinitamente felice di aver conosciuto l’ unica amica di Perce…” esordì, porgendole la mano, che lei strinse sorridendo.

“Vabbè, continuiamo…” ricominciò Percy fulminando il fratello. “Mia sorella Ginny, Ron e Charlie…E mia madre Molly” finì indicando la signora Weasley, che era appena uscita dalla cucina.

“ Tanto piacere, tesoro….” Disse Molly, abbracciando Audrey.

“Mamma, lasciala stare…E per finire ci sono Bill e sua moglie…Dove sono Bill e Fleur?”chiese poi.

“C’è davvero bisogno che te lo dica?” rispose George con aria maliziosa, beccandosi uno sguardo omicida da sua madre.

“No, George, ci arriviamo da soli…” commentò Charlie.

“ Vabbè, ora sgomberate…” esclamò Percy, indicando i fratelli e poi la porta.

“Se volevate stare da soli non potevate andare di sopra?” disse Ginny, strizzando l’occhio al fratello. A queste parole George scattò in piedi. “ Questa è mia sorella…” constatò con finta voce commossa e abbracciò Ginny di slancio. Tutti, compreso Percy, uscirono e anche Ron fece per alzarsi.

“ Idiota, se te ne vai chi intervista, Audrey?” lo riprese Hermione, afferrandolo per un braccio.

“Ah, giusto….” borbottò lui, risiedendosi.

“Bene…perché mi avete fatta venire qui?” domandò Audrey, sedendosi sul tavolino di fronte al divano, dov’erano accomodati i tre eroi, e cominciando a scavare nella borsa.

“Per l’intervista?” rispose Hermione scettica.

“Eh…. Si, ma perché volete quest’intervista?”

“Non è che volessimo un intervista… è che ci serve per smentire un articolo pubblicato oggi dal Profeta…”spiegò Harry.

“Ah… e che dice quest’articolo?” chiese Audrey, guardandoli con aria interrogativa. Hermione le passò il giornale e lei lo lesse.

“Bene… e sono tutte cazzate?”

“Esattamente…”confermò Ron. Se glielo avessero chiesto, Harry non avrebbe saputo descrivere la ragazza che si ritrovava davanti: aveva di sicuro la testa tra le nuvole, ma non sembrava una stupida. Pareva celasse una grande forza dietro la grazia che emanava.

“E io che dovrei chiedervi?” chiese lei “Percy non mi ha detto neanche che dovevo intervistare voi… Secondo te cosa vogliono sapere?” domandò Audrey, guardando Hermione.

“Più o meno quello che si chiedono nell’articolo…suppongo…?” rispose lei, sempre più scettica.

“Okay…qui vogliono sapere cos’è successo esattamente il 2 Maggio…”. Le raccontarono tutto, lei ascoltava e annuiva, mentre la Penna Prendi appunti correva veloce sul foglio.
Al contrario di quella di Rita Sketeer, notò Harry, questa non era colorata e stravagante, bensì... elegante. In più, e sopratutto, scriveva il vero, migliorando solo dov’era necessario i periodi più sgrammaticati, pronunciati perlopiù da Ron.

“È una brutta cosa scherzare su malattie gravi come la Spruzzolosi!” asserì Audrey, dopo aver sentito lo stratagemma utilizzato come alibi da quest’ultimo. “Sarebbe stata una cosa peggiore vedere Ron confiscato dal Ministero o dai seguaci di Voldemort in quanto ‘traditore del su sangue’!” le urlò quasi contro Hermione, irritata.
“Oh beh” ribattè la giornalista, imbronciata, “Questo di certo non lo rinnego, è fuori dubbio!” disse convinta.
Tralasciato il piccolo dibattito, che spinse i tre a chiedersi quale malcapitata avventura avesse coinvolto insieme Audrey e la Spruzzolosi, per tutta l’intervista non vi furono più incidenti e, anzi, il gruppetto si divertì molto. A volte l’intervistatrice si perdeva con lo sguardo nel vuoto, giochicchiando distrattamente con i suoi ricci scuri, e lasciando tutto il lavoro alla sua penna. A quei momenti se ne contrapponevano altri in cui la passione e la convinzione di Audrey nello schierarsi contro le prepotenze subite dal mondo magico in quegli anni erano palpabili.

Quando gli venne chiesto se i loro rapporti erano mutati nel corso dell’ultima importante missione, l’intero terzetto diventò rosso dall’imbarazzo, in particolare Ron. Harry notò che questa peculiarità accompagnava i Weasley in tutti i loro sentimenti: che si trattasse di rabbia, amore, imbarazzo o soddisfazione, il loro colore passava dal rosa pallido al rosso acceso in pochi secondi. La domanda non ricevette risposta, anche se quel lungo silenzio la diceva lunga, e quando Harry chiese se quest’ultima parte poteva non essere trascritta, Audrey acconsentì apprensiva.

Smentiti gli avvistamenti nello stato peruviano e le varie menzogne presenti nell’articolo del Profeta, l’intervista poteva dirsi conclusa.

Il gruppo scese finalmente le scale dopo quasi quattro ore totali di racconto, esausti per il troppo parlare. “Audrey, tesoro, si è fatto tardi: perchè non resti a cena con noi?” le chiese affabile la signora Weasley, che aveva la caratteristica  di impensierirsi anche per persone conosciute quello stesso giorno. “Grazie mille, ma non posso proprio!” declinò l’invito la ragazza “Devo stendere per bene l’articolo, occuperà l’intero giornale!” spiegò alla comitiva. “Ma non tornerai mica da sola?” si preoccupò per lei Molly “Eh già!” si intromise Arthur “Abbiamo finito la Metropolvere, perdonaci!”
 “È chiaro che non voglia smaterializzarsi!” sussurrò Hermione ad Harry e Ron “Se abita tanto lontano, per una tipa che pensa sempre ad altro, smaterializzarsi potrebbe essere davvero pericoloso!”.
“A questo ci penso io!” disse Percy, improvvisamente spavaldo. Poi perse tutto d’un colpo l’audacia mostrata, si aggiustò tremante gli occhiali sul naso, e passandosi una mano fra i capelli rossi incespicò “S-se per te va bene, è-è chiaro...”. George ridacchiò, vedendo Audrey afferrare suo fratello e portarlo fuori.

 

 

ANGOLINO!

Visto che il 5° è arrivato subito? Che ne pensate della nostra Audrey? Fateci sapere le vostre opinioni, mi raccomando!

   
 
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