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Autore: Cathy Earnshaw    13/03/2012    1 recensioni
Alcesti è una giovane donna orgogliosa e intraprendente. Vive con la madre e le tre sorelle minori nella ricca città di Darkfield grazie all'eredità lasciata loro da Sir Merthin, suo padre, Cavaliere scomparso in circostanze non accertate. Ma il vento sta per cambiare. La ragazza sta per intraprendere un viaggio sulle orme del genitore che la porterà a scoprire il potere della magia, il valore dell'amicizia e la forza dell'amore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Cattedrale era gremita, quel giorno. Antigone guardava con affetto sua sorella e Kysen, l’uno accanto all’altra, davanti all’altare. Finalmente il grande giorno. Alcesti era l’immagine della felicità: l’abito avorio rifinito in rosso, i lunghi capelli pettinati alla perfezione, gli occhi scuri truccati. Non era mai stata tanto bella. Hermione continuava a sospirare con aria sognante, e sorrideva beatamente. Antigone chinò il capo per nascondere il sorrisetto divertito che non le riusciva proprio di reprimere. Guardandosi attorno, intercettò lo sguardo di Ares, che le sorrise. Ricambiò il sorriso e tornò a concentrarsi sulla cerimonia, che ormai volgeva al termine. Al momento del fatidico “si”, Lady Ingrid, al suo fianco, scoppiò a piangere. Doveva aver perso definitivamente le speranze, ormai.
 
Alcesti era agitatissima. Il suo cuore batteva a ritmo frenetico dall’inizio della cerimonia e si sentiva le gambe sempre più molli. Si vergognava di sé stessa: non la terrorizzava così tanto nemmeno un esercito nemico. Detestava essere al centro dell’attenzione ma, accidenti, il Principe Kysen la stava sposando!
- Potete baciare la sposa- proclamò il celebrante.
Il Principe le sorrise, togliendo il respiro, oltre che a lei, a tutte le donne abbastanza vicine da poterlo ammirare, e la baciò.
Dalla folla si alzò un caloroso applauso, l’espressione dell’affetto della città.
- Sto sognando, Ky?- sussurrò Alcesti.
- Spero di no!- rispose sorridente il suo sposo.
Quando il boato si attenuò, Lady Philippa si alzò in piedi, contribuendo a smorzare il brusio.
La ragazza guardò Kysen con aria interrogativa, e questo alzò le spalle di rimando. Non era certo la persona più esperta di matrimoni, ma era sicura che il rito fosse terminato. Dal suo posto riservato in prima fila, Sua Maestà si era alzata e stava salendo i gradini dell’abside. Alcesti e Kysen si inginocchiarono istintivamente, e come loro tutti i fedeli.
- Questo giorno, è un giorno di gioia per la nostra città…- esordì la Regina. E proseguì:
- … e presto lo sarà ancora di più. Figlio…-
Kysen alzò il capo, trepidante. Intuiva quello che stava per accadere, eppure non voleva illudersi. Lady Philippa chiamò con un cenno del capo due paggi, che si avvicinarono reggendo uno scrigno d’oro cesellato di pietre preziose.
- Per troppi anni il trono di Alia è stato vacante…-
Dicendo questo, aprì lo scrigno e comparvero due luccicanti corone. Un “oh” di meraviglia si levò dalla Cattedrale.
Lady Philippa prese dolcemente la corona che era appartenuta a suo marito, luccicante d’oro puro, e la posò sul capo del figlio, dicendo:
- Alia è nelle tue sapienti mani, Re Kysen!-
Il nuovo Re si alzò tra le acclamazioni della folla. Sorrise a sua madre e, con passo sicuro, si avvicinò allo scrigno. Per un attimo osservò l’altra corona: era usanza che il simbolo del potere del Sovrano si tramandasse di generazione in generazione, mentre il diadema della sua consorte restava in possesso della Regina Madre anche dopo l’incoronazione di un nuovo Re. Provò un brivido pensando che lo splendido diadema d’oro e rubini, la pietra simbolo di Alia, che teneva tra le mani era stato creato appositamente per Alcesti. Sospirò. Poi tornò dalla sua sposa e le posò il gioiello sul capo. Le offrì la mano e le disse:
- Alzati, mia Regina, e non inginocchiarti mai più davanti a nessuno!-
Il boato della folla si levò ancora più forte mentre Alcesti si alzava. Kysen le sorrideva raggiante e lei gli sorrise di rimando, a metà tra l’entusiasta e il terrorizzata.
- E adesso?- sussurrò.
- Adesso festa!- rispose il Re scendendo gli scalini per abbracciare Ares che gli si faceva incontro.
In un attimo si trovarono avvolti in un vortice di persone che urlavano, si complimentavano, abbracciavano e portavano ossequi. E così fu per tutta la giornata, tra un pranzo, un ballo e tornei nel cortile del palazzo.
 
Fu quasi un sollievo, a festa conclusa, potersi ritirare nella propria camera. Le ancelle avevano già trasferito buona parte degli effetti di Alcesti nella stanza di Kysen, nell’ala del castello riservata alla famiglia reale. Lei vi metteva piede per la prima volta quella sera.
Il sole era tramontato, e l’immenso ambiente era illuminato dalla luce soffusa del camino. La ragazza si fermò sull’uscio a bocca aperta. Sentì Kysen spostarla dolcemente per chiudere la porta e le sue braccia cingerle la vita.
- Allora? Come ti sembra?- le sussurrò.
Alcesti lasciò scivolare lo sguardo sul marmo bianco, sui soffici tappeti, sul mobilio raffinato, sul letto intarsiato, sulla gigantesca libreria. Era tutto abbinato con un gusto squisito. Non aveva mai visto una stanza tanto bella.
- È… bellissima…-
- Lieto che sia di vostro gradimento, Maestà- sorrise Kysen.
- Per il momento vorrei essere solo tua moglie- disse Alcesti togliendosi il diadema e riponendolo nello scrigno, posato su di un piedistallo.
Suo marito si tolse a sua volta la corona ed abbracciò la ragazza.
- Questo è il giorno più felice della mia vita- disse.
- Finora…- aggiunse Alcesti con un sorriso.
- … finora- concesse il nuovo Re. 
   
 
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