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Autore: Carla Volturi    13/03/2012    4 recensioni
Lei, Lucilla insegnante di italiano trentanovenne, sposata con due figli; lui, Antonio, avvocato quarantenne divorziato. Tutto avviene a Vietri, città del sole, del mare e di un incontro: il loro!
ATTENZIONE: I PERSONAGGI DI QUESTO RACCONTO SONO PRESENTI NELLA MIA ULTIMA STORIA “LA STAGIONE DEL CUORE-PARTE SECONDA-”.
TUTTAVIA “SOLO PER AMORE” PUO’ ESSER LETTO INDIPENDENTEMENTE DAL RACCONTO APPENA CITATO, POICHE’ I PROTAGONISTI PRINCIPALI CAMBIANO, DUNQUE NON SI PUO’ PARLARE DI UN VERO E PROPRIO SEGUITO.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Secondo capitolo del giorno!
Baci da Carla.

CAPITOLO 17- E POI, CHI SA!


Primo Luglio, mattina, i giorni trascorrono in fretta qui a Vietri, quasi ti riesce difficile percepire il susseguirsi di lunghe giornate, fatte di pensieri, decisioni e caffè per rinvigorirti. Si, avete capito bene: decisioni, credo sia giunto il momento di prenderle, di fare ciò che è meglio per tutti.
Il sole scalda la mia pelle, la solletica, ho come l’impressione che mi stia coccolando. L’immancabile odore del mare: se ci fossero stati i miei figli credo che ora starei in acqua a divertirmi con loro. Ricordo che una volta, appena sposata, io e Adriano ci recammo di notte sulla spiaggia: facemmo il bagno nudi…fu davvero bellissimo. Questo è uno dei miglior ricordi che ho di lui. Fu una serata indimenticabile quella, piena di amore e incoscienza: non oso immaginare cosa fosse accaduto se ci avessero visti, sai che vergogna?. In realtà io ed Adry ne abbiamo fatte di follie insieme. Insieme, eh? Proprio come lo siamo ora!. Non si può negare il mio contributo negativo, se solo fossi stata piu’ razionale e meno istintiva forse mio marito non soffrirebbe come un cane. Ora che ci penso mi sono totalmente invaghita di Antonio, senza badare ad eventuali conseguenze. Insomma ho fatto crollare tutto per un uomo, che in fin dei conti non conosco. Può essere bello quanto vi pare, ma poco e niente so di lui…in compenso il mio matrimonio con la persona che ho incontrato piu’ di quindici anni fa è andato a monte.
Passi decisi dalle scale. Mi volto, poggiando il braccio sullo schienale del sofà. Sorriso leggero, non che non se lo meriti, ma il mio stato d’animo poco mi aiuta. Non si può gioire con una situazione del genere.
Poggia la sua valigia accanto il muretto: “Ciao Lucilla, come stai?”.
Bene, grazie. Tu?”, affermo mentre osservo i suoi occhi stupendi.
Stanco, ma è tutto ok!”, replica, mostrando una bellezza disarmante.
Si siede vicino, silenzioso. Scruta ogni mio piccolo particolare, la mia maglia, il mio pantalone, i miei piedi scalzi, il mio volto sciupato.
Tuo marito, giusto?”, esordisce sincero. Incrocia le braccia.
Ancora assorta nei miei pensieri, scuoto la testa perplessa e gli chiedo: “Cosa?”.
Annuisce, ripetendo la frase: “Si, tuo marito”.
Ispiro, emettendo un piccolo rumore. Fisso il vuoto: “Mio marito ed io, abbiamo sbagliato entrambi. Lui con le sue decisioni ed io…”, spalanco le braccia, “ed io non lo so, non so piu’ nulla, non so che fare, non so cosa pensare, cosa decidere” .
Schiarisce la voce: “Ora è ovvio ti serve molto tempo, tanto tempo. So cosa si prova, ci sono passato prima di te. Se non avessi avuto intere giornate per riflettere, credo che ora non sarei cosi calmo, cosi pacato…non avrei accattato la situazione, chi sa, ora starei ancora a rincorrere mia moglie”.
E lo fisso, dopo il suo discorso. Il mio non è uno sguardo a caso. Antonio tu sei l’unico ad avere la mente lucida, sei l’unico che può trovare una soluzione. L’unico che sa cosa bisogna fare in questo preciso istante.
Comprende i miei sentimenti, le mie richieste, dunque continua a parlarmi, con molta dolcezza: “E’ stato bello tra noi, bellissimo, ma a differenza tua io sapevo che non ci sarebbe stato nulla di piu’di quella notte, che non rinnego, anzi. Puoi anche non amare tuo marito, ma ci sono tante cose che devi risolvere nella tua famiglia, io ti sono solo di intralcio”, sfiora la mia mano, “senza contare che non posso chiederti nulla, non posso chiederti di amarmi o altro, ci conosciamo cosi poco, non sappiamo neanche cosa effettivamente può nascere tra di noi…ci siamo incontrati nel momento sbagliato Lucilla”.
Sbuffo: “Si è vero, ci siamo incontrati nel momento sbagliato”.
E senza dire altro ci abbracciamo forte, restando cosi per molto tempo.
 
 
CAPITOLO 17(SECONDA PARTE)- E POI, CHI SA!

La notte porta consiglio? No porta verità, quella che tanto attendo. La risoluzione ultima di ogni mio problema. La fine dei miei dubbi, la fine di tutto e l’inizio di una nuova vita, meno complessa si spera. Osservo la luna: almeno tu dammi un po’ di coraggio, stammi accanto, senza tradirmi. Un cielo senza nuvole, un leggero vento e i miei capelli che oscillano. Un forte odore di shampoo alla rosa. E l’immancabile divano sul terrazzo, che ha visto i miglior eventi di questo lungo periodo. Un mese che appare un anno. Delusione, passione, speranza…queste le sensazioni qui vissute. Ed ora? Cosa ne sarà di me e delle persone che mi circondano?.
Ora io e te, faccia a faccia, nessun segreto, nessuna rivelazione. Io e te, occhi negli occhi…e la realtà, le nostre vite, i nostri figli, il nostro matrimonio.
L’attesa non è lunga, termina in questo preciso istante. L’istante in cui Adriano si accomoda accanto a me, sfregando il suo viso con la mano.
Alzo il volto, pronunciando in avanti il mento: “Allora?”.
Allora niente, ci siamo fatti male abbastanza, non credi?”, afferma, con voce bassa.
Tu mi hai lasciata da sola”, replico, nervosa, mentre stropiccio la mia camicia bianca.
Tu mi hai tradito con un altro uomo”, abbassa lo sguardo, “tu non sai cosa significa subire un tradimento”. Lo zittisco ben presto: “Tu non sai cosa vuol dire starsene a casa senza il proprio marito, anche tu mi hai tradita, a modo tuo ma l’hai fatto…non lo dimenticare”.
Mi fulmina per un istante, ma tace, forse perché consapevole dei suoi errori.
Se avessimo parlato di piu’ io e te, chi sa…”, gli dico, sospirando e tirando le labbra.
Copre il volto con le mani: “Non lo so, ma una cosa è certa non ho mai sofferto cosi tanto in vita mia”.
Mi volto di scatto. Con forza afferro la sua testa e poco distante da lui, farfuglio qualcosa, ma taccio. I nostri sguardi si fondono e la rabbia esplode. La sua nei miei confronti, la mia nei suoi. Affanno, vorrei dirgli tante cose, vorrei ribadirgli che è stato un perfetto idiota, che lo vorrei ammazzare con le mie stesse mani per quello che mi ha fatto. Zittisco: cosa ho fatto io? Non posso affermare “nulla”, ho sbagliato e tanto. Senza contare la mia decisione di riversargli addosso in modo crudo e gratuito il mio tradimento. Io me ne sono liberata, lui porta il fardello sul cuore. Ma d’altra parte non potevo di certo nascondergli la verità, non sarei stata coerente con me stessa. Ci siamo fatti male abbastanza, non credi Lucilla? Cosa vuoi aggiungere piu’. Poco servono le parole, poco serve urlare ed inveire, se tutto ciò commesso resta nelle nostre menti.
Si scosta da me. Affonda una mano nella tasca del suo bermuda scuro e tira fuori il telefonino. Lo miro, stranita.
Compone un numero: “Chiamiamo i nostri figli insieme. Partiamo da dove abbiamo iniziato”.
Il mio sguardo fisso. Acconsento: “Si”.
E dopo pochi minuti ci ritroviamo vicini a ridere di gusto, ascoltando Marta parlare degli scherzi organizzati da Luca a danno dei suoi compagni. I nostri ragazzi ci descrivono le loro giornate spensierate, la caduta della mia bambina a mare, il mio maschietto, che si prende gioco di sua sorella e le strane storie horror, che raccontano in camera di notte a luce soffusa. Risate di una famiglia che per poco tempo si ritrova complice come una volta. Come tanto tempo fa. Un tempo che forse…chi sa!
  
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