Capitolo
XI
11/5/1999
“Stai
studiando?”
“Sì,
a differenza tua.”
“Anch’io
sto studiando!”
“Quella
povera pallina potrebbe
dire il contrario…”
Draco
infilò la pallina in tasca.
“Sono
nervoso. Manca meno di un
mese agli esami!”
“Ventisei
giorni, per la precisione.”
“Tu
non sei nervosa?”
“Un
po’. Ma meno degli anni scorsi.
Voglio dire, continuo a sognare la McGranitt che mi comunica di essere
stata
bocciata in tutte le materie, – e
di
passeggiare con te in quel parco Babbano, pensò
– ma temo che mi promuoveranno
anche se farò scena muta. Sono troppo famosa.”
“Che
terribile maledizione!”
“Tutti
si aspettano che vada bene
semplicemente perché è sempre stato
così… come se io fossi nata sapendo
già
tutto, e non passassi venti ore al giorno sui libri.”
“Potresti
stupirli tutti prendendo
una T in qualche materia…”
“Non
credo che ci riuscirei, sai?
La mia mano potrebbe cominciare a scrivere da sola.”
“Vabe’,
senti, sono troppo nervoso
per studiare; ti va una passeggiata? Senza ripasso.”
“Oh.
Mi… mi piacerebbe, mi piacerebbe
davvero, ma-“
“Devi
studiare, vero? – Hermione
annuì. – Non sei ancora arrivata al terzo
ripasso?”
“A
dire il vero sono al quarto, ma
non mi sento comunque molto pronta… - rispose la ragazza.
Draco sorrise, ma
sembrava deluso. – Senti, potremmo fare una passeggiata dopo
cena. Se mangiamo
presto abbiamo quasi due ore prima del coprifuoco.”
“Ma
così dovresti rinunciare al tuo
ripasso serale.”
“Posso
portarmi avanti adesso,
dormire un’ora in meno… oppure non farlo, per una
sera.”
“Ho
sentito bene?”
“Sì,
e non lo ripeterò. So già che
mi sentirò in colpa per almeno una settimana… -
rispose Hermione sbuffando. –
Ti va bene se ci vediamo direttamente alla porta sul retro? Pensi di
riuscire
ad arrivarci?”
“Arriverò
lì ancora prima di te. Ci
vediamo alle sette e venti.”
“Oh,
ecco il grande esploratore! –
disse Hermione vedendo comparire Draco dietro l’ultimo angolo
del corridoio. –
Sono solo le otto e cinque, cosa ci fai qui?”
“Molto,
molto divertente. Perché
non mi hai detto che i corridoi si muovono come le scale?”
“Forse
perché non si muovono? – rispose
Hermione aprendo la porta. – Quante volte ti sei perso, di
preciso?”
“Ho
perso il conto.” rispose Draco
con naturalezza.
“Stai
mentendo, vero?”
“Certo.”
***
13/5/1999
“Otto
meno dieci. Be’, almeno stai
migliorando.” disse Hermione guardando l’orologio.
“Mi
sono attardato a cena.”
“Quando
sono uscita dalla Sala
Grande alle sette e un quarto non c’eri già
più.”
“Sette
e un quarto? Come cavolo hai
fatto ad arrivare qui in cinque minuti? Ma soprattutto, come abbiamo
fatto a
non incontrarci?”
“Dev’essere
perché tu sbagli
strada, credo. Se vuoi possiamo incontrarci
nell’atrio.”
“No,
no, ce la posso fare.” rispose
Draco aprendo la porta.
“Scommetto
cinque galeoni che non
ce la fai nemmeno domani. – disse Hermione precedendolo in
giardino. – Oggi fa
freschino, non hai il mantello?”
“No,
e poi sono abituato all’aria
fresca di Malfoy Manor. Ah, domani sera porta i cinque
galeoni.”
***
14/5/1999
Draco
aveva il naso arrossato e
screpolato, la bocca semi aperta, il mantello e una sciarpa.
“Avrei
dovuto scommettere anche sul
fatto che ti saresti ammalato, lo sapevo. – disse Hermione
quando lui arrivò,
alle sette e trentacinque. – Hai portato i cinque
galeoni?”
“Do.”
***
15/5/1999
“Che
cosa?! – mormorò Hermione svoltando
l’ultimo angolo prima della porta. – Sei davvero
tu?” continuò avvicinandosi.
Draco
era appoggiato allo stipite
della porta, il mantello su un braccio e il naso di un colore
più chiaro.
“Credevi
forse che non ce l’avrei
fatta?”
“Certo.
Hai saltato la cena, vero?”
“Forse.”
“Secondo
me hai saltato anche il
pranzo.”
“Non
esagerare!”
“A
che ora sei partito per arrivare
qua in tempo?”
“Alle
sette… - iniziò Draco.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia. -
… meno cinque.” concluse velocemente,
togliendosi comunque qualche minuto.
“Ora
che hai dimostrato che ce la
puoi fare ci vedremo nell’atrio? Sai, quando hai tardato
più di mezz’ora mi
sono preoccupata un po’.”
“Non
c’è bisogno di mandare una
squadra di Auror a cercarmi, non mi chiamo Potter.”
Hermione
gli fece una smorfia
mentre s’incamminava verso il Lago Nero. Le giornate si
stavano allungando, ma
il Lago s’intravedeva appena nella foschia della sera.
“Qualche
novità?” gli chiese.
“Direi
di no; ci siamo salutati
poco più di un’ora fa!”
“Già,
in effetti… Lavanda e Calì
iniziano a chiedersi dove sparisca tutti i pomeriggi e le
sere.”
“Come
sono perspicaci… da me non
chiede niente nessuno. Ci evitiamo. Forse un po’ ci
vergogniamo di essere
Serpeverde, sai…”
Camminarono
per qualche minuto in
silenzio.
“Se
tu sparissi, io me ne
accorgerei. E ti cercherei.” disse Hermione.
Gli
sfiorò la mano destra chiusa a
pugno, e lui l’aprì, cercando le sue dita.
Durò poco più di un’onda del lago.
Continuarono
a camminare in
silenzio, più vicini.
***
17/5/1999
Quando
arrivò nella stanza lei non
c’era; in compenso, però, su vecchio banco
c’era un sacchettino azzurro che era
sicuro di non aver mai visto prima. Quando si avvicinò vide
che c’era anche un
biglietto.
Ho
dovuto sostituire un Caposcuola di Corvonero, ma non volevo averti
sulla
coscienza. Spero di riuscire a venire più tardi.
H.
p.s.
Mi devi ancora cinque galeoni.
Draco
sorrise ed aprì il sacchetto:
era pieno di caramelle al miele.
Eccomi
qui con il nuovo capitolo!
Spero di riuscire a pubblicare una volta a settimana, ma in ogni caso
non vi
farò aspettare più di due settimane…
tanto più che ci stiamo avvicinando alla
fine!
Da
adesso in poi i rapporti tra
Draco e Hermione saranno molto più rilassati, e
sarà tutto in discesa, almeno
fino al 6 giugno… spero che anche questo capitolo vi sia
piaciuto e di avervi
messo un po’ di curiosità!
A
presto,
Contessa