ia madre mi guardò in tono dubbioso.L'anticipai. "Non era nessuno di importante per me.Credo." una piccola lacrima scese lungo il mio viso,forse senza motivazione."Non credi di avermi detto una bugia?Non uscirai di casa se non per andare a scuola per almeno 5 giorni!" mi chiese,cercando di fermarmi anche se io sbattei la porta della mia stanza.Mi buttai sul letto.Sbuffai.Iniziai a piangere. Ma perché piangevo? Era solo un conoscente! Cosa aveva in più degli altri? Parlai con me stessa,come ero solita fare quando il mio stomaco era in visibilio,lottava contro le farfalle determinate a distruggerlo."Ragazza,inizio a pensare che tu sia ceca.Ha fatto il giro della città rompendo a tutto il quartiere per trovarti! E poi..Dio.Ha degli occhi rubati al cielo!" mi convinsi che era solo un senso di debito nei suoi confronti e che mi stavo illudendo,anche se,una parte di me,al sentire le mie parole "Nessuno di importante per me" rabbrividì. Per scacciare quei pensieri da tredicenne impazzita,ritornai a letto. • Niall Era davvero buffa quella ragazza.Arrivai a casa,e mio padre mi guardava storto. "Ti sembra orario di uscire questo? Dove sei stato?" mi chiese. "Ero andato a suonare per non svegliarvi.." cercai di scapparmene in camera. "No ragazzo mio.Non ti credo.Tu per una settimana non esci!" come al solito,aveva preso delle decisioni drastiche e affrettate.Ci ero abituato.Mi dispiaceva,mi ero ripromesso di aver invitato quella ragazza per un appuntamento,ma niente da fare.Corsi in camera,mi buttai sul letto e le mandai un piccolo messaggio :"Scusami tanto,ma mio padre non vuole che io esca per un po' D: .Ha frainteso." sbuffai e poco tempo dopo mi rispose."Anche io D: Mi sa che saremo costretti a sentirci per telefono.Mi mancherai,a quando finirà la punizione! Ciao :) " spensi il cellulare e mi stesi per bene sul letto. Quella sera,mi stavo proprio annoiando.Volevo rivederla.Non ero mai scappato di casa per andare a casa di qualcuno,ero sempre obbediente e con il sorrisino stampato in faccia. Uscii dalla finestra di soppiatto.Arrivai a casa sua,di nuovo.Mi affacciai alla finestra,ma caddi sull'erba del giardino.Ad un tratto si affacciò,e mi vide mentre dolorante cercavo di alzarmi. Scoppiò a ridere,la sua risata era contagiosa. "Che ci fai qua?" mi chiese. "Per la prima volta in vita mia cerco di fare lo spavaldo e non sono un granché.Vuoi commettere un errore facendomi entrare o vuoi farmi morire di freddo?" le chiesi sarcasticamente. Entrai."C'è più casino qui che in camera mia!" le dissi,osservando il pavimento. "Accontentati o ti caccio,ricordati che sei ospite!" mi diede una gomitata e io ricambiai con un pugnetto sulla pancia.