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Autore: givemenicholas    14/03/2012    4 recensioni
Misi il telefono in tasca e continuai a parlare con lei “Posso chiederti una cosa Niall?” mi chiese lei “Tutto quello che vuoi!” le sorrisi e le accarezzai una mano “Tu mi odi?” alzai un sopracciglio e la guardai confuso “Perché dovrei?” lei abbassò lo sguardo “ho sempre pensato che tu mi odiassi, perché magari mi comportavo male, ti stavo antipatica, perché i tuoi genitori sarebbero diventati anche i miei..” le alzai il mento e le baciai il naso “io credevo che tu ce l’avessi con me, per questo ti stavo lontano, avevo paura che tu mi potessi respingere e che io potessi in qualche modo farti del male,comunque no TI VOGLIO BENE SORELLINA”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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POV ESTERNO
Niall e Andrea stavano parlando, lui riuscì a farla sorridere e a lei questo piaceva tanto. Si era sempre fermata all’aspetto fisico e all’apparenza,
non aveva mai provato a conoscerlo veramente, in due anni non gli era mai capitato di avere un discorso così con suo fratello. Presto si accorse
che era un ragazzo dolcissimo, simpatico, era un ottimo amico, ma specialmente era un fratello meraviglioso. Anche se non era di sangue,
per lei era come se lo fosse. Andrea si accorse di volerli un gran bene. Era impossibile non volerglielo.
Mentre parlavano dei ragazzi, si avvicinarono, se lei non avesse avuto ancora la vista sfuocata per il pianto, si sarebbe accorta subito che
erano gli amici del fratello. “Ehi Amico, che fine avevi fatto?” disse un ragazzo biondo scuro, “scusatemi!” Niall si scusò, si alzò e poi
aiutò la sorella ad alzarsi. “Ragazzi lei è Andrea, mia sorella!” lei si asciugò le lacrime e tirò su lo sguardo. Lei era forte, non avrebbe
mai permesso a nessuno di metterla in imbarazzo. “Ciao!” urlarono in coro i ragazzi “Piacere. Io sono Louis!” disse un ragazzo
abbracciandola, era molto alto, occhi di un azzurro intenso e dei capelli castani. “Ciao, io sono Liam!” disse un ragazzo, alto, il fisico
atletico, si vedeva dallo scollo a V della maglietta, i capelli biondo cenere. Lei gli sorrise poi guardò un altro ragazzo, “Ehi bella, io sono Harry!”
disse un ragazzo riccio, alto con due occhi ghiaccio, erano un misto tra lo azzurro il verde, sembravano quasi grigi, erano veramente belli pensò
la ragazza, forse i più belli che lei avesse visto. Tutto ciò che pensava, fu distrutto quando i suoi occhi incontrarono quel colore così intenso,
erano color nocciola, i suoi capelli erano quasi neri, aveva un taglio molto bello, tutto di lui la sorprese “Piacere Zayn!” disse questo ragazzo
bello sorridente, lei scacciò quei pensieri dalla testa e lo salutò con un sorriso enorme “Piacere mio io sono Andrea!” disse mettendo in
mostra il suo sorriso. “Lo sappiamo Niall ha parlato spesso di te, devo dire che nella realtà sei molto più bella!” Zayn tirò un colpo dietro
alla testa al ragazzo riccio “Ehi dico la verità!” scoppiarono a ridere tutti “sei sempre il solito!” dissero in coro i ragazzi, ad Andrea Harry
sembrava un ragazzo molto solare, simpatico ma anche tanto modesto. Beh era un bellissimo ragazzo lo era per forza. “Si certo Bellissima!”
disse lei in modo ironico, la superavano tutti di molto, beh lei era alta 1.67 quei ragazzi la superavano tutti di quasi dieci centimetri, si accorse
solo dopo che due figure si stavano avvicinando a loro, “Oh merda!” disse la ragazza appena riconobbe quei volti. Ecco e adesso cosa avrebbe
detto ai suoi genitori? “Andrea Jane Horan, cosa diavolo hai combinato? Eh ciao ragazzi!” disse una signora bionda rossa in viso “Beh io..”
stava per finire ma suo fratello la interruppe “Sta volta non è colpa sua, c’eravamo anche noi in classe, ha fatto tutto la professoressa!”
appena finì di parlare Niall il telefono del padre cominciò a squillare “Pronto?” “Si siamo in cortile entriamo subito Signor preside” “Si certo lei viene con noi!”
il padre guardò la figlia male e dopo aver salutato i ragazzi, la ragazza insieme ai genitori si recò nell’ufficio del preside, quell’ufficio che
oramai conosceva a memoria, ogni volta finiva lì.

Nell’ufficio del preside...

“Allora signorina mi vuole spiegare cos’è successo?” chiese il preside incuriosito e allo stesso tempo divertito, oramai Andrea era la “cliente”
abituale di quell’ufficio. Non era in classico preside che dava torno a tutti, ti capiva era comprensivo, ti difendeva quando ce n’era bisogno e invece
ti puniva quando te lo meritavi, Andrea credeva che tutti dovevano essere così, non per forza buoni a manica larga, anche solo corretti, ecco per lei
era quello essere un insegnante. La ragazza era da sola nell’ufficio del preside, lui voleva parlare un attimo solo con lei, per vedere com’erano
andati i fatti, Andrea si schiarì la voce e abbassò lo sguardo, per non fargli vedere che soffriva a parlarne, che lei era debole, lei non era la stessa
quando toccavano questo argomento, prese un bel respiro e cominciò “Due anni fa sono morti i  miei genitori, io non sono la vera figlia degli Horan,
ma mi trattano come tale, ed io gli e ne sono grata, sono i miei genitori. I miei veri genitori sono morti due anni fa, vede io mi comporto così non
perché sono stata cresciuta male, anzi tutto il contrario, però ogni volta che cerco di comportarmi e ricordarmi cosa mi avevano insegnato i
miei, mi si apre una ferita che ancora non ho cicatrizzato, anche se sono passati due anni, perdere la madre il padre non è lo stesso che perdere
il nonno o un parente comunque diverso, io come posso comportarmi bene, se in me si riapre una ferita che mi fa stare malissimo? Molte volte la
sera piango pensando alla mia vecchia vita, al sorriso di mia madre, ai suoi occhi, alla voce di mio padre, alla sua gelosia e il suo affetto.
È una ferita che non svanirà mai, so che mi dirà che loro ci saranno sempre, ma non è così, loro non sono qui, si sono nel mio cuore, ma non sono
più qui fisicamente. Oggi quando la Professoressa li ha citati, mi ha detto che loro non mi avevano insegnato la buona educazione io sono scoppiata,
sa che non ho un bel rapporto con quella, tutta la scuola si trova male con lei, solo il pensiero che i miei genitori fossero stati nominati da quella
vipera mi ha fatta schizzare, loro mi hanno insegnato il rispetto, loro erano delle bravissime persone e mi dispiace da dire, ma non si meritano
per niente di stare nella bocca di quella prof, è un argomento molto delicato, non ne parlo mai a nessuno, sono solo in quattro a sapere di questa
cosa con lei cinque, la prego non lo dica in giro, non voglio che la gente sia mia amica per pena, non ne ho bisogno, è una cosa molto personale. La prego!”

solo alla fine Andrea riuscì a guardarlo negli occhi, i suoi occhi che adesso stavano facendo uscire miriade di lacrime, lacrime amare, più le ci pensava e più si
arrabbiava, maledetto ubriaco, se non fosse per lui adesso i suoi genitori sarebbe qui, con lei. Il preside rimase senza parole, tutti sarebbe rimasti senza parole.
Intanto fuori
“Mamma può venire a stare da noi, per noi non è un problema, falla stare con noi, una ragazza in casa ci farebbe anche comodo. No adesso
senza scherzare, ho parlato tanto con lei, ha bisogno di cambiare aria, ci sarò io e poi non abitiamo neanche tanto lontano, le starò dietro io.”

Niall stava parlando con i suoi genitori, forse era proprio di questo che la sorella aveva bisogno, cambiare aria, conoscere gente nuova, senza
allontanarla dalla sua vita quotidiana. I due adulti ci pensarono su un po’ poi acconsentirono, causando la felicità di quel gruppo, che già aveva
trovato simpatia per quella ragazza. “Va bene, a condizioni che lei vada a scuola, e che tu Niall gli stia dietro,sai com’è fatta, ha bisogno di un
aiuto in tutto, ha bisogno di un appoggio da uno più grande, hai quasi tre anni più di lei, falle capire che tu ci sarai sempre, ha bisogno di un
fratello maggiore e con voi ragazzi, che oramai fate parte della famiglia non avrà problemi, avrà il supporto da cinque ragazzi. Mi raccomando
trattatela bene, se no sono cavolo vostri. Adesso dobbiamo solo aspettare che lei decida cosa fare!”
questo discorso fece sorridere tutti i ragazzi.
Appena la porta del preside si aprì, Andrea ne uscì e ne entrò un’altra ragazza, la stessa che aveva difeso l’amica in classe. La povera  ragazza andò
ad abbracciare il padre e la madre, scusandosi del comportamento “Amore, se andassi a stare con i ragazzi?” le chiese la madre, la ragazza si tirò
subito su di colpo “che cosa?” il fratello l’abbracciò da dietro“Si vieni con noi! Ci serve una ragazza in casa!” lei saltò imbraccio al fratello
Si si si, ti voglio bene brutto scemo!” disse per poi stritolarlo in un abbraccio tipo Orso Abbraccia tutti. “ma mamma come mai?” chiese una volta
scesa dalle braccia di Niall “Perché, forse è meglio che tu cambia un po’ d’aria e poi non vi vedete da tanto tempo!” appena finì di parlare si aprì
la porta dell’ufficio del preside e ne uscì una ragazza trionfante con un sorriso smaliante in faccia, Andrea e Kate si abbracciarono fortissimo, i loro
legame era bellissimo, in molti lo invidiavano, appena una stava male l’altra se ne accorgeva, quando una mentiva alla’altra bastava fissarla negli
occhi per capire che non stava dicendo la verità, una volta Andrea tirò un pugno nel naso al ragazzo dell’amica solo perché lui l’aveva chiamata troia.
Beh chi non desidererebbe un’amica del genere, beh lei ce l’aveva, ed era molto fortunata. “Scema, vado a stare con mio fratello!” disse sorridente Andrea,
ma l’altra non sembrava ricambiare, infatti il suo sorriso scomparve e il suo volto si incupì “Dove?” chiese con voce terribilmente triste
“se non sbaglio è la casa accanto alla tua!” disse alzandole il viso, la ragazza rossa saltò addosso all’amica facendola cadere e provocando
la risata di tutti i presenti. Adesso quelle due ribelli avrebbero passato molto tempo insieme, a partire da quel momento.
Kate dette una mano ad Andrea a mettere apposto e preparare le cose per portare da suo fratello.
Fu un’imprese tenendo presente tutti la roba che aveva: trucchi, vestiti, scarpe, borse, foto. Lasciò anche qualcosa in casa nel caso ce ne fosse stata l’emergenza.
Ecco adesso Andrea avrebbe ricominciato a divertirsi, ma non sapeva che avrebbe ricominciato anche ad amare.
La casa era molto grande, dopo aver sistemato delle cose, Andrea si recò in un posto, ci andavano circa tutte le settimane almeno una volta.
Varcò quel cancelletto verde, era pieno di fiori, c’erano delle siepi, quel posto era triste, ma le persone lo rendevano più bello con fiori, allegri
per ricordare i loro cari. Stava camminando lungo un sentiero, la sigaretta quasi finita tra le dita, si guardava intorno, c’erano alcune persone
non molte, beh la gente lavora al pomeriggio, ad un certo punto mentre aspirava dalla sua sigaretta vide una bambina con il suo papà vicino
alla tomba, la bambina avrà avuto circa quattro - cinque anni, il suo sorriso era bellissimo notò Andrea, ma lo stesso non si poteva dire del padre,
i suoi occhi erano spenti, il suo sorriso non c’era, quando passò accanto a queste due persone sentì una cosa che le spezzò il cuore
“Amore, saluta la mamma!” disse il padre alla bimba, “ciao mamma, ci vediamo domani, ti voglio bene.” La ragazza scoppiò a piangere
facendo girare i due, la bambina si avvicinarono e le prese la mano “ehi perché piangi?” le chiese, Andrea si abbassò alla sua altezza
“vedi, anch’io sto andando a trovare la mia mamma!” le accarezzò la guancia e poi guardò il padre “sei una bimba fortunata, hai il tuo papà qui accanto”
il padre le sorrise . “dimostragli sempre tutto il bene che gli vuoi, giocaci insieme, quando sarai grande non vergognarti di uscire con lui,
se io lo avessi ancora qui con me, ci starei tutto il tempo!”
disse Andrea sorridendo alla bambina, quegli occhi azzurri così vispi e furbi la
guardavano, quelle manine tanto piccole le accarezzarono la guancia “Dov’è il tuo papà?” chiese abbracciando suo padre, lei sorrise alla
bambina e al padre “Mio padre adesso è con la mia mamma e la tua mamma, su una stella, se vuoi rivedere la tua mamma, stasera con il
tuo papà guarda il cielo fissale stelle, quando vedrai quella più luminosa, ecco sarà la tua mamma che ti starà sorridendo e proteggendo dall’alto!”
Andrea detto questo se ne andò mentre la bambina chiedeva al papà di guardare il cielo stasera, non sapeva dove aveva trovato il coraggio di dire quelle
cose, non sapeva neanche che da lontano qualcuno la stava guardando, lei ignara di tutto, prosegui, si accese una sigaretta e mentre fumava e camminava
pensava, pesava quando anche lei era così piccola, quando andava in giro con suo padre, quando lui e sua madre la facevano dormire nel loro letto.
Un ultimo tiro e buttò la sigaretta, era arrivata alla lapide. Le foto dei suoi genitori erano così belle, sua madre aveva quel bellissimo sorriso, quei capelli ricci
che le ricadevano sulle spalle, mentre suo padre sorrideva con le braccia incrociate. “Sai mamma, oggi ti ho difesa, anzi vi ho difesi, so che voi non siete fieri
delle persona che sono diventata. Ma io vi amo, mi mancate così tanto”
scoppiò in un pianto quasi isterico, i singhiozzi le impedivano quasi di parlare, ad un
certo punto mentre le eri appoggiata alla lapide che piangeva, si sentì abbracciare “Sh, Andrea ci sono io, calmati!” la voce di quel ragazzo era così dolce,
la ragazza si strinse a lui “Mi mancano cazzo!” lui non sapeva cosa fare “Andrea, calmati così non respiri!” piano piano la ragazza cominciò a calmarsi
“cosa ci fai qui?” gli chiese dopo che si fu calmata del tutto “Sapevo saresti venuta qui, eri troppo silenziosa, adesso però torniamo che si sta facendo tardi?”
chiese il ragazzo accarezzandogli la guancia e mettendo un braccio nelle sue spalle stringendola, lei annuì e insieme si incamminarono verso casa.
Davanti alla porta Andrea si girò e lo guardò “Grazie di tutto, Grazie Zayn!”.


LEGGIMI LEGGIMI LEGGIMI..
Allora ciao bellissime come state?

eccolo qui il capitolo..
comunque ritemi cosa ne pensate, che sono curiosa..
questo capitolo è molto triste, lo so. 
mi sono messa a piangere mentre lo rileggevo..
RECENSITE <3
un bacione :)

_FlywithmE_

   
 
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