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Autore: c_underwater    14/03/2012    1 recensioni
Chia è tornata! MUAHAHAH :D Ok no ._.
Finalmente sono riuscita a sfornare qualcosa sui cinque coglioni *°* Non la reputo una gran bella storia, anzi, non mi piace molto, perché ovviamente quando ho in mente una cosa poi quando la scrivo è completamente diversa. Comunque ci ho provato, e spero che a voi piaccia :)
Accenni alla trama, dunque. Bonnie incontra casualmente cinque ragazzi, capisce che non può vivere senza di loro e si innamora follemente di uno. Ovviamente il loro amore è ostacolato da ostacoli (?), gelosie ed inganni. Sembrerebbe una trama pressoché perfetta, ma ovviamente il mio genio ha rovinato tutto D:
Ripeto, non ne sono molto convinta, tiratemi su di morale, ovviamente le critiche sono ben accette xxx
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You missed me all along

Erano ben tre settimane che non sentivo i ragazzi.
Potevano sembrare poche, ma su di me pesavano come macigni. Erano bastati pochi giorni per capire che mi mancavano i loro sorrisi, i loro occhi, le loro voci, il loro modo di fare, di porsi e di parlarmi. Avevo un bisogno disperato di vederli; ma non vederli qualche ora un pomeriggio, volevo averli accanto sempre.
Salii faticosamente le scale che mi avrebbero portato al mio appartamento, controllai distrattamente la cassetta della posta, presi l’unica busta bianca e mi infilai in casa. Lasciai la borsa sul divano e mi diressi in cucina, mentre aprivo la busta sbadigliando. La calligrafia era talmente disordinata che faticai a decifrare il messaggio.
« Sfratto » dissi con voce piatta.
Rilessi un paio di volte la lettera.
« Sfratto » ripetei ridacchiando. Mi davano lo sfratto; la situazione era talmente assurda che mi veniva voglia di ridere. Mi uscì una risata alla Bellatrix Lestrange e mi misi a canticchiare Die Die My Darling dei Metallica. Uno stupidissimo cugino che aveva deciso di trasferirsi dal Messico e che aveva bisogno di un posto dove stare. Ridicolo.
In quel momento mi squillò il cellulare.
« Pronto! » ruggii nel microfono.
« Ciao, dolcezza, sono Louis. Brutto momento? »
« Louis! » strillai di scatto in preda ai miei cambi d’umore istantanei, e il cellulare mi scivolò sotto il tavolo. Non feci in tempo a piegarmi per prenderlo che sbattei la fronte sullo spigolo del tavolo.
« Oh, cazzo! » recuperai il telefono mentre un dolore lancinante mi spaccava in due la testa. « Louis? »
« Cos’è successo? » mi chiese in tono divertito. Sicuramente aveva sentito tutte le mie imprecazioni.
« Niente, mi sono sbattuta sul tavolo… » soffocai un gemito di dolore. « Senti, Louis, puoi richiamarmi più tardi? Sono leggermente nella merda. »
« Cos’è successo? » ripeté con voce leggera.
Sbuffai.
« Mi hanno dato lo sfratto. Ho quindici giorni per liberare la casa. »
« Oh. Oh, no, mi dispiace, Bonnie. »
« Fa niente, tanto non mi piaceva qui. Solo che mi scoccia andare da mia madre » dissi, sbattendomi in fronte due cubetti di ghiaccio.
Louis scoppiò a ridere, urtando i miei fragili nervi.
« Ma sei scema? »
« No, Louis. Sono semplicemente molto incazzata. »
« Puoi venire a stare da noi. »
Sapevo che l’avrebbe detto.
No, non potevo accettare di nuovo.
« Ma sei scemo? » gli chiesi, facendogli un impeccabile verso.
« Bonnie. Dico sul serio. »
« Si tratterebbe di sopportarmi permanentemente. »
« Se la metti così sarebbe più difficile per te sopportare noi » ridacchiò. Come sempre sembrava a suo agio e padrone della situazione.
« Non credo che si possa fare, Louis… Insomma, sarebbe… »
« Ti piacerebbe, ammettilo » mi stuzzicò.
« Stavo per dire Sarebbe strano, ma in effetti… Sì, mi piacerebbe » sospirai. Sicuramente stavo delirando a causa della botta alla fronte. « Non possiamo almeno parlarne con gli altri? » gli chiesi, tentando di mantenere un tono di voce fermo. Dio, mi girava la testa in un modo impressionante.
« Certo. Sono già qua » mi disse Louis. Ovviamente non potevo vederlo, ma ero sicura che avesse un enorme sorriso stampato sulla faccia. « Ok, metto il vivavoce. »
Sentii il sovrapporsi di tre voci che tentavano di salutarmi; non riconobbi quella di Harry.
« Ehm, ciao, ragazzi. »
Sentii Louis spiegare agli altri la situazione, mentre mi stendevo sul divano con la borsa del ghiaccio in testa.
« Ehi, Bonnie, che problema c’è? » sentii che mi chiedeva la voce di Zayn.
« Ragazzi, è difficile… Potrebbe andare bene per un paio di giorni, ma devo trovare casa, eccetera… Credo che sarei solo d’impiccio. »
Scoppiarono a ridere. Quanto odio quando la gente trova stupidi i problemi che io trovo giganti. E di fatto, trovare una nuova sistemazione in due settimane era un problema gigante, punto.
« Bonnie, facciamo così. Tu vieni qua tranquillamente, stai un po’ da noi e nel frattempo tutti insieme cerchiamo un nuovo posto, ok? » mi disse Liam.
Oh, finalmente qualcuno di ragionevole con cui parlare.
« Beh… Lasciatemi pensare, d’accordo? »
« Va bene » disse Louis. Attese circa un nanosecondo, poi parlò di nuovo. « Hai pensato? Bene. Hai detto di sì. Veniamo a prenderti » e riattaccò.
« Louis! » strillai debolmente. Lasciai scivolare il telefono sul tavolino e nascosi la faccia nel cuscino, provando a nascondere un sorriso.
 
Una ventina di minuti dopo sentii un gran trambusto per le scale e poi bussare alla porta.
« Arrivo » provai a gridare, mi buttai giù dal divano e mi avvicinai alla porta evitando per un soffio la distruzione di un vaso antico della padrona di casa.
Non saranno venuti tutti e cinque…
Aprii la porta. Certo, erano lì tutti e cinque.
« Ciaaao » mi fece Louis. « Santo Cielo, sei pallida come un morto. »
« Carino come al solito, mi raccomando » dissi con una smorfia. « La botta di prima. »
« Oh, sì. In effetti sembra che ti sia entrata nel cranio una pallina da tennis. »
« Ma smettila, Lou » sospirò Liam, che riuscì ad entrare in casa per primo. « Come va, Bonnie? »
« Mmh… Va » mi lamentai, tornando sul divano.
« Pensavamo, puoi venire ora a casa prendendo solo le cose che ti servono e nei prossimi giorni procediamo col trasloco » disse Niall come uno in quei film americani che aveva l’aria di aver organizzato un rapimento tutto da solo.
« Ehm, va bene… »
Preparai la borsa con l’aiuto di Liam e Niall, poi ci infilammo in macchina, diretti ad Axminster. Allegramente spiaccicata tra Harry e Zayn, ancora mi chiedevo perché avessi accettato.
Certo, perché ero un’idiota.
Naaah.
Perché ero ben consapevole del fatto che avrei trascorso i mesi successivi in compagnia di cinque favolosi ragazzi?
Probabile.
O semplicemente perché avevo bisogno di loro come dell’aria che respiro.
Sì, ecco perché.



VAS HAPPENIN'?
Yo bella gente. Dai, questo capitolo è un po' meglio, vero? *occhi da cucciolo(?)*
Comunque le vostre recensioni mi rendono felicissima, grazie *________* 
#love
xx
  
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