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Autore: neme_    15/03/2012    7 recensioni
Dieci one shot in linea con la canzone che li accompagnano. Dieci storie autoconclusive su Lavi, personaggio di D.Gray-man, e su Rukia, personaggio di Bleach. Perché anche il crossover può dare grandi soddisfazioni.
01. Grace Kelly [ ~ perché non ti piaccio? ]
02. Minuetto [ ~ lo voglio non lo voglio ]
03. Oggi sono io [ ~ non voglio più nascondermi ]
04. Knocking on the mind [ ~ allora, ho indovinato? ]
05. S.E.X. [ ~ dovunque tu sia stata, mia metà ]
06. Shy [ ~ come la definiresti? ]
07. Dear God [ ~ ho bisogno di avere fede in te ]
08. Uso [ ~ perché la nostra promessa non diventi una bugia ]
09. Cirano [ ~ per sempre tuo, per sempre Lavi ]
10. To the end [ ~ perché a parte l'amore non posso offrirti altro ]
[raccolta][crossover][het][LaviRuki][song-fic]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino; vi sono mancata? -no- Bè, eccoci qua, già pronti. Mentre finisco la stesura del nuovo capitolo di Bad rabbit posto questa cosuccia nuova. In realtà inizialmente ero partita con Knocking on the mind, ma che vogliamo farci, io e l'angst diventiamo sempre più una cosa sola, quindi sotto con Minuetto. Canzone non facile, ma ce l'ho messa tutta. A dire il vero non ero nemmeno sicura di postarlo, Rukia per me è un personaggio assai difficile e dar voce ai suoi pensieri mi ha fatta dannare un po', specie illustrare Lavi coi suoi occhi. Ma Angy_Valentine ha detto che va bene, dunque mi fido, eh!
La raccolta si ispira alle canzoni che mi porta la modalità casuale, quindi non segue necessariamente una linea temporale, a parte la prima one shot che doveva fare da apripista. Questa tratta dei giorni che i due cominciano a trascorrere insieme in questa ipotetica alleanza Soul Society-Ordine Oscuro, e di quanto sia dura per una come Rukia fidarsi, specie di uno come Lavi che fa della menzogna il proprio mestiere. Il volume sedici di D.Gray-man mi è stato di grande aiuto per quella frase che ormai mi ronza attorno, detta da Lvellie. “
Voi Bookman siete iene che invadono i campi da guerra”, e infatti qui il povero Lavi si sentirà spesso chiamare con quest'appellativo, a dispetto del suo atteggiamento socievole. Spero di aver fatto un buon lavoro comunque. Mi capitano certe canzoni...
Inoltre qui il narratore sembra perlopiù un alter ego di Rukia, nella speranza di rendere meglio il conflitto che vive quest'ultima. Le vostre recensioni mi hanno resa un sacco felice e spero di leggerne altre per questa nuova one shot! *-*
Ringrazio immensamente, ma proprio tanto,
GLOGLOSSY, Ookami san, Kuchiki chan, Ucha, Haily e Angy_Valentine per le recensioni! Grazie di cuore!
Ringrazio inoltre
Haily e Angy per aver inserito la raccolta tra le preferite, Kuchiki chan per averla messa nelle ricordate e JennyMatt, RedCherryFresh e Shaila Light per averla messa tra le seguite!
Buona lettura, spero davvero che vi piaccia!


[crossover Bleach/D.Gray-man][LaviRuki][het][angst][UST][introspettivo][POV Rukia]





Dieci volte tanto





Minuetto





« Rinnegare una passione no, ma non posso dirti sempre sì,
e sentirmi piccola così tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te,
troppo cara la felicità per la mia ingenuità,
continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore.
Sono sempre tua, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi,
tanto sai che quassù male che ti vada avrai tutta me,
se ti andrà, per una notte sono tua,
la notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua. »


« E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai,
ne approfitta il tempo e ruba, come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più,
e continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia. »


« Ora ammetto che la colpa forse è solo mia,
avrei dovuto perderti,
e invece ti ho cercato. »

[ Minuetto – Mia Martini ]





Ma chi te l'ha fatto fare, Rukia? Con tutte le cose a cui devi pensare, dovevi andare a impelagarti in una cosa del genere? Sei uno shinigami, d'accordo, ma lo sai, sai meglio di chiunque altro che è una cosa troppo grande, anche per te.

Ti avevano parlato di lui, ti avevano avvertita. La tua mente si era già messa sull'attenti. Ma allora cos'è successo? Ti sei rammollita? I doveri di luogotenente ti hanno dato alla testa e non ragioni più come una volta?

« Bookman è colui che si infiltra nella storia per registrarne il lato oscuro. Il loro compito è trascrivere ogni evento, si infiltrano in ogni guerra per descriverne con imparzialità gli avvenimenti e decidere quali informazioni possano essere alla portata della collettività. Il loro lavoro è di grande importanza anche per gli shinigami, saranno ottimi mediatori su cosa deve essere saputo riguardo questa guerra e voi. Siate accondiscendenti con loro, ma non fidatevi, non sono alleati, non sono amici, sono solo spettatori e voi non siete che attori dello spettacolo che hanno deciso di registrare. »

Che gli stessi membri dell'Ordine Oscuro, organizzazione con la quale si erano alleati per questa grande guerra, li considerassero così dovevano farti capire che erano pericolosi. Tu lo sai, Rukia, sai quanto marciume ci sia nelle alleanze, sai bene che gli essere umani sanno essere freddi, calcolatori, preoccupati solo dei propri interessi.

« Se ci sono informazioni che non volete vengano a galla, non fate loro nessun tipo di confidenza. Non esitano ad aggregarsi con chicchessia per le loro registrazioni. Vi trattano da amici solo perché per il momento fa comodo. Si insinuano con grande maestria tra le persone per scrutarle e catalogarle nella storia, le prendono in giro finché non lo ritengono sufficiente. Considerateli come iene, fate il loro gioco ma non dimenticate mai che non sono compagni. »

« Ricevuto. »

« Soprattutto il vecchio. » il signore che stava mettendo in chiaro la situazione -Rukia non ricordava il suo nome ma sapeva che all'interno dell'Ordine occupava la posizione di sovrintendente – non si era certo fatto scrupoli riguardo la posizione dei Bookman. Aveva lasciato intendere che lo trovava un lavoro alquanto discutibile e con quel lungo sermone cercava di inculcare la stessa idea agli shinigami. Rukia, avresti dovuto dargli retta, avrai anche esperienza, sarai libera di scegliere i criteri che più preferisci per analizzare le persone, ma non sai mai cosa ti aspetta la vita. Avresti dovuto dargli retta.

« E quel fanciullo dai capelli rossi che è sempre accanto a lui? » Byakuya, tuo fratello, lui sì che è attento, non si lascia sfuggire nulla. Perché non hai seguito il suo esempio?

« Bookman Jr. non ha la sua esperienza, è più facile che lui faccia mosse false. È innocuo, in confronto al vecchio. »

Si sono sbagliati tutti, anche il sovrintendente. Anche lui si era sbagliato enormemente sul conto di quel ragazzo. Dì, Rukia, è stata una sciagura averlo come compagno di missione, non è vero? Ti hanno mandata dritta dritta nelle fauci della iena, ma tu ti sentivi pronta, hai pensato di potertela cavare. Non sarebbero bastati quei sorrisi smaglianti e accomodanti, nemmeno quei piccoli complimenti che si concedeva, quale onta, un comune ragazzino umano che ti rivolgeva la parola con quella confidenza, dicendoti senza mezzi termini che sei forte, che l'uniforme da esorcista ti dona molto, stai molto meglio così invece di portare quell'anonimo kimono nero, ti esalta, perché non ti accorgi delle qualità che hai? Tu non hai tempo per te stessa, Rukia, gli esseri umani, l'equilibrio, la tua famiglia è molto più importante, costui vuole solo beffarsi della tua posizione. Però quei commenti, tutto sommato, ti fanno piacere. Riaccendono la tua femminilità, vero? Più passano i giorni e più ti dice che sei carina, il caschetto ti incornicia bene il viso. Ma a lui della tua vita cosa gliene importa? Non c'entra nulla con la guerra, si sta impicciando spudoratamente dei fatti tuoi e il suo atteggiamento amichevole è solo una facciata, quello è una iena.

Rukia, tu lo sapevi, ti avevano avvertita. Non dovevi e nemmeno volevi fidarti di lui. Eppure non hai mai distolto l'attenzione dai suoi discorsi. È così giovane e ha una cultura così vasta, sa un sacco di cose ed è felicissimo di spiegarti tutto, a lui piace parlare. Avete viaggiato spesso insieme, in un sacco di posti che tu non hai mai visto e non si è fatto sfuggire come eri interessata a ciò che ti circondava e ti ha spiegato ogni cosa, con quel modo di parlare sciolto, sembra così serio, così preciso, ha carisma quando si tratta del proprio lavoro e tu stai lì ad ascoltarlo, non importa cosa dica, lo ascolti, perché sarà anche una iena ma ha un modo di parlare che ti attira. Rukia, no, non avresti dovuto dargli corda, non così tanta, guarda come sei ridotta. Ti rendi conto anche tu di essere stata stupida, vero? Quand'è che hai cominciato a porgli domande di tua iniziativa, andando sempre più sul personale e ricevendo risposte sempre più evasive?

Sono passati tanti giorni, forse troppi per una come te che ha vissuto così tanti anni. Perché in tutto questo tempo non ti sei accorta di ciò che stava nascendo? Hai così tante cose a cui pensare, ci mancava solo quel ragazzo dai capelli rossi che non si sa né da dove venga né quale sia il suo vero nome. Te l'aveva detto lui, ricordi?

« Lavi è un nome molto particolare. Vieni forse da qualche isola del... Paciu... »

« Pacifico? » ha ridacchiato, ricordi? Non è per tenerezza, è da pura presa in giro. Dovevi considerarlo così.

« Sì. »

« No, la sua origine risale alle civiltà del Medio Oriente. L'ho trovato bello e facile da ricordare, così “l'ho preso in prestito”. Finché non diventerò il nuovo Bookman, mi farò chiamare così. C'è anche chi mi chiama Junior, ma Lavi è più comodo, non trovi? Ah, poi c'è Yu che mi chiama “coniglio”. È simpatico, a modo suo. »

« Ma anche una volta diventato Bookman non userai il tuo vero nome, giusto? »

« Già. È la regola. »

« E il tuo vero nome qual è? »

Ti ha sorriso, ancora una volta. Ti ha accarezzato la guancia, sperando di ottenere una tua reazione incontrollata. È sfrontato, è un maleducato di prima categoria, come si permette di toccarti in quel modo e di parlarti con quel tono confidenziale? E anche tu, Rukia, come ti salta in mente di porgli certe domande? Ti avevano detto di non dargli confidenza, è una iena che campa coi corpi straziati dalla guerra. Doveva bastarti questo per prendere le distanze.

« Temo di non potertelo dire, Ruki. »

Ha anche il coraggio di storpiare il tuo nome. Dopo neanche due giorni passati in giro per il mondo assieme, per distruggere akuma o combattere gli hollow, si è permesso, senza preavvisarti di nulla, di darti un nomignolo. Ormai è passato troppo tempo e questa abitudine non se la toglierà mai. Complimenti, Rukia, perché glielo hai permesso?

E dire che ci stavi riuscendo bene. Per un po' eri riuscita a mantenere le distanze, tu sei Rukia Kuchiki, nessuno ha il diritto di insinuarsi nel tuo cuore e scrutarci dentro. La storia non doveva permettersi di sfiorarti. Ci stavi riuscendo, Rukia, poi cos'è cambiato? Davvero è bastata la sua parlantina sciolta per farti cedere? Sei una debole, Rukia, i Kuchiki non cedono mai di fronte a cose del genere.

Eppure. Hai voluto spingerti un po' troppo oltre, affidandoti troppo alla tua sicurezza che evidentemente non è stata sufficiente. Sei combattuta adesso, vero? Ti hanno detto centinaia di volte che è un falso, ma ai tuoi occhi sembra l'esatto contrario.

Hai cominciato a desiderare di capire fino a che punto il suo lavoro avesse la priorità e hai sbagliato. Aggrappandoti alla sciocca speranza che potesse essere davvero un compagno. Che enorme sbaglio, che umiliazione per te.

Lui sorride, ti parla, ti concede un sacco di attenzioni. Non manca mai di darti il buongiorno, ti invita a fare passeggiate, anche se viene sempre rifiutato ti chiede di allenarsi con te. Ti chiede sempre se ti manchi mai casa tua, la Soul Society, chiede sempre com'è fatta. Si avvicina a te, anche troppo. E tu lo lasci fare?

« Ruki, stasera ci sarà una fiera in un paese poco distante dalla sede dell'Ordine. Che ne dici? »

« “Che ne dici” di cosa? »

« Di andarci, che domande. Così ci svaghiamo un po'. Alla Soul Society le fate le fiere? »

« No. Non diamo importanza a queste cose. »

« Ma che tristezza. Non festeggiate nemmeno i compleanni? »

« Quello sì, ma non facciamo feste in grande stile. Siamo troppo occupati e... »

« Che razza di stacanovisti! Siete peggio del vecchio! Allora la tua presenza alla fiera è d'obbligo. »

« È così che tu inviti la gente? »

« Mettiti un bel vestito e fatti trovare pronta dopo cena, eh. »

È sfacciato oltre ogni limite, è una iena. Perché hai ceduto al suo invito? Lo sapevi che se gli avessi dato una mano si sarebbe preso tutto il braccio. E infatti ti ha invitata ancora e ancora, ti ha fatto vedere un sacco di cose, e ti ha spiegato tutto, sempre accanto a te, con quei sorrisi, quelle attenzioni, sono false, Rukia, non cascarci.

Eri così splendida una volta, e ora guardati. A far comunella con lui. A farti toccare. A mandarti nel pallone perché lo vuoi e non lo vuoi.

« Lavi, tu sai davvero tante cose. »

« Eh eh, grazie! Anche se, credimi, non è poi così tanto. Ogni giorno c'è qualcosa di nuovo da imparare. »

« Cosa ti spinge a fare tutto questo? A rinunciare al tuo nome, andare sempre in guerra. Potresti essere una persona normale. »

Ti ha sorriso, come ha sempre fatto. Ti ha accarezzato ancora una volta la guancia. Ma è passato troppo tempo da quando vi siete conosciuti, in giro per il mondo a combattere insieme, e tu ormai lo lasci fare, ti sei abituata a quel modo di fare sfacciato ma premuroso, tu lo vuoi e non lo vuoi, nell'incertezza lo lasci fare.

« Io non sono normale. »

« Che cosa intendi dire? »

« Temo di non potertelo dire, Ruki. »

« Parli molto, ma alla fine non mi dici niente. »

« Mi dispiace. »

« Davvero? »

Ti importa veramente saperlo? Sì, purtroppo sì. È che la sua parlantina sciolta non ti basta mai e si lascia sfuggire le cose che davvero vuoi sapere. Lo fa apposta, sicuramente, è una trappola, non cedere, non cedere, non cedere. Te lo dici, ma poi? Lo lasci fare, nell'incertezza e nella vana speranza di cogliere qualcosa in più. È sfacciato ma gentile nei tuoi confronti, il suo toccarti la guancia quando vuole eludere una domanda troppo intima per i suoi gusti tutto sommato compensa la risposta non data.

Lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio.

Non sai da che parte pendere. Non sai se lui ti vuole in quel senso o solo per una ridicola registrazione. Le sue risposte evasive non bastano, non sono una certezza. Eppure tu ti accontenti comunque, purché parli, parli ancora e ti tocchi la guancia come sa fare lui, sa dove toccarti, lo nascondi ma lui sa che quel tocco qualche brivido te lo da, anche se non vuoi.

« Davvero, Ruki. »

« Mh. »

« Ehi, che cos'hai? Mi sembri assente. »

« Niente. Stavo solo pensando. »

« Ah, e a cosa? »

Non gli rispondere. Lui ci campa con quelle informazioni di poco conto che gli dai. Vedilo da un'altra ottica, pensa che lui ti sta solo usando, tutte quelle cortesie sono solo una facciata. È accomodante, ti porta in giro, ti riaccompagna nella camera dell'Ordine che ti hanno momentaneamente riservato, poi chissà cosa fa e con chi spettegola di ciò che gli racconti. Lui si fa sempre e solo i fatti suoi, dovresti farlo anche tu. Ma tu non vuoi.

Lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio.

« Ho sentito molto parlare di te. »

« Immagino cosa ti abbiano detto. Sono una iena che invade i campi di guerra, non è così? »

« Non ti dà fastidio che ti considerino in questo modo? »

« Anche tu mi consideri una iena? »

Digli di sì, che è proprio quello che pensi. Altro che coniglio, è una iena. Digli che ti sei accorta che ti sta solo usando per le registrazioni e già che ci sei digli che se le può scordare, perché tu non sei inchiostro su carta. L'inchiostro su carta non si può accarezzare come fa lui con te.

« Ripensando ai giorni che abbiamo trascorso insieme, in missione, direi di no. »

« Va bene così allora. »

« Eh? »

« Ah, non ci pensare. È tardi, meglio se riposi. Ti accompagno in camera. »

Più passano i giorni e più tu sei nei guai, Rukia. Tu te n'eri accorta benissimo. Il carattere che mostra con te non è suo ma gli fa comodo che tu la pensi così. Non ti accarezza per sincero affetto, lo fa perlopiù per addomesticarti, come un cagnolino obbediente, poi ti lascia nella cuccia e si fa i fatti suoi, sapendo che tu lo aspetterai comunque.

« Grazie. » gli dici ogni notte quando siete davanti alla porta della tua camera. Lui sorride, è sempre lo stesso copione. Aspetta fino all'ultimo prima di andarsene, si assicura che tu entri e poi se ne va, sempre per fatti suoi. Dopotutto le gentilezze si ricompensano e lui con te è fin troppo gentile. « Allora a domani. »

« Mh-mh. » non ti dice quasi mai “buonanotte”. Pensa che sorridere sia sufficiente. Lo vedi che è una iena? Però a te non interessa, non più, vero, Rukia? Non importa se ti chiama Ruki, non importa quanti giorni ancora dovranno passare, scanditi dalle carezze che ti dà sulla guancia, ormai hai imparato a conviverci con tutti i pro e i contro. E tu non sai ancora dire se ti piace davvero questa situazione o no. Non devi considerarlo un compagno. Così sarebbe tutto più facile.

« Lavi. »

« Che c'è? »

« Io non so ancora se tu sei un coniglio o una iena. »

« Di che parli? »

« Devo riuscire a considerarti in un solo modo per continuare a viaggiare con te. »

Ti guarda, non avvicina nessuna mano alla tua guancia, ti fissa e basta, sempre sorridente. Sorrisi che un po' ti danno fastidio perché non c'è niente da ridere, però ormai ti ci sei abituata, è passato tanto, troppo tempo.

Lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio.

Cosa ti cambia sapere se è un coniglio o una iena? Sai già qual è la risposta, Rukia.

L'uomo che hai davanti agli occhi tu ormai lo consideri un compagno. Una iena, ma sempre un compagno. Che non ti sbrana e non ti getta tra le fauci del nemico, ma ti accompagna in camera e ti dedica innumerevoli attenzioni. Senza farti capire cosa prova realmente. Fai come lui, non far capire cosa ti passi per la testa.

Non avresti dovuto dirgli quelle cose. Gli hai dato modo di pensare che tu tenga a lui quando non è vero. Non è vero. Non è vero?

Non è un tuo compagno. Non è un tuo compagno. Non è un tuo compagno?

Lo voglio, non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio.

Ma cosa voglio io da uno come lui?

Che stupida.

È stata tutta colpa mia.

Già.

Mi avevano avvisata.

Proprio così.

E adesso?

Peggio per te.

Avrei dovuto continuare a mantenere le distanze.

Ci sei arrivata, alla fine.

Sono una sciocca. Lui non mi considererà mai una compagna.

Probabile.

Probabile?

Lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio.

Lo voglio?

Lo vuoi?

Non lo so più.

Eccolo che ridacchia di nuovo. È irritante, è sfacciato, è maleducato. E tu che lo lasci fare. Sia maledetto il giorno in cui hai deciso di volere di più e quando ti sei accorta di non volerlo era ormai troppo tardi. Lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio. Stai pur lì ad affogare nel tuo angolo di incertezza, Rukia, te la sei voluta.

« Non ci pensare, mettiti a dormire. » ti accarezza di nuovo la guancia. Proprio adesso che non vorresti una carezza di quella iena. Non la vorresti?

« Buonanotte, Ruki. »

Lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio, lo voglio non lo voglio.

Non lo sai ancora, Rukia, che cosa vuoi esattamente.
A te basta che ti accarezzi la guancia e ti sorrida e ti parli con quella voce sciolta. Comunque vadano le cose.

   
 
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