E tu mi dicevi “perché non scrivi più?”
Come vedi, ora scrivo, scrivo mentre respiro, scrivo come respiro. Ma di che cosa devo scrivere, come un dovere, per dirti o per dirmi, che sono ancora viva … I compagni d’Universita’ dicevano che la vita o la si vive o la scrive (l’ha detto D’annunzio, o Pirandello, capisci?) e forse non scrivo più perche’ ora vivo, ho imparato a vivere, e la vita è quella cosa fatta di dolore, di noia, di impegni, di cose concrete e vere, piccole e fastidiose, come insetti sulle ali di un gabbiano; è fatta di gioie che non bastano parole umane a descriverle, ricordi ormai lontani e spenti, tracce e suggestioni, e amori, amori tanti, vissuti e poi dimenticati.
Di cosa devo scrivere? So scrivere soltanto dei miei ricordi, e a chi interessano, i miei ricordi? So scrivere soltanto accarezzando le parole, e forse devo scrivere proprio come un esercizio di vita, per ritrovare quella carezza e quello sguardo, che sapevo avere sul mondo.
Ma tu lo sai, quanto fa soffrire quello sguardo? Quanta fatica e quanta pena, per riuscire ad appannarlo, ad incanalare questo fiume di parole e di pensieri che mi grida dentro