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Autore: Medy    16/03/2012    3 recensioni
Il mondo magico sembra aver ritrovato la pace dopo la sconfitta di Lord Voldemort, e la nuova generazione di Maghi è pronta a vivere in una pace che sembra duratura. Ma qualcuno, non è entusiasta di ciò. Qualcuno è deciso a riportare l' ordine nel mondo magico, quell'ordine che con la caduta del Signore Oscuro è stato messo a socqudro. Una nuova minaccia incombe all'orizonte. Tutto ciò farà da cornice ad una storia d'amore inverosimile, che risulti essere una ripetizione di un qualcosa che è stato stroncato molto tempo prima. Ideali differente legheranno due persone. Legheranno due cuori, disposti a sacrificare l'uno la vita dell'altro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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     8°Capitolo

                                                                “Finalmente ….POSTA”
 
 

 
 
 
Scorpius era sdraiato e fissava il soffitto dell’infermeria. La pioggia tamburellava contro le finestre. Quel debole rumore era fastidioso  e non lo lasciava riposare. Madame Chips lo affiancò, e gli ricordò di prendere la sua Pozione Iecur, che gli avrebbe dato sollievo allo stomaco, duramente colpito dal bolide. Era verdastra, e il sapore non era dei migliori, ma Madama Chips aveva i suoi metodi per costringere i suoi pazienti a non replicare. Il sapore rimase sulla lingua troppo allungo. Era sgradevole.
La porta dell’infermeria si aprì, e voltandosi , Scorpius incontrò il volto di uno dei suoi fedeli compagni di casa: Rigel Dolov. Sorrise all’amico, che si accomodò accanto.
“Come ti senti ?”. Quella domanda gli era stata ripetuta fin troppe volte quella giornata, e per l’ennesima volta Scorpius diede una risposta.
“Se non ci fosse quella megere che cerca di rifilarmi questa Merda, potrei dire di star bene”. Soghignò lui, accennando il bicchiere di cristallo vuoto , poggiato sul piccolo mobiletto accanto al letto. Rigel sorrise divertito.
“Abbiamo preso il tasso bastardo . Credo che non tenterà più di fare una cazzata del genere!”. Si scambiarono uno sguardo di intesa. Scorpius sapeva che i suoi amici avrebbero agito senza che lui avesse avuto bisogno di parlare. Erano uniti, e se uno solo di loro veniva scalfito, gli altri partivano all’attacco, pronti a vendicare il torto subito. Erano gli unici di cui si fidava ciecamente.
“Ottimo…”.
Improvvisamente Rigel cambiò espressione. Il volto gli divenne serio. Quasi da rimprovero. Scorpius si preparò per ricevere qualche strigliata.
“Ho visto uscire la Weasley questa mattina da questa stanza… Non dirmi che è venuta a trovare te” . Il tono era rigido come il volto. Scorpisu chiuse gli occhi con aria stanca . Si scompigliò i capelli e ritornò a fissare l’amico. Avrebbe dovuto spiegargli ogni cosa, prima che avesse potuto fraintendere l’intera questione.
“La piccola sangue sporco ha scoperto , non so come, che sono un Mangiamorte, per fortuna di voi non sa nulla, e crede di potermi aiutare , sta cercando di avvicinarmi a me, raccontandomi addirittura una storia assurda su mio padre .Io intanto le sto facendo credere di stare a questo stupido gioco. Così che lei non possa denunciarmi al Ministero ,e inoltre avere una figlia di un Auror dalla nostra parte potrebbe risultare un vantaggio… “.
“Come credi di potarla dalla nostra parte. Ci ha sempre odiati. E inoltre tra te e Potter non scorre buon sangue. E si sa che Weasley pende dalle labbra del cugino”. Riger aveva incrociato le braccia al petto, interessato alle parole di Scorpius. Sarebbe potuto sembrare un buon piano, naturalmente c’era da analizzare alcuni particolari che avrebbero potuto far saltare tutto, compreso la loro copertura. Scorpius sfoderò il suo solito ghigno.
“Da premettere che Rose Weasley è pur sempre una ragazza. E , tu sai, che io conosco i punti deboli delle ragazze. Per quanto riguarda Potter, potremmo zittirlo una buona volta, se Weasley passa dalla nostra” . Era troppo sicuro di se. Aveva arte nel manipolare le persone, e gli riusciva meglio quando quelle persone erano ragazze deboli, desiderose di romanticismo. Rose Weasley non era diversa dalle altre. Avrebbe attuato le sue tattiche. Ma prima di farlo avrebbe dovuto consultarsi con gli amici, e l’arrivo di Rigel era stato l’ideale.
“Questo mi sa tanto di rivincita personale…” Puntualizzò Rigel , divertito dalla presunzione dell’amico. Lui annuì fiero. Quella sarebbe stata la sua rivincita contro Albus Severus Potter  e famiglia. Quella famiglia che aveva distrutto la sua.
“Passiamo ad argomenti seri… Tuo nonno mi ha mandato questa…”. Il tono di voce si abbassò. Divenne un sibilo. Dalla tasca dei pantaloni , Rigel, cacciò una pergamena e la porse a Scorpius che la prese e ne lesse il contenuto.
“Perché mai hanno rimandato?”. Era deluso di ciò che il nonno gli aveva scritto. Rigel scrollò le spalle. Ne sapeva quanto lui. Avevano ricevuto tutti quei medesimi ordini, e tutti avevano reagito male.
“So solo che gli Auror stanno in allerta, e quindi dobbiamo far calmare un po’ le acque per il momento”.
“Ma sono passati quasi due mesi….” Scorpius si bloccò. Madame Chips era passata in quel momento, scoccando a Rigel una brutta occhiata. La Medimago non era mai entusiasta delle visite che ricevevano i suoi pazienti. Scorpius attesa che si fosse allontanata prima di riprendere il discroso.
“Sono passato due mesi, e la gazzetta del Profeta non né parla nemmeno più!... Cosa diamine stanno combinando?”. Scorpius era furioso. Rigel scrollò le spalle , non sapendo cosa dire. Come avrebbe potuto giustificare tale reazione?.
“Scorpius non so che dirti. Anche io quando ho letto la lettera sono rimasto senza parole, e con me gli altri. Stavamo aspettando impazienti ulteriori aggiornamenti, ma è solo arrivata questa che ci ordina di stare calmi e buoni tra le mura di Hogwarts”. Rigel mostrò il suo dissenso. Scorpius accartocciò la pergamena tra le mani, e in un attimo questa prese fuoco. La rabbia gli ribolliva dentro.
“Hai visto il marchio?”. Rigel cercò di cambiare discorso, sperando di rassicurare l’amico. Scorpius sembrava non ascoltarlo, guardava un punto impreciso d’avanti a se.
“È più evidente adesso. Vuol dire che ci sono altri Mangiamorte,  pronti a sostenere la nostra causa. Stiamo diventando forti. Forse è anche per questo che dobbiamo attendere….”. Rigel sperò che quella notizia potesse rassicurare l’amico, ma fu in vano. Scorpius continuava a non dargli retta. Gli importava poco se altri fanatici si fossero uniti al gruppo. Cosa che lo rendeva furioso è il dover attendere per una cosa che avevano organizzato nei minimi dettagli e che gli aveva rubato tempo. A causa di quel compito le sue notti erano insonne e la sua passione era stata lasciata in disparte. Non poteva , Lucius, fargli una cosa del genere .
“Sono stanco Rigel, lasciami solo”. Cercando di mantenere l’autocontrollo di sé, Scorpius liquidò l’amico elegantemente. Lui non ribattè. Si alzo dalla sua postazione e lasciò l’infermeria.
La pergamena tra le sue mani era diventata cenere, e con essa anche il bicchiere di cristallo poggiato accanto al letto.
 
 
 
 
 
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“Albus Severus Potter…. Fermati”. Rose riuscì a raggiungere Al appena in tempo. Si stava dirigendo verso il campo da Quidditch. Nonostante ci fosse una forte pioggia, i Grifondoro non avrebbero rinunciato ad un sano allenamento. Dopo la lezione di Erbologia , Rose non era stata in grado di discutere con il cugino della faccenda riguardante lei e Leon, in quanto era scappato via come un fulmine.
Al si voltò verso la cugina, che lo raggiunse di corsa. E l’aria stampata sul viso, gli fece presagire che le sue parole non sarebbero state tanto dolci. Intanto, gli altri membri della squadra, compreso Leon , rimasero a fissare i due cugini, in attesa di assistere all’ennesimo litigio tra i due.
“Rosei cara dimmi…” Al sfoderò il miglior sorriso. Ma non bastò per migliorare l’umore di Rose. Intanto Thana e Simon assistevano da lontano. La pioggia era diventata più irruente e i due amici preferivano rimanere asciutti.
“ Ho da dirti tante di quelle cose….”. Il tono minaccioso rese Al più inquieto. La pioggia ormai era diventata tempesta, e Rose, con Al e il resto della squadra, erano fradici fino al midollo. Ma ciò non impedì la Corvonero di dare una bella strigliata al cugino ficcanaso.
“Da quando puoi decidere sulla mia vita sentimentale?”. Quella domanda retorica  fece capire ad Al il motivo di tanta rabbia della cugina. Si scostò i capelli, che ormai fradici, gli ricadevano sugli occhi.
“Da sempre”. Rispose lui, come se ciò fosse la cosa più normale del mondo. Rose sbuffò irritata.
“Forse MAI! IO DECIDO CHI VOGLIO FREQUENTARE . NON DEVONO  CERCARE LA TUA BENEDIZIONE”. Rose stava urlando, e le sue urla raggiunsero anche gli altri membri della squadra, compreso Leon, che si irrigidì e si imbarazzò. Consapevole che si stesse riferendo a lui.
“Invece si Rose. In quanto io devo provvedere a te… L’ho promesso a Tuo padre. Non credere che ti lascerei uscire con il primo che capita”. Al considerava la faccenda non significativa. In fondo non aveva fatto nulla di male. Aveva cercato di proteggere la sua adorata cugina e lei come lo ringraziava? Urlandogli contro.
“Se davvero volevi provvedere a me, non lasciavi che mi avvicinassi a Malfoy”. Rose abbassò il tono di voce, in modo che la squadra Rossa e Oro non si intromettesse in quella faccenda. Al boccheggiò, non sapendo come replicare. Aveva ragione Rose, se davvero non voleva che cadesse in mani sbagliata, non avrebbe dovuto permettere che si addentrasse in quella “missione “ tanto pericolosa.
“è una questione diversa…”. Puntualizzò il Grifondoro, abbassando lo sguardo. Non sapeve come giustificare quel comportamento incoerente. Rose ormai era zuppa e arrabbiata. Non voleva continuare quello stupido battibecco. Rivolse ad Al un ultima occhiataccia e senza dire altro girò le spalle e si incamminò verso gli amici che l’attendevano all’entrata della scuola. Al la vide allontanarsi. Non cercò di fermarla o chiederle scusa. Lui non sbagliava mai, ogni suo comportamento aveva un perché e ogni perché era giusto. Si voltò verso gli amici, e con un cenno del capo si diressero verso il campo. Leon osservò Rose sparire tra le mura del castello, pensando che forse, era il momento di mettere da parte quella sua timidezza sciocca.
 
 
 
 
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Il temporale non si placò . Le finestre dell’intero castello tremavano ad ogni tuono. Era una scena degna di Film dell’orrore. Rose teneva ancora il broncio ad Al, che aveva tentato più volte di avvicinarsi a lei e chiederle scusa. Anche se continuava a pensare che era davvero esagerato il suo comportamento. Hugo si accomodò accanto alla sorella, nonostante non appartenesse ai Corvonero.
“Cosa vuoi Hugo?”. Rose era scocciata dalla petulante presenza di quel fratellino troppo appiccicosa.
“Nulla….”. La vocina di Hugo fece presagire a Rose che qualcosa non andava, e quel suo  “nulla”, valesse più di mille spiegazioni. Guardò bene il fratellino in viso , e vide una strana tristezza negli occhi. Thana si sporse verso di lui, e accarezzandogli il viso chiese dolcemente cosa non andava.
Ma lui , con occhi bassi e broncio, scrollò le spalle, comunicando che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Thana guardò l’amica con aria preoccupata.
“ Hai litigato con Lily?”. Chiese Rose sperando in una risposta. Ma lui negò con il capo.
“Ti piace qualche ragazza?”. Ipotizzò Thana, avendo come risposta l’ennesimo no mimato con il capo. Rose stava diventando impaziente. Voleva bene al fratellino, ma quello non era il momento degli indovinelli. Prese Hugo per le spalle e lo voltò verso di lei.
“Hugo ora dimmi cosa ti prende”. Ordinò lei, un po’ troppo bruscamente, dovette ammetterlo, ma fu efficace.
“Ho litigato con Justin Cambers… Mi ha chiamato sangue sporco ed io…. Gli ho dato un pugno, e adesso sono in punizione”. Justin Camers era l’ennesimo Serpeverde fanatico del Gruppo Malfoy. Era del primo anno e aveva maturato di già la passione verso l’intolleranza verso i non-purosangue. Rose guardò Thana e Simon con aria preoccupata. Ormai erano anni, anzi secoli, che quelle idee gironzolavano per Hogwarts, e purtroppo non potevano essere cancellate in un giorno. Ma la cosa che rese furibonda Rose, fu che solo il fratello ad essere punito.
“Chi ti ha sorpreso a dare il pugno a Justin?” Chiese dolcemente la Corvonero, cercando di non spaventare il fratellino, già giù di morale.
“Brenda Avery….” Rispose lui. Gli enormi occhioni azzurri si inumidirono, ma da vero e orgoglioso Grifondoro , riuscì a trattenerle. Rose corrugò la fronte .
“Brenda Avery, prefetto serpeverde”. Simon parlò indicando il tavolo delle serpi.
“Bene, credo che parlerò con questa Brenda”. Rose non avrebbe permesso ad una meschina serpeverde di punire il fratello. Non perché il suo comportamento fosse stato giusto, ma ciò che lei voleva era equità . Entrambi i pivellini del primo anno meritavano la punizione. Odiava i favoreggiamenti. Hugo sorrise radioso. Aveva una gran stima della sorella. Sapeva che l’avrebbe fatta pagare a quella stupida serpeverde che lo aveva costretto a addentrarsi nella foresta proibita, per scontare la sua punizione.
“Non ti conviene poi così tanto”. Sussurrò Thana.
“è una vera stronza…. Rischi addirittura di essere espulsa, è sempre un prefetto”.
“Non mi frega un gran che. Sono stanca di vedere questa supremazia delle serpi. “. Rose era agguerrita. Non avrebbe permesso ad una serpe di trattare in quel modo il suo fratellino. Si alzò dal tavolo , e nonostante i tentativi da parte dei due migliori amici di fermarla, Rose era diretta al tavolo dei Serpeverde, per prendere quella goffa e orrenda Brenda Avery, e dirgliene quattro. Era quasi vicina al suo obbiettivo, ma le fu sbarrata la strada. Leon Doge le si parò d’avanti, rivolgendole un dolce sorriso. Rose non imprecò per educazione, ma avrebbe scaraventato volentieri via quel guastafeste.
“Ciao Rose…” . Leon salutò la Corvonero.
Rose gli rivolse un ampio ed educato sorriso. Ma scomparve non appena vide che la Serpeverde si era alzata e diretta fuori dalla sala Grande. Avrebbe dovuto rimandare quel litigio a dopo.
Alzò lo sguardo verso il Grifondoro.
“Leon , vuoi dirmi qualcosa?”. Rose cercò di essere carina, in fondo non poteva prendersela con lui. In fondo era anche molto carino . Lui rimase a fissarla, come per caricarsi di coraggio. Nonostante ricoprisse, come Al, un gran successo con le ragazze, Leon, di fronte a Rose mostrava la sua insicurezza. Non sapeva da dove iniziare. Le avrebbe voluto dire molte cose.
Intanto Thana, Hugo, Simon e Al, che in quel momento si era accomodato al posto, lasciato vuoto da Rose, assistevano alla scena divertiti.
“Non dovevi prendertela con Albus. Lui non c’entra nulla…”.
“Grazie per il consiglio, ma se ti riferisci al litigio di questo pomeriggio, ho i miei ovvi motivi per arrabbiarmi con Albus”. Cercò di essere più cordiale possibile, e continuava a ripetersi che Leon non c’entrava.
“Si, forse…Ma io ho chiesto ad Albus di concedermi il permesso, per chiederti di uscire”. Rose sorrise divertita vedendo quanto il suo essere impacciato lo rendesse tremendamente tenero e dolce.
“Va bene Leon. Quindi immagino che hai da chiedermi qualcosa…” . Cercò di trattenere il sorriso, si poggiò una mano sulle labbra.
Leon chiuse gli occhi , consapevole di essersi appena fregato . Non aveva immaginato di chiederglielo in quel modo. Aveva pensato a qualche frase più di effetto, magari accompagnata da un sorrisetto ammiccante. Ma era riuscito solo a farla sorridere.
“SI….Cioè…”. Rose assisteva a quella scena divertita. Una possibilità doveva dargliela, almeno per premiare il suo tentato approccio.
“Leon sarei felicissima di venire ad Hogsmede con te….” . Rose pronunciò quelle parole con tono dolce, parole che illuminarono di gioia il Portiere Grifondoro.
Rose lo vide allontanarsi, e scoccare ad Al un sorriso trionfante. Rose guardò il cugino, e odiandosi, gli scoccò un’occhiata che gli fece capire che il temporale era passato. Avrebbe perdonato sempre le azioni stupide del cugino. Lo avrebbe perdonato sempre.
Quel momento di gioia fu seguito dall’ennesimo dubbio di Rose: Come si sarebbe conclusa la faccenda con Scorpius?. Ma poi ricordò che c’era ancora quel mistero che poteva legare i due e magari persuadere Scorpius. Quella sera avrebbe scritto alla madre.
                              
 
 
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Hermione era alle prese con la cena. Cucinare non era mai stata la sua passione, ma quella sera , aveva deciso di dedicare al marito le attenzioni che ogni brava moglie concedeva. Con la bacchetta alla mano, cercava, di seguire la ricetta del Buonissimo Roast Beaf che la dolcissima Molly le aveva mandato via gufo. Era capace di guarire ferite mortali, di creare fuoco resistente all’acqua, ma non era capace di cuocere per bene quell’enorme pezzo di carne. I ricci le ricadevano sul viso sudato. Era impossibile cucinare , era una dote che non tutti possedevano, soprattutto lei. Ron entrò in cucina, con in mano due bicchieri di Buon Vino rosso babbano. Hermione cercò di rimandarlo in salotto , ma lui le si affiancò e cominciò ad aiutarla. Ron era molto più capace di lei, e forse, avrebbe lasciato al marito il lavoro sporco, mentre lei andava a rilassarsi beatamente sul divano. Era stata l’ennesima giornata frenetica al ministero, e lei era tornata a casa più stanca del solito. Si accasciò sul divano e sfilando via le scarpe, si concesse un momenti di meritato Relax. Chiuse gli occhi e gettò la testa all’indietro. Sperando di non essere interrotta . Ma quelle sue speranze furono vane. Un ticchettio al vetro misero fine al suo tentativo di spegnere il cervello per un po’. Posò il bicchiere colmo di liquido rossastro, e si diresse alla finestra, dove , un piccolo gufo, ticchettava con il becco.
Samìra , il gufetto di Rose, sbatteva frenetica le alette e picchiettava sul vetro. Trasportava un’enorme busta giallastra . Hermione aprì subito la finestra e lasciò entrare il gufetto nerastro che si appollaiò sul divano e porse la zampa verso Hermione.
“Chi ci manda notizie?”. La testa di Ron sbucò dalla cucina, curiosa di sapere chi fosse, a quell’ora.
“Tua figlia Rose”. Esclamò Hermione , che dopo aver premiato il gufetto dell’ottimo lavoro, si accomodò sul divano e aprì la busta.
“Cosa dice?”. Ron era ritornato ai fornelli. Hermione scorse le parole riportate su quella pergamena .
“Nulla le solite cose….” Mentì lei, e senza perder tempo, iniziò a leggere la lettera silenziosamente.
“Hogwarts , 7 Febbraio 2042
Cara mamma,
Sicuramente in questo momento sarai impegnata o forse non avrai ricevuto questa lettera in quanto ti troverai lontana mille miglia da casa. Prima di tutto,  ti assicuro che sia io che Hugo stiamo bene. Le lezioni sono dure, soprattutto per Hugo, che non è tanto abituato a tutte le materie che è costretto a seguire. È mollaccione come papà, per fortuna noi donne Weasley abbiamo più volontà. Al come al solito è un vero e proprio sbruffone, soprattutto con la piccola Lily , che insieme a Hugo , non fanno che starci dietro come molluschi. Mi ricordano me quando a scuola trionfavano James , Tedd e Dominique, e solo adesso capisco quanto eravamo fastidiosi.
Ma non ti scrivo solo per questo. Noi siamo rimaste con una faccenda in sospeso. Un racconto per essere precise. Lo so , forse questo non è il momento, e forse non mi riguarderà , ma sento il bisogno di avere le giuste spiegazioni. Non per fartene una colpa, perché nessuno ha colpa del proprio passato, tanto meno tu, ma ho bisogno di conoscere il significato di ciò che ho visto. Ti chiedo di non chiedermi il motivo, quando sarò pronta ti spiegherò tutto.  Per rassicurarti ti dirò che è per una giusta causa. Forse mi ringrazierai un giorno.
Salutami papà e abbraccialo forte per me. Mi mancate molto, e tu cerca di non stancarti e di non trascurarlo ( Il mio babbo ha bisogno di coccole, è un bambinone). Ti voglio un gran bene.
                                                                                                                             Rose “
 
 
 
Hermione sorrise nel leggere quelle parole. Rose era così premurosa nei confronti del padre, come se lei volesse proteggerlo da qualcosa. Sapeva che quella richiesta aveva un suo motivo valido, e si sarebbe fidata della sua adorabile bambina. Ripose la lettera in uno dei cassetti del Salotto, e non appena la cena si sarebbe conclusa , le avrebbe dato le spiegazioni che meritava.
 
 
 
                                                                       ******
 
 
Scorpius potè finalmente abbandonare l’odiata infermeria, e ritornare alla vita scolastica. Dato che ogni piano fu rimandato , ritornò a concentrarsi sulle sue occupazioni quotidiane, Quiddicht, quidditch, Tormentare Potter e amici, quidditch e ancora quidditch. Gli allenamenti si tenevano quasi ogni giorno, e grazie all’aiuto di Lumacorno, i serpeverde usufruivano del campo ogni volta che volevano. E questo voleva dire, niente allenamenti per le altre squadre.
Rose, attenendosi sempre al piano , assisteva agli allenamenti delle serpi, seguita di malavoglia da Thana. Si posizionavano sugli spalti e guardavano i monotoni allenamenti procedere. Thana non vedeva l’utilità di tale comportamento da parte di Rose, ma lei, stava giocando sulla stima del serpeverde e sapeva che se avesse creduto che lei era interessata al suo modo di giocare, forse avrebbe iniziato a vederla con occhi diversi.
“Io credo che dovresti lasciare tutto e dedicarti a Leon. È un ragazzo dolcissimo…”. Thana cercava ogni giorno di persuadere l’amica, ma lei ogni giorno si recava su al campo, ad assistere agli allenamenti.
“Scorpius, ancora lei… Credo che sia davvero cotta a puntino”. Frederick Flit, un altro componente del gruppo dei fedelissimi di Scorpius, volò accanto al capitano, facendogli notare l’ennesima presenza della Corvonero. Quelle sue visite giornaliere erano un chiaro segno di trionfo, e quindi, erano piacevoli. Avrebbe attuato il suo subdolo piano. Adesso che aveva molto tempo libero, poteva dedicarsi a quella ragazza e a cercar di plagiare la sua mente.
Volò accanto alle tribune , passandole d’avanti. Le scoccò il suo solito sorriso ammaliatore.
“è da ammettere però che Malfoy è un gran bel pezzo di ragazzo”. Thana non riuscì a trattenersi da quell’apprezzamento così poco elegante, che stappò a Rose un sorriso. Anche lei era consapevole di quanto fosse bello il serpeverde, ma non avrebbe dovuto farsi distrarre da quel particolare molto evidente.
Gli allenamenti terminarono al crepuscolo, e solo allora le due amiche abbandonarono il campo. Nell’incamminarsi verso la scuola, Rose scorse Brenda Avery, uscire dal campo. Non l’aveva notata sugli spalti. Era il momento giusto per fargliela pagare a quella stronza serpeverde.
Thana si accorse  troppo tardi dell’amica che, abbandonando il percorso per dirigersi a scuola , tornò indietro per fronteggiare la serpeverde. Che non appena vide Rose avanzare verso di lei estrasse la bacchetta , consapevole di ciò che stava per fare la Corvonero. Brenda lanciò un incantesimo che Rose schivò facilmente e fu pronta a ricambiare il favore appena ricevuto. In un attimo ci fu uno scambio di incantesimi e fatture. Entrambe le ragazze mostrarono il loro talento. Brenda, da degna serpeverde, non si preoccupò di mostrare anche la sua meschinità. Fece intervenire anche l’amica che l’accompagnava. Due contro uno , era un gioco davvero sporco, ma Rose, come lei, aveva chi la guardava le spalle. Thana intervenne, pronta a difendere l’amica.
CAVERNIS FACIEM”. Rose scagliò la maledizione orribilante che Brenda schivò per un soffio. Avrebbe tanto voluto vedere la sua faccia colma di tentacoli appiccicosi.
Frangit”. La serpeverde colpiva con incantesimi più pericolosi. Ma non avevano tenuto in conto, entrambe le serpeverdi, che le corvonero che stavano fronteggiando avevano un gran talento nei duelli. Dopo anni trascorsi a duellare con Scorpius e amici, ormai erano diventate delle duellanti esperte.
La battaglia sembrava non aver fine. Sarebbe potuta durare in eterno, perché nessuno dei due gruppi era intenzionato a lasciar che l’altro vincesse.
expelliarmus”. Le quattro bacchette, improvvisamente volarono via dalle loro mani. Scorpius , seguito a ruota dagli altri componenti della squadra , erano stati attirati dalle urla , che avevano raggiunto gli spogliatoi, ed erano usciti per assistere allo spettacolo . Rose fissò il serpeverde dirigersi verso di loro.
“Perché ti sei intromesso?”. Ringhiò lei .
“Perché così ho deciso”. Fu la solita risposta secca di Scorpius. Non dava mai un valido motivo dei suoi comportamenti. Ciò che si faceva lo si faceva perché lo si doveva fare. Rose sbuffò irritata. Thana, si sentì spaesata, doveva ancora comprendere che la sua bacchetta fosse volata nelle mani del serpeverde.
“Scorpius, è stata questa sporca….” Scorpius  gelò Brenda  con lo sguardo , che la zittì immediatamente.
“Rose entra nella scuola, e questa cosa finisce qui”. Scorpius tornò a rivolgersi a Rose, e per la prima volta, in tanti anni si rivolse a lei pronunciando il suo nome . La ragazza rimase sbalordita da quella novità . Non cercò di replicare l’ordine impartitogli dal Serpeverde, e riprendendosi le bacchette, Che Scorpius teneva tra le mani, lei e Thana si incamminarono verso il castello lasciando i serpeverde a concludere quella faccenda.
 
 
 
                                                                 *****
Nei giorni successivi Rose attese invano la risposta della madre. Ed era preoccupata per la sua piccola gufetta che tardava a rientrare. Forse la madre doveva ancora ricevere la lettera, o forse… Brutti pensieri attraversarono la sua mente, che ormai stava diventando davvero paranoica. Non riceveva notizie dalla madre da molto tempo ed iniziò a pensare che le fosse successo qualcosa.
Intanto Hogwarts era avvolta da un’atmosfera allegra ed eccitante. Gli studenti erano pronti per la prima uscita ad Hogsmede, evento che aspettavano tutti . Finalmente avrebbero potuto evadere per qualche oretta da quelle fredde mura, e avrebbero potuto concedersi momenti di vita quotidiana. Gli innumerevoli negozi erano l’attrattiva principale di quel piccolo paesino , posto poco lontano dall’antica scuola.
La domenica mattina, Thana svegliò Rose scagliandosi sopra di lei. Aveva un sorriso raggiante dipinto sul viso.
“Buon Giorno Pigrona”. Quei momenti di allegria pura erano davvero occasionali. Thana riservava sempre sguardi torvi e stanchi. Ma nonostante questo Rose nutriva un gran bene verso quella ragazza, con la quale non faceva altro che litigare, ma che ritornava a far pace ogni volta .
Rose si tirò le coperte alla testa. Il sole che filtrava dalle enormi finestre le davano un gran fastidio agli occhi. Per un’intera settimana il sole era stato di un grigio cupo, e solo adesso , il sole appariva raggiante, come se volesse dare la possibilità ai giovani maghi di godersi quella giornata di libertà pura. Le altre due amiche di camera di Rose gia avevano lasciato la stanza.
Thana scoprì l’amica , che rimase in posizione fetale sul letto ,cercando ancora il calore, che le coperte tirate via aveva portato con sé. Thana non avrebbe permesso all’amica di rimanere lì, a gettare una bella giornata come quella . In più , aveva appuntamento con Leon, che sicuramente l’attendeva di già.
“Sveglia Rose. Hogsmede ci aseptta”. Trillò lei, mostrando un lato  che Rose in quel momento odiò più di qualunque altra cosa.
In poco tempo, Thana , aveva convinto l’amica ad alzarsi, a gettarsi sotto il getto d’acqua e a vestirsi al meglio. I lunghi capelli rosso carota le ricadevano morbidamente sulle spalle, in netto contrasto con il completo turchese che l’amica le aveva rifilato con la forza. Thana mostrava più eccitazione di lei per quell’appuntamento.
Non che non fosse contenta, Leon era davvero molto carino, dolce e simpatico. Ma non aveva mai dato tanto peso alle uscite con i ragazzi. Doveva ancora diventare la sua priorità primaria.
Osservò la figura che lo specchio le presentava. Non stava affatto male, Thana aveva fatto un buon lavoro. L’aveva preparata al meglio, rendendola ancora più carina. Thana l’affiancò, e si fissarono entrambe nello specchio, mimando le pose tipiche da Top Model. Scoppiarono a ridere come matte, ridicolizzando quei loro comportamenti così poco infantili.
 
 
 
Scorpius , seguito a ruota dai suoi fedelissimi amici, raggiunsero l’ingresso , aggiungendosi agli innumerevoli studenti, accalcati in massa, in attesa di poter uscire liberi.  A differenza di gran parte della scolaresca, I serpeverde mostravano un aria annoiata. Non entusiasmava nessuno di loro quella uscita, ma per non destare sospetti si erano uniti a l’insulsa visita ,che ogni anno  si teneva all’insulso villaggio di Hogsmeade.
“Non vedo l’ora di visitare Mielandia…”
“Madam Piediburro è un luogo così romantico, vorrei andarci volentieri”. Le vocine indistinte di ragazzine echeggiavano nell’enorme androne principale. Scorpius alzò gli occhi al cielo con aria divertita. Le ragazze erano tanto sciocche le volte. Sempre in cerca dell’uomo perfetto, che le avrebbe condotte in un luogo perfetto  e le avrebbe giurato amore eterno. Lui nell’amore non aveva mai creduto, e nonostante ad Hogwarts fossero nate molte coppie, lui vedeva quelle unioni come un semplice bisogno che , entrambi i sessi sentivano. Tutti quei legami erano uniti solo da una cosa: Il sesso. Il sesso c’entrava sempre, era la causa di tutto. Lui creava e distruggeva rapporti.
Scorpius scrutava l’intera sala con fare annoiato, non ascoltava nemmeno ciò che in quel momento Morthimer Nott stava blaterando. Non seguiva i discorsi degli amici, voleva solo uscire di lì e respirare un po’ . Guardò i professori contare la testa dei ragazzetti del terzo anno, entusiasti di quella loro prima uscita. Un sorriso malinconico gli attraversò gli angoli della bocca. Ricordava bene il suo terzo anno. Aveva solo tredici anni, eppure era brillante, e lo Scorpius di tredici anni  non si differenziava molto da quello di allora. O forse si? … Doveva ammettere di non ricordare molto bene come era stato a tredici anni. Forse lo Scorpius tredicenne non era tanto diverso dallo Scorpius attuale. Non lo ricordava questo, e ciò gli causò molto disagio.
Improvvisamente fu spintonato e ritornò al mondo reale. Riger gli fece cenno di muoversi. I cancelli si erano spalancati e finalmente gli studenti poterono evadere dalla loro prigione.
Scorpius camminava lentamente. Non aveva fretta. Voleva godersi ogni istante di quel giorno , così piacevole. Gli amici , o meglio la scorta, lo seguiva come al solito.
Improvvisamente tra la folla scorse i capelli inconfondibili di Weasley, e notò,  che non era con i soliti , odiati amici di sempre, ma bensì con un ragazzo. Strabuzzò gli occhi quasi incredulo, e uno strano dolore gli attraversò le budella. Leon Doge le camminava accanto, e sorrideva nervoso a qualche battutina che la Corvonero gli stava rivolgendo . Quanto era insulso quel Grifondoro, e quanto era bella lei nel suo completo turchese, che si accostava perfettamente al colore dei capelli. Si strizzò gli occhi , come se volesse cancellare quell’immagine e quell’opinione dalla sua testa. La sua bellezza veniva oscurata dal caratteraccio che si ritrovava. Solo dodici ore prima , tra lui e la Weasley era avvenuto l’ennesimo e inevitabile litigio.
 
 
“Ti ho chiesto semplicemente un aiuto SCORPIUS”. Rose era di fronte a lui, la fronte corrugata dalla rabbia. Per l’ennesima volta aveva chiesto al Serpeverde di andare in cerca di notizie riguardanti il padre , e lui per l’ennesima volta si era rifiutato.
“Ho cercato e non ho trovato nulla”. Mentì lui . Doveva stare a quello stupido gioco e assecondare ogni richiesta della sangue sporco, che non gli lasciava un attimo di pace. Gli era sempre appiccicata al culo. Rose incrociò le braccia, sapendo della menzogna che le stava raccontando.
“Non credere che io sia sciocca Scorpius Malfoy….”
“Hai dimenticato Hyperion…”Puntualizzò lui, ricevendo come risposta, un libro dritto in pieno viso.
Scorpius emerse da quel gesto con stampato in volto un’espressione che fece impallidire Rose. Era livido di rabbia. Le labbra erano diventate sottili, e gli occhi due lame taglienti.
“Brutta schifosa Sangue sporco come osi Colpirmi”. Il veleno, riservato esclusivamente a lei, uscì dalle sue labbra. Quel gesto era stato il più grande sbaglio di Rose. Scorpius avrebbe potuto assecondare le sue stupide richieste, che non avrebbe mai eseguito. Avrebbe potuto sopportare la sua perpetua presenza, ma quel gesto aveva superato ogni limiti. Il corridoio era vuoto, e nessuno era lì pronto ad intervenire se  Malfoy avesse deciso di mettere fine alla vita della Corvonero. Cosa che non fece, ma le parole comunque la colpirono violentemente.
“E tu come osi parlarmi in questo modo?” Fu di rimando lei. Stringendo i pugni, trattenendo la gran voglia di schiaffeggiare quell’idiota di fronte a lei.
“Io ti parlo come ti pare”. Era una sfida a chi urlava più forte. Entrambi avevano il viso paonazzo . Entrambi trattenevano a stento la voglia di impugnare le bacchette e duellare .
“Oh oh… Ecco il Bamboccio di casa Malfoy. Che fa come gli pare”. Rose schernì il serpeverde.
“Oh oh, ed io sono Rose Weasley che so tutto e tutto deve andare come dico io”. Scorpius di rimando scimmiottò la vocina di Rose.
“Io so più di te , brutto serpeverde schifoso”. Irruppe lei avanzando minacciosa verso il Serpeverde, pronto ad affrontarla.
“Weasley tu non sai un cazzo….Ne di me ne di qualunque altra persona al mondo “ La voce di Scorpius era diventato un sussurro minaccioso. Rose sfoderò un sorriso ironico, e negli occhi , Scorpius scorse un alone di cattiveria che lo intrigò molto.
“So il necessario che potrebbe mandarti dritto ad Azkaban, Mangiamorte del cazzo”. Scorpius le si avvicinò violentemente e accostando il suo viso a quello della Corvonero mostrò il suo menefreghismo.
“Fallo Weasley se hai il coraggio. Buttami in gattabuia, ma sii consapevole che sarai la prima a cui darò la caccia se mai dovessi evadere. E sappi mia cara, che io non rimarrò allungo chiuso in quelle quattro mura”. Il viso di Malfoy era una smorfia di malignità pura e Rose seppe che ciò che stava pronunciando non erano semplici parole , ma era la più sincera e cruda verità.
“Bene, allora ci vediamo all’inferno brutto bastardello”. Rose aveva abbandonato il suo buon linguaggio da ragazza per bene, per adottane uno nuovo , l’unico con la quale avrebbe potuto comunicare con Scorpius Hyperion Malfoy.
Si fulminarono ancora con lo sguardo , prima di voltarsi e dividersi ognuno per le proprie strade.
 

 
 
Scorpius riemerse dal ricordo dello scontro avvenuto la sera precedente e ritornò a guardare quella coppia che si dirigeva fuori dalle mura del castello. Rose si voltò e gli rivolse un’occhiata carica d’odio, lui di rimando le scoccò un occhiolino provocatorio. Aveva trovato l’occupazione della sua giornata tanto noiosa.
 
 
 
 
                                                      *******
Leon , elegantemente, aprì la porta del locale “I tre manici di scopa”, e fece accomodare la sua accompagnatrice, in quel locale così rustico e poco romantico. Avrebbe preferito portarla da Madame Piediburro, ma lei aveva insistito tanto da non poter dirle di no. Si accomodarono all’unico tavolo rimasto vuoto, che con gran fortuna riuscirono a trovare, e senza esitare ordinarono due burrobirra. Leon poggiò gli occhi sulla ragazza che si sedette con molta eleganza di fronte a lui  e ne memorizzò ogni singolo gesto . Era bella da matti, e una gran voglia di stringere quella piccola mano, lo invase, ma lui riuscì a trattenere, consapevole che un gesto del genere avrebbe rovinato tutto.
“Amo questo posto”. Esclamò lei allegramente. Aveva il sorriso più bello che avesse mai visto, e il suo continuo chiacchierare era musica per le sue orecchie.
“Con Thana e Simon ci vengo spesso, forse anche loro sono qui.. di solito sono sempre qui”. Allungò lo sguardo oltre le spalle di Leon, in cerca dei visi inconfondibili dei due suoi migliori amici. Ma , sfortunatamente , non li trovò.
“Forse si saranno fermati da Mielandia”.Ipotizzò il grifondoro, sperando di non incontrare nessuno che potesse guastare quel piacevole incontro.
“ah si…Simon doveva fare una grande scorta di api frizzola e zuccotti di zucca. Io amo le api frizzola…. “. Rose trillava come un campanellino. Parlava e parlava e parlava, e lui ascoltava incantato da quel volto così perfetto.
Le loro burrobirra arrivarono, ma non tennero in silenzio la Corvonero, che ad ogni argomento ne aggiungeva subito un altro, così che i suoi discorsi non potessero aver una fine.
“Scusa Leon, sto parlando troppo…. Ti starai stufando delle sciocchezze che ti sto raccontando”. Si portò dolcemente una mano alle labbra, consapevole di aver inondato la testa di Leon di stupidi racconti. Era così gentile da non averla fermata nemmeno per un minuto. Era una bella persona , dovette ammetterlo, anche se un tantino timida.
“No, figurati, sono interessanti le tue storie, continua ti prego”. La incitò lui, mostrandosi davvero interessato. Rose sorrise allegramente.
“Sei fin troppo gentile Leon, potrei approfittare di tutto questo garbo”.
“Tu puoi”. Sussurrò lui piano, incerto di ciò che aveva appena detto e timoroso della reazione di Rose. La ragazza si portò il boccale alle labbra nascondendo il suo volto soddisfatto dall’adulazione appena ricevuta. In fondo , quell’appuntamento non stava andando male. Avevano parlato del più e del meno, come avevano sempre fatto fin dal primo giorno che Al li aveva presentati. Rose non si sentiva a disagio, anzi, si comportava liberamente, mostrando la sua vera essenza. E lui, come sempre, rimaneva li, a fissarle le labbra muoversi in discorsi frenetici . A fissare come le sue parole fossero accompagnate  dai gesti eleganti della Corvonero.
Rose , si stava tuffando un altro lungo e contorto discorso, quando il suo viso si incupì . Arricciò le labbra e corrugò la fronte.
“Ma guardate un po’ come sono carini questi piccioncini”. Quella voce fu la risposta a quel cambio di espressione della sua bellissima Rose. Leon si voltò e incontrò lo sguardo glaciale di Scorpius Malfoy, fiancheggiato dal suo braccio destro Rigel Dolov.
“Mai quanto voi due , stronzetti”. Rose ritornò ad utilizzare il suo linguaggio poco femminile . Leon  coprì il ghigno di divertimento che si dipinse sul suo volto.
“ Non vi dispiace se prendiamo parte a questo piacevole quadretto”. Naturalmente non era una vera e propria richiesta, in quanto, senza attendere risposta, i due serpeverde si accomodarono prepotentemente al tavolo . Rigel accanto a Leon e Scorpius accanto a Rose. Troppo accanto, notò la Corvonero, che cercò di allontanarsi , ma Scorpius fermò la piccola sedia di legno con la mano, e l’avvicinò più a se. Leon si irrigidì.
“Allora, di cosa stavate parlando?”. Scorpius dipinse il volto con il sorriso più falso che poteva sfoderare.
“Non sono discorsi alla tua altezza SCORPIUS. Ma se vuoi possiamo parlare piano, in modo che tu e il tuo stupido gorilla possiate capire”. Il tono ironico fece sorridere il serpeverde. Quella ragazza era incredibile.
“ Vuoi rimanere ancora seduta qui con questo perdente?”. Questa volta Scorpius si rivolse solo a lei, sembrava serio, cosa che mise in allerta non solo Leon e Rose, ma lo stesso Rigel.
“Intendi il perdente che mi sta accanto?”. Rispose lei di rimando. Leon continuava a starsene in silenzio, cominciando a sentirsi inutile. Rose stava affrontando da sola quel viscido ragazzo. Era da ammirare , era davvero in gamba, non permetteva a nessuno di metterle i piedi in testa.
“No Rose, quello che tieni di fronte… Ti voglio portare in un posto…” il viso era diventato sereno. Rose rimaneva sempre sbalordita dalla capacità di Scorpius di cambiare viso , gioco e modo di essere ogni cinque secondi. Non sapevi mai con chi avevi a che fare. Prima ti mostrava lo Scorpius sbruffone, intollerante ai nati babbani, Mangiamorte, poi subito dopo diventava lo Scorpius intrigante, affascinante , poi mutava nella versione debole e impaurita. Possedeva mille facce, mille modi di essere.
Rose sorseggiò la sua burrobirra, mostrando la sua indifferenza di fronte a quella proposta, che avrebbe accettato volentieri. Anche lei era debole di fronte agli occhi tempestosi della serpe, ma il pizzico di orgoglio grifondoro era più forte. Lo fissò dritto negli occhi e un “No” secco fu la risposta definitiva della corvonero. Scorpius abbassò il capo , era divertito. Si divertiva a provocarla e ricevere quei dispetti così infantili come risposta. Ritornò a guardarla, i capelli gli ricadevano ribelli, era terribilmente bello. Rose riuscì a mostrare intolleranza verso quel “gran pezzo di ragazzo” ( Come lo aveva definito Thara) , anche se….
“Andiamo Rigel, mi annoio”. Scorpius scoccò un ultimo ghigno alla Corvonero, e senza rivolgere alcuna attenzione al suo “cavaliere”, uscirono entrambi dal locale. Lasciando Leon in un silenzio mortificante, e Rose in un rimpianto silenzioso.
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rose rientrò in camera, Thana l’attendeva , entusiasta di conoscere i dettagli dell’appuntamento con Leon.
Rose si gettò di peso tra i cuscini turchesi e neri e affondò il viso in uno di questi, sperando che potessero aiutarla a spegnare la voce di Thana, che continuava a tormentarla con una miriadi di domande.
Roxane Davis e Nathalie Finnagan, assistevano alla scena , divertite. Anche loro volevano conoscere i dettagli di quell’appuntamento. Rose si voltò verso l’amica e continuando a tenere il cuscino contro la guancia , le fece capire che era andato bene. Naturalmente volevano i dettagli, ma le non ne aveva voglia. Per di più avrebbe dovuto raccontare dell’arrivo a sorpresa di Scorpius, e non le andava.
“Ma che razza di amica sei? Ti prego, Roseee”. Thana le si sedette accanto e scrollandole le spalle , cercò di estorcerle le informazioni che voleva. Lei chiuse gli occhi e affondò nuovamente il viso nel cuscino. Thana sbuffò e si gettò sul suo di letto, ormai sconfitta. Roxane e Nathalie, afferrando che la loro coinquilina sarebbe stata muta come un pece, ritornarono ad occuparsi d’altro.
Rose era stanca, aveva camminato allungo e per di più non aveva voglia di parlare d’avanti a quelle due megere insopportabili. Erano odiose, e sempre pronte a ficcare il naso in faccende che non le riguardavano. Rose intercettò lo sguardo dell’amica  e le fece capire che tutto le sarebbe stato detto a tempo dovuto. Con un semplice cenno del capo, Thana comunicò di aver capito, e ritornò a leggere la sua rivista “Streghe very Fashionable”.
Improvvisamente, il silenzio che era calato nella stanza, fu interrotto da un beccare alla finestra. Rose saltò giù dal letto appena scorse la sua gufetta Samira fuori, al freddo. La fece entrare e prima di strapparle la lettera dalla zampa la porto al petto per riscaldarla. Tremava, era infreddolita. Non appena assunse abbastanza calore e coccole, Rose prese l’elegante busta che Samira portava alla zampa. Il cuore le balzò dal petto. Lì in quella busta c’era la risposta della madre. E doveva essere una risposta bella lunga, a giudicare dalla consistenza della lettera. Thana non si preoccupò di chiederle chi fosse. Sapeva che scriveva alla madre ogni giorno, e non poteva intromettersi in quegli affari. Rose rimase immobile, indecisa se andare da Scorpius oppure no. Avrebbero dovuta leggerla entrambi, così che lui potesse conoscere la verità sul padre, e magari cambiare opinione di tutto. Ma se in quella busta ci fosse stata una spiegazione completamente diversa da ciò che lei si aspettava? E avrebbe indotto Scorpius a comportarsi peggio?. Come avrebbe fatto? Come avrebbe reagito Scorpius?
Doveva rischiare?. L’unica risposta che le venne fu un “si “ secco, senza “se” o “forse”. Si precipitò giù dal letto e senza dare spiegazioni a nessuno, abbandonò il dormitorio. Thana rimase sbigottita. La sua cara  amica aveva bisogno di riposo. 






Angolo della Posta:


Ciaoooo a tuttii!!! è Da  un paio di capitoli che non scrivo "nell'angolo della posta" xD 
Allora, c'è da dire che questo capitolo è un tantino lunghetto :P ....spero che non vi scoccerete nel leggerlo..... 
Spero che vi piaccia, e stiate capendo i sentimenti contrastanti di Scorpius . Rose è capace di renderlo simile a Dr Jekyll e Mr Hyde. Doppia personalità....doppi sentimenti..... 
Mi piacerebbe ricevere qualche commentino, almeno per sapere se la mia storia stia andando bene o ....è un emmerito fiasco!! Ringrazio tutti coloro che mi seguono!! Mi incoraggiate molto, e inoltre voglio fare un ringraziamento particolare a Ladyathena, che ha commentato spesso e che mi incoraggia molto a dare un seguito alla storia..... Continuate a seguirmiii!!!! Baciiiiiiiiiiiiiii
  
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