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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    17/03/2012    6 recensioni
L'aria entrava nella macchina mentre le buie stradine di campagna avevano sostituito quelle della periferia e, ancora prima, quelle della città.
Oltre al getto luminoso dei fanali dell'auto non vi era altra fonte di luce. Solo buio, vento e la voce alterata della donna.
Quella voce lo innervosiva, il buio totale lo opprimeva.
Ribatté alle accuse della donna, arrabbiato, la macchina che continuava a sfrecciare nella tortuosa stradina deserta. Accellerò. Voleva tornare a casa. Voleva lasciarsi alle spalle quell' irritante voce, quell' opprimente buio.
In un attimo una intensa luce abbagliante riempì l'abitacolo, la donna si ammutolì e il bambinò gridò, svegliandosi all'improvviso e spalancando gli occhioni verdi:
"Papà!"
E poi fu buio di nuovo.
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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winter sun cap 1

Quando tutto fu pronto per l'apertura, Al andò ad aprire personalmente la porta del locale in modo che il misterioso ragazzo che aveva continuato ad aspettare paziente potesse entrare.
Brian fingeva di sistemare qua e la le varie cose dietro il bancone, mentre lo scrutava stando attento a non farsi vedere. Non sapeva dire da cosa dipendesse quel suo comportamento. Semplicemente quel ragazzo sembrava circondato da un aurea misteriosa che gli impediva di distogliere lo sguardo.
Si aspettava che il tipo si mettesse seduto in uno dei tavoli sparsi per la Caffetteria, invece venne diretto verso di lui, che distolse subito gli occhi e continuò a fingere di essere indaffarato.
-Un caffè, per favore- ordinò semplicemente il ragazzo.
-Arriva subito- fece Brian andando verso la macchinetta.
Mentre gli preparava il caffè il suo sguardo si posò nuovamente su di lui. Brian dovette constatare che effettivamente quel tipo aveva davvero bisogno di una bella tazza di caffè. Sembrava uno che aveva fatto le ore piccole, un po' come faceva lui per almeno cinque giorni alla settimana. Però guardandolo bene, Brian pensò che infondo quel ragazzo non doveva essere come lui.
Lui faceva tardi praticamente ogni sera, non aveva un lavoro serio e non aveva particolari preoccupazioni a fargli venire le ansie. Prendeva tutto con molta semplicità. Al contrario l'altro sembrava come schiacciato da un peso che gli recava una grande angoscia.
Brian non sapeva dire come avesse potuto capire tutto ciò in soli cinque minuti. Probabilmente era solo un'intuizione e niente di tutto quello che pensava era  davvero così.
-Ecco a te- fece porgendogli la tazza fumante e rimanendo li impalato.
L'altro soffiò sul liquido bollente e prese a bere.
Dopo' un po' notò gli occhi di Brian che lo scrutavano incessantemente come se stesse cercando di venire a capo di chissà quale mistero. Inizialmente non gli dava fastidio, ma ora cominciava a metterlo un po' in soggezione, così gli lanciò uno sguardo come a chiedere che volesse da lui.
Per tutta risposta Brian parve accorgersi di quel gesto di indiscrezione solo in quel momento e tossicchiò un po' per celare l'imbarazzo.
-Sei nuovo di qui?- chiese fingendo indifferenza -E' per questo che ti stavo fissando. Cercavo di capire se potevo averti visto da qualche parte, non volevo darti fastidio- concluse grattandosi il capo.
Per un attimo il ragazzo rimase serio, lo scrutava come se stesse cercando di capire se lo stesse prendendo in giro o meno.
-In realtà sono arrivato da qualche giorno- rispose infine.
-Mi sembravi una faccia nuova infatti- spiegò Brian, cercando di salvarsi dalla figura da impiccione che aveva fatto qualche istante prima -E' che più o meno conosco tutti quelli della nostra età, sai sempre la solita gente...- fece, pensando solo in un secondo momento che in realtà non aveva la minima idea di che età potesse avere l'altro.
Conosceva quel tizio da due minuti e stava già facendo la figura del idiota. Ma non sembrava che l'altro ci facesse particolarmente caso.
-Comunque io sono Brian- disse, porgendogli la mano.
-Zackary, ma ti sarei molto grato se mi chiamassi Zack, o Zacky al massimo- fece lui, con un mezzo sorriso.
Vedendo le labbra dell'altro curvarsi leggermente verso l'alto, Brian si sentì un po' più rilassato.
Zack riprese a sorseggiare il suo caffè e Brian non poté non notare come il suo sguardo si stava perdendo lentamente in un punto non specifico del locale, come se con la mente si fosse appena spostato in un altro luogo e magari anche in un altro tempo.
Ora Brian poteva esserne sicuro: qualcosa affligeva quel ragazzo e lui sentiva il dovere morale e infondato di tirarlo un po' su.
-Ehy Zacky, visto che sei nuovo qui e non conosci nessuno magari questa sera  potresti venire con me a un concerto di miei amici. Lo fanno all'aperto, qui al parco di Huntington, anche se non è il massimo del caldo, ma potrebbe essere una buona occasione per ambientarsi- propose Brian tutto d'un fiato.
Zack alzò lo sguardo dalla tazza fumante e sembrò pensarci un po' su.
-Grazie, sei molto gentile. Ma credo che passerò.
Brian non riuscì a trattenere una smorfia di delusione, che si apprestò subito a nascondere sperando che l'altro non se ne fosse accorto.
-Fa niente, magari la prossima volta- disse Brian, cercando di mostrare un sorriso quanto meno credibile. In fondo era stato troppo precipitoso, conosceva Zack solo da pochi minuti, come gli era preso di invitarlo a uscire?!
-Certo. Ora devo andare, quanto ti devo?
-Niente, per oggi offre la casa.
Zack accennò un sorriso e i loro occhi si incrociarono un' ultima volta, prima che il ragazzo uscisse dalla Caffetteria.
Brian rimase a fissare attraverso la porta a vetro la figura del ragazzo allontanarsi, con le mani in tasca e l'andatura di uno che non aveva una particolare meta da raggiungere. Mentre lo guardava andar via si domandò se sarebbe tornato anche l'indomani o se, in ogni caso, lo avrebbe mai rivisto.
Irritato per questo interrogativo senza risposta, Brian prese a sistemare cose a casaccio, sbattendo rumorosamente tutto ciò che gli passava per le mani sul ripiano. Era stato sempre un suo problema quello di arrabbiarsi anche per motivi inesistenti.
-Come mai quest'aria scorbutica?- chiese Al, spuntando da qualche parte ignota del locale -Cos'è, quel ragazzo ti ha dato buca?- domandò ridendo.
Brian si limitò a sbuffare e a continuare di fingersi indaffarato, pensando a quanto Al fosse arrivato vicino alla realtà. O meglio l'aveva centrata in pieno. Ma non poteva semplicemente intimarlo di fare piano per non rompere niente come avrebbe fatto qualsiasi altro capo normale?!
Il rumore della porta che si apriva facendo entrare un ragazzo trafelato distolse Brian dai suoi pensieri.
-Ciao Al, ciao Brian, scusate il ritardo!
-Sei scusato, ma fa tardi un'altra volta e ti licenzio- scherzò Al, al ragazzo appena entrato.
-Ciao Bradley- salutò Brian incurante, facendo un cenno del capo al diciannovenne che lavorara assieme a lui.
-Ho tardato per colpa della mia stupida sveglia. Non ha suonato- li avvertì Bradley, mentre si affrettava a prendere il suo posto alla cassa.
-Un giorno la sveglia, un altro c'è traffico,  un altro ancora ti hanno rapito gli alieni, tutte a te, eh Brad?- lo prese bonariamente in giro Al, mentre il ragazzo abbassava il capo mortificato.
-Non è proprio iniziata nel migliore dei modi la giornata!
-Sicuramente meglio di quella di Brian. Non sono neanche le sei e ha già guadagnato un rifiuto!- fece Al scoppiando a ridere.
-Credo tu abbia superato ogni mio record- sorrise Brad mettendoci il carico da novanta.
A Brian, che gli giravano già alquanto, un po' per quel motivo un po' perché era mattina presto, ignorò entrambi alzando gli occhi al cielo.
-Senti Brad- iniziò Brian dopo un po' attirando l'attenzione del ragazzo -stasera ti va di venire a sentire dei miei amici che suonano giù al parco?
Brian pensò che infondo doveva andarci e piuttosto che andarci da solo preferiva andarci con Brad, che nonostante fosse a volte un po' troppo chiacchierone e irritante era un ragazzo simpatico. E poi non gli avrebbe detto di no. Infatti gli sorrise entusiasta e accettò.



Zack aveva camminato per quasi due ore vedendo il sole invernale sorgere lentamente e alzarsi piano in cielo, emettendo quella chiara luce dorata delle otto del mattino.
Non amava particolarmente il sole, preferiva la pioggia, forse perché il tempo brutto era un po' lo specchio della sua anima. Ma quella mattina sentiva il venticello freddo di Gennaio riuscire a superare la barriera dei vestiti e penetrargli fino alle ossa, così volse il viso verso l'astro luminoso in modo che i suoi raggi lo inondassero e lo riscaldassero un po'. Ma neanche il sole sembrava riuscirci, era un sole freddo, che non scaldava.
Era tornato a casa e per le otto e mezza era di nuovo fuori dal portone, pronto per una nuova giornata di lavoro.
A quell'ora il traffico era intenso e ci mise quasi tre quarti d'ora a raggiungere l'alto edificio che aveva almeno venti piani, dove avrebbe lavorato nei prossimi anni.
Nonostante tutto era riuscito ad arrivare con  un quarto d'ora di anticipo e aveva fatto tutto abbastanza con comodo.
Si recò al settimo piano dove si trovava il suo ufficio e si mise subito dietro la scrivania.
Erano solo due giorni che lavorara per quell'azienda e già si sentiva soffocare. Non amava gli uffici, i palazzi troppo alti e i vestiti troppo grigi delle persone che andavano di qua e di la talmente di fretta da non aver nemmeno il tempo di fare due chiacchiere. Eppure quando aveva fatto il colloquio ed era stato accettato, il suo superiore gli aveva detto che doveva ritenersi fortunato che fosse stato assunto a soli ventitré anni. Non era da tutti, aveva detto.
Improvvisamente gli era venuto un gran mal di testa e si portò una mano a strofinarsi gli occhi.
Zack non amava quel lavoro, ma sentiva di meritarselo. Sentiva di meritarsi ogni cosa brutta che gli accadeva.
Rimase appoggiato alla sedia con gli occhi chiusi, fregandosene se qualcuno lo avesse beccato li, apparentemente addormentato.
La mente gli tornò al ragazzo che aveva conosciuto alla Caffetteria  e il pensiero, per qualche motivo, gli fece aprire istantaneamente gli occhi.
Brian, aveva detto di chiamarsi.
A Zack sul momento non era sembrato strano che uno sconosciuto gli avesse chiesto di accompagnarlo a un concerto, ma ora che ci pensava non era una cosa da tutti.
Rimase un po' a pensarci su e per un riflesso quasi involontario si portò le mani davanti al viso e ne studiò i polpastrelli. Una volta erano pieni di calli per via delle ore che passava sulla sua chitarra, e qualche segno era rimasto.
Portò lo sguardo su un grande orologio a muro che segnava le nove e mezza di mattina. Doveva fare otto ore di lavoro e questo significava che per le cinque sarebbe potuto uscire.
Il concerto di cui parlava Brian era all'aperto e quindi con molta probabilità sarebbe iniziato per le sei, massimo sei e mezza.
Accese in fretta il suo computer e si mise subito a lavoro. Se finiva tutto in tempo e si sbrigava, magari avrebbe potuto farcela.



Brian tirò un po' più su la cerniera della felpa per coprirsi dal vento freddo, mentre si dirigeva al parco di Huntington. Non era eccessivamente freddo, dopotutto erano in Califorina, ma lui era un tipo che amava il caldo e il sole.
Brad, di fianco a lui, non aveva smesso un' attimo di parlare da quando erano usciti di casa e lui lo ascoltava a malapena. Con Brad bastava annuire di tanto in tanto, interromperlo con qualche "sì, hai ragione" o "la penso anch'io così" e in questo modo  si poteva benissimo pensare agli affari propri.
Attraversarono il parco fino ad arrivare in uno spiazzo abbastanza largo dove era stato sistemato un palchetto.
Era già tutto pieno e i due amici si mischiarono un po' in mezzo alla folla, anche per ripararsi dal freddo.
Brian però non era proprio di buon umore. Di solito amava assistere a questi concerti, si svagava un po' e gli piaceva quel genere di musica. Quel giorno invece aveva proprio la luna di traverso e non gli andava di vedere o parlare con nessuno.
Dopo un po' sentì una mano afferrargli la spalla e si girò scocciato pensando fosse Brad con le sue solite chiacchiere, invece quandò si voltò si trovò a contatto con due grandi occhi verdi.
-Zack- disse semplicemente. Era sorpreso di vederlo li, dopo che la mattina stessa gli aveva detto che non nsarebbe venuto.
-Ciao- rispose questo un po' imbarazzato.
-Alla fine sei venuto!- fece Brian entusiasta.
- Sì. Ti avevo visto piuttosto deluso sta mattina, così ho pensato di venire- lo stuzzicò, facendolo arrossire impercettibilmente. Allora aveva notato il suo diaappunto quella mattina.
-Non ero deluso- disse subito per pararsi il culo, ma Zack reagì mettendosi a ridere.
La risata di Zack lo fece sentire subito un po' più allegro. Vide che si portava le mani a strofinarsi le braccia nel tentativo di scaldarsi un po' e, effettivamente, anche Brian non sentiva proprio caldo. E poi la voglia di vedere il concerto gli era passata, desiderava solo parlare un po' con quel ragazzo in santa pace. Nonostante sembrasse un po' più allegro di quanto fosse quella stessa mattina, Brian notava ancora una certa ombra oscurargli gli occhi e voleva a tutti i costi farla sparire. Come se qualcuno gli avesse affidato quel compito.
-Senti che ne dici se andiamo a prenderci una birra? Qui congeliamo- gli chiese.
-E i tuoi amici? Non si offenderanno se li abbandoni così?- domadò Zack, ma si vedeva che preferiva l'idea di andare in un posto caldo.
-Tanto loro saranno impegnati a suonare, non si accorgeranno e poi li ho sentiti un milione di volte- disse Brian facendo spallucce.
Il suo unico problema era Brad che aveva perso di vista da un po' e non voleva andarsene così senza dirgli niente.
Cercò un po' con lo sguardo e lo vide con un gruppetto di ragazzini della sua età e sembrava essersi praticamente dimenticato della sua presenza.
-Allora andiamo?- riprese Brian -Questa volta non accetterò un "no" come risposta- disse sorridendo, prima che Zack potesse rispondere, ma questi si limitò a sorridergli di rimando e insieme s'incamminarono.










Saaaalve :D
Ecco qui il primo capitolo, decisamente un po' più lunghetto del prologo :)
Molte di voi hanno espresso la loro confusione sulla prima parte del capitolo scorso, ma non vi preoccupate a tempo debito verrà tutto spiegato, vi chedo un po' di pazienza.
Non ho granché da dire, quindi passo subito a ringraziare:
Un immenso grazie a Vengeance_AS,  friem, Aoi Takashima, Slash is so passe, Rossaa, _Mpenziwe e IWalkAlone! Grazie per il sostegno così caloroso e spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^
Grazie anche a chi ha semplicemente letto, messo fra le preferite/seguite/ricordate.

Alla prossima, un bacione :D

Josie


   
 
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