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Autore: BluHiro    17/03/2012    0 recensioni
SOSPESA!
Le lacrime scorrono veloci sulla mia guancia. Il polso sinistro brucia, è da mezz’ora ormai che tengo questo straccio, ma il sangue non ne vuole sapere di fermarsi. Merda, mi sa che stavolta ho esagerato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora vengo con te.” Rido alzando gli occhi su di lei, ma mi fermo vedendo che è seria.
“Non ce n’è bisogno Rebe, posso cavarmela anche da sola.”
“No Vale, io non ti lascio sola in un momento come questo. Non ti lascio andare in una città dove non conosci niente e nessuno. E poi in due possiamo affittarci una piccola casetta, sarebbe squallido passare un mese in una stanza d’hotel, non trovi?”
A dire il vero ha ragione, mi piacerebbe che venisse con me, ho bisogno di un po’ di compagnia. “Beh, mi servirà pure una traduttrice, visto che il mio inglese è molto…”
 “Disastroso. Sì, direi che è la parola giusta” Ridiamo tutte e due e ci perdiamo in chiacchiere parlando della partenza.


***


Eccoci qui. Siamo arrivate. Siamo a Londra.
Abbiamo appena ritirato i bagagli e ora siamo in un taxi. C’è la radio accesa, non so parlare bene l’inglese, ma almeno riesco a comprenderlo. Mi stavo torturando il polso sinistro coperto da un polsino, mi bruciava, ma infondo era quello che volevo.
“ Ma mi spieghi perché lo fai?” mi chiede Rebe.
“Te l’ho già detto, sento la necessità di farlo. Mi fa stare meglio.”
Lei è l’unica che lo sa. Nemmeno Matteo ne è al corrente. Non l’avrebbe saputo nemmeno lei, se non mi avesse sorpreso il polsino sporco di sangue. Ha sempre cercato di farmi smettere. Chissà, magari questo mese smetterò; se non succedono cose brutte non sento la necessità di farlo.
Per i mei non è stato un problema mandarmi qui, anzi, penso che siano sollevati dal non vedermi. Infatti non ho dovuto nemmeno supplicarli, mi hanno fatto il biglietto e mia madre è riuscita ad affittare una piccola villetta insieme alla mamma di Rebe. L’unico che si è arrabbiato è stato Matteo. Non vuole che me ne vada, ha paura per me, dice che sono troppo piccola per passare un mese da sola in una città così grande come Londra. Poi abbiamo parlato, e lui ha capito.
Mentre stavo pensando, non mi sono accorta che il taxi stava sbandando. Stava andando sul marciapiede. Un ragazzo incappucciato era girato di spalle, lì, inconsapevole di quello che sarebbe successo.
“Attento!” gli ho appena urlato, ma non sembra mi abbia capito. È troppo tardi, il taxi gli è finito addosso, investendolo. Salto fuori dalla macchina e mi precipito su di lui. È rivolto con la faccia a terra. Ho paura.
Piano piano mi avvicino e lo volto. Ha gli occhi chiusi, sembra un bambino che sta dormendo. Mi soffermo a guardare il suo viso, carnagione leggermente scura, pelle liscia, ciglia lunghe… è proprio un bel ragazzo!
No! Cosa diamine sto pensando? Quando mai ho fatto apprezzamenti sui ragazzi? È lo spavento. Sì, è sicuramente colpa dello spavento.
Lo guardo preoccupata: la botta non è stata molto forte, il taxi gli ha preso solo la gamba, facendolo però perdere l’equilibrio e cadere. Avrà sicuramente sbattuto la testa. Rebe sta bisticciando con il taxista, ha ragione, si è distratto lui, è colpa sua e deve prendersi le proprie responsabilità.
Il moro si riprende. Mi guarda negli occhi e sorride. “I tuoi occhi sembrano una foresta.”
“Eh?” lo guardo sorpresa e confusa. “Devi esserti preso una bella botta”.


***

Sono in ospedale. A dire la verità non lo so nemmeno io il perché, lui è svenuto mentre è arrivata l’ambulanza, e io d’istinto sono entrata dentro con lui. Adesso lo stanno visitando, spero che sia tutto apposto. Non so, ho uno strano presentimento. Sento di averlo già visto da qualche parte, ma probabilmente è solo uno che assomiglia a qualche mio amico, perché io qui a Londra non conosco nessuno. Eppure…
Mentre sono persa nelle mie riflessioni contorte, sento delle voci: “Ecco è in questa stanza, credo lo stiano ancora visitando”. È la voce di Rebecca.
Non è sola, è con 4 ragazzi. “Vale, questi sono gli amici di Zayn” Scatto immediatamente in piedi e divento paonazza. “Zayn?” Magari ho sentito male. “Sì Vale, Zayn.” Non ci credo. “Si, ma chi è sto Zayn?” “Io!”
Oh no, oh cavolo! Non è possibile! Mi giro per vedere chi ha parlato. Un ragazzo alto, moro, di carnagione leggermente scura e pelle perfetta mi sta guardando. È appoggiato alla porta con le braccia incrociate e mi sorride. È lui. Non ci posso credere, il mio taxi ha investito Zayn Malik. Cominciamo bene!



Hey, salve a tutti! Come va?
Volevo presentarmi, sono Filo e sono nuova.
Questa è la mia prima fan fiction, spero vi piaccia.
Fatemi sapere! Baci,
Filo.
   
 
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