20.56
Tu… tu… tu…
Paperino odiava
quel maledetto suono intermittente della cornetta del telefono. Sembrava
volesse prenderlo in giro. Quand’era piccolo ci giocava, rivolgendogli delle
domande. Ricordava di aver fatto quel gioco anche con i nipotini.
Che domanda poteva
rivolgere al telefono ora?
“Chi è Pikappa ?”
Tu… tu… tu…
Già, era lui.
L’eroe mascherato attaccato al telefono che si specchiava nel finestrino della
nave spaziale. Con una grossa ruga di preoccupazione che gli attraversava la
fronte.
Il papero scosse
la testa e chiuse gli occhi. No, non doveva pensare di essere Paperinik, o rischiava di rispondere con la voce sbagliata!
Prima di essere Pikappa, prima di essere Paperinik, lui era sempre Paperino. Era Paperino, uno zio
preoccupato che chiama i suoi nipoti, e nient’altro.
“Chi è Paperino ?”
Tu… tu… tu…
Risposta esatta,
piccola cornetta rompiscatole.
Tu…
«
Pronto? »
«
Ciao Qua! »
Il paperotto
impiegò un secondo a rispondere, un secondo che al
papero parve un secolo. Che voce gli era uscita?
«
Ciao zio! Quo, vieni, è
lo zio Paperino! »
L’eroe tirò un
intimo sospiro di sollievo.
Mentre sentiva i
passi di Quo avvicinarsi, chiese:« È arrivata Lyla? »
«
Sì, sì, tutto a posto.
Ci sta preparando la cena, ma lei ha detto che ha già mangiato… »
Già, un droide non
ha bisogno di mangiare. Paperino alzò gli occhi al cielo, sperando che la Tempolizia avesse inserito nel database di Lyla delle ricette di cucina commestibili anche per dei
paperotti del ventesimo secolo, possibilmente non contenenti benzina, idrogeno
o chissà quale diavoleria che l’alimentava!
«
Ciao, zio Paperino! »
«
Ciao Quo! »
Se li stava già
immaginando, entrambi attaccati alla cornetta, mentre se la litigavano
silenziosamente per poter sentire o parlare meglio. Di
solito era una lotta a tre. Di solito.
«
Come… come sta Qui? »
Eccola, la
fatidica domanda. Paperino si sentiva un verme per quello che stava per
rispondere, ma si rese conto di non avere altra scelta.
«
L’ho portato in
ospedale. I medici hanno deciso di tenerlo sotto osservazione per la notte,
quindi rimarrò qui con lui! »
«
E che cos’ha? »
Ahia! Domanda più
che legittima, quella di Qua!
«
Una… una reazione
allergica! Almeno da quello che ho capito… sapete, io non sono un medico! »
Uno, che non
poteva fare a meno di ascoltare la conversazione, rimpianse una volta di più di
non avere un corpo per potersi sbattere una mano sulla fronte. Una reazione
allergica! La peggiore bugia medica mai raccontata nella storia!
«
Ah… capisco… »
No, Paperino non
era per niente sicuro che avessero capito. Dal tono della voce non sembrava
proprio. Meglio togliersi d’impiccio prima di peggiorare la situazione!
«
Mi potete passare Lyla, ragazzi? Vi richiamo più tardi, prima che andiate a
dormire! »
«
Ok… è qua! Te la chiamo
subito! »
«
Grazie… ah, ragazzi! »
«
Sì? »
Il papero deglutì
rumorosamente.
«
Riporterò a casa Qui
prima di domattina. È una promessa. »
«
Lyla, ti vuole zio Paperino! »
«
Grazie, Qua! »
«
Sono Quo! »
«
Ops! Scusa! »
«
Di niente… »
Paperino ridacchiò
mentre avveniva lo scambio di cornetta.
«
Hai sbagliato apposta,
vero? Non ci credo che con i tuoi sensori non ti accorga delle differenze fra i
due… »
«
Infatti! Ma dato che sono un’emerita sconosciuta, penso che sia normale
far finta di confonderli… »
Già, era normale
confondere Qui, Quo e Qua. Ci voleva una grande esperienza per imparare a
distinguerli senza badare al colore dei cappellini, anche quando erano vestiti
tutti uguali per un raduno delle GM, anche solo dalla voce per telefono.
Un’esperienza che aveva solo lui e forse i loro genitori. Persino Nonna Papera,
di tanto in tanto, sbagliava!
Lui, mai. Nemmeno una
volta. Neanche quando i tre discoli s’impegnavano per confonderlo. Per un certo
periodo era diventata una vera e propria sfida fra loro, ma lui aveva sempre
vinto.
«
Paperino, mi senti? »
«
Oh, scusa, ero
sovrappensiero… »
«
Immagino… come sta il
tuo nipote preso dagli evroniani? »
«
Lyla! Qua e Quo potrebbero sentirti! »
«
No, tranquillo! Appena
mi hanno passato la cornetta sono saliti sopra a
giocare, possiamo parlare tranquillamente… »
Quo e Qua erano
effettivamente al piano di sopra. Ma non giocavano.
La storia
raccontata loro da Paperino non li aveva convinti. Conoscevano lo zio almeno
quanto lui conosceva loro, e non potevano non notare
la pausa sospetta a metà della frase. Poteva essere stanchezza o
preoccupazione. Forse. Ma altre due cose non li
convincevano.
Prima di tutto, la
diagnosi. Allergia? Impossibile! Tutti e tre avevano prestato servizio
nell’infermeria durante i campi delle Giovani Marmotte e conoscevano tutti i
sintomi delle allergie, sapevano anche come comportarsi in
presenza di quasi tutti i sintomi, dalle bolle sulla pelle alla crisi
epilettica. Ma una cosa del genere non l’avevano mai
né vista né sentita. Inoltre, si erano sottoposti tutti e tre alle prove
allergiche: Qua era risultato allergico alla polvere,
Quo agli agrumi. Ma Qui non aveva nessuna allergia,
neanche una.
E poi, più
semplicemente, sentivano che c’era
qualcosa che non andava. Forse era quel famoso rapporto empatico che si dice
esserci fra i gemelli, non lo sapevano neanche loro. Ma lo stesso legame li aveva portati entrambi, senza mettersi d’accordo, a salire
le scale e attaccarsi all’altro ricevitore per spiare la telefonata fra loro
zio e quella strana giornalista.
Uno era troppo
preso dalle complicate manovre per avviare l’astronave per accorgersene. Lyla era troppo concentrata sul discorso che gli stava
facendo Paperino per accorgersi della presenza di un altro apparecchio. E i
gemelli sapevano essere silenziosi quanto bastava a non farsi sentire dallo
zio.
Lyla continuò con tono rassicurante:« E tu come stai? »
Si sentì un
sospiro, prima di un fiume di parole:« Come vuoi che
stia? Ho passato la giornata sfacchinando come fattorino a 00
news; sono stato insultato tutto il giorno da Angus;
ho dovuto nascondermi come un ladro per indossare il costume ed andare ad affrontare
sui cieli di Paperopoli cinque maledetti evroniani, che come souvenir mi hanno lasciato un nipotino
in stato di semicoolflame; ho dovuto mentire agli
altri due per poter salire su un’astronave ed andare ad affrontare i peggiori
vampiri succhia-emozioni dell’universo per poter loro
riportare il fratellino sano e salvo per domani, che hanno un compito in
classe; non so se tornerò vivo e… ah, già, mi sto perdendo la partita del Paperopoli! Secondo
te come sto? »
Quo e Qua si
guardarono sconvolti. Si, certamente anche per il
discorso che avevano appena sentito, totalmente assurdo e fuori dal mondo…
letteralmente, visto che si parlava di alieni! Ma non
solo. Più il discorso avanzava, più la voce del loro zietto
preferito si abbassava di tono e le parole diventavano meno biascicate e più
comprensibili, anche per un estraneo non abituato come loro a criptografare la parlata di Paperino.
Dovettero rendersi
conto che la voce che stavano ascoltando non era più
quella di zio Paperino. Era una voce che qualsiasi paperopolese
conosceva bene.
Lyla riprese:« Quindi
andrai ad affrontarli? »
Pikappa rispose:« Ho
altra scelta? »
«
Non vuoi che venga con
te? Io potrei… »
«
No. È una faccenda che
devo risolvere da solo. Riguarda solo me, Qui e gli evroniani.
Tu bada solo che Quo e Qua vadano a letto tranquilli, per quanto possibile. Ho
promesso loro che domattina si sarebbero svegliati trovando Qui nel suo letto e
non mai mancato una promessa con loro. Questa non sarà la prima. »
Lyla sorrise:« Va
bene, eroe! Posso solo farti una domanda, prima di lasciarti alla tua eroica
missione? »
«
Spara! »
«
Visto che sai parlare
molto bene, perché non parli così anche nella vita di tutti i giorni? I tuoi
discorsi sono molto più comprensibili e, se permetti una nota femminile, la tua
voce risulta molto più affascinante… sicuramente
eviteresti le prese in giro di Angus! »
Paperino non
rispose subito. Non ci aveva mai pensato. Cosa sarebbe
successo se dopo tanti anni si fosse presentato a Paperina parlando come Pikappa?
Lo sguardo ricadde
su Qui e, ripensando al comportamento da semicoolflame
del nipote, il papero trovò la risposta.
«
Perché questo è ciò che
la gente si aspetta da Paperino. Qualsiasi altra voce stonerebbe ancora più
stonata di questa… »
«
Capisco. Buona fortuna,
allora, Paperinik! »
«
Grazie, ne avrò
bisogno! »
Pikappa chiuse la telefonata.
«
Scusa, Uno! Temo che
siano passati ben più di quattro minuti, ma ora possiamo andare! »
«
Tranquillo socio! »
«
Posso chiederti di
continuare a sorvegliare casa mia insieme a Lyla? Non
si sa mai… »
«
Se ci sono problemi ti
avverto! »
«
Bene! Per curiosità,
qual è la nostra destinazione? Non di nuovo Venere, spero! »
L’ologramma gli
fece l’occhiolino:« No, stavolta è Giove! »
Paperinik sorrise un po’ tristemente:« Bè, almeno vedrò un panorama
nuovo! Possiamo partire, Uno! »
«
Distacco! »
La navetta sulla
cima della Ducklair Tower
si staccò e sparì alla vista nel giro di qualche secondo.
Paperino ingannò
l’attesa della battaglia mostrando a Qui, con tutta la gioia e la serenità che gli fu possibile trovare in quella situazione, l’incredibile
panorama dello spazio profondo, con tutte le stelle e i pianeti.
Non notò che Uno
non gli aveva più rivolto la parola da quando avevano lasciato la Terra, e
l’intelligenza artificiale ringraziò ancora una volta che il suo software
superiore gli consentisse anche di mentire. O per lo meno di
non rispettare gli ordini.
Perché a casa di
Paperino non andava tutto bene, proprio per niente.
Anche Lyla, che inizialmente non sapeva della presenza di Uno, ma
di cui poi si era accorta, era abbastanza preoccupata. Il droide era uscito
scansionando le vie con tutti i suoi sensori, mentre Uno conduceva una ricerca
parallela tramite tutte le telecamere di controllo della città.
Nessuno dei due si
sognava nemmeno lontanamente di avvertire Pikappa
della scomparsa degli altri due nipoti…
Ciao
a tutti! Dal prossimo capitolo le cose si faranno molto più movimentate,
promesso! Prima di tutto, ringrazio Red flames, Jan Itor 19 e Crybaby
per le graditissime recensioni. In più Crybaby
e CarolineEverySmile per aver messo questa storia
nelle preferite e CancerCarlo nelle seguite.
Annuncio
che ho cominciato a pubblicare questa storia anche sul forum del PKFanZone, e anche lì, almeno finora, non ha ancora
ricevuto insulti…
Sperando
che questa storia continui a piacervi, vi aspetto al prossimo capitolo!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
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