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Autore: delilaah    17/03/2012    13 recensioni
Prima vera e autentica storia scritta da me che pubblico su EFP. E coincide anche con la mia prima ff sugli One Direction.
Ognuno di loro sarà protagonista all'interno della storia anche se in maniera molto diversa l'uno dall'altro. Non ci saranno favoritismi per un personaggio in particolare, o almeno è quello che cercherò di evitare, e spero che possiate immedesimarvi il più possibile nella storia, nei dialoghi e soprattutto nei sentimenti descritti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter ten: 
Take my hand tonight. 


«Dai Julie, vieni a ballare!» Esclamò  l’amica, strattonandola insistentemente.
«No. Per favore lasciami qui. Quello schifo di drink mi ha fatto male.» Rispose lei, mentre si massaggiava insistentemente le tempie. Sentiva la testa pulsare, come se il flusso del sangue fosse improvvisamente aumentato, e aveva caldo. Tanto caldo. Troppo caldo. 
«Eddai! Per un po’ di vodka!»
«Qualcuno ha toccato il mio bicchiere?» Chiese Julie, voltandosi verso gli amici nel privè, «Avete visto qualcuno toccare il mio bicchiere?»
Tutti scossero la testa all’unisono.
«Julie, quanto la fai lunga per un bicchiere un po’ corretto!» Sbottò una delle ragazze, da dietro.
«Taci, Routh. Taci.»
Una ragazza si alzò, e indicò l’uscita al resto del gruppo. «Ok ragazzi, per favore uscite un secondo, io sto con Julie per capire qual è il problema.»
«Grazie Ebony. Ti giuro che sto male. Lo sai che non sparo balle.»
«Si che lo so Julie, ma devi capire che non posso fare granché. Qua ti guardano tutti come fossi una moribonda perché a parer loro gli stai rovinando la serata, e lo sai che mi dispiace.» Le rispose la ragazza, accarezzandole una spalla.
Ebony, infatti, era l’unica che aveva capito fin dall’inizio come prendere Julie e, in fin dei conti, per lei era sempre stata quello che più assomigliava ad una vera amica.
Julie strizzò gli occhi forte, nella speranza che quando li avrebbe riaperti quella specie di tamburo che aveva fisso nella testa scomparisse. Ma non accadde. Più passavano i secondi e più la situazione peggiorava: sentiva un formicolio per tutto il corpo, e la vista cominciava a sfocare. Che cosa le avevano dato da bere?
«Ok Julie, resta qui, non alzare un’unghia. Torno con un po’ d’acqua, intesi?»
Julie annuì in modo impercettibile e poi si lasciò cadere sul divanetto, socchiudendo gli occhi.
Qualche secondo più tardi una sagoma scura le si piazzò davanti e le allungò la mano. Le era familiare, ma di lui non si fidava.
«Avanti, vieni con me.» Le disse, caricandosela in braccio.
Julie non rispose e si lasciò prendere senza la minima resistenza. L’ultima cosa che vide fu quella tenda verde che veniva sorpassata, e poi più niente.
 
«Dio quanto ho mangiato!» Esclamò Niall, alzandosi finalmente da tavola.
Leah sorrise compiaciuta, mentre iniziava a sparecchiare le stoviglie. Niall la vide e iniziò ad aiutarla, senza però starle troppo vicino.
«Cos’è, ho la peste? O forse puzzo?»
Niall arrossì, preso alla sprovvista. «No, figurati. Solo che non volevo starti in mezzo.»
«Ok, come dici tu!» Le rispose la ragazza, dirigendosi verso la lavastoviglie.
Come faccio a dirti che ti sto lontano perché senno mi viene voglia di baciarti? Devo smetterla di passare tutto questo tempo con te, si disse Niall tra se.
«Film?» Incalzò poi Leah, sventolando a gran voce il dvd de Le Pagine Della Nostra Vita.
«No. Di nuovo quello no. Ti prego!»
«Ma se ogni volta piangi come un bambino!»
«Ah si?» Le disse Niall, con tono di sfida, «Allora ti conviene cominciare a correre, signorina!»
Leah posò il dvd sul ripiano della cucina e incominciò a correre per tutto l’appartamento, nella speranza che Niall non la prendesse perché già sapeva che, se fosse successo, lei sarebbe morta dal ridere a causa del troppo solletico.
I due si rincorsero per una mezz’ora buona e poi si gettarono sull’enorme divano, per riprendere fiato. Leah alla fine decise di darla vinta a Niall e lo lasciò scegliere tra uno di quei film che davano sul satellitare. Come al solito, la scelta di Niall ricadde su uno di quei film d’azione poco credibili e Leah si addormentò profondamente.
«Leah? Psss?»
La ragazza non si svegliò e, in tutta risposta, si strinse ancora più forte al cuscino. Niall sorrise mentre la osservava dormire tutta rannicchiata sotto la coperta. Rimase qualche secondo immobile, per fissare bene nella testa i suoi lineamenti: la frangetta castana un po’ spettinata, il naso da bambina, le lentiggini appena accennate e quel sorriso che appariva ogni volta che lui le sfiorava leggermente il viso con un dito.
Quant’era bella. Bella da morire.
Niall le stampò un leggero bacio sulla fronte e poi le rimboccò le coperte, mentre anche lui si sistemava sull’altro lato del divano per non disturbarla.
 
Trentuno ore e ventiquattro minuti.
Danielle guardò l’orologio non appena vide la sua valigia comparire sul rullo trasportatore. Trentuno ore e ventiquattro minuti. Quello era tutto il tempo che aveva a disposizione prima di ripartire per gli USA. Ed era poco, tremendamente poco.
La sua fuga sommessa dal tour non era stata ben vista dai colleghi che l’avevano lasciata andare sebbene non comprendessero questo suo desiderio di riprendersi quel ragazzino montato che, a loro dire, l’aveva lasciata per uno stupido capriccio adolescenziale. Ma in fin dei conti, cosa ne potevano sapere loro? Niente. E di questo Danielle si era sempre rallegrata.
Raccattò la sua valigia e uscì dall’aeroporto di fretta, in cerca di un taxi. La prima cosa che avrebbe fatto l’indomani mattina era presentarsi alla porta di Liam e riprenderselo. Cosa che avrebbe dovuto fare fin dall’inizio. 





Ok, so che è corto ma ho aggiornato in breve distanza! Perdonatemi xx
Il mistero si fa fitto, no? Che poi un mistero tanto non è, haha. Grazie a tutti che passate e mi dedicate del tempo, lo apprezzo molto! Torno verso metà settimana col prossimo capitolo, promesso!
Giuls x
  
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