Non toccate Ressy
Il portone si aprì cigolando
e lanciando per aria schegge di legno marcio. La primaria impressione che
ebbero tutti fu quella di una cantina: una trascurata, antica, buia cantina.
Sulle prime si trovarono
ciechi, troppo esposti al riverbero del sole precedentemente. Poi misero a
fuoco gl’ iniziali particolari:
Un divanetto sfatto, coi cuscini
a terra, squarciati e dall’imbottitura a brandelli; una sola finestra
incrostata di sudiciume. Più avanti una sedia rotta, un tavolino di vetro
sbeccato. Negli angoli ammassi di polvere cenerina, come d’altronde tutto il
resto. Tutto coperto da ragnatele appena visibili. Asako ne toccò una.
-
Opilione…
crociato…
-
Come dici?
-
Queste ragnatele
sono opera di ragni chiamati opilione e crociato… sono le loro razze.
Avanzarono.
-
Guardate!- avvisò
Naruto- queste macchie rosse…
Kakashi si mise a carponi e
con l’indice segnò la moquette.
-
è sangue.
Esse arrivavano fino a una
gradinata in legno, dove si replicavano a ogni gradino.
-
Ma cos’è successo
qui?- gemette Sakura.
Salirono le scale lentamente,
saggiando con la punta della scarpa ogni livello per sentire se era sicuro.
-
M-maledizione!-
imprecò la bionda, aggrappandosi alla ringhiera per sorreggersi. L’odore di
chiuso e di corruzione che stagnava in quel luogo le era insopportabile, le
dava la nausea.
In cima trovarono un
pagliericcio lercio, e una tunica di orbace marrone ben ripiegata. In un angolo
giaceva una frusta.
-
Che roba è? Sexy
shop?!- azzardò la rosa.
-
Tutt’altro- corresse Sasuke, passando i polpastrelli sul
grumo scarlatto che ne copriva il culmine.
-
Auto-fustigazione…
è una pratica religiosa antica… non sarà mica…?!- si domandò Asako portandosi
le mani alla bocca.
-
Questa era la sua casa!- finì per lei Naruto.
-
Bel colpo di
scena, vero?- chiese Kakashi.
-
Lei sapeva
tutto???
-
Può darsi…
avreste mai accettato di venire a ispezionare la casa di quel prete?
Ai piedi del letto stava una
scaletta di corda. Si abbarbicarono ai pioli e proseguirono con timore.
La mansarda. Come il resto
dell’ appartamento era oscura e sporca, ma contrariamente piena di oggetti, non
spoglia e abbandonata.
Si sedettero a terra e
presero a rovistare fra le scartoffie buttate a caso nel pavimento.
-
FERMI!- ordinò
Asako.- Non toccate, o perlomeno lasciate nella loro posizione… potrebbero
essere un codice.
-
Giusto. Un po’ improbabile
ma giusto- convenne il maestro.
Sasuke prese un foglio.
-
“Quando il cielo sarà oscuro
Per me
Perché dolore
E malvagità
Trovano luce
Allora arriverà”
-
“ Depurerà la Casa del Signore
E i fratelli miei
E l’intera Terra!”- concluse Naruto.
- Ma questo è pazzo!-
commentò Sakura.
- O forse no.- contraddisse
la bionda. – Può darsi che ci sia davvero del crudele in questo villaggio. Può
darsi che tutti ne siano al corrente.
- O forse nessuno- disse il
sensei.
- Insomma, non c’è nulla di
certo in questa missione???
- Solo una cosa: dobbiamo
fare in modo che la maledizione s’annulli.
- Allora- fece Makanishi col
suo sorriso furbo- è facile.
-
Ehi! Guardate
qui!- richiamò l’attenzione Sakura.- leggete questo articolo!
Brandì un vecchio giornale
ingiallito. In prima pagina, il mistero della morte del padrone di casa.
“Rimane misteriosa la causa di tale evento. I numerosi
testimoni che presenziavano al battesimo hanno dichiarato: “nulla, non abbiamo
visto nulla. Don Gervaso aveva preso ad urlare passandosi le mani fra i capelli
come un invasato. Avevamo pensato ad un attacco di follia sbocciato in un
infarto”
La scientifica ha smentito tale ipotesi, dichiarando
che il religioso era in perfetta salute, e il suo cuore era sano come quello di
un diciottenne. Del neonato, poi, nessuna traccia.”
-
Non parlano del
sangue, del rosario che fluttua! Nessuno ha ammesso di aver notato nulla!- la
rosa era quasi nel panico.
-
Nessuno ha visto nulla…- mormorò Asako.
-
Come è possibile?
-
Nessuno, capisci?
Nessuno! C’è del marcio in questo villaggio, tutti fingono di non vedere al
punto in cui non vedono proprio! Rifiutano la realtà! Non era solo quel bambino
il diavolo, erano tutti loro, e noi… e noi…
-
Ma quell’ubriacone
con cui avevi parlato… non avevo avvertito scintille diaboliche nelle sue iridi…-
meditò Sasuke.
-
È vero… ma avete
notato che nessun altro voleva parlarci di Ressy? Dobbiamo ritrovarlo, e
chiedere ancora in giro. Raccogliamo i testimoni. Se parlano, allora sono
innocenti e mentivano solo alla polizia per non essere presi per pazzi. Se
negano, allora abbiamo a che fare con l’inferno.- concluse la bionda.
Un fischio sommesso. La
polvere s’alzò vorticosamente, i fogli girarono. Si disposero in cerchio
intorno a loro, incendiandosi.
L’articolo di giornale bruciò
fra le mani di Sakura, che lo lasciò cadere strillando. Esso si aprì e si
chiuse, poi alcune parole, disseminate fra le righe, presero ad evidenziarsi
brillando.
-
Non… toccate… il puro… egli è… la giustizia… voi… la
corruzione… non toccate… lui… o sarà… la distruzione…- lesse Naruto strizzando
gli occhi.
-
Questo lo vedremo
noi- masticò Asako.
Il quotidiano ricadde a
terra, ma il fuoco rimase, facendo lingue sempre più alte. Il fumo scendeva.
-
Sasuke…! Sasuke!-
chiamò Sakura.
-
Sì, ho capito...
Il ragazzo fece un paio di
mosse, e le fiamme si diradarono per un po’, ma i richiusero subito.
-
Non fa!
-
Vediamo… pensa
Naruto, pensa…- si scervellò il biondo.
La ninja invece aggrottò le
sopracciglia e strinse i denti. “se non va, ci rimetto la pelle” pensava. “ma
ce la devo fare. Per me. Per loro.” Non l’aveva mai fatto prima, ed era
pericoloso. Mise la mani in un modo, poi in un altro, se le torse, le dispose e
triangolo in giù, in su.
-
Asako… cosa…- il
moro aprì e chiuse la bocca. Di fronte a lui si stagliava un giaguaro, di
enormi proporzioni ma slanciato.
-
Ho capito cosa
vuole fare- informò Kakashi, che era rimasto zitto fino a quel momento per vedere
come se la cavavano.- Saltiamole in groppa.
-
Reggerà?- esitò
Sakura.
-
Preferisci morire
carbonizzata?
Ad uno ad uno si
arrampicarono nel suo manto maculato. L’animale si torse in posizione di
lancio, prese respiro, saltò.
Sembrava tutto alla moviola.
I ragazzi trattennero il fiato, chiusero gli occhi, tenendosi saldamente alla schiena.
Nessuno ebbe il coraggio di urlare per paura di distrarre dalla manovra.
Nel volo, il fumo accecò gli
occhi di tutti, facendoli lacrimare. Fortunatamente l’equilibrio era quasi
perfetto.
Un trave, corrosa dal fuoco,
cedette. Cadeva… stava per finire addosso a loro quando il giaguaro scartò di
lato, evitandola ma bruciandosi la pancia. Una volta a terra, prese a correre velocemente,
fino a ritrovarsi di colpo di nuovo fuori.
-
Dio che paura che
mi sono presa!- commentò la rosa.
-
Anche io!-
convenne Naruto.
Sasuke non disse nulla. Asako
riprese le sue sembianze e crollò a terra tremando e tenendosi lo stomaco.
-
Vediamo…- disse
Kakashi.
-
S-sto bene!-
ansimò la bionda.
Una volta all’accampamento il
medico del villaggio la prese in custodia. La fece stendere sul lettino.
-
Brutta bruciatura…
mmmh… dunque. Sì, alcol, poi ovatta.
Tamponò la ferita con gesti
delicati.
-
Non toccare
Ressy, è sacro!- le bisbigliò con voce cavernosa.
-
… Prego?- domandò
la bionda, augurandosi di avere le allucinazioni.
-
Non toccarla, ti
farà male!- ripeté il dottore.
-
Ah…
-
Tornerò a vederti
presto, stai a riposo.
Invece, come un automa, la
ragazza andò al lago si sedette sulla sponda. Poi prese dell’acqua e cominciò a
tergersi la pancia, libera dalle fasciature.
-
Ma che fai?!-
protestarono i suoi compagni di squadra.
Sulle prime non proferì
verbo. Senza voltarsi, mormorò:
-
La lesione è
sparita.
Fra le sue dita bagnate la
pelle tornò bianca e naturale.
-
Come è possibile?
-
Qui tutto è
possibile, è al di fuori del nostro controllo! E tutti ci possono…
Il sensei spuntò dal nulla.
-
Ho chiesto in
giro di quell’uomo al quale avevi offerto da bere. È morto.
-
… tutti ci
possono passare al posto nostro…
-
Che facciamo?-
domandò Naruto mettendosi le mani in tasca.
-
MA CHE VUOI CHE
NE SAPPIA IO!
-
Sei tu che hai
avuto la visione!
-
SI, MA NON SONO
IL CAPO, NON SO TUTTO, IO! È STATO UN CASO, UNO STUPIDO CASO CHE NON SIA
SUCCESSO A VOI. NON VI è ACCADUTO perché FORSE… forse…
-
… forse sei
predestinata.- il moro parlò per lei.
-
Non dire
stupidaggini… non sono più importante di nessuno, intesi?
-
Ok, ok, non ti
scaldare…
-
Piuttosto,
signorina incosciente, come hai potuto effettuare la metamorfosi? Eh?- chiese
Kakashi.
-
Ehm…
-
Sei stata
bravissima…- il suo volto s’addolcì, al punto in cui Sasuke sentì una fitta di
gelosia.
-
G-grazie…
Asako andò nella sua tenda,
con la testa fra le mani. Il moro la seguì con lo sguardo. Ma non la raggiunse.
I suoi occhi neri vagarono poi su quelli del suo istruttore, stringendosi
irritati.
Il sensei non ricambiò il
gesto, sorridendo fra se’.