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Autore: FuckmeHoran_    18/03/2012    28 recensioni
Sono solo una ragazza di periferia. Amo questa band, amo lui e voglio raccontarvi i miei sogni attraverso questa storia. Non sarà il massimo, ma ci proverò.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E adesso sono qui ferma ai piedi di un ruscello. L’acqua è limpida e ghiaccia di poco le punte dei miei piedi. Sono seduta qui, mentre scrivo i capitoli della mia vita.
Sono passati 20 anni dalla mia morte. 20 anni in cui il mondo è cambiato e con esso anche le persone.
Il ricordo della mia immagine è nitido nelle loro memorie. Riaffiora ogni qual volta vedono un girasole. Riaffiora ogni qual volta le loro orecchie odono una risata cristallina simile alla mia. Riaffiora ogni qual volta posano quei fiori su quella lapide, ormai gialla e vecchia.
La fotografia posta su quella lapide ritrae me pochi mesi prima di morire.

“ Ehi amore dai sorridi.”
“Ma non mi piace qui, aspetta che cambio posizione.”
Passammo ore interminabili per quella foto.
“Ecco così va bene.”
Flash.
“Sei bellissima, come sempre.”


Sorrido ancora se ripenso a quei momenti. Con lui e con gli altri ragazzi.
Volete sapere cos’è successo agli altri? Volete proprio saperlo?

Lily e Zayn conducono una vita meravigliosa. Sono grandi ormai. Adulti e responsabili. Hanno messo la testa apposto entrambi e adesso sono sposati. Sette anni fa è nata la loro prima bambina a cui hanno dato il mio nome, Jane. Avrei voluto rimanere accanto a quella dolce creatura e magari provare la gioia di essere chiamata zia. Ricordo la prima volta che Lily ha portato al cimitero la piccola Jane. La posizionò dinanzi la mia lapide e gli disse con un sorriso “ Vedi amore? Questa donna è il tuo piccolo angelo custode!” mentre il suo volto veniva rigato dalle lacrime.
Ogni tanto Lily piange. La osservo da quassù. Piange mentre stringe una nostra vecchia foto che tiene sul comodino da molti anni. E Zayn la rassicura dicendogli che io sono quassù a vegliare su di loro. E in effetti ha pienamente ragione. Io sono da venti anni a vegliarli da quassù.
Poi ci sono Liam e Louis, osservo  molto anche loro. Sono diversi dall’ultima volta che li ho lasciati.
Liam non è più lo stesso ragazzo dolce e premuroso come lo era prima. È diventato più duro, fermo, freddo. Lontano dalla vita e da ciò che lo circonda. Lontano dai sentimenti e da ciò che potrebbe ferirlo.
Louis invece è rimasto il solito. Il solito ragazzo che regala sorrisi ai più bisognosi. A chi magari non riesce a nascondere il proprio dolore agli altri. Rassicura tutti e regala amore a chiunque, anche a chi magari non conosce. E tutti si chiedono perché lo facesse e pochi sanno dare una risposta a questo dubbio. Pochi o nessuno fuorché io. Perché Louis è così. Rassicura gli altri per rassicurare se stesso. Sorride gli altri per sorridere a se stesso. Dice a tutti “andrà tutto bene” per auto convincersi di una cosa che lui sa, non accadrà mai.
Harry. Oh si Harry.
Il mio punto fisso da quando sono qui. Il mio punto fisso da sempre.
Da quando sono andata via, i primi mesi se non i primi anni li ha passati chiuso in se stesso. A riflettere su ciò che era successo. Sulle parole dette e sugli sguardi mancati. Sui discorsi fatti e sulle carezze.
Poi sono passati gli anni ma il dolore non è scomparso, ne in lui ne in me. Ad esso si è aggiunta la rassegnazione. Ed Harry ha incominciato ad uscire, vivere, respirare. Tra sballi di anni sottratti. Cercava nelle donne, nelle troie di una notte ciò che gli avevo regalato io. Felice per qualche ora per poi combattere di nuovo, incessantemente con un io troppo forte.
La sua camera tappezzata dalle nostre foto non aiutava niente, tantomeno a dimenticare. Ed ogni giorno, ogni pomeriggio, ogni notte, ogni fottuta ora, lui era li. Cercava di combattere con qualcosa forse più grande di lui. Il cuore a mille e i sospiri soppressi. Ecco  ciò che prova lui ancora tutt’ora. Anche se ripeteva agli altri e a se stesso di avermi superato. Ecco ciò che si ritrovava ad affrontare Harry, da solo ogni secondo della sua vita. Perché anche se era pieno zeppo di amici che avrebbero dato la vita per lui, Harry si sentiva solo.
Senza di me. Senza il suo unico pilastro.
E Niall? Beh volete sapere di Niall?
Lui non è stato “forte” come lo sono stati gli altri. Passò i primi mesi tormentandosi. Anche addossandosi colpe che non erano sue.  Passò i primi mesi nel buio dei ricordi e nelle lacrime gelide.
Non usciva mai, se non per recarsi nel cimitero dov’è posta la mia bara. E tutti gli chiedevano il perché si torturasse così. Perché continuava a varcare quel cancello e rimanere ore ed ore accasciato su quella gelida tomba ad aspettare chissà cosa. E lui non smetteva di ripetere che voleva assolutamente tener saldo il legame con me. Anche se non fisico, ma voleva continuare ad amarmi a modo suo. E quante volte si è ritrovato solo, su quella bara. A parlare con il viso rivolto verso la mia immagine incastonata su di essa. A rivolgermi domande e a sperare che io potessi rispondere. E quante volte le persone lo fissavano intontite e cercavano di portarlo via di li. E quante lacrime sono cadute da quegli occhi una volta raggianti come il sole, che facevano invidia a tutto l’universo. Adesso troppo spenti per poter essere invidiati. E quel sorriso? Non lo vedevo da un po’. Quelle labbra non si incurvavano più verso l’alto. C’era il buio dentro e fuori di lui.
Non resse più la situazione. Non riusciva più ad andare avanti con gli occhi fissi su di lui. Non riusciva più a mentire a parenti,amici, sconosciuti su come stesse davvero. Non riusciva più a combattere contro se stesso e il mondo che oltre ad aver rubato la sua cosa più cara, rideva beffardo del suo malessere facendogli ricordare la mia immagine, ogni secondo della sua vita.
Non resse più la situazione e lasciò il mondo anche lui.
 
Un pomeriggio freddo di dicembre, Niall James Horan si tolse la vita.
Il suo corpicino nudo venne ritrovato immerso nel sangue qualche ora dopo nella vasca del bagno di casa sua. Attorno a se, oltre agli oggetti scaraventati per terra, c’era una lettera. Una lettera che stava abbozzando da un po’.

“ Non so perché io stia facendo questo.
Forse lo so, ma non voglio ammetterlo a me stesso e nemmeno a voi. Non riesco più a guardare ognuno di voi negli occhi, per tutte le bugie che vi ho detto dal momento della sua morte riguardo il mio stato d’animo. Io non sto bene ragazzi. Io non sto affatto bene. Ogni cosa qui, su questa terra mi ricorda lei.
Mi ricorda il suo profumo, i suoi occhi, il suo sorriso, i suo lineamenti così perfetti. E tutto di lei mi manca così dannatamente. Anche scherzare con lei era così stupendo. Era lei che rendeva perfetta la mia vita ed io non posso rimanere qui. Non posso perché questo non è il mio posto. Non è giusto che Dio mi abbia portato via una cosa così preziosa e non è giusto che io sia ancora qui, quando poi io e lei ci siamo fatti una promessa.
Quella di iniziare e finire un percosso insieme.
Ed io adesso la raggiungerò. Non me ne volete, vi prego. Capitemi, almeno per questa volta.
La ramanzina me la farete li su. Ci rivedremo un giorno.
Abbiate cura di voi.

Il vostro Niall.
P.s: Non piangere Harry, ti prego e non fare ciò che sto facendo io. Tu vivi e sorridi. Ci rivedremo un giorno e ricorda che lei ti ama!”


e con queste righe che lui abbandonò il mondo. I suoi amici, i suoi parenti, la sua famiglia, suo fratello, i suoi sogni. Per seguire me.
E adesso siamo qui, a terminare un percosso che abbiamo iniziato insieme.


Ancora una volta, l’amore supera tutto.
Ancora una volta, noi due siamo di nuovo insieme.
Ancora una volta, per sempre. 

  
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