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Autore: Remedios la Bella    18/03/2012    3 recensioni
Julie. Occhi curiosi e un morboso attaccamento per i casi di serial killer e omicidi.
Adam. Uomo della porta accanto, mite e bizzarro.
I due si conosceranno, in una tranquilla giornata estiva.
Ma dietro l'apparenza si può celare la più cruda delle verità. Una verità che solo il sangue può nascondere agli occhi degli altri.
Enjoy.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Rimase immobile per lungo tempo, con gli occhi persi nella voragine ancora colorata dal sangue della vittima smembrata, a chiedersi un sacco di quelle cose che non avrebbe assolutamente voluto scoprire, nonostante lei ci dedicasse la sua esistenza a tali eventi.
Lui … Adam Dahmer … un assassino della peggior specie? Più e più volte, in quegli istanti passati a fissare l’impossibilità di ciò che aveva davanti agli occhi, aveva negato il collegamento tra sangue, casa di Adam e omicidio.
Ma poi ripensò a tutte quelle cose viste in casa del suo vicino: psicofarmaci, la foto della scomparsa … e quel cognome omonimo al serial killer di Milwaukee. Poteva essere una mera coincidenza quest’ultima circostanza, chissà quante altre persone in America possedevano quel cognome, ma una coincidenza a dir poco nauseante.
“ E adesso cosa faccio?” pensò lei, girando lo sguardo verso il sentiero. Vide le fronde fitte, barriera tra la cruda realtà e un’oasi di pace a pochi passi da lì.
“ Devo cercare di stare calma …” pensò, mentre, senza che i suoi piedi fossero comandati dal suo stesso cervello, si muoveva verso il sentiero, per tornare laggiù, vicino a un potenziale assassino:” Di certo non mi metto a dirgli ‘Ehi, sai che ho trovato un cadavere vicino a casa tua? Non è che sei un assassino? Forte!’ … potrebbe farmi del male …” si fermò, nel bel mezzo del sentiero e trasse un enorme respiro.
“ l’unica cosa da fare penso sia ignorare ciò che ho visto …” si disse, riprendendo a camminare. Ogni passo che faceva era come un sussurro della sua coscienza, che le dettava di stare indietro, di correre dalla polizia, di cercare aiuto imminente. Ma un’altra parte di lei le diceva di affrontare la situazione, di fidarsi in qualche modo di quella piccola parte degli esseri umani che nega, nonostante l’evidenza.
Per un momento Julie fece prevalere quella sua parte in minoranza e, con passo calmo ma calcolato, tornò nei pressi del lago.
Adam era ancora sul pontile, ma non seduto; era coma accovacciato su se stesso, chino su qualcosa che Julie non riusciva a vedere.
La ragazza ingoiò saliva:” Su, non hai visto un bel niente …” si disse in testa. Si avvicinò a passi lenti al molo, e cercò di vedere su cosa fosse chino Adam.
“ Adam?” lo chiamò. Lui voltò lentamente la testa, Julie potè notare nel suo sguardo un non so che di ambiguamente stanco, come se improvvisamente avesse assistito al peggior shock. Il nocciola delle orbite dell’uomo era cupo e denso, irriconoscibile.
“ ma ti senti bene?” la voce di Julie suonò preoccupata. L’uomo scosse lentamente la testa e rigirò lo sguardo su ciò che prima ammirava.
La ragazza sporse la testa in avanti, portandosi poi una mano alla bocca: un coltellino svizzero era piantato nelle rosse viscere di un pesce di medie dimensioni, e Adam continuava a rigirare la lama nell’essere, con le mani sudice di sangue e un respiro affannato e per niente convincente circa il suo stato mentale stabile.
Con gesto meccanico, la ragazza mise una mano sulla spalla di Adam:” Adam … smettila.” La sua voce di solito tranquilla era cupa. La ragazza aveva improvvisamente paura, mentre le venne in mente l’episodio della giovinezza di Jeffrey Dahmer. Il suo stesso sviscerare animali,la nascita di una follia incontrollabile, che Julie vedeva nascere anche negli occhi del suo vicino.
“ Aspetta … fammi fare un’ultima cosa …” sussurrò lui. Estrasse il coltello, e con la minuzia di un chirurgo, recise un organo ancora intatto del pesce, piccolo e rosso.
“ Il suo cuore … che dici? Sarà buono?” disse lui, leccandolo con la punta della lingua.
“ Adam! Ma che ti prende?” Julie era sconcertata davanti a quella scena a dir poco vomitevole.
“ Niente … sto benissimo. Tu piuttosto … dov’eri?” disse lui, voltando i suoi occhi verso la giovane. Il cuore di Julie prese a battere in modo egoisticamente esagerato, mentre una paura madornale le faceva mancare il fiato.
Com’è che l’uomo più gentile della terra si era mutato in una specie di caso psicologico grave, che non aveva la minima lucidità di ciò che stava facendo?
Rifletté su come rispondere:” Lì …” indicò dietro di lei, con mano tremante.
“ perché tremi?” se ne era accorto, nonostante il suo attuale stato.
“ Ho … solo freddo … “ mentì spudoratamente, e con una scusa a dir poco non credibile, dato il sole che picchiava a quell’ora:” Dimmi adesso cosa stavi facendo …”
“ Mi piace l’anatomia … sai la morbidezza degli organi? A me piace tanto il fegato d’oca sai … anche crudo, a volte …”
Adam stava dando di matto sicuramente, e dato il possesso dell’uomo di un coltello nella sua mano, Julie indietreggiò. Nauseata e tenendo fisso lo sguardo sull’oggetto in mano a lui.
“ Tu sei matto …” sussurrò la ragazza, continuando a indietreggiare. Lui avanzò, mentre le sue mani cominciavano a formare tracce sul legno del pontile del lago.
“ No … sono solo curioso,come te … ma per altre cose …”
“ Certo, come no …” Capì che indietreggiare ancora avrebbe solo stuzzicato qualche oscuro istinto di chi aveva davanti e smise di farlo, rimanendo sul posto con gambe tremanti. Allungò però la mano, tanto vicina da poter prendere la mano di Adam che impugnava il coltello:” Dammelo adesso …”
Stranamente, l’uomo non oppose resistenza a Julie. La ragazza gli prese delicatamente l’arnese dalle mani e poi lo mise in tasca, non la disgustava sporcarsi di sangue di pesce dopotutto. Prese per mano Adam:” Siediti e calmati …”
Quel suo atteggiamento tanto anomale era forse dettato da un sangue freddo fuori dai suoi limiti, cercava soltanto di non peggiorare la situazione. Lo condusse sulle gradinate della casa, e lo fece sedere.
Adam si prese la testa tra le mani, senza però iniziare a piangere o a ridere. Julie lo fissò preoccupata.
Poi si ricordò della capsula di psicofarmaci che l’uomo possedeva. Si ricordò di come lui avesse tastato le proprie tasche prima di partire. Lo vide senza indumenti con tasche, e camminò verso l’auto, aperta. Sul sedile posteriore c’era la giacca. La prese, frugò e sentì qualcosa di cilindrico in mano. Trasse fuori la mano della tasca, e constato che era proprio ciò che cercava.
“ Forse non l’ha presa …” pensò lei. Si mise il barattolo in tasca e poi si avviò da Adam, che aveva iniziato a dondolarsi come un matto sul posto.
“ Adam? Vieni, entriamo dentro …”
“ NO! DENTRO NO! QUI FUORI MI PIACE!” urlò lui improvvisamente, alzandosi di scatto e afferrando le braccia di Julie e iniziando a stringerla eccessivamente.
“ Non stai bene … è meglio se … ti riposi …” la calma di Julie stava sfumando a causa del dolore che la stretta di Adam le provocava. Tentò invano di liberarsi, e alla fine tirò fuori il coltello dalla tasca:” Stai calmo o ti pungo …” fece, tirando fuori la lama.
Gli occhi senza espressione di Julie girarono sulla lama, fissandola per lungo tempo. E al posto di sentire la stretta venire meno sul suo braccio, Julie assistette al laceramento del palmo di Adam, che era venuto a contatto con la lama affilata del coltello ancora sporco e adesso sporco più di prima, ma di sangue umano.
La ragazza urlò terrorizzata. Tirò via il coltello, tagliando il palmo a Adam che si afferrò la mano e la guardò come spaventato.
“ Oh mio dio! Resta qui!” Lo spinse via, precipitandosi verso la porta. Ma non si accorse nemmeno che le cadde di tasca la bottiglietta di pillole per terra, rotolando in direzione di Adam.
La ragazza aprì la porta con la chiave che poche ore prima l’uomo le aveva dato, e si sbatté la porta dietro, immergendosi nel buio della dimora, polverosa e leggermente maleodorante.
 Era nelle grinfie di un pazzo senza coscienza, e appena si tastò la tasca  che prima aveva la bottiglietta di pillole, il suo respiro divenne ancora più incontrollato.
“ delle bende … delle bende … delle bende …” l’unica cosa a cui stava pensando, in quel momento, era dover curare la ferita che aveva provocato nella mano di Adam. Tastò il muro in cerca dell’interruttore. Lo trovò e accese la luce. La prima cosa che vide davanti a sé, senza dare conto al resto della casa, fu una porta piccola e semiaperta, da cui proveniva un odore di vecchio; Il seminterrato.
Non ci pensò oltre. Si fiondò sulla porta aprendola, e accese l’interruttore della lampadina che illuminava le scale di discesa. Con un fiato mozzo, corse giù, alla ricerca convulsa di qualcosa da mettere sulla mano del suo vicino, senza curarsi di ciò che realmente stava facendo.


Angolo della scrittrice.
Lo so, non ha molto senso come capitolo. Ma devo farvi rendere conto di quanto quel grazioso uomo sia  a dir poco curioso senza le sue medicine ... cucciolo lui :3
Nel prossimo ... non anticipo niente.
Ringrazio chi ha recensito e chi, eventualmente, vorrà farlo in futuro :)
Vado!
Remedios la Bella
   
 
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