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Autore: DanP    18/03/2012    4 recensioni
[Teen Wolf - StilesxDerek - spoiler!]
Derek Hale sa bene che avere a che fare con un licantropo teenager può dare alcuni grattacapi, ma quando si tratta di un normalissimo adolescente la situazione può definirsi disastrosa.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love. Be afraid.'
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Mating season. Be afraid...of your Dad!

 

 

Qualche minuto più tardi si erano ritrovati nella sgangherata Jeep di Stiles, mentre Derek nella sua splendente nuova mise si massaggiava un braccio. Stiles poteva essere un piccoletto umano senza forze ma quando lo stuzzicava per bene la sua risposta non si faceva mai attendere, pizzicotti o schiaffetti affettuosi -ma neanche tanto- che fossero.

Stilinski si era lamentato persino della mancanza di credibilità dell'Alpha, a cui era sfuggito, senza volerlo, uno sbuffo di divertimento poco umano. Ma che ne poteva lui, Derek Hale, se le dimostrazioni di violenza che si abbattevano sul suo corpo -uno corpo che grazie al suo nuovo status pareva aver acquistato vigore col passare del tempo- sembravano scivolargli sulla pelle senza alcun tipo sensazione?
Se ne era accorto mentre allenava, se così si poteva definire il continuo gettare a terra o in un tronco di turno uno dei suoi due Beta, e se ne accorgeva mentre il suo riflesso si riproponeva in una superficie a specchio. Gli occhi rossi e la sua posizione di rilievo nel branco erano solo due postille a fine pagina, di quel che significava essere il capo, il maschio dominante, l'Alpha per eccellenza.

Chiuse una mano a pugno, osservando come le vene appena sotto la pelle si contraevano e i nervi si allungavano, distendendosi. Quei pensieri ne fecero nascere altri e altri ancori, e mentre annegava in una marea di possibilità si accorse appena che la macchina aveva imboccato il vialetto di casa Stilinski.
Da fuori poteva osservare dettagliatamente gli infissi bianchi, alcuni arbusti spezzati penzolavano sopra la tettoia dell'ingresso, le piogge estive avevano gettato alcune foglie ancora intonse sulle assi di fronte alla porta e uscendo, Derek affondò i piedi nel terreno smosso e melmoso. Non fece caso alle nuvole che andavano ad accumularsi sopra le loro teste, o alla temperatura che si andava abbassando portando i primi spifferi del vento serale. Il clima autunnale iniziava a prendere il posto della calura estiva.

E gli anni si susseguivano anche a Beacon Hills, straordinariamente, Derek fu felice di quella constatazione. Sebbene avesse pensato di tornare alla residenza della sua famiglia solo per smascherare l'assassinio della sorella, ora che il caso era archiviato, nemmeno una volta gli era passato per la testa di trasferirsi lontano, cambiare vita e possibilmente rimuovere i ricordi della sua infanzia con qualcosa di nuovo e genuino, qualcosa che non lo costringesse a affossarsi nella tristezza e nella miseria del suo ramo genealogico perduto. Ma ora, obblighi di nuovo leader a parte, aveva qualcosa per cui valeva la pena restare.
Alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere la luce del soggiorno accendersi, aveva passato abbastanza tempo in quella casa per ricordarsi bene la disposizione delle stanze, ed era certo che suo padre li stesse aspettando dietro quell'ostacolo di vetro e tende.
La sua gamma di emozioni non era così vasta da permettersi di mostrare qualcosa che non fosse un accenno di curiosità e costernazione, a come lo Sceriffo avrebbe reagito alla notizia che il figlio stava per esporgli.
Stiles -l'adorato ometto che aveva cresciuto con tanta fatica, quella testa calda e appassionata che gli riscaldava il cuore e nella stessa misura riusciva ad accusargli un cardiopalmo ad ogni idiozia che commetteva- aveva una relazione, o chissà come l'avrebbe chiamata lui, con un ex sospettato di omicidio, che lui, tra parentesi, aveva arrestato innumerevoli volte.

Senza contare la parte della licantropia e dei cacciatori e di tutto il resto, ma quello se lo potevano risparmiare per altre occasioni future, semmai Stilinski senior avesse concesso, ad entrambi, un futuro.
Poco prima di avvicinarsi alla porta, Stiles fece un rapido dietro front, che lo costrinse a rimanere sull'ultimo gradino. Faceva strano trovarsi a qualche centimetro sotto al piccoletto, dovendo alzare lo sguardo per fronteggiarlo, ma forse era proprio quello che Stiles voleva.
Spostando gli occhi a destra e manca, grattandosi la testa con una leggera sfumatura di rosa che già gli imporporava il viso, il ragazzino si schiarì la voce, fissando le assi consunte del pavimento e giocando con le foglie lucide ai suoi piedi.
“Quindi?” lo interpellò Derek, leggendo alla perfezione tutti i segni di nervosismo che poteva interpretare ma lasciando a Stiles lo spazio per esprimersi.
“Non siamo proprio costretti ad essere diretti, ti pare?Possiamo andare...” stese la mano davanti a sè, spostandola verso l'alto come a percorrere delle scale invisibili a tutti se non a lui.
“...andare per gradi...no? Con calma senza smuovere troppo le acque.”
“Se questa era la tua intenzione potevi continuare a nuotare nell'altra sponda, senza sai...smuovere troppo le acque.” replicò con un mezzo ghigno Hale, mimando come meglio poteva la sua controparte umana.
Le sopracciglia di Stiles schizzarono verso l'attaccatura dei suoi capelli radi, corrucciandosi un poco e poi illuminandosi battendo una mano- ancora con una certa titubanza- sulla spalla di Derek.
“Una battuta politicamente scorretta per entrambi, incredibile, ti stai montando la testa con tutta questa questione del maschio dominante, ah?” ridacchiò sorpreso e sentitamente divertito.

“In più di un modo.” concluse Derek, sorpassandolo per raggiungere la porta e lasciandolo lì a stizzirsi sul doppio senso della frase.
Poco prima di raggiungere il pomello, una mano piccola e pallida lo afferrò con tutta la forza che aveva.
“Stiles...”
“Lo so, ma, non sono pronto d'accordo?Si tratta di...si tratta di papà!”
Con un sospiro Hale si chinò abbastanza da vedere gli occhi castano scuro del ragazzo schizzare terrorizzati da una parte all'altra.
“Ho sedici anni, penserà che sia, chessò, una fase passeggera e che basterà qualche mese per superarla e tutto tornerà alla normalità ma...”
“Ci hai riflettuto proprio tanto su tutta questa faccenda vero?”
“Parlo seriamente!” ribatté Stiles, alzando gli occhi offeso dall'atteggiamento indisponente del suo compagno. Era una questione delicata, delicata al punto che perseguirla nell'ombra, tenendo suo padre all'oscuro forse, era la mossa migliore da adottare.

“Anch'io. Pensi sia una fase?” chiese tranquillamente Derek, e che cavolo, lui non aveva nessuna remora al presentarsi al cospetto dell'uomo che l'aveva sbattuto in cella un numero sconsiderato di volte e che ancora non si era stancato di accusarlo di qualsiasi crimine scombinasse la tranquillità della Contea?
“No!E che diavolo!Lo sarebbe se tu fossi normale ma non c'è niente di normale in te, e ultimamente penso che anche in me ci sia qualcosa di strano...” confessò, iniziando a perdere la voce per contare nella sua mente i casi in cui si era ritrovato ad affrontare a viso scoperto la faccenda “licantropi”.
Derek scrollò le spalle come se non si aspettasse null'altro.

“Una notizia di proporzioni epiche questa....” Stiles scosse la testa, voltandosi e restando a fissare le sagome scure che si spandevano sul suolo terroso, ai piedi della casa.
La piccola lampada, sopra la porta alle sue spalle, allungava la sua ombra come fosse quella di un mostro spaventoso, curiosamente, proprio dietro di lui, vigilava la più spaventosa tra le creature mitologiche, uscito da un qualsiasi libro antico e personificato nel corpo di un ventenne moro dagli occhi di ghiaccio.
“Derek...penso solo che dirglielo adesso, dirgli che stiamo assieme e tutto....”

“Chi starebbe assieme a chi?”

Se l'era aspettato, continuò a ripetersi nella mente. Anni spesi nell'ansia della sua condizione di padre single e con tutti gli indizi del caso, avrebbero dovuto aprirgli la mente ad ogni scenario plausibile. Eppure, fermo sul ciglio della porta con espressione basita e affranta, quello che si era trovato davanti non era ciò che si aspettava davvero. O non quello che voleva davvero.
Si riprese quasi subito, vestendo i panni dello Sceriffo e del padre iper protettivo, un'armatura che aveva affascinato Stiles sin da piccino, ma che in quel momento avrebbe preferito non vedere, il desiderio era anteposto forse dalla voglia di sotterrarsi sotto metri di terra. Stare insieme. Suo padre aveva afferrato immediatamente il significato di quella frase e come dargli torto?
Dio, questo peggiorava la situazione.
Stiles si mosse quasi istintivamente, avanzando di qualche centimetro tra suo padre e Derek che non aveva fiatato da parecchi minuti. Non che solitamente fosse un petulante e continuo cicaleccio come la sua anima gemella, ma in quel momento avrebbe gradito un minimo di sostegno da parte sua.
Era terrorizzato al solo veder suo figlio in compagnia di quel...quella persona.

Ricordava ancora con una certa incredulità i momenti passati alla scrivania del suo ufficio, mentre nella stanza attigua Derek Hale lo spiava come solo un animale poteva fare, intensamente, con due occhi cerulei che mai era riuscito ad imprimere nella pellicola fotografica, che scintillavano tra le sbarre.
I polsi ammanettati sembravano lì lì per spezzare l'acciaio che li costringeva.
Fece qualche passo in avanti, arrivando ad invadere lo spazio personale del moro, vestito di tutto punto, come se quel dettaglio insignificante potesse in qualche modo cambiare l'impressione che si era fatto su di lui. Probabilmente le sue intenzioni non gli erano arrivate chiaramente come si era aspettato, eppure, arrestarlo un paio di volte gli sembrava un indizio più che sufficiente.

Un criminale, ecco cos'era, innocente fino a prova contraria ma per lui rimaneva un lestofante da quattro soldi. Una figura di tenebra del quale, pareva, Stiles aveva iniziato, sin dal suo ritorno nella città natale, ad interessarsi. Stiles che se ne stava ora all'ombra di Hale, lo sguardo che rimbalzava da una figura all'altra, il volto pallido e muto, come non l'aveva mai sentito.
“Uno dei due vorrà di certo darmi una spiegazione, spero.” chiese autoritario, mani sui fianchi, sfidando chiunque a privarlo del suo ascendente sul proprio figlio, in special modo, il pazzo che gli stava di fronte, venuto a pestargli i piedi proprio sul portico di casa.
Derek alzò il mento, per nulla impressionato ma preoccupato dal silenzio persistente del compagno alle sue spalle.
“Certo Signore, con la dovuta calma noi...”
“L'invito non era rivolto a te.” lo interruppe feroce lo Sceriffo, lanciando un'ennesima occhiata di fuoco al suo indirizzo. Stiles se ne stava placido nel suo mutismo, soppesandosi da un piede all'altro e incapace di spiccicare parole. La gola arsa dall'angoscia ora che l'attenzione di entrambi i contendenti era rivolta alla sua persona.
“Pa...Papà...” iniziò balbettando, non un buon modo per iniziare, proprio per nulla.
Fece qualche passo in avanti, arrivando al incontrare il profilo di Derek, la sua ombra, le sue spalle ampie.
Tutto in lui suggeriva un profondo senso di protezione e conforto ma l'unica prospettiva che riusciva a scorgere al di sopra dei suoi capelli d'ebano, era il viso severo del padre che non voleva deludere.

Fu proprio in quell'istante che Hale catturò un suo polso, e lo strinse con tanta convinzione da farlo sobbalzare di meraviglia. Trovandosi a fronteggiare solo il cipiglio azzurro cielo, tutto sembrava più semplice.
Nulla di cui preoccuparsi. E' tuo padre. Tu sei la sua persona più preziosa.
La voce di Derek gli rimbalzò nel cervello un numero sufficiente di volte da convincerlo che sì, era suo padre e sarebbe andato tutto per il verso giusto. Col tempo.
“Lo so che non facile da accettare tutto questo e non mi aspetto che tu capisca...subito ma...”
“Ma?” lo esortò, Stiles socchiuse due o tre volte le labbra, le parole che ancora faticavano a spiccare il volo come erano solite fare. Il macigno che sentiva nello stomaco aumentò di peso, quando intercettò lo sguardo quasi angosciato dello Sceriffo.
Preferirei non fargli questo.

“Stiamo parlando di Stiles.”
La voce non era sua, ovviamente, ma veniva da molto vicino, così vicino che ne sentiva il calore e la certezza. Eccolo, il punto al quale voleva arrivare Derek. Il bandolo della matassa, il nodo che collegava i fili. Stiles era il fulcro dei pensieri di suo padre, le sue aspettative, il suo impegno, l'amore e la speranza concentrate in quel ragazzino iperattivo e combina guai.
“E' così anche per me.” disse Derek, sentitamente, decriptando i pensieri che si ammassavano nella mente dell'uomo più anziano.
“Papà.” avanzò Stiles combattuto e incerto di come avrebbe interpretato l'intera situazione. Non che ci fosse nulla da interpretare, era pienamente consapevole di aver esposto le carte prima ancora di dare una dovuta spiegazione o un preavviso di qualche genere.

“Ah-ah!” alzò una mano lo Sceriffo, sulla difensiva.
Dopo di ché puntò bruscamente verso l'ingresso, fermandosi solo per fare un cenno con la testa a mò di invito. I ragazzi, che ancora si tenevano per mano, non se lo fecero ripetere due volte, oltrepassando la soglia e chiudendosi la porta alle spalle.
Il vento della sera, nel frattempo, stava iniziando a placarsi.

Seduti sul divano del salotto, il suono della televisione in sottofondo e dello spignattare di Stilinski Senior nell'altra stanza, Derek pensò che l'intera situazione era andata, a suo parere, molto meglio di quel che si era aspettato. Perlomeno, l'assenza di armi da fuoco aveva contribuito a tranquillizzare il suo lupo.
Anche se quello continuava a palesarsi e muoversi circospetto sotto la sua coscienza, ora che la mano di Stiles, prima meditabonda e poi con certezza, si era insinuata nella sua, che teneva su un ginocchio.
Si distrasse solo quando il padrone di casa entrò in soggiorno,
“Quindi, Derek, sembra che la tua vita sia circondata dal mistero, non trovi anche tu?Intendo...” fece un gesto delle mano, puntando al ragazzo davanti a lui.
“Una bella sfortuna per la tua famiglia e tutta questa storia degli omicidi.” lo disse con un tono così sprezzante e carico di sospetti che Stiles si sentì in dovere di proteggere Derek da quell'attacco.

“Papà!” per la prima volta nella serata la sua voce risuonò con la solita nota di stupore e risentimento.
Hale si affrettò a fermare il dibattito, stringendo di poco la mano che teneva contro di lui.
L'ultima cosa da fare al momento era irritare lo Sceriffo.
“E' vero, Signore. E se permette, penso che Stiles sia stato incredibilmente utile durate tutta l'indagine.”
“Posso solo immaginarlo.” sbuffò Stilinski, cogliendo dei sottintesi che non aveva alcuna ragione di nascondere.
La stretta nella sua mano si intensificò, arrivando fin quasi a scivolare via dalla sua presa per il nervosismo, socchiuse gli occhi.
Lo sguardo fisso che lo Sceriffo lo stava obbligando a sostenere s'infranse, giusto il tempo in cui squadrò con aria critica e confusa il gesto tenero che il criminale e Stiles si stavano scambiando.

L'atmosfera divenne ancora più tagliente, tanto che sentì Stiles deglutire senza tendere i suoi “sensi di lupo”- come il ragazzino li definiva- più del necessario.
“Curioso...” ripiegò nuovamente l'agente, su terreni sconnessi. “Come tuo zio sia svanito improvvisamente insieme all'infermiera che si prendeva cura di lui.”
“L'amore fa fare strane cose, Signore.” Derek dovette trattenersi dal ghignare furioso nel sottolineare quella menzogna. Qualcosa li aveva divisi sì, ma non certo l'amore.
Il caro zietto l'aveva sfidato già una volta, sottovalutandolo, e al momento dello scontro finale aveva interpretato immediatamente il suo desiderio di riprendersi il titolo che, con la morte di Laura, gli spettava di diritto.
“Lo fa di certo.” soggiunse Stilinski tutto d'un fiato, senza smettere un secondo di squadrarlo da capo a piedi e, occasionalmente, scagliare un'occhiata di fuoco al figlio. Tornato nel suo stato di ansia e immobilità.

C'era da dirlo, la cosa era del tutto sorprendente se si considerava il personaggio.
Persino nel loro primo incontro nei boschi Stiles non era rimasto fermo nemmeno per un battito di ciglia e ora eccolo lì, mano nella mano, con le gambe tanto vicine da sfiorarsi quasi senza volerlo.
“Non usiamo troppi giochi di parole, so che sei qui solo per liberarti la coscienza, stessa cosa vale per te, figliolo.”
Occhiataccia.
Fu proprio quello che probabilmente risvegliò un meccanismo che in Stiles era appropriato.
Scattando in piedi, liberandosi della mano di Derek, che lo vide riprendersi le redini della propria indipendenza con una velocità accecante persino per lui, e gonfiare il petto preparandosi al fiume di parole che, di sicuro, ne sarebbe scaturito.
“Beccati!Ok, Pà, ho portato qui Derek perché volevo che capissi che non è il psicotico killer che credi tu, o tutto il genere umano, apparentemente. E' vero, non è perfetto, non fa altro che dare ordini e pretendere anche che la gente lo ascolti, il che accade, per un motivo valido, ma non stiamo qui a divagare...” perse la voce a queste ultime battute, giusto per ricordarsi che suo padre mai e poi mai, avrebbe dovuto scoprire che cosa era Derek Hale. Guardò quest'ultimo, a braccia conserte, con un sopracciglio alzato e pronto ad interromperlo per un qualsiasi passo falso.

Scusa, mimò con le labbra, senza farsi notare. Intento abbastanza difficile, visto che se ne stava in piedi in mezzo al salotto e loro, un faro nella nebbia, ben difficile da non distinguere.
“...e criticare e vivere in un mondo tutto suo, lontano.” continuò, come se non avesse mai ripreso il respiro o si fosse fermato a contemplare il suo ragazzo-lupo. Sognando ad occhi aperti che quella serata passasse in un lampo e potesse finalmente posare la testa sul suo petto e sentire il suo cuore che batteva in modo così tranquillo e ritmico, senza punte di ansia o adrenalina, come capitava troppo spesso a lui, quando stavano così vicini.
“Però...ci tengo davvero, a lui e...” disse, con una vocetta di cristallo, ma ferma, convinta. Senza mai staccarsi dalle profondità topazio del licantropo.
“Ok.” lo interruppe una voce autoritaria da qualche parte della casa, ma lui non ci fece caso, troppo occupato a sprofondare nel cipiglio fiero di Hale, che non aveva mosso le labbra, tranquillizzandolo sul fatto che non era stato lui a parlare e poteva ancora inoltrarsi nelle sue disquisizioni senza fine. Quale fosse il motivo per cui aveva cominciato a elencare pregi e difetti di Derek. Perché era lì poi?
“E poi il modo in cui mi bacia...!” sospirò, rivangando i vari momenti trascorsi assieme. Dal primo, incerto bacio fino a qualche ora prima -o era stato qualche minuto?- che di incertezza non aveva nulla e lo spingeva verso frontiere di sensualità e desiderio inesprimibile.

“Stiles!TMI*!” gridò imbarazzato e confuso suo padre. Padre. Ecco il motivo per cui era lì.
Dannazione!Come poteva pretendere che Pà comprendesse la situazione se lui si metteva a fantasticare su quella meraviglia di Alpha proprio lì a pochi millimetri dalla sua portata?!
Si rimise seduto, imbarazzato come non mai per quel fastidioso e sdolcinato exploit. Derek si lasciò sfuggire un eccesso di risa che si spense immediatamente alla vista di Stiles che si portava le mani al viso.
Oh, ora si sarebbe divertito un mondo, ricordandogli quei momenti.
Lo Sceriffo sospirò riportando l'attenzione su di lui.

“Non ho intenzione di lasciar correre così alla leggere il fatto che tu stia uscendo con....”di nuovo, scosse un indice in direzione di Derek, giudicando l'insieme della sua figura affascinante, che trasudava potere e minaccia.
Sì, Derek non era proprio il genere di ragazzo che ci si portava a casa per presentarlo alla propria famiglia ma non era certo stato lui a scegliere di innamorarsi del Lycan.
Stiles arrossì ancora di più, dando l'impressione di impazzire per la tensione a cui li stava sottoponendo il padre.
“Tuttavia, dato che ci tieni tanto, immagino che eviterò di togliere la sicura, per stasera.”
lo disse con un sorriso sprezzante, come ad ammettere che tutto sommato non stesse scherzando e Derek Hale era stato avvisato, testimone il figlio, che se avesse fatto qualcosa di poco consueto, gli sarebbe voluto poco per rimetterlo in riga. O eliminare la sua presenza dalla faccia del pianeta.

“Aspetta....sapevi che...insomma, la faccenda del coming out...” Stiles incespicò nelle proprie parole, lanciando occhiate a destra e manca.
“Stiles, sono tuo padre ma anche un poliziotto, certe cose sono...ovvie, dal mio punto di vista.” si schiarì la voce, grattandosi la testa. Un gesto così familiare in quella famiglia che Derek s'immaginò uno Stiles in un futuro prossimo. Ripercorrere con esattezza le orme di Stilinski Senior.
Un brivido freddo gli corse lungo la schiena. Forse, e solo forse, se avesse giocato bene le sue carte, avrebbe evitato di trovarsi ben due sceriffi specularmente interessati a lui, anche se in modo diverso.

Stiles si trovò a rimuginare tra sé e sé, sbirciando verso il basso, nel piano inferiore per vedere se Pà avrebbe tentato un'irruzione anche in camera sua, proprio quando era riuscito a far entrare Derek, per la prima volta, dalla porta d'ingresso, senza forzatamente dover usare la finestra ed evitare di incontrare lo Sceriffo. Attese con pazienza e non appena suo padre scomparve dalla tromba delle scale, chiuse la porta, facendo attenzione a non sbatterla.


Un secondo più tardi rivisse un meraviglioso deja-vù, premuto contro la porta della sua camera, un lupo famelico stretto a lui, pronto a divorarlo.
“Non tutto il male viene per nuocere.” replicò saccente il ragazzino, come tirando le somme e dando una morale all'intera serata.
“Allora non si dovrebbe chiamare male, tu non pensi?” lo rimbeccò Derek, sprofondando il capo nel collo di Stiles e inspirando a fondo. Quel profumo non l'avrebbe abbandonato per nulla al mondo.

“Smettila di fare l'intelligentone e baciami.” Stiles mise il broncio e lo obbligò ad alzare lo sguardo.
“Supplicami.” quel tono autorevole ed eccitante erano un grilletto troppo facile da premere per eccitarlo.
Stilinski, le braccia attorno al collo del lupo, fece un profondo sospiro e lo guardò da sotto le ciglia.
“Baciami, per favore...”
Derek lo esaudì, interrompendo la sua danza erotica e facendo collidere le loro bocche. Dapprima con dolcezza e poi, con un'intensità che Stiles approvò con un miagolio soddisfatto. Il suo iperattivo, compulsivo e affettuoso Stiles. Il ragazzino gli strinse le spalle, stringendo la giacca tra i pugni chiusi.
Si separarono, a corto d'ossigeno e Stiles si morse le labbra, assaporando il gusto di Hale e il suo calore che si spandeva in tutta la stanza.
“Vorrei vedere dove sono sepolti i tuoi genitori.” chiese, in un respiro agonizzante, incerto su come far saper a Derek che teneva più di ogni altra cosa a lui e in quel modo, anche alle persone che l'avevano amato in passato.

“Scusa, l'ho detto male...è che non so proprio come esprimermi a riguardo è un...argomento delicato.” e io non sono certo tra le persone con più tatto al mondo. Ma nemmeno Derek lo era, quindi il problema non si poneva.
“Va bene.” disse infatti, per nulla offeso. “La prossima volta sarò io a presentarti la mia famiglia.”
replicò serio. La tenerezza di Stiles a proposito era qualcosa che gli toccava il cuore. O forse Stiles in sé lo emozionava senza una ragione precisa, anche senza bisogno di parlare.
Indietreggiarono fino a sentire il bordo del letto in cui ricaddero con un rumore ovattato, Stiles che troneggiava sopra di lui, e Derek che gli lasciava campo libero per le sue affettuose perlustrazioni.
Pensandoci, forse Derek avrebbe voluto che Stiles diventasse un licantropo. Non l'aveva mai espresso a parole, ma il desiderio di aumentare i membri del suo branco**, con il suo compagno fra tutti...

Se il morso non fosse stato così atrocemente doloroso, o le possibilità di una trasformazione senza problemi fossero state al 100% ottimali, Hale non avrebbe esitato un secondo a dargli il morso. D'altra parte, nemmeno Stiles avrebbe rifiutato. Stupidamente, pensava che un giorno, forse non troppo lontano, sarebbe stato lui stesso a chiederlo.
“Derek...” mormorò Stiles, accucciato su un fianco, la fronte poggiata al cuore del lycan.
“Lo so.” abbracciati, nel cuore della notte. Un momento perfetto. Nel letto che avevano condiviso tante volte.
Derek fissò il soffitto sconfitto e allo stesso tempo combattuto da troppi pensieri contrastanti.
Se ora io...
Se ora io...

Nel frattempo, nelle strade di Beacon Hills, qualcun altro era in fuga dai propri ricordi. Una figura che correva lungo scorciatoie e vie anonime.
Il ragazzo arrivò alla cancellata spettrale del cimitero, l'aria calda e afosa gli appiccicava i capelli al viso, quello e la spaventosa corsa in cui si era lanciato appena fuori dalla porta di casa.

Il respiro affannoso e il cuore che pompava in petto a pieno ritmo. Si portò le mani alle ginocchia e così, accovacciato, si concentrò sui suoni che lo circondavano. Alzò lo sguardo e lo puntò verso le sue spalle.
Il lungo tratto di strada che aveva percorso quasi non si vedeva. Le tempie pulsavano dolorosamente e la gola bruciava come fuoco, si scompigliò ulteriormente i capelli, i riccioli che puntavano in ogni direzione. Completamente K.O, fece ancora due passi poi spinse le porte in ferro battuto, che emisero un suono d'oltretomba. Ma che aspettarsi, da luoghi simili, in un'ora così tarda della notte, si stropicciò gli occhi azzurri, sulla soglia delle lacrime. Non sarebbe riuscito a sopportare un'altra notte come quella, non rimanendo in quella casa. Passeggiò a lungo tra tombe e monumenti di pietra, lucidati dalle piogge e coperti di vecchiume. Il bosco che si spargeva tutto attorno, una chiazza nerastra ai bordi delle inferriate decadenti.

Prese un respiro profondo, l'odore di putrefazione e muschio gli entrò nelle narici quasi stordendolo.
E adesso? Si chiese, del tutto assuefatto dalla tristezza. Aveva preso una decisione che gli sarebbe costata cara, lo sapeva, e la location in cui era andato a finire non migliorava le sue preoccupazioni. Aveva visto fin troppi film e letto troppi libri al riguardo per sapere che trovarsi in un cimitero la notte non portava nulla di buono.
Vampiri, mostri che sbucavano alle spalle dei malcapitati, serial killer, -anche se si era trasferito da poco sapeva delle stragi che si erano consumate a Beacon Hills di recente- poteva scriverne un libro, su tutte le cose terribili che succedevano lì, eppure, sarebbe stato comunque meglio che ritornarsene a casa.
Sì, pensò, se anche in questo momento saltasse fuori un lupo mannaro e decidesse di pasteggiare con me faccia pure. Sono pronto!
Uno scricchiolio alle sue spalle lo fece sussultare, obbligandolo a gettare un occhiata di gelo alle sue spalle, incrociando qualcosa che non corrispondeva esattamente a ciò che si era aspettato.
Lì, nel bel mezzo del cimitero che apparteneva alla sua famiglia***, c'erano lui e il suo futuro.

 

Continua.

 

NdA: Fine di Mating Season ma...

*TMI: è un acronimo usato spesso, spessissimo direi, in America e sta per “Too Much Imformation”, direi che in quel momento Stiles si fosse lasciato prendere un po' troppo la mano!

**Spoiler ci fanno sapere che Derek ha mire piuttosto alte per il suo branco e vorrebbe...rinfoltire le sue fila?

*** ALLERTA SPOILER: Chi non vuole rovinarsi la nuova serie con dettagli piccanti eviti questa nota ed aspetti Giugno (forse) Ma Se!E dico Se! Siete curiosi di sapere di chi sto parlando vi rimando qui: Isaac & Dad

   
 
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