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Autore: Koaliller    18/03/2012    2 recensioni
Avvertenze:
State per leggere un sei mani. SemPandaBlu; Ila Green Koaliller e io, Himeisalittlepanda. Aprite a vostro rischio e pericolo (?)
Siamo tutti presi dall'amore, prima o poi. Il fatto è che l'amore non piace a tutti. Molti non lo vogliono, ma poi lo cercano; molti ritengono sia una scemenza, un perdita di tempo. Altri, poi, non riescono a vivere senza di esso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ennesimo problema, l’ennesima fuga, l’ennesimo pianto e l’ennesimo rifugio in mezzo al nulla. Fuori dal mondo, fuori da casa, fuori da sé stessa.
Un’altra relazione a cui aveva creduto…andata in frantumi.
Un’altra litigata finita con lei che usciva di casa.
Un altro problema da non poter condividere con nessuno.
Tutto quello che faceva, lo faceva per i suoi genitori, per non deluderli. Ma a quanto apre ogni volta era sempre peggio e non riusciva più a capacitarsi della cosa. Le sembrava che ogni volta stesse sbagliando direzione. Provava e riprovava a cambiarla sperando che, per una volta, fosse quella giusta ma non funzionava. Nessuna strada era giusta, erano tutti tranelli e vicoli ciechi in cui ogni volta cascava. Come la sua ultima storia: andata in frantumi insieme al bicchiere d’acqua che in quel momento teneva fra le mani e avrebbe solo voluto annegarci, in quell’acqua che ormai filtrava fra le piastrelle del pavimento. Forse non era il suo mondo, la sua vita. Non era nemmeno il suo corpo, se è per questo. Non lo è mai stato, non l’ha mai voluto, né accettato.
Nemmeno la scuola era il suo posto, l’Italia non era il suo paese nella sua testa. Anche per questo tentava di migliorare con il suo inglese più che poteva, ma a parlare era tutta un’altra cosa.
I discorsi, il pubblico: un’altra cosa da aggiungere alla lista del “non erano cose per lei”, come il parlare in altre lingue con persone che ne sanno molto più di te. Eppure nonostante questo la sua passione, insieme ai libri e alla scrittura, era cantare.
Uscì di fretta da casa: mp3 carico in tasca con le cuffie nelle orecchie. Ancora spento e nella borsa un libro, un quaderno e una penna. Tutto quello che serviva per renderla felice, quasi soddisfatta. Si incamminava per raggiungere quello che era il suo posto per riflettere, ma si fermò prima: non lo era più dopo quella volta. Cose che era meglio non ricordare e ora vagava senza una meta precisa per trovare quello che finalmente sarebbe diventato il suo posto, dove nessuno avrebbe mai messo piede. Ci stava mettendo un po’ a trovarlo, il che era impensabile vista la grandezza del paese in cui viveva: praticamente uno sputo di lama. Continuava a cercare trattenendo le lacrime che avrebbero già dovuto cadere da parecchio tempo, ma che ancora erano lì: ad attendere il momento giusto per rigarle le guance. Una luce abbagliante proveniente da chissà dove ed eccolo: un prato immenso, una panchina, un lampione ed un albero che certamente di giorno le avrebbe fatto ombra. Camminava in quella direzione rapita dal luogo perfetto, il suo luogo. Lentamente si stava sedendo quando il cellulare vibrò.
Un sms.
Sem, amore, mi dispiace. Non volevo. Perdonami, ti prego. Voglio che torni tutto come prima. Ricorda che tutte le promesse che ti ho fatte non erano campate in aria come pensi tu.
 
-Cazzate-
 
Rispondi.
Puoi dire quello che ti pare, ma la tua scelta l’hai fatta ore fa. Anzi, ora che ci penso probabilmente ancora prima. Hai detto tutto e non posso farci niente. Tu continua pure a fare quello che stavi facendo, non ti preoccupare di me e vai avanti. Anche io lo farò e lo sai. Anzi, hai ragione tu non c’è mai stato amore. Era tutta una finta, forse il voler provare qualcosa verso qualcuno mi ha indotto a un finto amore quando finalmente pensavo di aver trovato qualcuno. Che mi volesse. Ma probabilmente mi sbagliavo, ma poco importa ormai, no? Stammi bene. Stronzo.
Vuoi inviare 3 sms?


Messaggio inviato.
 
Perché continuava a chiederle se voleva inviare 3 sms? Gli aveva scritti lei, era consapevole di aver scritto tanto, ma non poteva farci nulla. E’ sempre stata così: una di quelle che scrive messaggi lunghi kilometri, che si ritrova risposte minime e se le fanno incazzare manda a fanculo il mondo. Infatti, ecco il cellulare che vibra ancora.
Sms
Stai mentendo.
Ecco, l’ennesimo che capisce quando mente, quando diceva le cose per proteggere gli altri o forse stava semplicemente proteggendo sé stessa. O entrambi. Da qualcosa che potrebbe fare molto più male se sincera.
Rispondi.
Vaffanculo.
Invio.
Odiava che le leggessero nella mente. Lo stava facendo per loro, per lui e per lei, per la sua famiglia. Non poteva permettersi di essere sincera, avrebbero sofferto troppe persone: meglio allontanarsi da tutti e da tutto e lui… beh, lui aveva fatto la sua scelta e nonostante il male è stato meglio così. Meglio di una bugia peggiore di quella. Anche se nemmeno quella bugia  aiutava, ma il male si stava impossessando di lei, non poteva farci nulla ormai.
Finalmente libera di sedersi sulla panchina senza essere disturbata.
Accende l’mp3 e inizia a cantare: finalmente libera. Quando canta si rilassa, si sfoga e lì nessuno può dirle di abbassare il tono della voce e, soprattutto, nessuno la sente. E’ una delle cose che più la imbarazzano: farsi sentire cantare. Chi l’ha sentita le ha detto che ha una bella voce, che canta bene ma lei continua a non crederci. Come per tutte le cose: ad esempio per come scrive. Brava, mi piace molto come scrivi. I tuoi pensieri. No. Bugie. Ma ora era libera di cantare senza preoccuparsi di qualcuno che la sentisse. Ne sentiva il bisogno. Alcune persone urlano, altre prendono a pugni i muri o spaccano qualcosa lei, invece, canta. Nel frattempo prendeva dalla borsa il libro: Un posto nel mondo.  Si dice che i libri che ti cambiano la vita li leggi al momento giusto e così era anche per lei. La prima volta che tentava di leggerlo non capiva nulla, si perdeva fra le righe come se la memoria non funzionasse e l’inchiostro scivolasse via dalle pagine. Ma dopo averlo ripreso, 3 anni dopo qualcosa cambiò e ogni parola le rimaneva indelebile in mente, come un tatuaggio, ma visibile solo a lei. Leggeva e cantava, oramai le parole le sapeva a memoria ed era tutto automatico. Era sia concentrata nella lettura che nella canzone: si stavano fondendo insieme. Molti le chiedevano come facesse anche solo ad ascoltare la musica e a leggere rimanendo concentrata in entrambe, ma lei non sapeva rispondere. L’unica cosa che non sapeva fare mentre leggeva era sentire gli altri parlare: la distraevano. Sarà che quello era il suo mondo e loro non riuscivano a farne parte, ma non aveva le risposte che cercavano. Rimase lì immobile per un po’ finché le lacrime non decisero di scendere e l’aria di mancare.
L’ennesimo attacco di panico.
Sola ed isolata.
Fuori dal mondo.
Nessuno vicino che potesse aiutarla.
Gli occhi si chiusero e l’erba verde la accolse abbracciandola.
La stava proteggendo.
Solo la terra faceva parte del suo destino.
   
 
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