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Autore: hale    18/03/2012    3 recensioni
Mi ha chiesto perdono.
Io gli ho risposto che avvolte le scuse non guariscono le ferite.
La storia è stata modificata, leggerla qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1421627
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre
Segret

Things haven't been the same 
Since you came into my life
You found a way to touch my soul
And I'm never, ever, ever gonna let it go


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Julie's Chapter.

Aprii gli occhi lentamente, fino a quando la luce del sole proveniente dalla finestra non mi desse fastidio, per poi realizzare che erano le sette del mattino. 
Mi alzai dal letto per poi dirigermi in bagno a lavarmi per poi vestirmi.(Look Julie.)
Con un ragazzo in giro per casa l'unica cosa che vorrei che accadesse è farmi vedere in pigiama di prima mattina, specialmente se quel ragazzo è uno come Harry. 
Scesi le scale per poi recarmi in cucina. Aiutai la domestica ad apparecchiare. Il suo nome è Annabelle, ma lei mi ha chiesto di chiamarla semplicemente Anne.
 Ha i capelli biondo cenere e gli occhi color del ghiaccio, è molto cordiale con me  e ne sono grata. 
"Hai dormito bene?" Mi chiese non appena mi vide raggiungerla in cucina. 
"Si grazie, e lei?" Le risposi con un sorriso notabile in viso. 
"Bene grazie. E' strano, nessuno me lo chiede." Ribatté, posando lo sguardo su ciò che cucinava. 
"Davvero? Come mai?" Chiesi, stranita dalla faccenda.
"Perché diciamo che qui faccio la parte della schiava." Quelle parole mi lasciarono di stucco, non me lo sarei mai aspettato. Daltronte la mia prima impressione della famiglia Styles era più che positiva. 
"Io mi comporterò diversamente." Sottolineai. 
Presi la mia colazione e mi sedetti in sala da pranzo, accesi la tv sintonizzandola su un canale che trasmettesse i cartoni. 
Pochi istanti dopo venni raggiunta da Harry in pigiama, ovvero in pantaloncini della tuta e nudo di petto. 
Si stiracchiò per poi esordire: "Buongiorno." 
Mi guardai attorno, ero sola, di conseguenza si riferiva a me. 
"Buongiorno." Ricambiai, abbastanza in imbarazzo. 
"Anche tu guardi Tom&Jerry?" Chiese sedendosi di fronte a me.
"Ehm.. Sì." Sentivo le guance bruciare. 
Fece una risata rilassata, era melodica e non mi fece trattenere un sorriso. 
"Anche io li guardo." Mi sorride, guardandomi senza problemi negli occhi.
Distolsi immediatamente lo sguardo. 
"Come hai dormito la prima notte?" Mi chiese sfoggiando un grande sorriso. 
"Bene, grazie. Tu?" Risposi, versandomi da bere. 
"Bene anche se ho fatto un incubo." Ammise appoggiando i gomiti sul tavolo. 
"Ah mi dispiace, che cosa hai sognato?" Chiesi cercando di non essere invadente. 
Fece una piccola risata rivolgendo lo sguardo in basso per poi rialzarlo e piazzarlo su di me.
"Ero gay." Disse secco.
Mi strozzai con la bevanda e scoppiai a ridere fortemente.
"Scusa." Dissi per poi tornare a ridere.  
"E' stato abbastanza traumatico." Continuò a tono, sorridente nel vedermi quasi a terra dal ridere. 
"Ma hai proprio sognato la scena.." Chiesi trattenendo la risata per una buona volta. 
Annuì serio.
"Bhè ho sentito dire che succede tutto il contrario di quel che sogni." Lo confortai. 
Lui sospirò. Mi resi conto che stavo tenendo la mia prima conversazione con quel ragazzo dagli occhi verde prato. 
Terminai la mia colazione, lasciai Harry per andare nella mia stanza. 
Presi il mio portatile, contenente tutta la mia vita, e mi diressi nella terrazza della mia stanza. 
Mi sedetti sul dondolo, il panorama mattutino era rilassante e il vento leggero mi dava un'ispirazione. 
Io scrivo, scrivo e invento storie, veramente accadute e non. E' uno sfogo, mi piace. 
Sussultai quando qualcuno bussò sullo stipite della finestra. 
Mi voltai di scatto e me lo ritrovai davanti.
"Che fai?" Mi chiese con aria del tutto tranquilla. 
Rimasi a fissarlo per qualche minuto per poi riprende coscienza e rispondergli. 
"Ehm.. Scrivo." Dissi balbettando. 
"Posso rimanere qui? Mi sto rompendo a guardare la televisione." Richiese con non troppa finezza. 
Si sistemò accanto a me sul dondolo, lo fece dondolare tanto che sembrasse ci fosse stato un terremoto. 
Iniziò a leggere ad alta voce ciò che scrivevo. 
"..E ti senti estranea nella propria vita. Parli di te?" Il suo sguardo era fisso su di me, arrossii terribilmente. Mi fece aiutare dalla mia inventiva.
"La storia è inventata ma.. I sentimenti sono gli stessi di quelli che provo io." Risposi semplicemente, fissando lo schermo del portatile. 
"Allora non mi sembra che le cose vadano bene." La perspicacia di Harry non mi stupii. 
"Non molto bene." Continuai. 
"Se ne vuoi parlare.. Ci sono." Disse, senza alcuna espressione. Che dovevo fare? Sfogarmi sfacciatamente con lui? Non ne avrei la decenza. 
Non risposi, continuai a guardare lo schermo ma i miei occhi cominciarono a bruciare. Tirai indietro le lacrime ma esse senza alcun problema solcarono il mio viso. 
"Ma stai piangendo?" Chiese con tono turbato. 
"No." Risposi decisa, asciugandomi le lacrime con le maniche della maglia. 
"Sì, ed io dovrei crederti?" Ribatté dolcemente. 
Circondò il mio fianco con un braccio e mi abbracciò. Quel tocco mi fece venire la pelle d'oca. 
"Perché piangi?" Chiese a bassa voce, quasi sussurrando. 
"Perché sono sola, sono un peso, mia mamma mi ha abbandonata alla prima persona che ha trovato, non ho amici, non ho nessuno. Sono inutile." Dissi freddamente agitando le braccia. 
Prese il mio viso fra le sue mani.
"Hei non dirlo neanche per scherzo." Sentivo il suo respiro cadere sulla mia pelle umida. 
Mi ripresi e allontanai il mio viso dal suo. 
"Non so neanche perché ti dico queste cose, probabilmente neanche ti interessano." Dissi fissando il panorama. 
"Perché non dovrebbe? Ci conosciamo da un giorno appena ma mi fa piacere che tu ti confida con me." 
Il suo tono era dolce, mi trasmetteva calma. 
Gli sorrisi, tenendo a bada l'uragano di emozioni nel mio stomaco.
"E' davvero brutto sentirsi in imbarazzo in ogni momento e non avere un istante per sentirsi a proprio agio, neanche quando si è soli." 
Non so dove tiravo fuori tutta quella confidenza eppure Harry riusciva a farmi esprimere senza problemi. 
"E ora.. Sei in imbarazzo?" 
Bella domanda, pensai.
"Penso che sto facendo una figuraccia a piangere davanti ad uno di cui non so neanche il secondo nome." 
Ero dichiarativa, senza freno. 
"Allora, numero uno: E' Edward. Numero due: Per me sei una ragazza dolce e indifesa. Numero tre: Ci penserò io a te." 
Mi costrinse a guardarlo.
Gli sorridi sinceramente e lui ricambiò.
"Hei ragazzini, che succede?" Sbucò dal nulla Susanne, la madre di Harry, facendomi ricadere nella tomba dell'imbarazzo. 
"Nulla mamma." Prese la parola Harry. 
"E piange per nulla? Che succede tesoro?" Richiese fastidiosamente.
"Nulla, davvero." Cercavo di essere più cordiale possibile nei suoi confronti. 
"Con me ne puoi parlare." Continuò. 
"Non vedi che non ne vuole parlare?" Puntualizzò Harry freddamente. 
Susanne lasciò offesa la stanza. 
"Non devi per forza trattarla così." Ripresi il discorso. 
"Puoi ribellarti, non sei un animale." Continuò serio, fissandomi. 
"Mi ha salvata, non riesco neanche a pensare di mancarle di rispetto." Ribattei alzando lo sguardo su quello di Harry.
Lui annuì. 
"..Guardiamo un film?" Cambiò completamente argomento. 
Esitai per poi accettare la proposta.
"Bene, vieni in camera mia. Ho tutti i dvd di tutti i generi." Si alzò e attese che lo facessi anche io.
Sarei dovuta entrare nella sua stanza, nella stanza di Harry.
Vedere tutte le sue cose private.
Sentire il suo profumo. 
Il suo meraviglioso profumo. 



Spalsh.
Tadaaan, ecco il terzo capitolo c:
Ho tentato di farlo un po' più lunghino, spero che vi sia piaciuto.
Continuate a recensirmi, mi date più carica e voglia di scrivere :3
Seguitemi su Twitter @AnotherHoran
Un bacio, Ale.

  
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