Giuro, oggi scrivo solamente perché è la mia scadenza attuale!^^ Ho un mal di testa fotonico (basta con il rhum, ho deciso!). Cavoli, ieri sera ho fatto tanti di quei gattini da riempire uno scatolone intero! Vabbè, speriamo che comprenderete il mio stato d’animo!^^Bacini Shi*
Capitolo
32.
Il vero amico…
Quella notte Orlando non era riuscito a chiudere occhio. Stava così
male che, ogni volta che provava ad addormentarsi, aveva davanti a lui la scena
di quel pomeriggio. Vedere Amina piangere per lui, era stato terrificante. Si
era sentito un verme e, più ci ripensava, più si rendeva conto di essere
spregevole. Non sapeva cosa fare ma, di sicuro, doveva farsi perdonare da lei,
per farle capire che tutto era cambiato da quel 22 gennaio. Preso dall’agitazione
e dalla disperazione, prese le chiavi della macchina per andare da Elijah. Fece
tutto il tragitto molto velocemente e, quando l’amico andò ad aprire alla
porta, fu molto sorpreso di vedere Ob lì.
“Ehi, ma cosa succede? Come mai sei così trafelato?” Chiese El,
abbastanza stupito.
“Non preoccuparti per me. Ho bisogno di parlarti, adesso.” Rispose
secco, non ammetteva repliche.
“Prego, accomodati.” Lo invitò in salotto. “Allora, vuoi dirmi che c’è
di tanto importante? Non credo che saresti venuto qui se non ci fosse stata
un’urgenza.”
“Tu non puoi nemmeno immaginare in che razza di casino mi sono ficcato.
L’altro giorno, quando Billy è venuto a casa mia, abbiamo riparlato di quella
famosa scommessa che avevamo fatto alcuni mesi fa…” Non riusciva a guardarlo
negli occhi, il suo sguardo era rivolto alle sue mani, che si stavano muovendo
nervosamente.
“Scommessa? Quale scommessa?”
“Come sarebbe a dire? Non ti ricordi che l’avevamo fatta io e te?!
Quando c’era stata la première de ‘Il ritorno del re’ in Italia e abbiamo
conosciuto Amina.”
“Non riesco a…” Si stava grattando il mento, finché non ebbe
l’illuminazione. “Adesso ricordo! Tu dovevi portarti a letto Amy entro un anno!
Avevo deciso di fare un termine di scadenza così lungo perché, in quel momento,
non avrei mai creduto che sarebbe venuta in America. Non mi dirai che…”
“Esatto, ha scoperto tutto. Come ti ho già detto, ne stavo parlando con
Billy. Già da un po’ di tempo lei aveva le chiavi di casa mia e,
sfortunatamente, ha sentito tutto. Cioè, tutto è un po’ riduttivo. Lo sai come
sono fatto, all’inizio me la sono tirata un po’ perché ero riuscito
nell’impresa, ma poi ho anche detto che adesso l’amo.”
“Scusami ma, io non vedo tutto questo problema. Se lei ha sentito dalla
tua stessa bocca che l’ami…” Elijah non riusciva proprio a capire.
“E’ questo il punto! Ha sentito solo la prima parte della nostra
discussione! Quando sono andato a casa sua, abbiamo cominciato a litigare
e….e…si è messa a piangere. Sono distrutto, non so cosa fare. Se non riesco a risolvere
la situazione al più presto è finita! Non voglio perderla, mi capisci?” Adesso
lo stava fissando; i suoi occhi erano sinceri, come mai lo erano stati in
passato.
“Certo che ti capisco! Io ti aiuterei tanto volentieri ma…non credo che
Amy abbia voglia di parlare con me. Pensaci bene, io sono colpevole esattamente
come te. In ogni caso, devi cercare di parlarle sinceramente ma, soprattutto,
dalle il tempo di reagire. Probabilmente, in quel momento, era così scossa che
non è riuscita a dirti cosa pensava veramente. Secondo me dovresti aspettare.”
“Aspettare…aspettare…che gli prenda un colpo a questa parola del
cazzo!” Urlò, alzandosi di scatto. “NON HO TEMPO DI ASPETTARE!”
“Ehi, stai calmo! Guarda che era soltanto un consiglio, non prendertela
così tanto. Cosa pensi? Che io sono una persona insensibile? Anche a me
dispiace per quello che è successo!” Aveva alzato la voce anche lui,
rimproverandolo con gli occhi.
“Scusami. E’ che io…non ce la faccio.” Si mise le mani tra i capelli,
rimettendosi a sedere sul divano.
“Ascoltami Orlando, secondo me è meglio che vai da Viggo. Anche se io
ti sono vicino, non potrò mai essere saggio come sa essere lui. Inoltre, è
estraneo a tutta questa faccenda e saprà darti di sicuro un giudizio onesto e
sincero. Mi dispiace doverti dare così il due di picche…” E rise “…però non
sono la persona adatta.”
“Va bene. Grazie El.” Lo abbracciò. “Sei un vero amico.”
“Oddio, grazie proprio no! Purtroppo non ho potuto fare niente di utile
per te.”
“Invece sei stato sincero, e lo apprezzo molto.”
“Ora vai, non è il momento di stare con le mani in mano. In bocca al
lupo!”
“Crepi!”
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Sconcertata, sconfortata, abbattuta, delusa, tradita. Queste erano
tutte le sensazioni che balenavano nel cuore di Amina, che la tormentavano
quando era da sola. Non riusciva a farsi una ragione, più ci pensava e più
credeva che tutto quello che stava succedendo era impossibile. Aveva capito che
Orlando le voleva veramente bene però, quel pomeriggio, era così arrabbiata che
non era riuscita a dargli il tempo di parlare. Aveva bisogno di sfogarsi con
qualcuno, ma con chi? Con Elijah era fuori discussione, Dominic non era la
persona adatta, Christy non sarebbe riuscita a capire tutta la faccenda. Girò
un attimo la testa e vide il telefonino sul tavolo. Sapeva a chi chiedere
aiuto, anche se le sarebbe costato un patrimonio. Compose velocemente un numero
e attese la risposta dall’interlocutore.
“Pronto?” Rispose una voce profonda, dall’altra parte.
“Christopher, sono io, Amina.” Disse lei, a voce bassa.
“Amina? Come mai mi hai chiamato a quest’ora?”
“Non ti capisco Chris, sono già le 16.00”
“Amina, io non abito in America. Qui in Inghilterra sono appena le
nove di mattina.”
“Mio Dio, scusami tanto. E’ solo che…” Si era interrotta, stava per
avere un’altra crisi di pianto.
“Ti prego Amina, non farti tanti scrupoli. Anche se qui da me è
molto presto, sono sveglio già da due o tre ore. Se mi hai chiamato così
all’improvviso, deve esserci sicuramente un motivo sotto. Su, dimmi che succede
e non farmi preoccupare.” Christopher non era mai stato un buon parlatore,
ma sapeva bene che era successo qualcosa. Oramai aveva dalla sua parte anni e
anni di esperienza. Aveva 82 anni, non era più un ragazzino.
“Vedi, da quando ci siamo risentiti sono successe alcune cose…” Era
stranamente più tranquilla. Non c’era niente da fare, lui riusciva sempre a
farla stare più calma.
“Se la mia memoria non m’inganna, l’ultima volta che mi hai
telefonato, è stato per chiedermi se potevi andare nella mia casa a Firenze. Mi
avevi accennato qualcosa anche di Orlando, ma poi ho preferito non continuare.
Si sentiva benissimo che ti trovavi a disagio.”
“Riuscirò mai a spuntarla con te? Neanche mi leggessi nel pensiero!
Comunque, prima di partire, avevo intenzione di dirti che io ero…sì,
insomma…innamorata di Orlando. Poi alla fine non l’ho fatto, non so neanche
perchè. Quando siamo andati in Italia, sono successe alcune cose e, alla fine,
io ed Ob ci siamo messi insieme.”
“Bene, sono molto contento per voi due. Ma, se vi siete messi
insieme, qual è il problema?” Non riusciva proprio a capire.
“Il fatto è che, quel bastardo, aveva fatto una scommessa su di me con
Elijah. Doveva portarmi a letto entro un anno! Ti rendi conto? Nessuno mi ha
mai detto niente! Neanche lui!” Aveva assunto un tono di voce acido, nel
parlare di lui.
“Calmati, non c’è bisogno di arrabbiarsi così. E così tu non ne
sapevi niente. Allora come hai fatto a scoprirlo?”
“E’ successo per puro caso, credimi. Ero andata a casa sua per fargli
una sorpresa e, per una coincidenza, ho sentito tutto mentre lui parlava con
Billy. Non si era accorto di niente e, quando è venuto a casa mia, abbiamo
litigato. Ti scongiuro, dimmi che cosa devo fare!” Lo stava letteralmente
supplicando.
“Vedi Amina, io conosco Orlando da molto tempo. Ho dovuto lavorare a
stretto contatto con lui, perciò penso di aver capito un po’ quale sia il suo
carattere. E’ vero, è un ragazzo molto sconsiderato e irresponsabile, però non
è cattivo. Non credo che ti abbia tenuto nascosto la scommessa di proposito.
Penso, piuttosto, che si sia addirittura dimenticato. E’ un tipo un po’ strano,
fuori dallo standard nazionale inglese. In ogni caso, se una cosa lo prende
dentro, ci si dedica con tutto il cuore. Quando abbiamo girato il signore degli
anelli, era fidanzato con una certa tizia, Kate Blosworth se non mi ricordo
male. Diceva sempre che le voleva molto bene, però non era mai riuscito a dirle
nemmeno una volta ‘ti amo’. Sono convinto che lui tenga veramente a te.”
Aveva parlato per tutto il tempo con un tono di voce dolce e rassicurante, per
convincerla e darle coraggio.
“Sai, è strano sentirti dire queste cose. Non avrei mai creduto che tu
lo conoscessi così bene. Però, non so se me la sento di perdonarlo. Ha fatto
una cosa orribile.”
“Può darsi, però tu sei davvero sicura di volerlo perdere?”
“…………………………” Quella domanda l’aveva lasciata veramente senza parole. Al
solo sentire quelle parole, aveva avuto una stretta al cuore. “……no…non voglio
perderlo. Però deve dimostrare di amarmi.”
“Allora dagli un’altra possibilità. Lascialo parlare di nuovo. Se
alla fine non sarai convinta, lascerai perdere per sempre questa storia, sennò
lo perdonerai e sarà tutto come prima.”
“Grazie Christopher, sei unico. Cercherò di fare come dici, ma non so
se il mio orgoglio mi permetterà di affrontare questa situazione al meglio. Ora
ti devo proprio lasciare, altrimenti finisco la mia scheda da cinquanta
dollari!”
“Va bene Amina, io credo in te. Sei una persona matura e saprai fare
la scelta giusta. Ci risentiamo, ciao.”
“Ciao Chris, ti voglio bene!”
“Anche io, anche io.”
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Già da qualche minuto Orlando si trovava davanti a casa Mortensen. Era
piuttosto indeciso sul da farsi ma, facendo un respiro profondo, suonò il
campanello. Venne ad aprire Harry, il figlio di Viggo, che lo fece accomodare
in cucina per aspettare il padre. L’uomo, piuttosto sorpreso di vedere Ob,
scese molto incuriosito e si sedette di fronte a lui.
“Allora, come mai sei venuto qui? Non che non sia contento ma, di
solito, mi avverti con lauto anticipo. Sai bene che in questo momento ho
piuttosto da fare con il lavoro.” Disse Viggo, giocherellando con il
posacenere.
“Io, mi dispiace essere piombato all’improvviso. Se hai da fare posso
ritornare più tardi e…”
“No, in questo momento non stavo facendo niente. Ero di sopra a
dipingere un po’, per cercare di svagarmi. Allora, che c’è che non va?”
“Ti ricordi di quella ragazza, quella che hai conosciuto a quella
mostra?” Alzò lo sguardo verso di lui, che sorrideva dolcemente.
“Sì, me la ricordo. Era quella tipa tutto pepe con i capelli rossi, no?
Si chiamava Amanda…no, Amina. E’ per caso successo qualcosa tra voi due?”
“Effettivamente sì. Circa due o tre settimane fa siamo andati in
Italia, a causa di alcuni paparazzi che ci rendevano la vita difficile. Già da
un po’ di tempo mi ero reso conto di amarla e così, approfittando di quella
vacanza fuori programma, ci siamo messi insieme. I primi tempi sono stati
favolosi, i giorni più belli della mia vita. Però, proprio ieri, è accaduto ciò
a cui non avrei mai pensato.” Si sentiva a disagio a parlare di quelle cose.
Non era colpa di Viggo, era tutto quel casino che lo faceva sentire così.
“Va avanti…” Disse l’altro, che aveva appoggiato il mento sulle mani.
“Beh, quando eravamo andati a fare quella première in Italia, io ed
Elijah avevamo fatto una scommessa su di lei. Avevamo stabilito che io dovevo
riuscire a portarmela a letto entro un anno e lei…”
“…ha scoperto tutto.” Fu lui a finire la frase. “Certo che, voi
giovani, riuscite sempre a crearvi tanti di quei problemi che la metà
basterebbero. Vediamo se indovino, lei si è arrabbiata di brutto, non è vero?”
Orlando annuì con la testa. “Comprensibile. Tu ci hai provato a spigarle come
stava la situazione?”
“Certo che ci ho provato! Quello stesso pomeriggio ero andato a casa
sua e mi ha sbattuto fuori. Io le ho detto che l’amavo e lei, di tutta
risposta, mi ha indicato poco gentilmente la porta.”
“Le donne sono strane, più le conosci e meno capisci di loro. Ma prova
un po’ a metterti nei suoi panni, tu perdoneresti te stesso?”
Quelle parole l’avevano colpito più di mille pugnali acuminati. Se ci
fosse stato lui al posto di Amina? Probabilmente avrebbe reagito esattamente
come lei. Doveva essere terribile essere traditi dalla persona amata.
“Forse, non mi sarei perdonato.” Ammise, abbassando gli occhi.
“Ricordati, il primo passo per capire le reazioni della gente, è quello
di mettersi nei loro panni. Tuttavia, anche se lei ha reagito così male, non
credo che abbia dimenticato il suo amore per te. Le donne sono migliori di noi
uomini, riescono sempre a perdonarci. Non so se lei lo farà, ma tu dalle un
buon motivo per farlo. Prova a parlare con qualche sua amica, magari si è
confidata.”
“E’ vero, è una buona idea. E poi cosa dovrò fare?”
“Non c’è una scaletta da seguire, nemmeno un copione da recitare. Non
siamo in un film, questa è la vita vera. Dovrai dirle ciò che senti, proverai a
spiegarle le tue sensazioni e le tue emozioni. Sarà comprensiva e non credo che
ti risponderà male. Ora vai, cerca di rimettere insieme tutti questi pezzi e
ricomponi in tuo puzzle.” Si alzò in piedi e accompagnò Orlando alla porta.
“Sai, ho sempre odiato le tue perle di saggezza; però questa volta mi
sei stato utile. Sei grande Vig!”
“Lo so ragazzo mio! Te ne sei accorto solo adesso?”
“No, in fondo l’ho sempre saputo!” Poggiò una mano sulla sua spalla.
“Ora devo andare. Farò come mi hai detto. Ciao.”
“Ciao Ob.”
Orlando ripartì da casa di Viggo veramente più sollevato. Erano bastati
pochi minuti per renderlo più sereno di prima. Ora non rimaneva che andare da
una parte: a casa di Christy. Era l’unica amica che aveva Amina e, se lei non
sapeva niente, sarebbero stati cavoli veramente amari. Bussò due o tre volte e,
alla quarta, la ragazza bionda andò ad aprire. Quando socchiuse la porta,
rimase visibilmente sorpresa.
“Orlando?! Ma che ci fai qui?” Disse, facendolo rimanere fuori.
“Ho bisogno di parlarti, hai un minuto da dedicarmi?”
“Senti, questo non è proprio il momento adatto.” Si avvicinò un po’ di
più a lui. “In questo momento c’è Amina che dorme di sopra. Mi ha chiesto di
ospitarla per qualche giorno, non vuole restare a casa sua.”
“Cosa? Amina è qui? Ti prego, dimmi dov’è!” Disse lui, fremendo di
impazienza.
“No Orlando. Sta riposando, e ne aveva veramente bisogno. Mi ha
raccontato a grandi linee quello che è successo e, fattelo dire, sei proprio
una gran testa di cavolo!”
“Credi che non me sia reso conto da solo?” Rispose, inviperito.
“Senti, Amy ha ancora bisogno di riflettere un po’. Ad ogni modo, ti
farà sapere presto qualcosa, fidati. Ora, se non ti spiace, dovresti
andartene.”
“Solo un attimo…”
Aprì completamente la porta e scansò Christy dall’uscio. Salì le scale
e cercò la camera da letto. Quando la trovò, vide Amina che stava dormendo
beatamente, con il volto tranquillo e rilassato. Qualche secondo dopo, anche
Cry lo seguì e rimase sorpresa di vedere Orlando così. I suoi occhi erano
diventati dolcissimi, guardava la
ragazza che dormiva quasi con la paura che si fosse svegliata da un momento
all’altro. Quel giorno, quando avevano litigato, il suo volto era così diverso,
pieno di rabbia. Ora sembrava quasi che non fosse successo niente, tale era la
sua espressione. Christy si appoggiò alla sua spalla.
“Questo sabato aprirà il suo nuovo locale. Avrai la tua occasione.”
“Sì, e non dovrò buttarla via al vento.”
CONTINUA...