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Autore: Black Mariah    19/03/2012    3 recensioni
-Io...noi non possiamo...- gli disse non guardandolo, cercando di aggiustarsi alla meglio il vestito.
Gerard le si avvicinò di nuovo e cercò nuovamente di baciarla, non dandole ascolto.
-No, basta...davvero...Io non voglio...- disse lei allontanando il viso dal suo per non farsi corrompere nuovamente dalle sue labbra.
-Perchè?- disse quasi arrabbiato Gerard. Che le prendeva? Non poteva darsi di nuovo a lui e poi allontanarlo quando voleva lei.
-Perchè sono fidanzata, cazzo.- rispose Annie arrabbiata con se stessa -E non ho intenzione di tradire il mio ragazzo, nè tanto meno di essere la tua amante!- continuò ad alta voce.
"SEGUITO DI LIKE A FUCKIN' ROCKSTAR" (non è necessario leggere la prima storia)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And now the red ones make me fly
And the blue ones help me fall
And I think I'll blow my brains against the ceiling
And as the fragments of my skull begin to fall
Fall on your tongue like pixie dust just think happy thoughts

 
 
A Gerard sembrava di aver chiuso gli occhi solo per qualche minuto ed invece erano passate quasi quattro ore. Era stato svegliato dal rumore dei carrelli che le infermiere spingevano da una parte all’altra del corridoio e dal brusio generale che allora permeava nel reparto.
Si mosse lentamente mentre era ancora in stato confusionale, e piano cercò di sollevare la testa.
Annie aveva il mento poggiato sul capo del ragazzo e sentendo muoversi qualcosa sotto di lei, aprì di scatto gli occhi. Inizialmente non si rese subito conto di essere in ospedale, ma dopo qualche attimo di confusione, ritornò in sé.
Il rosso sentì la ragazza svegliarsi e quasi come a voler prolungare quella situazione, rimase ancora immobile accanto a lei. Aprì gli occhi e la prima cosa che vide furono le loro dita intrecciate. Si erano tenuti per mano tutta la notte.
-Non volevo farti svegliare…- disse Annie a bassa voce quando vide Gerard alzare la testa.
-No, non sei stata tu- fece il ragazzo con voce un po’ rauca. –Questi divanetti sono uno strazio…- commentò allungandosi la schiena. Aveva dolore ovunque.
-Dici che potrai entrare stamattina?- domandò lei seguendo con gli occhi un dottore che era appena passato con delle cartelle.
-Lo spero tanto…- rispose Gerard triste. Non aveva di certo dimenticato la ragione per cui si trovavano lì, e sapere di non poter fare nulla lo faceva stare ancora peggio.
Il cantante si aggiustò del tutto mettendosi a sedere per bene. Si passò una mano sulla fronte e poi tra i folti capelli rossi.
-Sei un po’ più tranquillo?- chiese dolce la ragazza al suo fianco, che senza nemmeno pensarci gli fece una carezza in viso. –Stanotte non facevi altro che muoverti e sospirare…- aggiunse accennando un sorriso.
-Non lo so…- rispose sincero il ragazzo –Mi sento un po’ frastornato…-
-Passerà- ribattè lei continuandolo a guardare con fare comprensivo. Non riusciva a smettere di non tenergli il viso tra le mani e accarezzarlo con il pollice.
Gerard non disse nulla, accennò solo un sorriso e poi le lasciò un bacio impresso sulla tempia.
-Ti vado a prendere un po’ di caffè, lo vuoi?- le chiese lei, un po’ imbarazzata per quel casto bacio sulla sua fronte.
Sembrava che quell’anno non fosse mai passato. Sembrava che lei non avesse mai smesso di amarlo. Sembrava ritornata all’inizio della loro relazione, quando entrambi erano dolci ed innamoratissimi uno dell’altra. E pensare che solo la mattina prima si trovava con lui in un bagno a urlare. Non volle nemmeno pensare alle cose che le aveva detto. In quel momento andava bene così.
-Vengo con te…-fece lui alzandosi. Il ragazzo porse la mano alla cantante per aiutarla ad alzarsi.
-Comunque…per quello che vale detto adesso…ieri mattina ti ho detto una bugia.- disse lui. Aveva un ulteriore peso da eliminare. Doveva dirle che non era vera la storia del matrimonio.
-Che cosa?- chiese Annie un po’ confusa. Sinceramente in quel momento aveva rimosso ciò che era successo il giorno prima, e quasi odiò Gerard per averglielo ricordato.
-Ehm…- iniziò lui imbarazzato –Non è vero che sposo Linsdey. Non mi è mai passato nemmeno per la testa. L’ho detto solo per ferirti…Lo so, sono un idota.- concluse lui.
Guardò per qualche secondo la ragazza che rimase un po’ perplessa davanti quell’affermazione.
-Ah- disse solo.
Quella che stava provando era una sensazione strana. Si sentiva leggera ma arrabbiata allo stesso tempo. Era tipico di Gerard comportarsi in quella maniera. Avrebbe dovuto ricordarselo.
-Dai…ne parliamo in un altro momento- aggiunse una volta che ebbe interiorizzato l’informazione.
Gerard la guardò comprensivo e sorpreso anche per la calma apparente della giovane. Lo staa sorprendendo sempre di più.
 Proprio quando si stavano per incamminare verso la macchinetta, una voce che Annie non sentiva da parecchio tempo ormai li chiamò.
-Gerard!- esclamò inizialmente.
Il rosso si girò riconoscendo immediatamente la voce della madre che  gli stava letteralmente correndo incontro.
Donna Way andò ad abbracciare il figlio maggiore che non vedeva da quasi qualche mese e fu seguita a ruota da sua sorella Marie.
La signora lo abbracciò, baciandolo ripetutamente come se avesse ancora dieci anni, scompigliandoli i capelli e stritolandolo quasi.
-Ti avevo detto di non venire- disse quasi commossa alla vista del figlio. Era quasi certa che l’avrebbe trovato in ospedale quella mattina, ma pensarlo era una cosa, vederlo davvero invece, era un’altra.
-Come facevo a non venire? Mamma per favore dimmi cosa è successo…- disse Gerard preoccupato, una volta lasciato dalla morsa della signora Way. Il ragazzo allungò un braccio e saluto anche sua zia.
Donna stava quasi per piangere, ripensare alla brutta giornata del giorno prima le faceva rivivere un incubo.
-Eravamo a tavola, a guardare la partita di football, mi sono girata a prendere una cosa dalla cucina e quando sono tornata l’ho trovato a terra…Dio, è stato orrendo…- disse facendosi scendere qualche lacrima dagli occhi.
Gerard l’abbracciò di nuovo e si fece spiegare con più calma da sua zia cosa il medico avesse detto il giorno prima.
Annie era stata in silenzio ad osservare tutta la scena, non voleva interrompere quel momento di riconciliazione familiare, così semplicemente aspettò.
La mamma di Gerard la vide dopo non molto e sorpresa, pronunciò il suo nome.
Fece un passo avanti e abbracciò la ragazza che ricambiò comprensiva il suo affetto.
La signora tacque qualche secondo, sorpresa quanto confusa di trovare la ragazza lì…
-Cosa…cosa ci fai qui?- disse dandole un bacio sulla guancia. –Dio, da quanto tempo che non ti vedo…- aggiunse.
-Lo so signora, è da un sacco…- rispose educatamente Annie.
Gerard era al fianco della ragazza e quasi morboso volle ritrovare il contatto con le sue mani. Annie non oppose resistenza e si fece prendere la mano da quella calda e liscia del giovane.
-Ti dissi un po’ di tempo fa che non devi chiamarmi signora!- fece Donna sorridendo, alludendo alle innumerevoli volte in cui aveva ripetuto alla cantante di chiamarla direttamente per nome. Anche in quella situazione sapeva essere forte e soprattutto sapeva sorridere.
Annie incurvò le labbra e si raccomandò di non farlo più, come sempre.
Qualche minuto dopo per il corridoio si sentirono vari rumori e improvvisamente apparsero quasi dal nulla tre sagome che si facevano largo tra le infermiere.
-Mamma!- urlò Mikey scappando incontro a sua madre. A Donna quasi venne un infarto a vedere entrambi i suoi figli.
Mentre i due si abbracciavano uscirono da dietro le sue spalle due donne, conosciute entrambe molto bene.
Alicia si diresse verso suo marito e sua suocera, anche lei sembrava alquanto sconvolta. Aveva delle leggere occhiaie sotto gli occhi, ed era completamente struccata, il che amplificava la percezione della sua stanchezza.
Quasi come un fantasma Linsdey sbucò da dietro Alicia e si diresse verso Gerard.
Vedendo la tatuata dirigersi verso di loro, Annie lasciò di scatto la mano del ragazzo e cercò di fare nel miglior modo possibile l’indifferente.
Fortunatamente nessuno in quegli istanti aveva notato la loro confidenzialità.
-Dio, Gerard scusami- fece Linsdey correndo ad abbracciarlo. –Ieri sera, quando sei venuto da me…io non immaginavo una cosa del genere.-
Gerard si fece abbracciare e rispose con una tenue pacca sulla spalla della bassista. Non gli andava di uscire di nuovo l’argomento della sera prima, sinceramente non gli andava proprio di stare a discutere con lei e né tanto meno di giustificarsi.
Le avrebbe voluto rispondere che avrebbe dovuto accorgersi della gravità della situazione, dato il suo viso sconvolto. Le avrebbe voluto dire che  invece di stare ad aggredirlo per averla lasciata nel letto qualche sera prima, avrebbe dovuto notare il suo comportamento. In sostanza invece di pensare solo a sé stessa, avrebbe dovuto pensare anche a lui.
Tutto quello che riuscì a dire fu solo una sorta di verso, un mugolo di consenso.
Linsdey non si accorse minimante di Annie, anche perché subito dopo andò a salutare Donna. Alicia però non appena ebbe salutato sua suocera e la sua zia acquisita, si diresse da Gerard e inevitabilmente vide anche Annie.
La donna rimase molto sorpresa. Non si aspettava di trovare la cantante lì, anche perché Linsdey aveva raccontato che dopo la visita nel suo bus, Gerard sembrava essersi dileguato.
Non pose alla ragazza le domande che aveva in mente, ma intuendo la situazione l’abbracciò semplicemente ed Annie le rispose sorridendola.
-Annie- fece Mikey una volta notata la sua presenza.
Fino a quel momento la cantante non aveva né detto, né fatto niente. Sapeva che la sua presenza lì era alquanto strana, dato che con quella famiglia non aveva più niente a che fare da un anno a questa parte, così aveva deciso di rimanere in disparte, dietro Gerard.
-Ciao Mikey…- salutò lei il bassista aspettandosi la domanda che tutti si stavano ponendo.
Linsdey sentì quel saluto e solo allora si girò a guardare con altri occhi la situazione.
Che ci faceva lì? Ma soprattutto chi era quella ragazza?
Inizialmente non si ricordò di lei. La cantante era struccata, era stanca e aveva delle occhiaie intorno agli occhi e quindi non era molto riconoscibile rispetto all’ultima volta che l’aveva vista, ma guardandola un po’ meglio Linsdey si ricordò di lei. Era la stessa ragazza incontrata a Miami, non che la cantante di una band al femminile.
Mikey non fece nessuna domanda a riguardo, chiese solo da quanto tempo fossero lì ad aspettare.
-Siamo arrivati stanotte verso le tre o le quattro…- rispose Gerard al fratello. Inizialmente non pensò che la presenza di Annie potesse in qualche modo disturbare e far insospettire Linsdey.
-Noi siamo partiti stamattina verso quell’ora, invece…- continuò Mikey. –Ma dove diavolo eri finito? Ti ho cercato per tutto il camping, e ti ho chiamato per tutta la notte…-
-Si, avevo il telefono scarico- mentì il fratello grande. Non era vero, aveva semplicemente spento il telefono. Non voleva sentire nessuno e l’unica cosa che si sentiva di fare l’aveva fatta.
-Come sei arrivato?-
Questa volta non fu Mikey a parlare, ma Linsdey che aveva concentrato le sue attenzioni, piuttosto che sul fidanzato, sulla sua inaspettata accompagnatrice.
-Il ragazzo di una mia amica ci ha prestato la macchina…- rispose questa volta Annie facendosi coraggio.
Cercò di coprire Gerard in qualche modo e di far sembrare quella situazione il più naturale e meno univoca possibile. -…E siccome doveva guidare per tutta la notte, mi sono offerta di accompagnarlo, così ci potevamo anche alternare nella guida.- buttò giù Annie. Cosa falsissima. Per tutto il tragitto aveva guidato solo lei, non se la sentiva di far guidare a Gerard, soprattutto nelle condizioni in cui si trovava, ma lì per lì le sembrò la scusa meno idiota da poter dire.
-Oh, siete due capoccioni!- esclamò la signora Way, rivolta inizialmente ai suoi due figli e poi a tutte le persone che erano accorse quella mattina in ospedale. –Vi avevo detto che non c’era bisogno di venire. Come farete per il concerto di stasera?- disse facendosi scendere ancora qualche lacrima.
-Mamma- disse Mikey serio –certamente la famiglia viene prima di qualsiasi cosa, quindi era impensabile non venire. E non ce ne andremo fino a quando non sapremo se papà sta bene- continuò autoritario. Gerard diede ragione al suo fratellino e poi teneramente, andò ad abbracciare sia lui che sua madre.
-Noi stavamo andando a prendere dei caffè…- fece poi Gerard. –Voi ne volete?-
Il “noi” era rivolto a lui e ad Annie e non si curava affatto di dirlo davanti alla sua pseudo ragazza. Per quanto ne sapeva lui, o torto o ragione che avesse avuto lei ad arrabbiarsi, avrebbe dovuto aiutarlo.
L’unico esempio di comportamento decente e ammirevole che gli veniva in mente era quello di Annie.
La ragazza aveva molte altre ragioni in più rispetto a Linsdey di arrabbiarsi con lui, anzi proprio di odiarlo a morte, eppure aveva capito che qualcosa non andava, gli aveva offerto il suo aiuto senza esitazioni. E questo a Gerard bastava.
-Li vado a prendere io…rimani qui con la tua famiglia…- disse Annie, iniziandosi già ad incamminare verso il bar dell’ospedale. Non le andava di rimanere lì, non le andava di stare sotto lo sguardo inquisitorio di Linsdey. Si sentiva un po’ fuori posto. La magia della notte era finita non appena tutta la famiglia Way e consorti si erano riuniti e lei era stata ricapultata nella triste realtà.
Gerard stava per obbiettare ma Annie si girò e se ne andò, senza nemmeno chiedere come dovesse prendere i caffè.
Era stanca e frustrata, ma questa non era una novità da qualche mese a questa parte, ed era anche un po’ dispiaciuta che quei momenti così speciali con Gerard fossero già finiti. Ma lei non si aspettava nulla di più, sapeva che una volta passata la notte sarebbe tornato tutto come prima.
-Ehi…aspetta.- fece una voce alle sue spalle.
Annie si fermò, riconoscendo quel timbro vocale.
Linsdey le si avvicinò con un finto sorriso stampato sulla faccia. –Ti volevo ringraziare- disse. –E’ stato molto gentile da parte tua offrirti da accompagnatrice- concluse.
Il suo tono sembrava sincero, ma in realtà Annie aveva il sospetto che quella fosse solo una frase di rito.
-Ah- rispose inizialmente la riccia. –Non ti preoccupare, abbiamo trovato la macchina di un mio amico e siamo venuti qui.- aggiunse sincera.
In fondo le cose erano andate più o meno così tra di loro quella sera.
Linsdey aspettava proprio quella risposta. Era intenta a conoscere altri particolari di quella strana situazione. Tra tutte le persone che avrebbero potuto offrirsi di aiutare Gerard, lei era la meno probabile.
-E perché qui ci sei tu e non il tuo amico?- chiese Linsdey come se stesse cadendo dalle nuvole, non voleva farsi sentire troppo sospettosa.
Annie fece un respiro. Non sapeva bene perché, ma allora che aveva scoperto che la storia del matrimonio era una bufola si sentiva in diritto di trattarla male.
-Alex è il ragazzo della mia batterista e ci ha dato la macchina, lui non poteva venire perché gli Atreyu suonavano oggi pomeriggio presto e perciò sono venuta io. Gerard non poteva guidare in quelle condizioni ieri sera dal momento che era sconvolto, perciò mi sono offerta di accompagnarlo-
Quest’ultima frase suonò quasi come una sfida e come un rimprovero. Se ne sarebbe accorto anche un cieco che il ragazzo la sera prima non era in sé.
Linsdey tacque. Quella frase non lasciava all’immaginazione nulla di più quello che era veramente successo.
Davanti al silenzio della tatuata Annie si girò e si incamminò verso il bar intenta ad andare a prendere i caffè.
Linsdey la seguì e iniziò a tartassarla di domande.
-Perché Gerard è venuto proprio da te? Cioè…non è che siete così tanto amici…e anche voi suonate presto oggi…-
-Linsdey, per favore. E’andata così come ti ho detto. Aveva bisogno della macchina e io ce l’avevo. Niente di più niente di meno. Mi sono sentita di aiutarlo e l’ho fatto. Mio padre è morto otto anni fa e sapevo cosa stesse provando Gerard e l’ho aiutato. Fine della storia.- rispose scocciata Annie. Non voleva spiattellare a Linsdey le sue cose personali ma il suo tono inquisitorio e interrogatorio le dava ai nervi. Senza nemmeno aspettare la risposta si girò e ordinò i caffè e non appena ebbe finito ritornò nel corridoio dove l’aspettava la famiglia Way.
Gerard vide arrivare insieme le due ragazze e inizialmente gli venne una leggera ansia nel vederle insieme però poi si tranquillizzò vedendo Annie sorridente porgere i bicchieri di caffè a Mikey, Donna e alla zia Marie.
-Beh, io vado- fece lei dopo qualche minuto avvicinandosi al rosso.
-No, rimani qui.- le chiese Gerard prendendole il polso. Annie si ritrasse, non voleva farsi vedere da Linsdey che sicuramente stava guardando.
Gerard intuì la situazione e non insistette più di tanto.
-Ok…allora ci vediamo stasera…- fece solo.
-Certo- fece Annie sorridendogli.
-Grazie…- mormorò lui. I suoi occhi sembravano due stelle.
Annie gli sorrise un po’ imbarazzata, lo sguardo perso del ragazzo la metteva a disagio anche perché non voleva far sorgere sospetti nei presenti.
-Sei sicura che vuoi andare? Hai guidato per tutta la notte, sarai esausta!- le disse Mikey abbracciandola quando Annie salutò tutti.
-Nah, tranquillo. Sono sveglissima…e poi se salto il sound check, le altre mi linciano, quindi meglio non rischiare.- rispose la riccia sorridendo per sdrammatizzare. Tutti la stavano guardando e non voleva avere l’attenzione di ogni presente concentrata su di lei.
-Ci vediamo a Mountain View…- le fece Alicia stringendola e dandole un bacio sulla guancia.
Dopo aver salutato anche la ragazza, Annie andò da Donna Way che la stava aspettando a braccia aperte, e amorevolmente come solo lei sapeva fare, l’abbracciò riempiendola di affetto.
-Grazie tesoro.- disse –Solo che la prossima volta per rivederti non voglio aspettare un altro avvenimento del genere…- aggiunse la signora.
A quella frase Linsdey rizzò le orecchie. Che cosa significava quel “Per rivederti?” Si conoscevano già? Da quanto?
Annie le sorrise e sentì le guance fare rosse.
-Ok…- commentò imbarazzata e quasi si ricordò di quando Gerard la presentò ai suoi genitori, di come lei fosse morta per l’imbarazzo e di come lui invece ridesse sotto i baffi al suo fianco.
In quel momento Gerard era proprio affianco a sua madre e stava sorridendo come quella volta…
Se solo non ci fosse stata Linsdey…
-Salutatemi Donald da parte mia, quando gli parlerete…- disse in fine molto dolce.
Quelle furono le sue ultime parole e poi si girò incamminandosi per il lungo corridoio. Aveva decisamente bisogno di aria fresca. Quella situazione era quasi insostenibile oltre che imbarazzante.
Linsdey vide la ragazza allontanarsi. Tutta quella situazione era troppo strana. Come diavolo faceva quella ragazza a conoscere tutti i famigliari Gerard? Come faceva ad avere quella confidenza con sua madre e tutta questa affettuosità con Alicia?
Si girò lentamente e vide Gerard guardare verso il corridoio fino a quando la sagoma di Annie non sparì.
Era decisamente una situazione strana e lei ci avrebbe visto chiaro. Mise una mano nella borsa e prese il cellulare. Scorse la rubrica e scrisse un messaggio alla sua amica Kittie, la batterista del suo gruppo.
“Kittie, abbiamo un problema. Appeno arrivo a New Mountain ti devo parlare”.
Qualche minuto più tardi il primario del reparto chiamò la famiglia Way dicendole che poteva entrare nella stanza del paziente per potergli fare visita.
-Gerard- disse Linsdey prima che il ragazzo entrasse nella stanza.
Fino a quel momento il cantante non aveva badato minimante a lei e non se ne era nemmeno preoccupato.
-Che c’è?- le rispose ancora arrabbiato.
-Dobbiamo parlare riguardo ieri sera…- fece lei. Il suo tono non era arrabbiato come quello di Gerard, ma non era nemmeno dolce.
-Non credo sia il momento opportuno- rispose solo il ragazzo entrando –E non credo di volerne parlare nemmeno dopo- aggiunse.



***
Lo so! E' orribile ma voi non potete immaginare che calvario è stato scriverlo. Ho scritto ovunque, nel bagno, nel treno, in università, ovunque! Eppure è uscita questa merda...vabbè. Non linciatemi! Questo aggiornamento va alla mia adorata Terexina che ha cominciato a leggere anche lei le avventure di Annie e di Gerard. Grazie! 
Per il resto...vi amo, lo sapete e perdonatemi per questa oscenità. Il 14° capitolo sarà più entusiasmante ache perchè Linsdey inizierà a non farsi i cacchi suoi :P
detto ciò...Addio! 
   
 
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