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Autore: _Am_    19/03/2012    1 recensioni
Questa storia parte dalla puntata 3x16 e da questo punto trarrà proprio inizio. ora, premetto che tutto ciò che scriverò sarà totalmente tratto dalla mia fantasia, è come se scrivessi io la sceneggiatura dei prossimi episodi. non legherò in alcun modo la FF con i prossimi episodi della stagione. da questo momento in poi in questa FF la storia prenderà una piega diversa. oltre a parlare del trio ormai famoso composto da Damon-Elena-Stefan parlerò anche delle vicende che caratterizzeranno gli altri personaggi. ora, vi annuncio che nella storia non parlerò solo delle situazioni sentimentali che riguardano tutti i personaggi, ma anche dei problemi che nasceranno a Mystic Falls, dopo la scoperta della maledizione all'anello di Alaric e all'arrivo di una strana creatura che incontrerete solo leggendo ^_^ spero veramente che questa FF vi piaccia :) ci ho messo tutta me stessa ;) Detto questo, vi auguro una buona lettura.
P.S.: il prologo sarà scritto in terza persona, ma questo non vuol dire che la FF sarà totalmente scritta in quel modo ;) continuate a leggere e capirete ^_^
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza stava dormendo quando la cosa entrò. Era nera, grossa e pelosa. Non si riusciva quasi a distinguere al buio talmente il suo manto era scuro. L'unica cosa che poteva essere identificabile erano due occhi, due occhi rossi come il sangue, con un contorno nero che sembrava incutere timore. I suoi passi erano leggeri, talmente leggeri che nessuno, in quella casa, si sarebbe mai accorto della presenza di quella bestia. Nessuno, se non era lei a volerlo.
La bestia si avvicinò lentamente a lei, la ragazza umana ferma e intenta a dormire dopo una lunga giornata passata a piangere e a tentare di sembrare forte. La bestia può sentirlo, il suo dolore, la sua angoscia, la sua paura. Paura di amare due persone contemporaneamente, paura di affrontare a testa alta tutte quelle persone che ogni giorno erano pronte a giudicarla, paura di affrontare la sua più grande paura: la morte. 
Ecco tutto ciò che la bestia sente, prova e cerca di comprendere mentre si avvicina all'umana. Angoscia, paura, terrore, amore, amicizia. Tutto parole che ormai hanno perso qualsiasi significato per lei, la bestia immortale e dannata. 
Il dolore della ragazza è una prelibatezza piuttosto sfiziosa per la bestia. Tutti i suoi muscoli fremono ad ogni passo talmente l'energia della ragazza è dolce e ricca di dolore. Ha bisogno di cibarsi. cibarsi della sua paura, del suo dolore, della sua angoscia. Ha bisogno di Il dolore della ragazza è una prelibatezza piuttosto sfiziosa per la bestia. Tutti i suoi muscoli fremono ad ogni passo talmente l'energia della ragazza è dolce e ricca di dolore. Ha bisogno di cibarsi, cibarsi della sua paura, del suo dolore, della sua angoscia. Ha bisogno di riempirsi il muso, la gola, lo stomaco di quell'energia. Ha bisogno di quel sangue e di tutto ciò che esso contiene. La bestia ha bisogno di mangiare.
Questo è il suo unico pensiero in quel momento. Cibo. Cibo per saziare quella fame dolorosa, che la tormenta ogni giorno, sempre di più. Che tenta tutte le volte di impossessarsi di lei, di prendere il suo posto, di essere più forte di lei. Quella stessa fame che l'ha rovinata molte volte. Quella stessa fame, che continua tutt'oggi a seguirla, come un'ombra perennemente piena di energia, mai stanca e sempre più affamata. 
La bestia è quasi tentata di cedervi. In fondo è questo che fanno le bestie, cedono alle tentazioni, seguono gli istinti, non hanno autocontrollo. Le bestie sono semplicemente animali impossibili da fermare. Lei è una bestia, non solo all'esterno, ma anche dentro. Nel suo cuore quel dolore sordo e insopportabile, quel dolore represso, continua ogni giorno a crescere, ricordandogli in ogni momento che non può scappare da se stessa, dalla sua bestia. Nessuno può scappare da ciò che è. Alla fine anche il più ostinato cede alla tentazione. Alla dolce tentazione che tanto la propria bestia ha bramato, quella dolce sensazione che si è andata a cercare dappertutto senza mai trovarla, pur sapendo benissimo che si trovava proprio lì, accanto al proprio corpo che tentava in ogni modo di dimenticare, di non far caso, di far finta che quella voglia non fosse lì.
La bestia è in questo modo che si sente. Divisa in due parti. Da una parte c'è il suo corpo, la sua coscienza, che le dicono, anzi che le urlano, di tornare indietro. Di non fermarsi un minuto di più in quella stanza dalle pareti bianche. Di tornare indietro, nei boschi, lontano da tutto e da tutti, cercando di dimenticare il mondo aldilà dei boschi che rappresenta tutto ciò che la bestia desidera. 
Dall'altra parte, però, c'è il suo cuore, i suoi istinti, quella fame rovinosa, che le intimano di attaccare, di fare soltanto un altro passo e di cedere alla tentazione. Di essere veramente ciò che è stata destinata ad essere. Una bestia senza cuore e senza umanità, che vive solo per il sangue, per il dolore altrui, per saziare la propria fame. 
Le urla della parte istintiva, del suo subconscio sembrano quasi più forti di quelle dell'altra parte. Forse perchè quello che veramente vuole la bestia è cedere, finalmente, dopo tanto tempo, alla tentazione. 
Ma no, lei non può. Non può cedere. Non può lasciare che tutto il suo passato, tutto quello per cui ha lottato, svanisca in un momento di debolezza. Non può. Semplicemente,non può diventare quello che ha sempre considerato un incubo. Non può diventare come lei, l'altra bestia, quella davvero cattiva, spietata, senza cuore. Non può. Qualcuno al mondo che tenta di salvare la povera gente innocente da quelle grinfie insanguinate ci deve essere. 
La bestia soffia leggermente dalle narici, quasi cercando di sottolineare il fatto che quella situazione non le piace e se ne sta per andare. Gli occhi rossi le si illuminano, quando la ragazza, immobile fino a quel momento di fronte a lei, si volta leggermente e mugugna qualcosa. 
Non è totalmente umana. È più forte di qualsiasi umano che la bestia abbia mai incontrato. È un po' come lei in un certo senso. La sua forza, la sua energia, il suo cuore pieno d'amore e di coraggio le ricordano i tempi in cui lei era ancora umana.
Una punta di malinconia le si dipinge nello sguardo. Umana. È un aggettivo che non le appartiene più. Le bestie non sono umane. Sono semplicemente bestie, impossibili da fermare, impossibili da controllare, impossibili d'amare. Bestie che vivono solo per se stesse e per sentire gli altri soffrire, visto che loro non possono più farlo. È questo che infatti a bestia ricerca. Qualcuno in grado ci provare ancora dei sentimenti, qualcuno che la faccia sentire viva anche se non lo è più. Qualcuno che la nutra con la sua energia rossa, il sangue, che contiene la forza e tutti i sentimenti che alla bestia mancano. Qualcuno che le faccia assaporare, anche solo per un secondo, cosa voglia dire essere ancora un umano. 
È questo che la bestia brama, ma non può prendere. È questo che la bestia invidia alla piccola figura indifesa, addormentata e persa nella propria mente. 
Provare ancora una volta dei sentimenti. Sentire cosa voglia dire essere vivo per almeno un minuto. Sentire cosa voglia dire davvero la parola amore. 
Tutto questo la bestia, però, sa che non potrà mai averlo, nemmeno per un istante. Perchè tutto ciò che poteva salvarla da se stessa, dal suo essere bestia, dal suo essere "non umano" ormai era morto e sepolto. Era sparito e lei non era riuscita a fare nulla per salvarlo. 
Di questo, la bestia, continuava a rimproverarsi, mentre si avvicinava lentamente alla figura. Di questo e del fatto che dopo quel momento, la sua "non vita" non aveva atto altro che peggiorare. 
Il suo corpo sinuoso si muoveva lentamente nell'ombra, in modo che nessuno, in quel momento, avrebbe mai potuto immaginare che in quella stanza ci fosse un essere. Nemmeno se fosse stato lì a vedere.
Di questo, però, non c'era pericolo. Solo un corvo stava lì, fuori dalla finestra, ad assistere. Imperturbabile e immobile. Semplicemente uno spettatore innocente, capitato lì per caso.
La bestia si avvicinò al letto, guardando di tanto in tanto verso punti imprecisati al di fuori della stanza. Il suo sguardo rosso sangue, però, riusciva solo a catturare l'immagine immobile del corvo e qualche profilo di piante, stagliate contro il cielo notturno. 
Il suo sguardo, quando si avvicinò al letto e appoggiò le zampe al bordo, si illuminò di colpo. La ragazza era magnifica. Così perfetta, bella, piena di energia e così... Umana. Dannatamente umana. Quello che uscì dal muso della bestia fu quasi un sospiro. Un sospiro che si tramutò in un vero lamento d'invidia verso la ragazza, mentre il corpo della bestia mutava, lentamente ma silenziosamente, per poi diventare un essere altrettanto bello e aggraziato, ma pur sempre dannato.
Anche se l'aspetto era cambiato, la bestia era sempre lei. Sempre dannata e sempre terribilmente frustrata per la sua situazione. Non si può nascondere ciò che si è, anche facendo tutto gli sforzi possibili, il vero se stesso tende sempre a ritornare a galla. 
Una ciocca fluente di capelli neri come il carbone ricadde pericolosamente verso la ragazza addormentata, di fronte agli occhi rossi della bestia in forma umana. Non se n'era neanche accorta. Troppo assorta nei suoi pensieri di compatimento per far caso ai lunghissimi capelli e al fatto che il suo corpo si era pericolosamente incurvato verso la giovane umana. La stava osservando. Osservando come il corvo, in quel momento, osservava lei.
Troppo presa dai lineamenti fin troppo famigliari da far caso ad uno stupido corvo. Troppo presa dalla stupore da far caso ai propri capelli e al fatto che la ragazza si sarebbe potuta svegliare da un momento all'altro. 
Accortasi dopo qualche istante del rischio che aveva corso, si raddrizzò di colpo, ma non smise di fissare la creatura indifesa. Era troppo perfetta per poter smettere di guardarla. Troppo perfetta era la sua figura, troppo carica di ricordi.
La bestia era talmente presa da quella ragazza da non rendersi conto di ciò che stesse accadendo intorno a lei. Troppo presa per ricordare il vero motivo per cui era venuta lì. Troppo presa per rendersi conto che il corvo stava iniziando ad agitarsi. 
Bastò un movimento, per riscuotere la bestia. Un movimento semplice come un brivido, ma abbastanza potente da farle capire che doveva sbrigarsi. Non si ricordava perchè era venuta lì. Forse semplicemente non voleva ricordarlo. Sapeva soltanto che ora doveva fare una cosa più importante. Doveva avvicinarsi alla creatura, doveva parlarle, doveva farle capire che lei era stata lì. 
La bestia si avvicinò al letto. Si incurvò verso la creatura e fece una cosa di cui ben presto si sarebbe pentita. Sussurrò. 
- Elena... - 
Disse. Quello che successe dopo fu troppo veloce per poterlo ricordare. Uno strano ronzio, come se due ali stessero sbattendo e fendendo l'aria con gran forza. Una persiana sbattuta contro il muro bianco della piccola casa. Un vetro quasi infranto. Un vasetto, all'inizio appoggiato sul davanzale, caduto per terra. Un corpo percorso da un brivido. Dei lampi rossi comparsi nelle iridi della bestia. Uno stridio di rabbia di quello che sembrava un corvo intento a richiamare qualcuno. Qualche parola piena di sonno appena accennata da un corpo sul punto di svegliarsi. Un corpo, maestoso e estremamente veloce, comparso in pochi istanti nella stanza. Un urlo di rabbia proveniente dalla bestia. Un corpo nero, in movimento, gettato contro l'essere appena apparso nella stanza. Un fragoroso rumore di vetri infranti. Un urlo di stupore. Un urlo di rabbia. Un urlo di paura. Il rumore di artigli, mentre graffiavano il terrone secco al di fuori della piccola casa bianca e poi... Il silenzio. Un nero, scuro silenzio. Che fece quasi spegnere tutto per i minuti seguenti. 

  
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