Capitolo
XII
18/5/1999
“Ciao.
– disse Hermione entrando
nella stanza. – Allora, le caramelle andavano bene?”
“Più
che bene.” rispose Draco
mostrando il sacchetto semivuoto.
“Le
hai mangiate tutte tu?!”
“No,
sono andato in giro per la
scuola a regalarle. Certo che le ho mangiate io!”
“Forse
hai esagerato un po’, sai?”
“Erano
troppo buone, e poi ero in
astinenza. A proposito, ce n’erano alcune che non erano solo
miele, giusto?”
“Ho
pensato di metterne anche un
paio al miele con l’arancia, giusto per non farti morire di
carie. – Draco le
lanciò uno sguardo perplesso. – Una roba da
Babbani.”
“Qual
è il tuo gusto preferito?”
“Arancia.
Ma è una bella lotta con
la fragola, sai?”
“Oh,
Merlino, io non sopporto le
fragole, hanno un profumo nauseante. Dove hai preso queste
caramelle?”
“Alcune
a Mielandia, ieri, altre me
le ha… be’, me la ha spedite mia madre. Sono
Babbane.” rispose Hermione
cautamente.
“Ah.
Sono… buone. Davvero
buonissime. – disse Draco scartando lentamente
l’ennesima caramella. – Come
sono veramente i Babbani? Non ho mai seguito Babbanologia, sai
com’è…”
“Loro
sono… persone normali, credo.
Più simili a noi di quanto puoi immaginare.”
“Ma
come fanno a fare le cose senza
magia? Voglio dire… alcune cose proprio non si possono
fare.”
“No,
infatti per quello ci sono i
libri. Credo che i Babbani abbiano molta più fantasia di
noi. E poi hanno
inventato un sacco di oggetti per aiutarsi: oggetti per volare, oggetti
per
spostarsi più velocemente… oggetti per
uccidere.”
“Uccidere?
E perché i Babbani dovrebbero
uccidersi tra di loro?”
“Per
lo stesso motivo per cui sono
morti tanti maghi: si ritengono superiori agli altri. –
rispose Hermione. Draco
annuì in silenzio. – I Babbani hanno inventato
armi che potrebbero uccidere
centinaia di migliaia di esseri umani in pochi secondi. Non Babbani o
maghi:
esseri umani. Solo perché ritengono che il colore della loro
pelle sia
migliore, la loro religione più vera, le loro pretese
più fondate.”
“E’
davvero… davvero per questo che
uccidono? Il colore della pelle? E’ stupido.”
“Lo
so. Così come è stupido
attaccarsi ad inutili questioni di sangue. –
ribatté Hermione. Questa volta
Draco non annuì, ma serrò la mascella. Sapeva che
il suo ragionamento non
faceva una grinza. – A undici anni sono uscita dal mondo dei
Babbani; era
troppo stretto per me, troppo piatto. Ero convinta che il mondo dei
maghi
sarebbe stato bellissimo, perfetto. Che mi sarei sentita finalmente a
casa. Sai
anche tu quello che ho trovato.”
“Insulti.
Odio. – disse Draco a
bassa voce. – Me.”
“Ho
trovato esattamente ciò che
avevo già conosciuto tra i Babbani. Per questo credo che i
maghi non siano
superiori ai Babbani. E nemmeno così diversi. –
replicò Hermione facendo
spallucce. – Sai, in alcuni paesi Babbani Blaise Zabini
verrebbe discriminato
per la sua pelle scura.”
“Cosa?
Ma la sua famiglia è tra le
più antiche d’Inghilterra!”
“Lo
chiamerebbero negro e gli
direbbero che è nato per servire ed essere calpestato. Ti
ricorda qualcosa?”
“La
magia è potere. Il Ministero e…
la statua…”
Rimasero
in silenzio qualche
minuto.
“Io
non… non avrei voluto
raccontarti tutto questo. Volevo solo farti capire che maghi e Babbani
sono fin
troppo simili.” disse Hermione rompendo il silenzio.
“Tu…
tu sei una strega potente.
L’ho visto più volte. – rispose Draco
esitante. – Più forte di tanti
Purosangue. Decisamente non sei fatta per servire. E sei difficile da
calpestare. – Hermione arrossì, sorridendo.
– Ci ho solo messo più tempo a
capirlo.” aggiunse porgendole una caramella.
***
20/5/1999
“Be’,
direi che qui va bene.” disse
Hermione indicando l’ombra di un albero.
“Ma
no, non vedo che entro cinque
minuti arriverà il sole? Andiamo più in
là! – sbuffando, Hermione seguì il
ragazzo verso l’albero successivo. – No, no, questo
non va bene, ci sono tutte
le radici a vista, sarebbe scomodo stare per terra.”
“Ho
la vaga impressione che tu stia
volutamente tergiversando per non iniziare a studiare, sai?”
“Ma
figurati, cosa ti viene in
mente? Ah, ecco, quell’albero sembra perfetto, guarda!
– rispose Draco
allontanandosi da lei. – Ah, no, scherzavo, non mi
piace.”
“Ok,
ora l’impressione è meno vaga.
Dopo un quarto d’ora di ricerche direi che mi
accontenterò dell’ombra di questo
albero. – disse Hermione risoluta. – Tu fai un
po’ come vuoi, ma ricordati che
io ho una coperta.” aggiunse estraendo dalla borsa una larga
coperta colorata.
Draco la osservò stenderla con cura all’ombra
dell’albero, per poi sedercisi
sopra.
“Sei
sempre così organizzata?”
“Ovviamente.”
rispose lei aprendo
un libro.
“E
c’è uno spazietto per me nella
tua… organizzazione?” le chiese vago.
“Oh,
giusto un angolino.” rispose
Hermione indicando la coperta.
***
22/5/1999
“Senti.”
disse Draco
all’improvviso.
“Dimmi.”
rispose Hermione alzando
lo sguardo dal libro. Il ragazzo era seduto di fianco a lei, appoggiato
a
quello che era già diventato il loro
albero.
“Ti
ricordi quella volta che mi hai
chiesto qual era la mia materia preferita, e cosa volevo fare dopo
Hogwarts? –
Hermione annuì. – Io… io credo che mi
piaccia Pozioni. E’ la materia che
m’interessa di più. E non perché
Lumacorno è il Direttore di Serpeverde. – si
affrettò a spiegare. – Mi è sempre
piaciuta, anche quando c’era Piton.”
“Be’,
lui non hai mai fatto mistero
della sua… preferenza nei vostri confronti.”
“Dici?
Non me n’ero mai accorto. –
rispose con un ghigno. Hermione gli diede una leggera spinta sulla
spalla. – Al
quinto anno ho fatto l’orientamento professionale con Piton
senza troppo
interesse; sapevo già cosa sarei diventato. Poi quella
carriera si è rivelata…
non più praticabile. C’è stato un
periodo in cui credevo che non l’avrei
nemmeno avuta, una carriera.”
“E
ora?”
“Ora
credo che una vita tra
ingredienti ed ampolle sia preferibile ad una tra le persone.
– Hermione aprì
la bocca per replicare, ma lui la bloccò con un gesto della
mano. – Tra qualche
anno si saranno stancati di parlare dello studente che ha cercato di
uccidere
il Preside, o dello stimato consigliere del Ministero con il Marchio
Nero. Per
allora io sarò uno stimato pozionista.”
continuò. Era sicuro e tranquillo.
Hermione sorrise.
“Be’,
forse puoi fare un altro
orientamento con Lumacorno. E se per lui è troppo tardi,
potrei accompagnarti
in biblioteca; nella sezione di Pozioni ci sono un sacco di libri sulle
Scuola
di Specializzazione.”
“Hermione
Granger che fa da guida a
Draco Malfoy? A Madame Pince potrebbe venire un colpo!”
scherzò Draco.
“Oh,
se non è venuto alla McGranitt
l’altro giorno, direi che è salva.”
“Andiamo
subito?”
Hermione
annuì all’istante.
***
24/5/1999
“…
e quindi bisogna allungare
l’ultima sillaba e intanto muovere il polso verso sinistra,
capito? – nessuna
risposta. – Draco? – Hermione alzò lo
sguardo dal libro d’Incantesimi; il
ragazzo era sdraiato sulla coperta con lo stesso libro aperto sulla
pancia, e
gli occhi chiusi. – Be’, almeno non
russa.” disse sbuffando.
Era
la prima volta che lo guardava
così da vicino, e sicuramente anche la prima volta che lo
vedeva così
rilassato; le mani appoggiate sul libro, i piedi incrociati, i capelli
appena
smossi dal vento… Hermione aveva già allungato
una mano verso quei capelli così
dorati, quando lui riaprì lentamente gli occhi.
La
ragazza ritirò la mano e
tossicchiò nervosamente.
“Stavi
riposando gli occhi?” gli
chiese ironica.
“Non
è colpa mia se la tua voce
concilia il sonno…” rispose Draco stiracchiandosi.
“Che
cosa?! La mia voce non
concilia il sonno! Avrei dovuto svegliarti con un librata in teta. Ah,
a
proposito, mi sono appena ricordata che mi devi ancora i cinque galeoni
della
scommessa; sei pregato di pagare.”
Draco
fece un sorriso furbo.
“Oh,
quelli… ci sto lavorando.
Dovrebbero arrivare domani.”
***
25/5/1999
Hermione
stava per versarsi un
bicchiere di succo di zucca, quando un gufo atterrò proprio
di fianco a lei
rovesciando la caraffa; sembrava stremato, e in effetti portava un
pacchetto
davvero grosso.
“Ragazze,
conoscete questo gufo?”
chiese perplessa a Lavanda e Calì, sedute vicino a lei.
“No,
a ma a giudicare dal modo in
cui ti fissa direi che è venuto per te.” rispose
Lavanda. Hermione si allungò
per guardare il biglietto sul pacchetto.
“Credo
che stia fissando con più
interesse la mia colazione, piuttosto che me, ma effettivamente
c’è il mio
nome.” disse spezzettando una fetta di pane tostato per il
gufo. Appoggiò i
pezzettini davanti a lui e svolse il filo che legava il pacco alla sua
zampa.
“Uh,
sarà un regalo di Ron?” chiese
entusiasta Calì avvicinandosi.
“Non
credo…” rispose Hermione
strappando la carta che avvolgeva il pacchetto. Non aveva ancora
trovato il
tempo – o la voglia? – di rispondere alla sua
ultima lettera, arrivata una
settimana prima, e lui non aveva certo insistito. Riceveva
più lettere da
Ginny, ormai.
Hermione
spostò la carta strappata
ed aprì infine il pacco; Lavanda e Calì erano
alle sue spalle, curiose.
“Caramelle?
– disse Lavanda quando
vide il contenuto del pacchetto. – Saranno centinaia! Chi
cavolo può averti
mandato tutte queste caramelle?”
“Oh…
i miei genitori. Come buon
augurio per gli esami.” mentì Hermione con un
sorriso.
Quando
le due ragazze si furono
allontanate, deluse dal contenuto del pacchetto, Hermione
affondò una mano tra
le caramelle, tutte rigorosamente all’arancia. Con un
po’ di fatica trovò
quello che stava cercando: un piccolo pezzo di pergamena ripiegato.
Ecco
i tuoi cinque galeoni. Purtroppo non avevano nemmeno una caramella alla
fragola; un vero peccato…
D.
Hermione
alzò lo sguardo verso il
tavolo di Serpeverde; Draco le fece un cenno con la mano, sorridendo.
Eccomi
qui con il nuovo capitolo, addirittura
con un giorno d’anticipo! XD So già che domani non
potrò aggiornare, e dato che
il capitolo era già pronto non volevo farvi
aspettare… ci tengo davvero a
ringraziare tutte le persone che continuano a seguire e commentare la
mia
storia: grazie, grazie e ancora grazie! J
Mi fa davvero
piacere che la mia storia vi stia piacendo, e sono sempre lusingata
dalle
vostre belle parole.
Poi,
un paio di note: non ricordo
che la Rowling abbia mai specificato i gusti preferiti di Hermione in
fatto di
caramelle, quindi li ho inventati di sana pianta. Idem per quanto
riguarda
Draco ed il rapporto con i suoi genitori. Poi, la statua del Ministero
cui si
riferiscono nella prima scena è quella posta
nell’Atrio dopo la salita al
potere di Voldemort, e che Hermione, Harry e Ron vedono durante il loro
blitz:
due Purosangue seduti su sedie fatte da persone, ovvero Mezzosangue e
Babbani.
Ho immaginato che anche Draco abbia avuto la possibilità di
vederla.
Per
quanto riguarda il razzismo: mi
rendo conto che è un argomento molto serio e sempre
d’attualità, perciò non ho
nessuna pretesa di trattarlo in modo approfondito. Ho immaginato che
Hermione,
da emarginata nel mondo dei maghi sempre pronta a difendere i diritti
dei più
deboli, avrebbe potuto pensarla così anche riguardo il
razzismo nel mondo dei
Babbani. Il paragone tra i due mondi ed i motivi di odio mi sembra
calzante e
facile; dopotutto, anche Draco Malfoy l’ha capito. XD
Spero
che anche questo capitolo vi
sia piaciuto! A presto,
Contessa