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Autore: Bethesda    19/03/2012    2 recensioni
"Nonostante fossi stato sposato non riuscii ad avere figli e comunque non ero mai stato attratto dall’idea di avere per casa dei piccoli urlatori, capaci di distruggere i miei scritti o strumenti lavorativi. Osservando il bambino però mi domandai come si potesse abbandonare una creatura tanto fragile come quella."
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Furono giorni di lavoro intenso e continuo: sia io che il mio amico dovevamo alternarci fra i rispettivi lavori e Charles, che richiedeva continue attenzioni e non sembrava intenzionato a concederci di dormire neanche una notte in santa pace.
Spesso finivamo per crollare addormentati sul divano, il bambino fra le braccia, circondati da articoli di giornale e documenti sui casi più vecchi e ormai archiviati.
Il fatto incredibile era che anche il mio amico, abituato a lavorare costantemente senza dormire né mangiare per affrontare i criminali londinesi, risultava completamente distrutto e privo di energie a causa di un bambino di appena sei mesi con –testuali parole- “le capacità cognitive di un mantice”.
«La verità, Watson», iniziò la sera del sesto giorno, «è che sto brancolando nel buio. Non ho la più pallida idea di chi possa essere la madre di Charles.»
Dicendo questo allungò le braccia verso il bambino e lo strinse a sé, stendendosi sul logoro divano e appoggiandolo sul proprio petto: avevamo infatti scoperto che uno dei modi per tranquillizzarlo e impedire che scoppiasse a piangere era tenerlo a stretto contatto con il proprio corpo, cullandolo con il sali e scendi del petto.
Era uno spettacolo strano ma sia Holmes che il bambino sembravano a proprio agio  e il primo continuava a parlare con un braccio piegato a reggere la testa e l’altro a tenere il bambino con cautela, muovendo ogni tanto la mano quando voleva dar enfasi a ciò che stava dicendo.
«E dunque? Cosa facciamo?»
«Sono sicuro che la madre tornerà a prenderlo.»
«Come fa a dirlo? E se ci mettesse anni?!»
«Lo avrebbe previsto e una madre che manda suo figlio da un detective affinché lo protegga non cerca sicuramente di abbandonarlo per anni, anzi! Questa donna sa che potrà prenderlo fra poco, ma fino ad allora dobbiamo custodirlo noi…»
Distolse lo sguardo da me quando vide la mano di Charles farsi avanti per afferrare incerta il suo naso e dovetti trattenermi non poco dal scoppiargli a ridere in faccia.
«Questo giovanotto comincia a diventare impertinente…»
 
 
Una delle cosa delle quali non avevamo tenuto conto era la signora Hudson.
Nonostante i nostri continui tentativi di tener buono il bambino e di cercare di calmarlo prima che scoppiasse nei suoi pianti disperati, spesso non riuscivamo a controllarlo e sono sicuro che tutta Baker street sapesse che ci fosse un nuovo infante nella zona.
Ovviamente, una volta che la signora Hudson tornò dalla visita a sua sorella, divenne insostenibile tenerla all’oscuro della nostra condizione.
«Signor Holmes! Vuole dirmi che questo povero bambino non esce di qui da più di una settimana?!»
Il mio amico manteneva sempre un contegno signorile e cavalleresco con tutto il genere femminile, ma il sapersi digiuno di qualcosa come il curarsi dei bambini lo rendeva più spigoloso del solito.
«Ovviamente. Fa freddo e non possiamo certo vagare con un bambino di pochi mesi in braccio.»
La governante scosse la testa e prese il bambino in braccio, cullandolo con la sua esperienza di madre e nonna.
«Non potete lasciare un bambino sempre nella stessa stanza. Deve cambiare un po’ d’aria! Gli farà bene! Dovrei avere ancora una culla piuttosto vecchia che utilizzavo per mia figlia nella soffitta!»
Vani furono i tentativi di Holmes di opporsi alla signora Hudson e in meno di un’ora avreste potuto vedere due uomini vagare per Regent’s park, uno spingendo una carrozzina, l’altro fumando come un turco per rifarsi delle poche pipate di quei giorni.
L’aria era secca ma fredda e spesso mi trovai con fare apprensivo a rimboccare le coperte al bambino che sembrava parecchio contento del cambio di ambiente.
Holmes, al contrario, si guardava intorno circospetto e pensava.
«Che idea sciocca.»
«Perché mai? E’ una giornata stranamente soleggiata ed effettivamente è un piacere poter passeggiare.»
«Non è tanto normale che due uomini vaghino per un parco il giovedì pomeriggio con una carrozzina. E’ sospetta come cosa e se davvero qualcuno è sulle tracce di Charles sarà per lui facile individuarlo. Inoltre le devo ricordare che sia io che lei siamo tutt’altro che sconosciuti e chiunque potrebbe riconoscerci, da un suo paziente a un criminale che ho mandato in prigione anni fa.»
Effettivamente, messa in quel modo, la situazione non era delle migliori.
Cominciai anche io a temere e a guardare con sospetto chiunque si avvicinasse a noi, quando all’improvviso, ormai decisi a ritornare al tepore del nostro appartamento, un’anziana signora ci fermò.
«Ma che grazioso pargolo! Dite, quanto ha?»
«Cinque, forse sei mesi», risposi piuttosto insicuro, ottenendo uno sguardo confuso dalla donna e uno di disapprovazione da Holmes.
Questa, però, non sembrava intenzionata a demordere.
«Ma guardi, è proprio uguale a lei!»
«Ma veramente io non sono il padre…»
Credo che se le avessi detto che in verità ero Jack lo Squartatore avrebbe avuto una reazione più pacata perché sgranò gli occhi e mi fissò come se fossi un depravato.
Holmes, estremamente irritato, si fece avanti.
«John, per favore, Violet ha detto che vuole che riporti Charles a casa prima delle sei. Signora…»
«Signorina», lo corresse.
«…signorina, mia moglie vuole che riporti il bambino a casa al più presto. La prego di scusarci e le auguriamo una buona giornata.»
Mi costrinse a cambiare bruscamente direzione, tanto che il bambino spalancò gli occhi spaesato.
Una volta che ci fummo ben ben allontanati cominciò a parlare.
«Watson, sinceramente, mettersi a parlare con anziane signore sconosciute rivelando che non si è il padre del bambino che si sta portando a passeggio non è uno dei modi migliori per passare inosservati.»*
 
 
Altra peculiarità del bambino che si rivelò in quei giorni era il suo amore –se così si può definire- per la musica.
Fu un estremo e disperato tentativo che ci portò a questa scoperta: Charles non sembrava intenzionato a dormire e Holmes, parola mia, era a un passo da una crisi nervosa.
Ritenne opportuno cercare di sovrastare quel pianto disperato con il suono del suo violino e appena cominciò a suonare una delle sue composizioni il bambino smise di piangere.
Era estasiato da quella melodia e si ostinava a fissare Holmes, tanto che fui costretto a lasciare che si sedesse sul tappeto davanti al camino, continuando a reggerlo a causa della sua instabilità.
Holmes, lieto di aver riscosso un tale successo, diede il meglio di sé e, oltre alle sue composizioni, ci deliziò con Locatelli, Vivaldi, Schubert.
Fu una grande serata e io stesso ne trassi giovamento e grande piacere.
«Se mai dovessi suonare in un qualche concerto», mi confessò il mio amico dopo diversi mesi, «sceglierei come pubblico dei bambini. Loro non sono influenzati dalle buone maniere e non sentono la necessità di mentire per compiacere il musicista. Fanno propria la musica, ne rimangono incantati e lasciano che li sconvolga piacevolmente. Se il musicista è mediocre sono invece insofferenti, scalpitano e vogliono allontanarsi e mai cercheranno di dissimulare ciò che pensano. Un bambino può essere lo spettatore migliore come il più distruttivo.»
In qualunque caso Charles fu sicuramente un ottimo pubblico e crollò addormentato solo dopo circa due ore ininterrotte di melodie.


Ecco a voi il quarto capitolo! Vi ringrazio ancora per i commenti e spero che anche questo vi sia piaciuto come gli altri. Mi rendo conto che non ci siano grandi progresi dal punto di vista investigativo ma la cosa che preferisco sottolineare è proprio il comportamento di Holmes e Watson nei confronti di questa nuova situazione. Nel prossimo capitolo (che spero di poter postare domani!) ci sarà più "movimento" ^^ 
Un bacio,
Beth


*Ero seriamente tentata di fare qualcosa sullo stile della carrozzina de "La corazzata Potëmkin" ma sarebbe stato esagerato xD 

   
 
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