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Autore: nightmerd    20/03/2012    2 recensioni
𝐢𝐧 𝐟𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞...
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Demetra si era appena svegliata e ora le toccava andare al Palazzo dei Gironi. Solita routine. Aprì la finestra per far prendere aria alla stanza e vide tutte le anime e demoni che scorazzavano in giro per l’Inferno. Per poco non le venne un colpo ma poi si ricordò che Lucifero non c’era.

-Demetra!-, chiamò una voce dalla strada. La ragazza si sporse per vedere meglio chi era. Era Jake, con una felpa e un paio di jeans, che si sbracciava.

-Che c’è?-, gridò in risposta.

-Posso fare colazione da te?-.

-Sei un parassita-, poi ci pensò su e gli fece cenno di salire. Il ragazzo fece un sorriso da squalo e corse verso il portone del palazzo.

Demetra gli aprì la porta mentre preparava il caffé, i biscotti, cornetti e miele. Jake entrò di corsa col fiatone, le ali che fremevano.

-Visto? Già si è scatenato l’inferno-, disse, poi si rese conto di quello che aveva detto e scoppiò a ridere. –oh mamma che comico che sono-.

Demetra gli lanciò un’occhiata e lui tacque. –Speriamo solo che non cerchino di distruggere la casa di Lucifero-, disse lei porgendogli la tazza col caffè. Jake ci soffiò sopra e bevve. Poi si sedette e iniziò a mangiare i biscotti. –Speriamo davvero. Anche perché poi il boss punirà tutti noi demoni e non mi va di rimetterci le penne per un errore di un demonio stupido-.

-Se i demoni che cercheranno di conquistare il trono di Lucifero saranno quelli più potenti, non credo che sono così stupidi-, gli lanciò un’occhiata. Jake continuava a mangiare e aveva quasi finito i biscotti.

-Li ho fatti io-, disse la mora. Il ragazzo fece un sorriso soddisfatto:-Buoni-.

-Li ho fatti col sangue-, disse ancora. Jake la guardò terrorizzato e risputò tutto nella tazzina dove c’era il caffè prima. Demetra scoppiò a ridere sotto lo sguardo furibondo del ragazzo. –Sarai anche un demone “giovane” ma sei un credulone!-, esclamò ancora tra le risate.

-Ehi, non fa ridere! Se non fossi immortale mi sarebbe venuto un infarto!-.

-Evidentemente te lo meritavi. Dopotutto sei un demonio-.

-Ma ti prego! Molti demoni sono anche più gentili di un angelo sai?-.

-Di questo ne dubito fortemente. Gli angeli sono l’ordine, la luce e tutte quelle cose da hippie, pace e amore, bla bla. Voi siete l’esatto opposto-.

-E allora il comportamento di Lucifero in questi ultimi tempi? E’ molto gentile-.

-Lucifero è Lucifero. E Lucifero è strano. Fa solo quello che gli va di fare. Se vuole sterminare gli angeli, lo fa. Se vuole conquistare l’universo lo fa. Ed è abbastanza potente per queste cose-.

-E Dio?-.

-Non è mai intervenuto. Cosa ti fa pensare che interverrebbe dopo che è passato sopra ad un sacco di cose?-.

Jake piegò la testa e ridusse gli occhi a due fessure. –Se Lucifero decidesse di conquistare il mondo Dio lo fermerebbe. Dopotutto è del fratello che stiamo parlando. Le più grandi potenze del mondo intero si scontrerebbero-.

-E sarebbe l’Apocalisse-. Jake annuì, come se finalmente Demetra capisse. –Tu l’hai mai visto?-, chiese lei.

-Visto chi?-.

-Dio-.

-Ahaha mica sono così vecchio da ricordarmi quando hanno rinnegato alcuni angeli!-, ridacchiò lui. –Sono nato all’epoca di Dante io-.

-Chi è così vecchio?-.

-Lucifero e pochi altri. Però loro hanno cambiato aspetto molte volte, per evitare di essere riconosciuti da altra gente che magari li aveva visti in dipinti del Medioevo e poi se li rincontravano vicini in quest’epoca. Sarebbe uno shock, capisci?-, sghignazzò malefico.

-Quindi Lucifero aveva un altro aspetto prima-.

-Oh sì! Non l’ho mai visto, ma me l’ha raccontato un demone che posso definire un padre per me. Diceva che Lucifero preferiva prendere l’aspetto di un ragazzo sui vent’anni anziché di quello di un vecchietto. Gli piaceva e gli piace la compagnia delle donne in modo particolare. Ma non ha mai avuto un figlio. Non si prende questa responsabilità-.

-Ci avrei giurato-, disse Demetra mentre cominciava a lavare i piatti e le tazzine.

Jake si sedette sul divano e cominciò a girare per i canali. –Sì fai come se fossi a casa tua, prego!-, esclamò sarcastica la mora scoccandogli un’occhiataccia.

-Sai che si dice anche di Lucifero? Che i primi tempi che era sulla Terra avesse un aspetto mostruoso. Aveva le corna, la coda e un forcone, da qui il tipico disegnino. Per far capire a tutti chi comandava. Ha sempre avuto queste manie, lui. Poi ha capito che era meglio fare il figo, questo dopo il Medioevo-.

-Quando è nato Cristo, come ha reagito?-.

-Ah qui viene il bello! Il mio cosiddetto padre, mi ha raccontato che quando nacque Gesù, Lucifero sia andato a trovare personalmente Dio per regalargli un fiocco azzurro. Lui si era stizzito e l’aveva cacciato, impedendogli di tornare ancora nel Paradiso per qualunque cosa. Ecco perché ha bisogno di Heléna-.

-Che altro sai dirmi di Lucifero?-. A quanto pare questo remoto passato del boss mi sfugge, pensò Demetra.

-Mmmh… Che gli déi dell’Olimpo e tutto il resto esistono. Però, per esempio, quando uno scintoista muore trova quello in cui crede la sua fede. La reincarnazione, o per altri il Nirvana. Roba del genere. Lucifero ha solo conosciuto quelli dell’Olimpo. Però Zeus e Ade sono rispettivamente Lucifero e Dio. Questo spiegherebbe del diluvio che si narra nella Bibbia e nei miti greci. Eh sì, perché si dice che anche Zeus abbia mandato un’inondazione, come Dio. Ma tanto sono la stessa persona. Mio “padre” dice che quando Lucifero ha conosciuto Eris, la dea della discordia, sia rimasto affascinato e abbia voluto frequentarla. Così, oltre a Doroty, la sua ex storica (nel vero senso della parola) è Eris. Poi si è preso una cotta per Persefone che non è nientemeno che Doroty-. A Demetra si prese un colpo.

-Sul serio?!-.

-Eh no-, disse sarcastico spegnendo la TV. –Doroty non è umana come pensi tu e come hai raccontato a Heléna. So che anche Lucifero le abbia mentito a riguardo, ma sarebbe scioccante per quella ragazza sapere tutte queste cose insieme. Dopotutto è umana. Comunque, Doroty è Persefone, la mezza dea. Inoltre Lucifero odia Era, che non è nientemeno che Maria, la madre di Cristo. Ma, mi sono ricordato ora, la ragazza più importante di tutti era Lilith-.

-Ah, sì ne ho sentito parlare. Ho saputo anche che è morta molti anni fa, poverina. Ma allora Gesù chi è?-.

-Uno dei tanti figli di Dio alias Zeus-.

-E Poseidone?-.

-Non ne ho idea. Sono due fratelli, non tre. Dio e Lucifero, Ade e Zeus. Poseidone credo sia una divinità che non esiste o forse è qualche demone che si trova qui e usava quel nome in passato. Che ne so io?!-, sbottò.

Demetra rifletté. Alcuni dei dell’Olimpo esistono, altri sono demoni o addirittura Lucifero e Dio o Doroty.

-Perché Gesù è rimasto nella storia mentre gli altri figli di Dio no?-.

-Perché Gesù è l’unico che si è ostinato a dire che esisteva un unico dio e gli hanno dato retta, per questo hanno smesso di venerare gli dei greci. E poi lui è l’unico che abbia detto di essere il figlio di Dio-.

-Dicono che Zeus sia un donnaiolo…-.

-Oh, beh Dio non è così. Quella è di sicuro una diceria. Forse si sono sbagliati con Lucifero-, sghignazzò. –Però chi può dirlo? Dopotutto sono fratelli. Se Lucifero è donnaiolo chissà, magari lo è anche un po’ Dio. Inoltre ha un sacco di figli mentre il boss nemmeno uno-.

-Invece del Paradiso che sai dirmi? Mi sarebbe piaciuto andarci…-.

-Oh… Il Paradiso è popolato dai figli di Dio e dagli angeli. Ma non tutti. Gli angeli custodi sono sulla Terra e si presentano ad alcuni umani bisognosi, non di denaro o roba simile, come amici che conoscono dall’infanzia. Io so chi è l’angelo custode di Heléna-.

-Chi è?-.

-Non posso dirtelo. E’ una questione della privacy-.

-Ma se mi ha spifferato tutti i segreti di Lucifero e Dio?!-, sbottò Demetra. Jake fece un sorriso da strafottente e si strinse nelle spalle. –Questo non voglio dirtelo-.

-Verme-.

-Demonio, prego-, la corresse. –Comunque gli angeli sono tutti mezzi hippie. Pace di qua, amore di là! Ma vi prego, distruggete qualcosa, vi sentirete meglio!-.

-Come facevi a sapere che Lucifero ha mentito a Heléna su Doroty?-.

-Ho un’amica nel Purgatorio. Ci mandiamo le lettere e lei mi racconta di quei due-.

-Ma come fa a sapere i loro discorsi?-.

-Lei adora Lucifero. Lo seguirebbe anche in capo al mondo, sulla Luna, ovunque. E’ innamorata, capisci? Così lo segue ovunque. Mi ha detto che lo va a spiare mentre dorme-, Jake rise.

-Una stalker!-, commentò Demetra, disgustata. –Ma tu come fai a sapere tutte queste cose di Lucifero, di Heléna, di Doroty?-.

-Un po’ me le ha dette mio “padre”, di Lucifero. Di Heléna perché lo capisco. Sono molto intuitivo io. E Doroty, beh mi stupisce che tu non lo sapessi-.

-Non mi confondo con quella gente-,ribatté.

-Dovresti. A volte è divertente sapere gli affari degli altri-, fece un sorriso da squalo e come ogni volta, Demetra rimase a fissare quei canini.

Lui ci passò sopra la lingua. –Non sono pericolosi. Sono dovuti al fatto che mangiamo molta carne da generazioni-.

-Come nascono gli angeli e i demoni?-.

-Quando muore un angelo nasce un demone e quando muore un demone nasce un angelo. Semplice no? Ma è difficile ucciderci-.

-Sì lo so. Sai quante volte ho provato a far fuori Lucifero?-.

-Immagino visti i vostri buoni rapporti-, commentò sarcastico.

Dopo un attimo di silenzio Demetra si appoggiò al tavolino e ridusse gli occhi a due fessure. –Ma tu non ce l’hai una casa?-.

-Non mi va di andarci-, disse guardandola e gonfiando le guance come un bambino.

-Moccioso-, commentò lei con una smorfia. –Via da casa mia. Hai mangiato, hai bevuto, hai fatto zapping. Ora te ne vai?-.

-Casa tua è comoda!-, si lagnò Jake mentre veniva spinto via da Demetra.

-Ciao ciao-, lo salutò lei sbattendogli la porta in faccia. Il moro rimase a fissare la porta con un sopracciglio alzato.

 
 
*
 
 
 

Heléna era seduta a gambe incrociate sulla riva del lago dove Lucifero e May si stavano facendo il bagno. Era palese che May fosse innamorata di lui e cercava sempre di montargli sulla schiena e lo stuzzicava con l’acqua.

Il ragazzo uscì dall’acqua mettendo in mostra tutti muscoli del petto. Aveva pantaloni e capelli zuppi. Smise di farli grondare con una scossa della testa e sorrise a Heléna porgendole una mano.

-Che c’è?-, chiese lei alzando la testa per guardarlo.

-Vieni a farti il bagno-, non era una domanda. Era un ordine. La bionda corrugò la fronte:-Non mi va-.

-Ma guarda un po’!-, la prese e se la caricò su una spalla mentre lei gridava di lasciarla scendere.

-Mettimi giù!-, ma un attimo dopo era già in acqua. –Ammettilo-, le disse Lucifero. –Un bagno ci vuole prima di riprendere il viaggio-.

Heléna riuscì dall’acqua tirandosi indietro i capelli e strofinandosi gli occhi. –Tu sei un bastardo-, e lo schizzò.

-Ohoh vuoi la guerra? E guerra sia-. Cominciarono a schizzarsi poi si resero conto che era ora di pranzo. Si guardarono e scoppiarono a ridere.

-Oddio prima hai fatto una faccia da pesce lesso-, gli disse mentre entravano nella casa di Midori e May zuppi. La mora li guardò sorpresa e fece cenno di uscire.

I due uscirono e quando finirono di grondare entrarono. Uno alla volta, si cambiarono e si vestirono con abiti appena stirati.

Lucifero indossava una camicia bianca, arrotolata fin sopra i gomiti, e i pantaloni neri tenuti stretti da una cinta di cuoio.

Heléna aveva un maglione bianco che le stava molto grosso e le mani le scomparvero nelle maniche. Il maglione avrebbe potuto farle da vestito ma lei preferì metterci sotto una gonnellina rossa con sotto le calze fin sopra il ginocchio nere.

A pranzo mangiarono il pesce appena pescato e poi Lucifero e Heléna ripresero il viaggio, dopo aver salutato e ringraziato.

-La permanenza non è durata a lungo eh?-, osservò lui dopo essere usciti dal villaggio.

-Pazienza. A me non stavano neppure tanto simpatiche quelle due-.

-Perché?-.

-Fatti gli affari tuoi-, e accelerò il passo. Lucifero la guardò allontanarsi con uno sguardo malizioso e un sorrisetto sulle labbra.

-Ogni tanto mi chiedo cosa stiano facendo all’Inferno in questo momento-, disse comparendo vicino a lei all’improvviso.

-Di sicuro un casino-.

Lui rimase in silenzio poi scoccò la lingua sul palato:-Guarda che lo so quello che succede là. So ogni cosa. E credimi, appena tornerò ristabilirò l’ordine-.

Continuarono a camminare in silenzio fino a raggiungere una parete perfettamente liscia e verticale. –Ti lancio lassù e tu aggrappati-, decise Lucifero.

-Neanche morta! Ci dev’essere un altro passaggio-, fecero il giro della parete e videro alcuni grossi massi piatti. –Possiamo usarli come scala!-.

-Li sposto io-.

-Oddio ora fa tutto il macho-, disse Heléna alzando gli occhi al cielo. Lui le scoccò un’occhiata poi, senza toccare i massi, li mise in posizione. –Sali va’-, le disse con un sorriso.

La bionda obbedì. In cima c’erano tutti alberi e scorreva un fiume limpidissimo.

-Ricordo questo posto…-, mormorò Lucifero toccando un albero.

-Come te lo ricordi?-, esclamò Heléna.

-Questo è il Giardino dell’Eden, la selva dove vivevano Adamo ed Eva-.

Lei rimase in silenzio poi chiese:-Com’erano?-.

-Non avevano niente di speciale. Lui aveva i capelli castani e la barbetta. Lei aveva gli occhi azzurri e i capelli ramati. Ma nessuno dei due aveva l’ombellico-.

-E poi sei arrivato tu da serpente e gli hai fatto commettere il Peccato Originale-.

-già. Mi sono divertito quel giorno-, ridacchiò.

-Ci hai resi mortali-.

Lui rimase in silenzio mentre il sorriso svaniva dalla sua faccia. Heléna si guardò intorno per cercare un passaggio per il Paradiso.

-Serve aiuto?-, le chiese un uomo coperto da una foglia. La ragazza gridò e corse ad abbracciare Lucifero, facendo affondare il viso del suo petto per non guardare. L’uomo guardò il moro, confuso. Il demonio però si limitò ad abbassare la testa, trovandosi sotto gli occhi la testa bionda di Heléna.

-Che ho fatto?-, chiese l’uomo.

-Ci serve il suo aiuto signore-, rispose Lucifero con gentilezza, mentre cercava di staccarsi Heléna di dosso.

-Mi dica-.

-Sa dove potremmo trovare il passaggio per il Paradiso?-.

-Dovrete aspettare la notte. Quando la Luna sarà alta nel cielo, si aprirà un varco di luce e dovrete attraversarlo-.

-Io veramente non posso. Lo attraverserà questa spaventabile ragazza-.

-Oh, come mai?-.

-E’ una lunga, lunghissima storia-, sorrise malinconico e l’uomo si allontanò. –Se n’è andato-, le disse. Heléna si allontanò e sbadigliò.

-Mi si stava per bloccare la crescita-, borbottò.

-Oh andiamo! Hai diciotto anni, non cresci più ormai-, sorrise e le fece segno che era bassina.

-Veramente, sono di una statura normale. Sei tu quello alto, bello mio-, lo corresse.

-E poi, pensa ad Adamo ed Eva. Andavano in giro nudi e non si vergavano-.

-Scusa, sai, se non sono come loro e sono più evoluta!-, fece una pausa poi si sedette ai piedi di un albero e incrociò le braccia. –E poi io non parlo con i pervertiti-.

-Che pizza che sei-, si sedette accanto a lei e aspettarono che calasse il buio.

Quando la Luna si era alzata in cielo, Heléna si era appisolata sulla sua spalla. Un lampo attraversò il cielo come una cometa, ma molto più grosso. Lucifero drizzò la testa per vedere meglio. Pochi istanti dopo, lì davanti si era aperto un varco luminoso. Il ragazzo svegliò la bionda che mugugnò qualcosa ma poi si svegliò.

-Heléna! Il passaggio, presto!-, esclamò. La ragazza scattò in piedi e mentre il varco si stava per richiudere, riuscì a infiltrarsi.  

  
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