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Autore: BestFriends    20/03/2012    1 recensioni
è lì che iniziò l' inizio della fine... per tutti
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

Clara cominciò a tagliarsi la vena sul polso della mano sinistra e Marco urlò dicendo:                                                                   
<< ma che cazzo stai facendo? Ma sei fuori? Stai bene con la testa? >>                                                                                       
era particolarmente teso e agitato: Clara rischiava di morire;  prese il cellulare dalla tasca dei jeans e compose il numero del 118 e non appena sentì quel “Pronto? “ cominciò a urlare tutt’ un fiato:                                               
<< la mia fidanzata preparandomi la cena per errore si è tagliata la vena sul polso della mano, venite il prima possibile!! >>                                                                                                                                                                                      
Clara non aveva mai sentito e visto Marco così, che qualcosa stesse cambiando dentro di lui proprio mentre lei stava morendo lentamente mentre il sangue usciva senza sosta? Quel sangue ormai le circondava tutta la mano e scorreva lungo di essa gocciolando anche sul fornello e sul pavimento; Clara si buttò a terra, non ce la faceva più a stare in piedi e non riusciva nemmeno più a sentire la telefonata di Marco che nel frattempo le stava mettendo anche una pezza bianca attorno al polso e la stringeva più forte che poteva, il volto di Marco era indescrivibile, aveva un’ espressione preoccupatissima, ma preoccupata per lei, o per quel che potrebbe accadere dopo? Dopo potrebbe succedere che diano tutti la colpa a lui sulla sua sicura morte… ma ormai Clara non ce la faceva più… chiuse gli occhi e si abbandonò in un sonno profondo, ormai si doveva capire se era eterno o temporaneo.
 
 
Marco stava camminando avanti e indietro vicino la porta della camera d’ospedale dove stava Clara come un uomo aspettava il parto della moglie per sapere se il figlio fosse maschio o femmina, ma Marco aspettava l’ uscita del medico da quella stanza per sapere se Clara era viva o morta; ormai doveva avvisare i parenti di Clara, ma come poteva fare? I numeri non li aveva, nemmeno quello della madre, e poi… dove cazzo erano? Clara non gli aveva mai parlato dei suoi genitori o parenti e la vedeva sempre sola a casa, non aveva nemmeno avuto l’ onore di vedere una foto della madre o del padre, adesso Marco stava rabbrividendo: e se Clara non avesse nessuno? Questo spiegherebbe perché lei con ogni scusa cercava di vederlo sempre, perché lui era tutta la sua famiglia, ma pensò che lui non poteva essere tutta la sua famiglia: era troppo stronzo, stava con lei solo per scopare, niente più, con Clara non aveva mai avuto dialogo, ci scopava solo con lei, in un certo senso lui non l’ amava, ma lei amava lui? Lei forse stava con lui perché anche se ci voleva fare solo l’ amore, era pensata da qualcuno, già, Marco capì: lei stava con lui perché lui era l’ unica persona che pensava a lei, anche se ci voleva solo scopare, lei stava al gioco perché aveva paura di essere abbandonata anche da lui, e lui l’ha abbandonata per ben 3 mesi e al suo ritorno l’ha pure fatta suicidare, beh, non del tutto… ok, era per colpa sua che lei non voleva più vivere.
 
 
Dopo 2 ore il medicò uscì da quella dannata porta, si avvicinò a Marco e disse:                                                                            
<< allora, la signorina ha dei parenti? >>                                                                                                                                         
Marco allargò le braccia e disse letteralmente queste parole: “ non ne ho la minima idea “ e sul volto del medico si disegnò un punto interrogativo e chiese il nome e il cognome della ragazza per poterla identificare e chiamare i parenti, perché a lui non potevano dire niente non essendo della famiglia, poi se ne andò, ma alle sue spalle Marco urlò:                                                                                                                               
<< sono io la sua famiglia! >>                                                                                                                                                                      
il medico non se n’è fottuto di un cazzo, è andato per la sua strada.
 
 
Era ormai era da una settimana che Marco andava e ritornava da quell’ ospedale e  chiedeva sempre di lei, ma nessuno diceva niente, fino a quando non vide una donna e un uomo uscire dalla stanza di Clara, si avvicinò a loro:                                                                                                                                                                                                                    
<< piacere, mi chiamo Marco, voi siete i genitori di Clara? >>                                                                                                                       
L’uomo alzò lo sguardo verso di lui, essendo più basso, e gli disse:                                                                                       
<< si, che cosa posso fare per te? >>                                                                                                                                                        
<< io sono il ragazzo che ha chiamato il 118… >>                                                                                                                                           
<< oddio santo! Che cazzo è successo? Parla! Spiegami perché mia figlia ha fatto una cosa del genere! >>                             
la madre cominciò a dire quelle parole urlandole e prendendo per la braccia Marco per finire poi per appoggiarci sopra la testa e per nascondere lì le lacrime, poi il marito le accarezzò la spalla e la staccò da quella spalla ormai già bagnata di lacrime e sporca di mascara, poi lui disse:                                                                                  
<< io… io vorrei sapere come sta Clara… sono molto preoccupato >>                                                                                               
bisogna ammetterlo, quello che lui disse era vero, era una settimana che andava e veniva da quell’ ospedale, era una settimana che non andava a scuola, era una settimana che viveva grazie a un po’ d’ acqua e un hamburger ogni tanto; cominciò a piangere e a mettersi le mani davanti al volto, poi il padre di Clara gli disse con un tono molto serio:                                                                                                                                       
<< si è salvata, è in vita, ma non si è ancora svegliata, è in coma… >>                                                                                           
Marco tirò un sospiro di sollievo, ma il coma significava essere o per sempre o per un sacco di tempo come un vegetale, poi domandò:                                                                                                                                                                                                         
<< e il bambino? Come sta? >>                                                                                                                                                                     
a quella domanda il padre disse:                                                                                                                                                                        
<<quale bambino? >>                                                                                                                                                                                    
<< mi creda, non lo so’ nemmeno io! Stavo a casa con lei proprio quel dannato giorno… adesso vi racconto meglio, io stavo lì a casa sua, mi disse del bambino che aspettava, diceva che era mio, mi sono arrabbiato, lei è andata dietro la cucina, ha preso il coltello e si è tagliata… cazzo, è tutta colpa mia! >>                                 
 
dopo pochi secondi rimase da solo, da solo con quella domanda, forse non era incinta e lui si è arrabbiato e l’ha fatta ferire inutilmente, senza un motivo… rimase lì fermo con le sue mille domande.
 
 
Il cielo era oscurato da tante nuvole grigie, ma non pioveva e non tirava manco un po’ di vento e la temperatura era sopportabile, ma sicuramente era estremamente calda per Laura e Luca, ma chi era Luca? Chi cazzo era? Era quello che con Laura stava facendo le corna a Marco, Luca era quel ragazzo che all’ aperto, in mezzo al parcheggio della metropolitana vicino casa sua, stava baciando Laura, Luca era il ragazzo che la stava toccando, era il ragazzo che infilava le mani sotto alle sue mutandine bianche e rosse e le toccava il culo e che le stava infilando le dita nella vagina, e lei se lo faceva fare, incurante dei sentimenti che provava per Marco, Laura aveva buttato nel cesso un anno di fidanzamento con Marco? Ma no… se Marco è stato il primo a buttarli nel cesso? Ormai i guai e le situazioni erano così tante che bisognava solo spilare quel cesso, ma sicuramente sarebbe rimasto appilato, perché ne erano troppi, assai, e le delusioni sarebbero rimaste sempre lì, nei ricordi di ognuno di loro.
 
Luca stava nel più bello del rapporto, quando il cellulare di Laura squillò, lei rispose:                                                  
<< chi è? >>                                                                                                                                                                                                           
<< sono Marco, senti, ti vorrei parlare…il prima possibile >>                                                                                                         
<< ora starei facendo una cosa importantissima, e non posso, ma dimmela da telefono >>                                                             
<< ti lascio, addio…>>                                                                                                                                                                              
<< ma perché? Vabbè dai, arrivo lì da te, dove sei? >>                                                                                                    
<< sto al porto qua vicino >>                                                                                                                                                                           
<< sarò subito lì da te >>                                                                                                                                                                               
Laura attaccò al cellulare e disse:                                                                                                                                                                   
<< quel cornuto di Marco vuole lasciarmi, non è normale, adesso dovrei andare al porto per parlare con lui, ma perché adesso gli escono ste’ cose da bocca? >>                                                                                                 
<< ti accompagno io lì, e gli diciamo che tu l’hai fatto cornuto, così non si sentirà realizzato, che ne dici? >>                                                                                                                                                                                                                   
<< va bene, ma finiamo prima quello che stavamo facendo, non mi piace lasciare le cose a metà >>
 
 
Erano le 18.30 e il porto era vuoto, Marco stava lì da solo ad aspettare l’ arrivo di Laura, quando poi la vide, la vide accompagnata da un altro ragazzo, un altro ragazzo con una pistola in mano. 
  
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