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Autore: hale    21/03/2012    2 recensioni
Mi ha chiesto perdono.
Io gli ho risposto che avvolte le scuse non guariscono le ferite.
La storia è stata modificata, leggerla qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1421627
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro
Friend

You don't get angry when I change the plans 
Somehow you're never out of second chances 
Won't say "I told you" when I'm wrong again 
I'm so lucky that I've found a true friend.


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Julie's Chapter.

Accettai la proposta di Harry sorridendogli.
Lo seguii in camera sua. 
“Accomodati pure.” Mi sorrise. Mi sentivo la terra mancare sotto i piedi. Sentivo che il suo profumo mi stesse avvolgendo completamente. Non so per quale strano motivo ma mi stava completamente dando alla testa. 
Ma non potevo interessarmi a lui. Insomma, non sarei mai potuta interessare ad uno come lui. Io ero una ragazza semplice, nulla di speciale mentre invece lui era perfetto.
Mi sedetti composta sul letto, non avevo la più pallida idea su come comportarmi. 
Notai subito la tv al plasma posta di fronte al letto e le numerose mensole che reggevano centinaia di DVDs.
“Guarda che ti puoi sdraiare.” Mi disse Harry con una piccola risata. 
A stento la ricambiai e mi appoggiai sullo schienale del letto. 
Osservai la stanza, era in ordine, probabilmente non grazie a Harry.
“Vuoi vedere Titanic?” Mi chiese guardandomi negli occhi, di nuovo.
Fissai la copertina del DVD per non incrociare il suo sguardo. 
“No, basta depressione.” Dissi ironica. 
“Strano, tutte le ragazze che ho portato qui mi chiedevano di mettere Titanic.” Continuò con il suo rauco e tranquillo tono ed iniziò a cercare un altro film.
Sbarrai gli occhi e per fortuna lui non lo vide. 
Tutte le ragazze che portavo qui? Bene, sono una delle molte. 
Sono un’altra delle sue vittime?
“Uhm ragazze?” Dissi senza sembrare interessata.
“Tranquilla era per scherzare, volevo vedere la tua reazione.” Rise.
Arrossii terribilmente. Perché gli interessava la mia reazione?
In conclusione Harry scelse un film comico e lo fece partire, successivamente si buttò nel letto accanto a me. 
“Sei molto delicato.” Azzardai io. 
Fece finta di non sentire e appoggiò la sua testa sulle mie gambe. 
Potevo sentire ancora di più il suo profumo. 
“Ora sei comodo?” Scherzai io. 
“Ihihihihihihih shi.” Nitrì Harry. Lo guardai stranita per poi scoppiare a ridere. 
“Sei un cavallo?” Disse fra una risata e l’altra.
“Un minipony per l’esattezza.” Mi corresse Harry.
“Oh mi scusi Edward.” Dissi rincominciando a ridere.
Harry fece un’espressione alquanto disperata.
“Qual è il tuo secondo nome?” Chiese dopo. 
“Sapessi!” Esclamai imitando una diabolica risata.
Risi come non mai.
Vedemmo un altro di film però di genere horror. 
A causa della paura Harry era appiccicato a me e mi torturava ogni volta che si spaventava. Io non riuscivo a non ridere agli strilli da donna che Harry avvolte emetteva, non capivo se erano volontari o meno.
Per lo più eravamo al buio. 
“Ma cosa fanno! Perché si dividono?!” Urlò Harry indicando il protagonista.
“Non aprire quella porta!” Urlai.
“Ora muoiono, lo sento.” Continuò Harry.
Nel momento più terrificante del film sentimmo la porta della camera aprirsi lentamente.
Sia io che Harry facemmo uno strillo.
Vidi Anne guardarci interrogativa.
“Il pranzo è pronto..” Disse poi.
“Grazie, ora arriviamo.” Sorrise Harry.
Scoppiai a ridere. 
 
Quando ci riprendemmo, io e Harry, scendemmo in sala da pranzo dove ci attendevano i genitori di Harry.
“Tra poco arrivano gli invitati!” Esclamò entusiasta la Sig.ra Styles. 
Harry fece finta di gioire mentre io mi limitai a sorridere. 
Mi ritrovai in un’altra situazione scomoda ma allo stesso tempo piacevole.
Harry era seduto di fronte a me, mi fissava. 
Cercavo di risultare meno imbranata possibile mentre finivo il mio pranzo. 
Avevo i suoi occhi trasparenti puntati addosso. 
Perché mi guardava? 
Finito di pranzare mi recai in camera per poi farmi una doccia. 
Non potevo perdere tempo, ci avrei impiegato molto per prepararmi per la festa.
Ad un certo punto sentii bussare alla mia porta.
“Chi è?” Dissi entrando in panico. Ho sempre avuto la fobia che qualcuno entrasse in bagno mentre io mi facevo la doccia.
“Il lupo mangia frutta.” Riconobbi la voce di Harry.
“Che frutto vuoi?” Risposi ironica.
“La patata.” Continuò lui.
Scoppiai a ridere. 
“E’ un frutto?” Chiesi dopo.
“A casa mia sì.” Disse deciso. Stetti al gioco.
“Ah va bene, io voglio la banana.” Forse esagerai con quella risposta con doppio significato. 
“Siamo maliziose.” Disse lentamente.
Grazie a non so quale santo ero sotto la doccia. Ero paonazza, rossa, viola dall’imbarazzo. 
“C’è il mio profumo lì, riusciresti a darmelo?” Mi chiese tranquillo.
Il suo profumo.
Avevo il suo profumo nel mio bagno.
“Ma sono sotto la doccia..” Continuai.
“Allora lo prendo io.” Disse con tono totalmente tranquillo.
Rimasi paralizzata. 
“Non osare ad entrare, sono nuda Harold!” Esclamai come non mai.
“Quindi?” Continuò con lo stesso tono di prima.
“Quindi non puoi vedermi nuda.” Ribattei decisa.
“Dai sei nella doccia, non riesco a vederti.” Mi chiedevo come faceva ad essere così tranquillo. Io ero nel panico più totale per una sciocchezza e lui era naturale.
“Te lo prendo io, aspetta.” Mi decisi.
Uscii dalla doccia. Cercai di prendere il mio asciugamano ma inciampai nella ciabatta accanto alla doccia.
“Tutto bene..?” Chiese Harry, molto probabilmente aveva sentito il tonfo.
“Si, sono caduta.” Risposi tra una parolaccia e l’altra.
“Aspetta che ti aiuto!” Esclamò Harry con tono molto entusiasta.
“Non osare entrare, sono nuda.” Ripetei.
“Quindi?” Rise.
“Stai zitto.” Risi anche io.
Cercai di rialzarmi dal pavimento. Presi l’asciugamano e lo avvolsi attorno al mio corpo. Era corto, giungeva sopra di ginocchia. 
Cercai nell’armadietto i profumi da uomini che mi ritrovavo. Tremavo.
Ne presi uno a caso.
Aprii la porta giusto per passargli il profumo.
Lo vidi sorridere.
“Non è questo.” Disse per poi entrare in bagno.
“Con comodo.” Sbraitai. 
Volontariamente ci mise un po’ a scegliere il profumo.
Rimase a squadrarmi il mio corpo, coperto solo dall’asciugamano.
Non potevo sopportare il suo sguardo.
Lo cacciai dal bagno appena prese il suo profumo.


Spalsh.
Buya, ecco il quarto capitolo c:
Come sempre, spero che vi sia piaciuto, ci tengo davvero.
Fatemi sapere in una piccola recensione se vi va :3
Seguitemi su Twitter @AnotherHoran
Un bacio, Ale.

  
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