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Autore: Giuu    21/03/2012    2 recensioni
Cercò nella tasca della giacca ancora mezza bagnata il pacchetto verde che aveva protetto con tanto riguardo dalla pioggia e lo appoggiò con delicatezza sul divano. Poi si chinò su di lei e, dolcemente, appoggiò le labbra sulla sua fronte, come un ultimo, tenero saluto.
Quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbe vista, ed era una promessa.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Kurosaki Karin, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Yay! Terzo capitolo per voi, babies!
Mio Dio, state recensendo in tantissimi. ç___ç Vi adoro, vi adoro! <3<3<3
L'HistuKarin Regna sovrano ricordatevelo!
Perdonate gli errori/orrori e bla bla bla come al solito, sono un po' di fretta. *guarda l'orologio e suda*
Ho tre ore per trovare l'ispirazione e scrivere, ce la posso fare!
Buona lettura! <3


La ragazza aprì gli occhi, infastidita dalla luce. Mugugnò contrariata e si girò a pancia in giù, anche se il dolore assurdo al braccio la fece svegliare totalmente. Non aveva la minima idea di cosa aveva fatto, ed il suo cervello era ancora annebbiato.
Non capiva come era arrivata a casa, chi l'aveva infilata nel letto e perchè era in biancheria intima. Si alzò troppo velocemente, tanto che dovette aspettare qualche minuto prima di riuscire ad infilarsi una maglietta lunga per poi scenderescendere le scale, e, ignorando quella strana sensazione che sentiva nello stomaco, andò in salotto.
<< ...Matsumoto mi ha costretto... >>
<< Puoi restare qui quanto vuoi, Hitsugaya-san. Mi fa piacere che gli amici di Karin stiano qui! >> la voce squillante della sorella fece rabbrividire la ragazza. Qualcosa cominciava a quadrare nella sua testa.
Era praticamente crollata sopra Toshiro, la sera prima, dopo aver menato per bene quelle dieci ragazze odiose che avevano provato a rubarle il bracciale, lui l'aveva presa sulle spalle e aveva ascoltato in silenzio la storia, facendo qualche sospiro di tanto in tanto.
Si nascose dietro la parete e si coprì il viso arrossato con le mani. Aveva il braccialetto al polso, pulito, e la pietra le raffreddava la pelle, anche se si sentiva  dentro ad ogni parola del ragazzo.
<< Pensi che Karin si sia svegliata? >> domandò lui.
<< Non so, non cre... >> la ragazza fu interrotta dal lamento della sorella dietro il muro. << Eccola! Karin-chaaan! >> Yuzu praticamente saltò in braccio alla sorella, facendola imprecare e cadere a terra. << Ero preoccupatissima! >> aveva le lacrime agli occhi e la stava letteralmente stritolando.
<< Y-yuzu... >> gemette lei. << Soffoco! >>
Toshiro sorrise, vedendo quella scena. Erano così diverse... Eppure erano unite da un profondo legame che mai le avrebbe separate e che mai nessuno sarebbe riuscito a rompere.
Le due gemelle si alzarono e quella dai capelli chiari, senza chiederle niente, corse in cucina e preparò all'altra del latte caldo.
Karin, così, rimase a guardare imbarazzata il Capitano della decima compagnia. Il silenzio nella stanza era quasi insopportabile.
<< Ecco, io... >> sospirò. << Volevo ringraziarti... >>
Entrambi sapevano che quel "grazie" non era solo per averla aiutata ad arrivare a casa.
<< Non ho fatto niente per ricevere i tuoi ringraziamenti, Kurosaki. >>
Niente? E lui lo chiamava niente?! La ragazza trattenne a stento l'istinto omicida che gli urlava di prenderlo a calcio in faccia. Era sempre così serio, quando c'era qualcuno nei paraggi. Così freddo... Così formale.
<< Mi hai accompagnata a casa, sei venuto a cercarmi: è già qualcosa. >> la ragazza sorrse soddisfatta, vedendo le sue pallide guance diventare leggermente rosse.
<< ...L'ho fatto con piacere. >> disse lui, concentrandosi sul bicchiere d'acqua che aveva in mano come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Yuzu tornò e diede alla gemella la tazza e le passò il telefono, sorridente. << È Yosuke-san! Voleva parlarti. È venuto a sapere di ieri. >>
<< Certo che le notizie corrono velocemente, a Karakura. >> La ragazza sbuffò e appoggiò la tazza sul tavolino basso, poi rispose al telefono. << Pronto? >>
Qualcuno dall'altra parte disse qualcosa di molto interessante, visto che il viso della ragazza si imporporò un po'. << S-sì, sto bene, non preoccuparti. >>
Hitsugaya aveva tanta, tantissima voglia di prendere quel telefono e farlo a pezzi, proprio come la persona che parlava con Karin.
<< Oh? Il Cinema? Non è una cattiva idea. Però porto un amico, okay? >> la ragaza attese un attimo la risposta, poi sospirò << Allora ci vediamo lì. >>
Toshiro la guardò. << Allora? >> chiese, forse un po' troppo brusco.
<< Andiamo al cinema. Mi hai promesso che restavi. >> la ragazza sorseggiò il latte, come per nascondersi.
Per Toshiro, quella ragazza era il diavolo in terra. Riusciva a rigirare le sue parole sempre come voleva lei. << ...Va bene. >> disse, un po' sollevato di poter tenere d'occhio quel "Yosuke".

Era un film di morti che resuscitavano, fantasmi e creature paranormali in generale. I tre protagonisti, due ragazzi e una ragazza, erano gli unici che riuscivano a vederli e dovevano salvare gli altri umani dalla furia di certe creature.
Hitsugaya, che sapeva che una cosa del genere non sarebbe mai potuta succedere, almeno in parte. Solo poche persone riuscivano a vedere gli Hollow e, se le anime dei morti non venivano guidate fino alla Soul Society, c'era il rischio che si trasformassero in mostri che attaccavano chiunque avesse un minimo di energia spirituale.
Per quello stava tranquillo nella sua poltroncina rossa, quasi annoiato. Karin era al suo fianco e guardava interessata il film, anche se non saltava in aria ad ogni scena "paurosa". Yosuke Kobayashi, un ragazzo della stessa età della ragazza, non era per niente attento al film. Anzi: fissava la ragazza dai capelli neri, come in attesa che avesse paura e si rannicchiasse sulla poltroncina per poterla abbracciare e consolarla, cosa che evidentemente non avrebbe potuto fare neanche se la piccola Karin fosse terrorizzata, visto che Toshiro provava ad ucciderlo con lo sguardo ogni volta che allungava un po' la mano.
Alla fine, l'unica che si era goduta veramente il film fu la ragazza, che, all'uscita, si stiracchiò e andò a comprare dei pop-corn, lasciando i due da soli.
<< Non ho avuto molto tempo per presentarmi, prima... >> cominciò il ragazzino, sorridendo. << Eravamo in ritardo e il film stava per cominciare... Mi chiamo Kobayashi Yosuke, è un piacere conoscere il cugino di Karin! >>
"Yosuke, che coincidenza..."* pensò il capitano, guardandolo male. << Hitsugaya Toshiro, e non sono il cugino di Karin. >> tagliò corto lui. Si girò verso la ragazza che pagava a non molta distanza da loro e la indicò. << Vedi quel bracciale? >> e nello stesso istante, Karin porse i soldi alla cassiera, mostrandolo per bene. Yosuke annuì. << È un mio regalo. E Karin solitamente non usa cose così femminili, perchè dice che sono scomode. >> lo guardò e accennò un sorriso strafottente. << Ma quello lo mette. Quindi non farti strani pensieri, capito? >>
Lo disse in maniera così dura, così autoritaria e così fredda che il ragazzo si accorse di tremare solo quando la ragazza gli raggiunse mangiando i pop-corn.
<< Kurosaki, io dovrei andare a comprare delle cose per Matsumoto... >> disse lui.
<< Ahh, tua zia! >> Karin sorrise, guardando Yosuke, per non fargli venire in mente strani pensieri. << Vuoi venire anche tu? >>
<< Ehm, no, ho un impegno... Ehm... >> guardò nervoso il ragazzo, poi sorrise. << Ci si vede, Karin-san! >> e corse via.
La ragazza lo guardò allontanarsi salutandolo con la mano, un po' perplessa. Aveva detto di avere la giornata completamente libera ed era scappato così.
<< È successo qualcosa? >> domandò.
<< Niente di importante. >> rispose Hitsugaya.

I due entrarono dentro la boutique, come se fossero degli umani sbarcati su un mondo alieno. Hitsugaya aveva dei vestiti di Ichigo, che gli andavano un po' larghi, e Karin aveva dei pantaloncini jeans e una vecchia maglietta di chissà quale band musicale. Era un ambiente troppo estraneo per loro, ma Matsumoto l'aveva costretto a giurare di prenderle i vestiti. Non che i soldi mancassero, ma la voglia di stare lì era molta poca.
<< Non sapevo neanche esistesse un negozio del genere nel centro di Karakura... >> la ragazza si aggrappò al braccio del ragazzo, come se stesse annegando e avesse bisogno del suo aiuto per fare il minimo passo.
Una commessa si avvicinò e sorrise a Toshiro, mostrando la bianca dentatura perfetta. << Posso aiutarla? Magari è qui per comprare qualcosa alla sua ragazza? >> e spostò lo sguardo su Karin.
Entrambi avvamparono, cominciando a parlare all'unisono per chiarire il malinteso, facendo sorridere ancora di più la donna.
<< S-sono qui per comprare dei vestiti per... Mia madre. >> annunciò infine il ragazzo, dopo aver deciso che grado di parentela avere con il suo tenente.
<< Ma certo. Ha detto cosa voleva? >>
<< La maglietta, i pantaloni e il foulard della... nuova collezione. >> disse come una macchina, cercando di non dimenticare niente per non doversi sorbire i lamenti della donna quando sarebbe tornato.
Karin, intanto, stava gironzolando come un cagnolino spreduto in mezzo ai manichini e ai scaffali pieni di vestiti. Si sentiva strana mentre toccava la stoffa morbida di quei vestiti, così, furtivamente e senza farsi vedere da nessuno, prese una camicia e si catapultò dentro un camerino. Si tolse la maglietta con facilità e poi si guardò allo spacchio: macchie violacee le coprivano il torace. Malgrado tutto, le aveva prese anche lei. Sospiro e, con un sorriso, si mise la camicia. Doveva diventare più forte, se voleva proteggere Yuzu dalle ragazze che la insultavano a scuola.
Perchè sì, in molte invidiavano la dolcezza e la gentilezza della sua gemella, e così la deridevano e le rubavano le cose. E Karin non ne poteva più di ascoltare la sorellina piangere silenziosamente la notte, mentre pensava che tutti dormissero.
Malgrado tutto, non stava male con quella camicia. Le calzava a pennello, come se fosse stata fatta per lei. Forse la scollatura - o l'assenza dei bottoni - era un po' troppo imbarazzante, ma decise di chiedere consiglio a una delle commesse.
Quando però uscì, Toshiro era difronte a lei e la guardava. Karin non potè fare a meno di vergognarsi della sua infantilità, della sua curiosità, della sua voglia di provare il nuovo...
<< ...È un po' troppo scollata, Kurosaki. >> mormorò lui, distogliendo lo sguardo da lei.
Lei si coprì istintivamente con le braccia. << V-volevo soltanto provarla, ora mi cambio... E chiamami Karin. >>
<< Ti piace? >>
<< Eh? >> domandò lei, non capendo.
<< Se ti piace, te la compro. >>
Karin sorrise. << Solo se mi chiami Karin. >>
Toshiro sospirò e poi accennò un sorriso. << Va bene... Karin. >>

 

*Per chi non avesse visto l'anime, Yosuke è un bambinetto (l'anima di un bambinetto) che si sta per trasformare in Hollow. Se non l'avete visto, guardate l'episodio 316. È veramente bellissimo, soprattutto per la presenza dell'HitsuKarin. 

  
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