Cass P.O.V.
“Andiamo
riprenditi! Sono io quella incinta, non tu!” roteò gli
occhi nelle orbite e poi
mi guardò spaesato. “Che… perché mi stai
sopra?” “Sei svenuto” “Perché?”
“Sono
incinta” “Ah…” chiuse gli occhi e
poggiò di nuovo la testa per terra. Sospirai,
prima di dargli l’ennesimo ceffone.
“Ehi
non sono svenuto di nuovo!” Mi alzai e gli offrii una mano per aiutarlo.
Rimanemmo un po’ a guardarci, mentre mi mangiavo le unghie.
“Allora?
che si fa?” chiesi io. Sospirò “Che si fa… io ormai ho 34 anni” “Io 27….”
“Forse è giunto il momento, no?” disse terrorizzato e incerto “Non voglio
interrompere la mia carriera!” mi si avvicinò e mi posò una mano su una
guancia.
“Cass…
credo che un anno di pausa potresti anche prendertelo. Poi ricominci” “Potrei…?”
Sospirai e cominciai a camminare avanti e dietro, contando.
“Ok,
dovrei essere incinta di più o meno due mesi… credo di poter continuare a
lavorare fino al.. sesto?” guardò il soffitto, pensando. Meno male che me ne
ero accorta durante quella breve vacanza per il Ringraziamento, altrimenti
avrei dovuto dirglielo per telefono.
“Si,
credo di si” “Bene, fra quattro mesi io torno definitivamente a casa, chiamo
mia madre e viene qua” Cominciò ad armeggiare col cellulare.
“Potresti
guardarmi in faccia? Scusa, ma sarei un tantino terrorizzata” “Sto chiedendo a
Larry di mandarmi il calendario del tour via mail” “Perché?” “Pensi che ti
molli qui da sola col pancione e con tua madre che se deve andare in ospedale o
deve chiamare un’ambulanza non sa dove andare a parare?” “Sinceramente lo
credevo fino a due minuti fa…” fece una smorfia “Grazie, eh” “Scusa se dubito
del tuo istinto paterno!” pensò un po’.
“In
verità anche io, ma nella vita bisogna essere pronti a tutto, no?” sospirai e
lo abbracciai. “Sono contenta di averti sposato” “Meno male….” Mi strinse e mi
cullò un po’ fra le sue braccia. “Bravo, esercitati…” sorrise. “Lo diciamo agli
altri?” “Per ora no… andiamo a fare una visita decente. Potrebbe anche essere
un falso allarme….” “Sul serio?” scrollai le spalle “Non so… è la prima volta
che mi capita” “A chi lo dici…”
Brian P.O.V.
Padre.
Diventato. Io. Sarei.
Io.
Diventato. Sarei. Padre.
Io.
Sarei. Diventato. Padre.
“Si,
è molto chiaro” continuava a dire la ginecologa, mentre passava uno strano
affare sulla pancia della mia ragazza (pardon, mia moglie), che prima aveva
ricoperto di uno strano gel blu che sembrava dentifricio per bambini. Anche
Cass sembrava alquanto terrorizzata, lei voleva un figlio quanto me: poco.
“Signori
Haner, tanti auguri! Quella pallina è vostro figlio!” aveva esordito all’inizio la tizia.
Io,
padre. Oh Cristo, povero bimbo. Io che la cosa più piccola e delicata che avevo
tenuto in braccio era stata Pinkly da cucciola (che era grande più o meno
quanto un topo).
Io
avrei avuto un figlio dalla donna che amavo. Io, un figlio! Io che non riesco
ad occuparmi decentemente nemmeno di me stesso! Chiaro perché sono svenuto? Io!
Un figlio! Matt poteva fare il padre, non io!
Io
sono ancora un adolescente (dentro)! Voi affidereste un bambino ad un
adolescente fuori di testa e alcolizzato? Io no! E stiamo parlando del mio
bambino! Quella pallina nell’utero di Cass per metà aveva il mio DNA!
Camminavamo
in silenzio, persi nei nostri pensieri, ma alla fine il punto era lo stesso: il
bambino.
Quando
arrivammo alla macchina Cass mi guardò.
“Bri,
ci ho pensato… forse non siamo ancora pronti… sarebbe meglio abortire” Dire che
sembrava dispiaciuta è un eufemismo. I grandi occhi scuri erano lucidi di
lacrime.
Sgranai
gli occhi allucinato. Avevo difficoltà ad accettarlo, ma non lo avrei mai
levato di mezzo.
“Cass
io…. no” aggrottò le sopracciglia “No?” “No! Io… non voglio uccidere mio…
figlio” possibile che stessi sul serio dicendo quelle cose? Eppure mentre le
dicevo sentivo da qualche parte che erano vere…
Cass
mi abbracciò e affondò il viso nel mio torace cominciando a singhiozzare,
incurante dei pedoni che ci guardavano mentre eravamo in piena scena da film
sul marciapiede.
“Ehi…
che c’è? Tu non lo vuoi?” scrollò la testa “E allora? In un modo o nell’altro
verrà su, no? Ha troppi zii e zie per venire poi così male!” “N-non è questo il
punto…” “E allora perchè piangi?” “Perché sei un fottuto bastardo che mi ha
messo in questo casino e che ti amo di più ad ogni cazzo di frase che dici”
l’abbracciai e le diedi un bacio sui capelli che finalmente erano tornati ad un
taglio normale e del suo colore (lunghi fino a non toccare le spalle, le punte
erano quasi biondo ramato e via via sfumava fino alla radice, dov’era castano
chiaro), dopo anni a sfidare la gravità.
In
quel momento era così piccola e fragile…. Non ci ero molto abituato.
“Beh,
mi sembrava che tu fossi più che consenziente...” la sentii sorridere “Sei un
cretino…” “Eh lo so. Andiamo a casa?” le alzai il viso. Annuì e mi sorrise “Si,
andiamo”.
“A
me piace Joe” “Mm.. si, non è male” disse stiracchiandosi e poggiando una mano
sul mio ginocchio. Avevamo cenato e adesso stavamo sul divano, io steso sul
divano e lei poggiata del tutto a me, come se fossi una poltrona umana. Chissà
perché non avevamo fatto altro che parlare del bambino per tutto il tempo.
“Una
cosa è sicura: non Brian” dissi convinto
“Perché? Il tuo nome non è male…”
“Ce
ne sono abbastanza di Brian Haner famosi. Ti pare? E poi come lo
chiamiamo?
Junior Junior? Farà il chitarrista pure lui, sarebbe
tremendo” “Chi ti dice che
suonerà la chitarra?” “Andiamo, mio figlio. Con la
voce che ho, ce lo vedi a
fare il cantante?” “Bri, non è solo tuo
figlio…” disse alzando il viso e guardandomi facendo
una finta faccia scocciata.
“Ok,
allora potrebbe fare anche il cantante. Comunque Brian no” “Brian no” ripeté
lei.
“E
se è una femmina?” esordii io, dopo un po’
“Sai che dalle mie parti si usa
mettere i nomi dei nonni?” “Sul serio?” “Si, io
mi chiamo come la mia nonna
paterna, mio fratello come quello paterno e Angela come la nonna
materna” “Che
cara signora che è tua nonna. Beh allora, Lucia, Susan. Mia
madre si gaserebbe
parecchio se la chiamassimo Susan” “Mi piace Susan Haner.
Suona bene, ti pare?”
“Si… non è male” “Mmm. Susan Lee Haner.
È figo” “Si che è figo”
“Così
sistemiamo tutte e due le nonne in un colpo” “Quindi il Lee
è per Lucia?” “Vuoi
chiamarla Susanna Lucia Haner?” calcò
il suo accento italiano (e del sud) in maniera spaventosa “Mmm… si, Susan Lee
mi piace” le diedi un bacio sulla tempia e con un dito alzai la maglietta,
scoprendo il suo ventre e prendendo a fare dei disegni immaginari.
“Ahaha!
Mi fai il solletico!” sorrisi e poggiai tutta la mano “Scusa…” “Bri… come
faremo quando saremo tutti e due in tour?” disse preoccupata. Sospirai “Non ne
ho la più pallida idea, ma un modo sempre lo troveremo, no?” “Speriamo vada
tutto bene…” disse malinconica. La feci voltare verso di me.
“Ehi,
perché qualcosa dovrebbe andare storto?” “Bri non facciamo un lavoro ce ci
permette di crescere decentemente dei figli” “Non mi sembra che siamo le prime
due rock star a mettere su famiglia, no?” “A parte che di solito, la rock star
è una e poi…. Non lo so, Bri… mi sembra tutto così complicato…” “Ehi, non ti
agitare. Male che va la terremo un periodo a testa” aggrottò le sopracciglia e
sorrise “La terremo?” disse mettendo una strana enfasi nella prima parola
“Si..” lo avevo fatto senza rendermene conto, mi era venuto spontaneo.
“Perché
hai usato il femminile?” “Voglio una femmina” dissi sorridendo.
“Perché?”
“Voglio fare il geloso e voglio farmi coccolare. Si sa no, le femmine sono più
legate al padre” si girò e prese a baciarmi dolcemente.
“Perché?
Io non ti coccolo abbastanza?” “Certo, ma voglio terrorizzare qualche coglione
che mi porterà a casa dicendo “Papy, questo è il mio ragazzo” sarà divertente,
ti pare?” “Spero che questo coglione abbia un sacco di tatuaggi e i capelli
neri” prese a mordicchiarmi le labbra.
“Blake?
Mio fratello non è un pedofilo e poi mi sembra una cosa parecchio incestuosa!”
sorrise della mia battuta.
“Beh,
avrebbe gli stessi gusti della madre, non trovi?” feci una smorfia, mentre
continuava a baciarmi.
“Non
è molto divertente” dissi riferendomi alla vecchia cotta di Cass per mio
fratello “Invece si” scese sul mento e arrivò fino al pomo d’Adamo col quale si
divertiva sempre a giocare. Ingoiai a vuoto e la sentii sorridere, mentre lo
rincorreva con le labbra.
Sapeva
perfettamente di farmi impazzire quando lo faceva, ma si divertiva a
torturarmi.
“Cass…”
“Mh mh?” “Sm…smettila”
“Perché? Non mi sembra ti dia fastidio…”
disse facendo
scendere una mano lungo il mio torace. Oh Cristo. Sinceramente mi
faceva strano
pensare che voleva avermi dentro di lei, quando dentro c’era
già… qualcuno.
Fermai
la sua mano prima che non si desse a pratiche troppo audaci.
“Cass
dai…” alzò la testa e mi guardò. Aveva il solito sguardo di quando aveva
voglia.
“Da
quando fai la donnina mestruata? Adesso dimmi che hai mal di testa e ti sputo
in faccia” Certo che detto da una donna…. “Cass non posso farlo” abbassò un
attimo lo sguardo e si fermò sul mio pacco.
“Non
dirmi che ti si è rotto” “Ma che si è rotto! La tua testa si è rotta! Funziona
tutto benissimo!” la sua mano scivolò sulla mia coscia, carezzandone l’interno
col pollice.
“Allora
perchè no?” si passò la lingua sull’angolo delle labbra e prese a mordicchiarsi
il labbro inferiore. Però lei giocava sporco! Sapeva come farmi dare di matto e
ce la stava mettendo tutta.
“Cass
sinceramente mi fa schifo” sgranò gli occhi e diventò estremamente seria.
“Haner…
sei diventato gay da un giorno all’altro?” “Che? No!” Tirò un sospirò di
sollievo.
“Mi
hai fatto venire un infarto! Mi vedevo già ad accompagnare mio figlio a casa di
suo padre e del suo ‘compagno’” disse mimando le virgolette attorno all’ultima
parola.
“Ma
che hai capito! Non posso… mi fa strano pensare che mentre lo facciamo c’è la
pallina che guarda” “Ma come fa a guardare? Non ha ancora gli occhi, Haner” “Lo
so… ma qualcosa la sentirà pure stando là dentro, no?” Dissi grattandomi la
testa, imbarazzato.
“Ok
le dimensioni del tuo affare, ma non pensare di avere una sonda, eh” sorrisi un
secondo, ma provai a tornare serio. Non si poteva ragionare con lei quando
faceva così. “Non stiamo a commentare il mio affare…” mi mise due dita sulle
labbra.
“Syn. Calmati, ho capito” sospirai e lasciai andare le
spalle. Tornammo nella stessa posizione di prima.
“Quindi
non faremo più sesso fino a quando non avrò tirato fuori Haner Junior e non mi
sarò ripresa…” “Ripresa?” “Bri, secondo te dopo aver partorito avrò voglia di
dartela? Dovranno passare almeno un paio di mesi… se non di più…”
Quindi
sarei dovuto andare avanti a seghe per tipo un anno?!?! Eh no.
“Mmm..
a quanti mesi ti crescerà il pancione?” “Mmm.. penso attorno ai quattro” “Ne
mancano due, giusto?” “Si, perché?” “Dobbiamo avvantaggiarci” mi avvicinai a
lei e mi agganciò le gambe in vita, prima di baciarmi con foga e spingere il
mio viso verso il suo seno.
“Andiamo
di là, il divano è scomodo” sussurrai contro la sua pelle “Non sarebbe la prima
volta…” strusciava lentamente il bacino contro il mio.
“Si,
ma adesso devo stare attento alle mie principesse” “Pedofilo” “Ammettilo che ti
piace….” Dissi scherzando, mentre mi alzavo e mettevo tutte e due le mani sul
suo sedere. La sentii sorridere, mentre infilava una mano nei miei pantaloni.
Arrivare
alla camera da letto così non fu esattamente facile, ma ci riuscimmo
(sparpagliando qualche indumento in giro per la casa).
Mi
sedetti sul letto, con lei sopra mezza nuda. Mi diede una spinta e finii lungo
disteso sul nostro letto.
Prese
a baciarmi il torace e a torturarmi i capezzoli, mentre i jeans cominciavano ad
andare stretti.
Ribaltai
la situazione e la sentii sospirare, mentre le mie labbra passavano dalla
clavicola ad un seno e una mano s’infilava nei suoi pantaloni.
Mi
aprì la fibbia della cintura, il bottone e abbassò la zip. Feci per sfilarli e
mi aiutò, tirandosi dietro pure i boxer. Con le labbra scesi sul ventre e
rimasi a giocare col sul ombellico e affondò le mani nei miei capelli.
Lentamente scesi più giù e la sentii quasi gemere. Aprii il bottone con i denti
e le sfilai i pantaloni, tirandomi dietro anche gli slip.
Tornai
sopra a baciarle le labbra, una mano rimasta sulla coscia e l’altra sul seno.
Ribaltò
la situazione e prese a baciarmi e a strusciare il bacino contro il mio con più
foga di prima. Una sua mano scese a massaggiare il mio membro ed ebbi un mezzo
fremito.
“Bri..
ti voglio” sorrisi quasi. Mi piaceva quando a quel punto sentiva il bisogno
fisico di avermi dentro di sé.
Sorrisi
e feci per tuffare una mano nel cassetto del comodino, quando mi fermò.
“Non
credo serva più” disse sorridendo. “In effetti…” e tornai a baciarla.
“Perché
sei convinto che sia femmina?” scrollai le spalle. “Non sono convinto. Io
voglio una femmina” avevamo finito di fare l’amore già da un po’ ed ero
abbastanza convinto che fosse stata la volta migliore in assoluto. Sarà stata
l’assenza del preservativo, l’euforia del diventare genitori… avevamo raggiunto
l’apice insieme. Mi sarebbe rimasto un bel ricordo (insieme ai graffi sulla
schiena) della mia prima volta dopo la grande notizia, l’unica cosa che mi
avesse mai fatto svenire.
Ero
straiato nel letto, con Cass sopra, le mani sul mio torace e il mento su di
esse. Si metteva quasi sempre così dopo aver fatto l’amore. Mi guardava e
tracciava disegni immaginari sul mio torace, oppure ricalcava la scritta
FOREVER, ma quello era più raro….
“Poi
se è maschio mi va benissimo lo stesso. Sarà il mio minimè” “Non vuoi chiamarlo
Brian, ma vuoi plasmarlo a tua immagine e somiglianza?” “Naturale! Lo chiamiamo
Slash?” “Non pensarci nemmeno” “Tanto sarò io ad andare all’anagrafe, di certo
non tu… potrei anche chiamarlo Banana” “A quel punto ti cambierò i connotati e
rimarrai talmente sfregiato che provando a fare il test di paternità, uscirebbe
negativo” le sorrisi. “Mi piacciono le frasi dolci che mi sussurri dopo aver
fatto l’amore…” dissi sbatacchiando le ciglia e usando una delle mie tanti
vocine cretine. Scrollò le spalle.
“Potrei
dirti un sacco di cose stucchevoli, ma a parte che non sono il tipo, mi
verrebbe da ridere, rovinerei il magico momento oppure potrei addormentarmi o
non trovare niente di sdolcinato da dirti” “Ma se le canzoni più zuccherose
dell’Academy le scrivi tu” “Io scrivo la musica, i testi della roba zuccherosa
sono opera di Blake” rimasi sconvolto “Sul serio? Non lo sapevo….” “Eh si.
Scrive della roba da diabete delle volte” “Meno male che ci sei tu a fargli
l’insulina” dissi scompigliandole i capelli.
“Si
Basta un “Torna con i piedi sulla terra, cazzone! E occhio che ti si è alzata
la bandiera!” a smontare i suoi momenti poetici ad alto contenuto calorico”
cominciai a ridere.
“Devo
scrivere qualche canzone con te…” “Mm.. la vedo
difficile” “Perché?” “Finiremmo
per scannarci su chi deve avere ragione” “Con Blake come
fai?” ci pensò un po’
prima di rispondere.
“Quando
l’imput è generale, o di Matt, collaboriamo, quando l’idea è mia lui a stento
si scrive l’assolo. Una volta gliel’ho scritto io…” “E spiegami, come hai
fatto? Non mi pare tu abbia le sue stesse capacità tecniche” “Facile, a
rallentatore. Poi è stato lui a mettere il turbo, sparando a raffica le note.
Io non ne sono capace e non m’interessa” si spostò e poggiò la testa sulla mia
spalla, con gli occhi chiusi. Mi sistemai un po’ meglio. Era bello parlare di
lavoro con lei: la pesavamo in maniera del tutto differente. Forse avremmo sul
serio rischiato di scannarci per scrivere insieme un pezzo.
“Non
t’interessa migliorare?” “Ehi, io sono mezza Jazz,che mi frega di sparare
trecento note al secondo. A me ne basterebbero di meno messe nei punti giusti,
ma Blake è un fissato egocentrico, allora lo lascio fare” “Anche io sparo note
a raffica…” “Si, ma tu non sei il mio chitarrista, quindi a lavoro puoi fare
quello che vuoi…” sbadigliò “Meglio addormentarsi,và. Notte Bri Bri” sorrisi.
Solo quando non era al 100% delle sue capacità, mi chiamava così. “Notte
Cassandra” chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal suo respiro regolare e
tranquillo.
Ok,
non ho voglia nemmeno di rimetterlo a posto :3
Perdonate
la mia scarsissima voglia, aggiorno in ritardo e non voglio nemmeno dargli una sistemata, ma che ci volete faaare :3
Fra
l’altro il chap è anche cortissimo .__.”
Beh,
il prossimo sarà più lungo v.v
Siiiiiiiiiiicuro!
Si
ringrazia _diable_ (sappi che aggiorno per te c.c <3 ) e JD che legge in
anteprima :3
Alla
prooossima! :D
The
Cactus Incident (più svogliata che mai)