Film > Re Leone
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Autore: Miranh    21/03/2012    4 recensioni
Ciao a tutti! Il Re Leone è una storia che mi ha sempre affascinato e ho deciso di scrivere una Fanfiction sulla vita dei nonni di Simba: Ahadi ed Uru, genitori di Mufasa e Scar. E' la mia prima fanfiction, per cui non sono sicura che sia venuta bene... Spero che vi piaccia e, se c'è qualcosa che non va nella storia e che può essere migliorato, non esitate a farmelo sapere: cercherò di fare buon uso dei vostri consigli. Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1. “ La futura Regina ”

 

 

Era una calda e serena mattina, il sole avvolgeva la Rupe dei Re in tutta la sua magnificenza. L'amato re delle Terre del Branco dalla criniera castana, Mohatu, si allontanò, come era solito fare, per il giro di controllo.

Mentre si era fermato a bere alla pozza dell'acqua, un frenetico e improvviso battito d'ali catturò la sua attenzione:

<< Mohatu! Mohatu, signore!! >> era Zozo, la bucero femmina, che forniva con fedeltà la propria collaborazione ai sovrani;

<< Zozo?! Cosa c'è? E' successo qualcosa di grave?? >>

<< Si tratta di Aura, vostra moglie, signore! >>

<< Perché? Cosa le è accaduto?? >>

<< Venite, presto!! >>

Mohatu corse più veloce che poté; una volta arrivato alla rupe scavalcò le rocce, per raggiungere la caverna interna.

<< Aura?? >> la chiamò agitato, una volta giunto all'entrata; poi la vide lì sdraiata, con attorno le altre leonesse, che teneva un piccolo batuffolo marroncino-rossastro tra le zampe; un'espressione emozionata e serena si manifestò sul volto di Mohatu, mentre si avvicinava alla sua amata, sotto lo sguardo commosso di tutti:

<< Congratulazioni, mio re...Siete diventato padre di una splendida cucciola! >> disse con emozione Zozo, mentre la bella Aura accarezzava col muso la nuova arrivata:

<< Congratulazioni vivissime, vostra maestà >> dissero felici le altre leonesse.

Il re e la regina si scambiarono tenere effusioni l'un l'altro, e quando la piccola aprì gli occhi, poterono vedere che li aveva di un rosso luminoso e profondo, come quelli del padre:

<< E' bellissima... >> disse dolcemente il leone, mentre vedeva la sua piccola sorridergli;

<< Come la chiameremo? >> chiese la regina;

Lui ci pensò su per un momento, poi gli si illuminarono gli occhi:

<< Uru...Si chiamerà Uru, come la sua saggia e magnanima nonna >>

<< Uru...è perfetto >> rispose lei, commossa.

Mohatu si rivolse a Zozo: << Vai a chiamare Rafiki...Oggi alle Terre del Branco verrà presentata la “Futura Regina” >>

<< Volo subito ad annunciarlo, signore! >> rispose euforicamente, e volò via.

 

Al di là della Rupe dei Re abitava in un grande albero Rafiki, il saggio mandrillo, allora più giovane, che aiutava da tempo con i suoi consigli il re e le Terre del Branco.

Zozo lo vide sopra un ramo, seduto a meditare e gli volò incontro:

<< Rafiki! Rafiki! >>

<< Zozo? Qual buon vento? >>

<< E' nata, Rafiki! La figlia del re è nata! >>

<< E' nata?? Ah aah! Che splendida notizia!! Raduna la savana per la cerimonia, cara Zozo >>

<< Subito, Rafiki! Volo! >>

La voce fu sparsa per tutta la savana: in breve tempo mandrie e stormi erano in fermento, per arrivare alla Rupe dei Re a vedere la figlia del loro amato sovrano.

Ben presto la grande roccia fu circondata e riempita dei colori di tutte le creature presenti, da quelle più grandi a quelle più piccole: << Evviva il re Mohatu! Urrà alla sua regina! >>.

Rafiki era salito sulla grande roccia, dove tutti attendevano il suo arrivo; in fondo vi erano i sovrani con il loro branco.

Scambiò un amichevole abbraccio con Mohatu, e si avvicinò alla piccola Uru, che giaceva fra le zampe della madre.

<< Complimenti >> disse << è davvero bella, sono sicuro che diverrà una brava regina >>

<< Grazie, Rafiki >> rispose Aura.

Uru sorrise, agitando le zampette, per toccare la corta barbetta grigia del mandrillo, che le si era avvicinato con il volto:

<< Ah ah ah... >> rise lui << intraprendente la piccolina, eh? >>

<< Già, è tutta suo padre >> rise felicemente la regina;

<< Ah ah... Sì, me lo ricordo bene, anche Mohatu da piccolo era un bel birbante, vero? >>;

Mohatu arrossì: << Eh eh...Meglio non rivangare... >> disse e si levò un'allegra risata fra i presenti.

Poi Rafiki prese un frutto dal suo bastone, lo spaccò in due parti e ne sparse il succo sulla fronte di Uru col pollice, in segno di benedizione:

<< E ora piccolina... >> disse, prendendola in braccio << ...verrai presentata al tuo mondo come esso si presenterà a te a poco a poco, mentre crescerai, e lo manterrai prospero e vitale con la tua assennatezza, in quanto Futura Regina di tutti noi >>.

Pronunciate queste parole, Rafiki si avvicinò all'apice della Rupe e sollevò aggraziatamente la piccola, mostrandola a tutte le creature delle Terre del Branco. Un gran clamore si sparse fra la folla, che era colma di felicità; i due sovrani guardarono con orgoglio la figlia, che volgeva per la prima volta il suo sguardo innocente verso la loro amata terra, illuminata dai calorosi raggi del sole.

 

________

 

Arrivò la stagione delle piogge. La piccola Uru trascorreva gran parte del tempo nella grotta con le leonesse, giocando e imparando a fare i suoi primi passi; ogni tanto provava anche a tirare fuori il musetto dalla grotta e non appena si bagnava con le gocce di pioggia, si ritraeva subito indietro arricciando il nasino.

Cresceva pian piano, dimostrando un carattere buono e tranquillo ed essendo molto affettuosa con tutti. Era la piccola gioia del branco: il suo bel sorriso riusciva a rasserenare gli altri; le piaceva molto stare in compagnia di sua madre ed aspettava sempre con felicità il ritorno del padre dalle Terre del Branco e ogni volta che gli correva incontro affondava il muso nella morbida e castana criniera del leone. Il re era fiero di avere una figlia così bella, allegra e pacifica; cercava di passare con lei più tempo che poteva, facendola divertire e insegnandole molte cose.

Diventò molto amica anche degli altri leoncini del branco. Non passava giorno senza che questi si riunissero tutti, per giocare insieme, o farsi qualche scherzetto a vicenda.

Il più grande di tutti era Khendo, un leoncino marrone chiaro con occhi grigi molto espressivi: si comportava come leader nel gruppo, prendendo spesso le varie decisioni ed era molto affettuoso con Uru; poi vi erano Hydo e Helya, fratello e sorella dal pelo grigiastro e gli occhi gialli, molto uniti e amichevoli con tutti; infine c'era Athena, leoncina dagli occhi verdi e pelo chiaro, molto dolce, anche se a volte poteva sembrare un po' dura di carattere: era la miglior confidente di Uru.

 

In una mattina tranquilla al retro della grande roccia, la piccola Uru, di quasi quattro mesi, giocava con la coda di sua madre, che si era distesa su una roccia a riposare assieme ad altre leonesse; poi le salì sul ventre:

<< Mamma, dov'è andato papà? >>

<< E' andato a fare il suo giro di controllo, Uru. Sai bene che la sua è una grande responsabilità >>

<< Sì, lo so...Ma quando torna? Oggi mi doveva portare in cima alla Rupe, per spiegarmi molte cose >>

<< Stai tranquilla, che tornerà. Devi avere pazienza >>

<< Lo so.... ma la pazienza mi manca: voglio apprendere a fondo il ruolo che mi spetta... >>

<< Su, su...Hai ancora molto tempo davanti a te >> disse dolcemente Aura, leccando la sua testolina;

<< Perché non vai un po' a giocare con i tuoi amici nel frattempo? >>

<< Va bene >> rispose Uru, strofinando il musetto con quello della madre;

<< Ci vediamo dopo, mamma >>

<< A più tardi, tesoro >>.

Uru corse via, andando a cercare i suoi amici; passò un po' di tempo a guardare in giro, ma non li trovò:

<< Uffa... Ma dove sono finiti tutti?? Si saranno allontanati dalla Rupe? >>si lamentò.
Ma non appena si voltò per tornare indietro...

<< BUH!! >>

<< WAAAAH!! >> era Khendo, che le era saltato addosso:

<< Khendo!! Ma che...??! >>

<< Ah ah ah... Avresti dovuto vedere la faccia che hai fatto, Uru! >>

<< M-ma... >> balbettò lei, sorpresa;

<< Credevi che ce ne fossimo andati via, senza dirti niente, vero? >> domandò Athena, che era uscita da dietro un'altra roccia assieme a Hydo e Helya;

<< Ecco, a dirla tutta...Sì >> rise Uru;

<< Bé...Non hai tutti i torti in fondo >> disse Helya, mentre guardava Hydo e Khendo;

<< Eh..? Che vuoi dire? >>

<< Khendo e Hydo si sono allontanati da soli questa mattina, senza avvertire nessuna di noi >> spiegò Athena;

<< Davvero? E dove ve ne siete andati? >>

<< Ehm...Ecco, siamo andati... >> balbettò timidamente Hydo;

<< SSSH! Zitto! >> esclamò Khendo;

<< Siete andati oltre i confini?? >>

<< N-no, Uru... Non proprio >> rispose Khendo;

<< Come sarebbe “ non proprio ”?! Mio padre dice che quei posti sono pericolosi per noi >>

<< Sul serio? Eppure eccoci qua, davanti ai tuoi begli occhioni >>

<< Non scherzare su questi argomenti, Khendo >>

<< Su, dai...Sei troppo apprensiva...Abbiamo scoperto un posto magnifico, e volevamo portarci anche voi, più tardi però...visto che tu dovevi stare con tuo padre questa questa mattina...A proposito, come mai sei qui con noi e non con lui? >>

<< Non è ancora tornato dal suo giro di controllo, per questo sono venuta a cercarvi >>

<< Non è ancora tornato? Strano... >> osservò Helya;

<< Di solito torna qui a quest'ora... E' successo qualcosa? >> domandò Athena;

<< Che io sappia, no... Può anche capitare che rientri più tardi: in fondo ha tanto da fare >>

<< Perfetto, allora non c'è nulla di cui preoccuparsi >> disse Hydo;

<< Oh, si invece >> riattaccò Uru;

<< E andiamo... >> si lamentò Khendo;

<< Potevano esserci iene! >>

<< Ma non c'erano iene, ti dico! Vi erano solo scheletri >>

<< SCHELETRI?! >> esclamò Helya, turbata;

<< Sì... scheletri di elefanti >> precisò Hydo << Enormi scheletri che ti balzano addosso, quando meno te lo aspetti!!! >> e saltò su sua sorella, per metterle paura:

<< Smettila, Hydo!! >> gli urlò Helya, spaventata;

<< Scheletri di elefanti? Non ne sapevo niente >> disse Uru;

<< Già, non è fantastico? Pensa quanti segreti potrebbe nascondere quel posto! >>

<< Ma, Khendo... >>

<< Su, non c'è nulla di cui avere paura. E poi, qualsiasi cosa accada, ti proteggerò io >>

<< Scommetto che sia proprio questo a preoccuparla...>> rise Athena;

Khendo si irritò: << Delicata come sempre, eh? >>

<< Modestamente >> rispose lei; e tutti si misero a ridere.

<< URU! >>

<< Oh! E' mio padre >>

<< URU, DOVE SEI?? >>

<< ARRIVO, PAPA'! Devo andare... A lui non dirò niente, però daremo solo un'occhiata veloce a quel posto, d'accordo? A più tardi >>

<< A più tardi >> la salutarono gli altri.

 

<< Papà!! >> esclamò contenta, andando incontro al leone;

<< Piccola mia... Scusami se ho fatto tardi >> disse Mohatu abbracciandola;

<< Di che ti scusi?? Hai molte responsabilità, e poi sono contenta di vederti >> disse la piccola, sorridendo;

<< Sei proprio dolce...E ora come ti ho promesso saliremo in cima alla Rupe >>

<< EVVAI!! >> e cominciarono a salire giocando e rincorrendosi a vicenda;

<< Stavolta vinco io, papà >>

<< Oh, non credo proprio, signorina >>

<< Ah ah ah... >>

Infine raggiunsero la cima: il panorama era unico, variopinto con i colori della natura e delle creature, contrastati dai raggi del sole che si estendevano su tutte le Terre del Branco:

<< E' bellissimo... >> sussurrò lei, ammaliata dalla bellezza di quel paesaggio;

<< E' vero, Uru... E sappi anche che tutto ciò che vedi, che questi raggi del sole espongono ai tuoi occhi, dalle pietre fino alle singole foglie di ogni pianta, è il nostro regno >>

<< Tutto questo?? >>

<< Tutto quanto >>

<< E' fantastico! E il giorno in cui comincerò la mia reggenza, diverrà tutto mio?? >>

<< Sì, tutto, ma per mantenerlo tale, ricordatelo bene, devi rispettarlo >>

<< E come? >>

<< La coesistenza di questo mondo è dovuta all'equilibrio del Cerchio della Vita: tutte le creature sono collegate fra loro, e devono attenersi a vicenda, a dispetto della catena alimentare >>

<< Ciò riprende anche il discorso dell'altra volta, vero? Che i nostri corpi diventano erba dopo la morte, così le altre creature se ne cibano, come noi ci cibiamo di loro >>

<< Esatto, ma bisogna anche aiutarsi a l'un l'altro, e in questo modo si ottiene una buona cooperazione in favore del regno >>

<< Uao, papà! Tu sai proprio tutto >>

<< No, non tutto...E credimi, mai nessuno potrà venire a conoscenza di ogni segreto, che caratterizza questo mondo >>

La piccola Uru rimase così sorpresa e affascinata da quel discorso, che ne ricordò sempre ogni parola. Ammirava molto suo padre, e sperava di divenire come lui in coraggio e saggezza. Ma questi pensieri sereni furono improvvisamente contrastati dal sapere ciò che avrebbe fatto quello stesso giorno con i suoi amici; tuttavia cercò di non pensarci e di nascondere la sua preoccupazione per tutto il tempo che trascorse con suo padre quella mattina.

  
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