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Autore: Shiny94    19/10/2006    1 recensioni
E' l'ultimo anno a Hogwarts per Harry. E Voldemort ha pianificato un piano per uccidere Harry molto più potente e crudele dei precedenti. L'ultimo piano di Voldemort. Riuscirà Voldemort ad uccidere una volta per tutte Harry? O il Bambino Sopravvissuto riuscirà a soppravvivere o addirittura a trionfare?
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao!!!! Scusate x il ritardo mostruoso, ma nn avevo 1 straccio d'idea!!! Questo cap sarà corto... ma spero ke vi piaccia ugualmente!!! Buona lettura... anke se ne dubito! Shiny94.

Capitolo 5: "Disguidi sulle scale mobili"

Hermione passò tutta la notte con Harry. Non voleva abbandonarlo. Sapeva che Harry stava male e non voleva che soffrisse da solo. Voleva che sentiva che qualcuno ci fosse al suo fianco, sempre pronto ad aiutarlo. Dopo continue insistenze da parte di Madama Chips, Hermione, verso le una e mezza, dovette andarsene. Così, quasi del tutto assalita dal sonno, ciabattò a fatica verso il proprio dormitorio. Le punzecchiavano gli occhi dal sonno e vedeva leggermente sfuocato. Le palpebre, con assiduità, continuavano a caderle sugli occhi, ma Hermione cercava in tutti i modi di tenere gli occhi aperti, almeno finché non sarebbe arrivata al suo adorato letto a baldacchino.

Mentre saliva le scale del terzo piano, sentì un rumore sinistro proveniente alla sua destra, dove c’era il corridoio nel quale era stata collocata la porta maledetta che aveva fatto star male Harry. Hermione seguì il consiglio di Madama Chips, ovvero quello di non ritornare nel famigerato e pericoloso corridoio. Ad ogni modo, Hermione si accucciò dietro la ringhiera delle scale mobili, mormorò, sfoderando la bacchetta e puntandola contro le scale:- Finite Incantate-; ed aspettò di vedere chi si avventurava a quell’ora della notte vicino alla porta pericolosa. Dopo quel rumore sinistro, non si sentiva più volare una mosca. Sembrava che Hogwarts si fosse completamente spenta. Hermione aveva spento la bacchetta accesa dall’incantesimo illuminante, nella speranza di non essere scoperta. In quel momento sembrava proprio che Hogwarts si fosse spenta. Forse era impressione di Hermione, forse era la sua tensione o forse era l’atmosfera tetra di quel piano, ma la ragazza parve di non essere più ad Hogwarts. Infatti sentiva folate di vento gelido arrivarle da tutte le parti. Rabbrividiva ogni istante.

In quel momento sentì un rumore di passi leggeri che si avvicinavano sempre più a lei. La luce della bacchetta dell’estraneo illuminava via via tutti i gradini della scala dove era accucciata in preda al panico Hermione. Non voleva che qualcuno la scoprisse fuori dal dormitorio nel cuore della notte. Se fosse così successo, cos avrebbe fatto? Sarebbe stata messa in punizione? O addirittura stata espulsa. Questo non se lo poteva proprio permettere. Cercava in tutti i modi di smaterializzarsi, ma era troppo sconvolta per spostarsi in un altro angolo di Hogwarts. Se non fosse stata convita al cento per cento, le sarebbe rimasta una gamba lì, sulle scale e qualcuno l’avrebbe scoperta. E intanto lei si sarebbe contorta dal dolore. No, non poteva smaterializzarsi in quel momento. Hermione chiuse con forza gli occhi e si premette contro la scala, nella speranza di non essere notata. Ormai la luce della bacchetta estranea stava per illuminarle il viso. Ma accadde un miracolo.

Una voce gracchiante e roca arrestò l’operato dello sconosciuto:- Chi c’è qui?-. La persona si smaterializzò in tempo. Hermione non fu ancora fuori pericolo. Adesso c’era Gazza che la poteva scoprire. Ma anche quella volta, Hermione fu fortunata. Nel sentire lo schiocco tipico di chi si smaterializza, Gazza disse:- Maledizione! Anche questa volta si è smaterializzato! Ma non preoccuparti, ciccina! Lo troveremo!-. E detto questo, girò su tacchi e con Mrs Purr tra le braccia, se ne andò. Hermione riuscì finalmente a respirare regolarmente. Dopo lo spavento avuto quella notte, si girò che non si sarebbe mai più avventurata nel cuore della notte per i corridoi di Hogwarts. Si alzò dalla sua scomodissima posizione, si ripulì con disinvoltura la divisa e, puntando nuovamente la bacchetta sulle scale ripronunciò:- Finite Incantate!-. Le scale mobili si mossero di nuovo, agganciandosi al pianerottolo del piano superiore. La giovane Grifondoro si sentiva finalmente sollevata. La stanchezza le era passata per il brutto spavento, ma stava ritornando a pericolo scampato. Impedita dalla sonnolenza, camminava goffamente finalmente verso la sala comune. Ma, per sua sfortuna, un altro barlume di luce si stava avvicinando a lei. Si voltò di scatto. Le scale erano ritornate al pianerottolo precedente, ed ora stavano volando in sua direzione. La sagoma che reggeva la bacchetta era leggermente ricurva su se stessa, saliva le scale con andatura zoppicante e di tanto in tanto si schiariva la bocca con voce roca.

"Gazza!" pensò disperata Hermione. Quella notte le andava tutto storto. Cercò di aprire la porta dell’aula di Trasfigurazione, ma, come tutte le porte, durante la notte era chiusa. Si voltò di nuovo verso la sagoma che avanzava ignara verso di lei. Ormai era proprio spacciata. Cercò silenziosamente di arrivare alla scala successiva, ma essa era posizionata sul pianerottolo superiore. Se si fosse accostata alla fine del quarto piano, la scala avrebbe fatto solo rumore e la persona che si avvicinava alla ragazza avrebbe scoperto sicuramente che c’era qualcuno. Ed, ad ogni modo, la scala mobile non avrebbe fatto in tempo ad arrivare al quarto piano, che la sagoma goffa l’avrebbe subito scoperta! In qualsiasi modo, Hermione sarebbe sicuramente stata scoperta. Cercò la bacchetta nella tasca della divisa, nella speranza di trovare qualche incantesimo che avrebbe fatto al caso suo, ma, nella fretta, la bacchetta le scivolò dalle mani e precipitò velocemente verso il piano terra, dove si ruppe in mille pezzi. Hermione si morse il labbro inferiore per impedire ad uno strillo di uscire dalla sua bocca. Ma ormai la cosa era fatta. La bacchetta, rompendosi, dilagò un rumore sordo, che riecheggiò fino al quarto piano. L’estraneo si voltò in direzione del rumore. Dopo disse:- Chi va là?-. La voce del presunto Gazza non era per niente la sua voce rauca. Hermione l’aveva riconosciuto subito.

- Harry!- esclamò. Harry si guardò in torno, dicendo a sua volta:- Hermione? Dove sei?-.

- Avvicinati, Harry!-. La voce di Hermione era spezzata. Aveva avuto una paura folle di venire scoperta che, scoprendo che era filato tutto liscio, le veniva da piangere. Allungò la mano verso Harry e gli afferrò il braccio, attirandolo a sé. Finalmente la bacchetta di Harry illuminò il volto segnato dalla stanchezza di Hermione, la quale si gettò fra le sue braccia, spaventatissima per la brutta esperienza.

- Oh, Harry! Grazie al cielo ci sei tu!-. Diceva, tra i singhiozzi. Harry le accarezzava la testa, anche se era leggermente sorpreso.

- Hermione… cos’è successo?-. Hermione non lo ascoltò, ed esclamò:- Ma… Harry! Non dovresti essere in infermeria?-. Harry si strinse fra le spalle, poi disse:- Appena mi sono svegliato, Madama Chips mi ha misurato la febbre e mi ha dato una medicina… poi ha detto che tu eri andata via da qualche minuto… ed ha aggiunto che ero guarito! Ed eccomi qui!-.

- Ah… sono contenta che tu stia meglio! Harry, mi avevi davvero spaventato!- esclamò Hermione. Harry sorrise e concluse:- Andiamo a prendere la tua bacchetta… e spiegami come hai fatto a farla cadere!-. Hermione lo guardò. Sembrava molto rassicurante come le parlava Harry. Così sorrise anche lei e, prendendo la mano di Harry, scese insieme all’amico le scale, per arrivare al piano terra. La ragazza iniziò a raccontare cosa aveva fatto dopo aver abbandonato Harry in infermeria. Gli spiegò come aveva fatto a cacciarsi in un guaio colossale e gli narrò come era riuscita a uscirne fuori. Harry era sbalordito. Non riusciva neanche a comprendere che Hermione era stata così fortunata. Ma era soprattutto sorpreso di quante pericoli la sua amica aveva corso in meno di un’ora. Arrivarono al piano terra. In mezzo al salone erano sparsi tanti pezzetti di legno, i quali furono raccolti dalla sua padrona. Harry si avvicinò a Hermione e, con la bacchetta puntata contro i pezzetti di bacchetta ammucchiati fra le mani della ragazza, pronunciò:- Reparo!-. E i pezzi di legno si attaccarono fra loro, come attratti gli uni dagli altri da una calamita, e composero la bacchetta di Hermione. La giovane Grifondoro si voltò verso Harry e, con un sorriso da un orecchio all’altro, disse:- Grazie mille, Harry!-. Il ragazzo rispose con un sorriso altrettanto grande, poi disse:- Prego…-. E camminarono assonnati verso il dormitorio.

- Harry, posso farti una domanda?- domandò Hermione. Harry si voltò verso Hermione, con aria interrogativa, ma rispose ugualmente:- Certo. Tutto quello che vuoi-.

- Secondo te… secondo te quello che si aggirava nel corridoio al terzo piano… dove c’era quella porta… secondo te potrebbe essere la persona che ha creato la porta?-. Harry rise. Hermione gli lanciò un’occhiata di traverso e chiese:- Ma che c’è da ridere?-. Harry rispose tra le risate:- Hermione, tu sei troppo seria! Dai! Sarà stata una persona che aveva perso la strada per arrivare al dormitorio dopo essere andato al bagno ed è incappato in quel corridoio! Magari uno del primo anno!-. Hermione corrugò le sopracciglia, e ribatté:- Uno del primo anno che sa smaterializzarsi?-. Harry sembrò essere colpito da un treno in corsa. Poi rifletté silenziosamente. Hermione, con un ghigno di vittoria disse:- Visto? Dopotutto, essere seri porta a qualcosa!-. Harry la guardò.

- Mi sorprendi ogni minuto che passa! Ma adesso… andiamo a letto… e dimentichiamoci di questa faccenda, chiaro?- esclamò Harry. Hermione lo guardò con disappunto. Ma poi disse:- D’accordo, Harry…-. Ma in realtà, Hermione ci pensava ancora.

Voleva andare in fondo alla faccenda.

Era troppo curiosa di sapere chi si aggirava nel cuore della notte nelle vicinanze della porta pericolosa che aveva fatto star male il povero Harry.

Aveva deciso.

Avrebbe indagato sulla misteriosa porta e sul misterioso personaggio.

Era sicura che qualcosa avrebbe scoperto, e anche di rivelante.

Ma non voleva dare dispiaceri ad Harry, quindi avrebbe agito senza che lui non sapesse niente. Hermione sorrise, come per dire ad Harry che aveva capito. Accese anche lei la bacchetta e trotterellò davanti all’amico, verso la sala comune. Harry la guardò interrogativo. Perché Hermione si comportava in quel modo? Ma il ragazzo si scoprì indifferente dalla cosa. Era solo contento nel vedere che l’amica era finalmente felice. Dopo quello che aveva trascorso quella notte, Hermione doveva essere ancora un po’ scossa. Invece era arzilla. E neanche minimamente stanca. La cosa l’insospettiva leggermente, ma voleva che Hermione fosse sempre felice con lui. Era così bella quando sorrideva. E quando si comportava stranamente. Non sapeva il perché, ma Harry si ritrovò con questi pensieri in mente. Scosse lievemente la chioma mora, sempre spettinata, cercando di scacciare i propri pensieri. Poi raggiunse Hermione ed entrarono insieme nella sala comune, finalmente, per potersi godere un meritato riposo.

- Buonanotte, Harry!- sorrise Hermione, salendo le scale del proprio dormitorio. Harry sbadigliò sonoramente, poi rispose, anche lui dirigendosi verso il dormitorio maschile:- Yawn! Buongiorno, Herm! E buon risveglio!-. E, ciabattando, arrivò nella stanza da letto e sprofondò nel suo letto a baldacchino, senza spogliarsi, dal momento che era completamente sfinito. Dopo l’infortunio alla porta misteriosa, Harry non si godeva un riposo decente. Ed era ora di rimediare. Così, sommerso dalle coperte scarlatte, sprofondò immediatamente nel mondo dei sogni.

 

Piace?!!? Ricordate di recensirmi, xkè io vivo di recensioni!!!!!!!!!!!!!! Bacioni a ttt!!!! E scusate ankora x il ritardo! La prox volta aggiornerò prima, ok?!!? Ciao!!!! Shiny94.

  
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