Epilogo.

Blaise e Theo si girarono verso il dio del Tempo.
“E’ sempre…” iniziò Theo.
“E’ il nostro Draco?” continuò Blaise.
Cromo annuì:”Sono sempre gli stessi, ragazzi. Sono solo ritornati bambini. In questo modo potranno vivere il loro Amore senza i pregiudizi della vostra generazione.”
Ginny prese tra le braccia del dio la piccola Hermione. Era così piccola e indifesa…Così diversa dall’Hermione di prima che aveva ucciso tanti ragazzi.
“Chi si prenderà cura di lei?” chiese la rossa.
“Dovete deciderlo voi. Io ho fatto metà del mio lavoro” concluse Cromo.
Ginny incrociò gli occhi smeraldini di Harry:”Ti prego…possiamo…?”
Il Bambino Sopravvissuto si avvicinò alla sua ragazza:”Certo, Ginny. Non lasceremo Hermione da sola.”
“Anche perché…” iniziò lei. Stava parlando a Harry, ma in realtà stava guardando Blaise. Avrebbe voluto dirle a lui quelle parole.
Ma non poteva.
La vita, come l’Amore, è un compromesso. Un incontrarsi a metà strada per andare avanti assieme.
“Anche perché…aspetto un bimbo Harry. E’…è tuo”.
Gli occhi di Blaise divennero due buchi neri. Quanto dolore può sopportare un’unica persona?
Poi però pensò a tutto quello che aveva dovuto sopportare Draco. Sì, lui poteva andare avanti nonostante tutto.
Draco era il suo esempio da seguire.
Draco ce l’aveva fatta. Poteva riuscirci anche lui.
Lo prese nelle sue mani e incrociò gli occhi argentei del suo migliore amico.
Del suo fratello non si sangue.
Il piccolo Draco gli sorrise e gli strinse un dito tra le sue piccole manine.
“Non credo di averlo mai visto sorridere così tanto…” affermò.
“Il mio lavoro non è finito, giovane Zabini. Posso far ritornare neonato un’ultima persona. Un amico per Draco, visto che Hermione verrà spalleggiata da Potter Junior.”
Blaise e Theo si scambiarono un’occhiata. Chi dei due…?
Nott gli sorrise:”Avanti Blaise. Va’ tu.”
“Ma…”
“No. E’ giusto così. Tu lo conosci da sempre. Solo tu sai come prenderlo. Io mi sono unito dopo per formare il Trio d’Argento. Mi prenderò io cura di te quando sarai piccino.”
“Theo…”
“Ricordati solo di farmi dormire la notte, Zabini. Lo sai che se non dormo almeno dieci ore sono insopportabile! E non farmi diventare matto! Non ho intenzione di rincorrerti per tutto Nott Manor con il sedere all’aria perché rompi le palle. Due belle sculacciate non te le toglie nessuno se mi fai disperare!”
Tutti risero alle “dolci” parole di Nott.
Blaise gli sorrise e mimò un “grazie” con le labbra.
Tom si riprese Draco e subito un altro fagotto si unì ai primi due.
“Allora ti prenderai cura tu di mini Zabini, Nott?” chiese Cromo. Theodore annuì e Cromo riprese a parlare:”Thomas, Ninfadora. Venite qui.”
“NON…CHIAMARMI…NINFADORA!” sibillò Tonks.
Cromo la fulminò con lo sguardo:”E come ti dovrei chiamare, ragazzina? Emerita idiota ti piace? Se tua madre ha voluto chiamarti così avrai i suoi motivi!”
“Dora, te ne prego. Cromo è “in quei giorni del mese”. Non farlo innervosire” disse Iris facendole l’occhiolino.
“Dovrete prendervi cura di Draco voi due. E anche del piccolo Teddy. Inoltre ogni tanto dovrete badare anche a quello sbarbatellino di Zabini, quindi…”
Cromo appoggiò le sue mani sulle fronti dei due ragazzi. Dora ritornò la ragazzina ventiduenne che era quando incontrò Remus.
Tom invece…
Beh, lui era tale e uguale al Draco di pochi attimi prima.
Solo un po’ meno pallido.
Solo gli occhi ad essere completamente diversi.
Tom aveva gli occhi di Andromeda. Azzurri come il ciel sereno.
Talmente diversi da quelli freddi e color del ghiaccio di Draco.
“Ti ho riportato in vita, Thomas. Hades non ne sarà contento, ma chissene frega. Lasciamolo crogiolarsi insieme alle sue anime morte. Ah, Weasley?”
Quasi tutte le teste rosse presenti si girarono.
Cromo si massaggiò la testa:”Per la miseria, ma quanti siete? Sembrate una cucciolata! Comunque Fred…Diciamo che anche tu puoi tornare a stare con il tuo gemello. D’altronde le sue battute fanno schifo. Spero che le tue siano migliori.”
Iris guardò Thomas preoccupata. Quegli occhi azzurri non sembravano più un ciel sereno.
“Tom…che cosa c’è?”
“Avrà ancora i suoi poteri, non è vero? Avrà ancora tutte quelle visioni…tutto quel dolore…”
“Si manifesteranno solo se necessari, Thomas. Rimarranno chiusi in lui finché non ne avrà bisogno. Sono la sua forma di difesa, non possiamo toglierglieli.”
Tom annuì e guardò il suo piccolo grande fratellino.
“Non ti devi preoccupare, Dra. Siamo di nuovo insieme. Nessuno ci separerà più.”