La luna sanguina
Asako,
dentro la tenda, lucidava con perizia tutti i kunai, cercando di farli
risplendere.
“
la fissazione per le apparenze è sinonimo di vuoto interiore” si diceva “ma
come resistere al brillare di queste lame quando rispecchiano il sole?”
Udì
lo scatto della cerniera, e Sasuke entrò. Richiuse la zip, in modo da isolarli
dal mondo esterno.
-
Ciao…-
lo salutò.
-
Mh…
Silenzio
assorto, ma per nulla imbarazzante. Lui iniziò.
-
Mi
sa che sto perdendo presa su di te…
-
Io
sono una tipa indipendente, che si stanca subito.- fu la risposta.
Ghignarono
contemporaneamente, stando al gioco.
-
Sai…
Kakashi e gli altri sono al villaggio, e ci rimarranno per un bel po’,
considerata la fissa di Naruto per il ramen…
-
E
quindi?
-
Forse
è il momento buono per farti capire come stanno le cose… chi è che comanda…- le
sussurrò all’orecchio, mordendole piano il lobo.
-
Vediamo
che sai fare…
Il
sorriso del moro si allargò, e la sbatté sopra il sacco a pelo, premendo le
labbra sulle sue con violenza. Lei portò le braccia al collo del ragazzo.
Sasuke
le tirò con la bocca il labbro inferiore, riprendendo a baciarla.
Le infilò furtivamente la lingua nella cavità
orale, impedendole di intercettarla con la sua.
Allora,
come a farsi valere, Asako passò sopra, prendendo a mordergli la gola, a baciarla,
lasciando segni rossi su quella pelle candida.
Poi
prese a leccarla sensualmente, da giù in su, e viceversa.
Si
tirò un po’ dritta e gli infilò la gamba fra le cosce, sfiorandogli così
l’inguine a ogni bacio.
Il
moro gemette, poi, come ricordandosi dello scopo che si era prefisso, la fece
sedere con ogni gamba a un lato del suo corpo, e con le mani leggere come
farfalle le sbottonò il vestito, passandogliele poi sul seno, in movimenti
circolari. Senza scomporsi, lei prese una sua mano e se la portò alla bocca.
Sì
poggiò il suo dito indice sulle labbra, baciandoglielo castamente, poi in modo
più intimo, passò la lingua sul polpastrello; successivamente lo succhiò con
avidità.
-
ah…
- fece Sasuke, chiudendo gli occhi.
L’eccitazione
era quasi palpabile, i loro occhi erano velati di desiderio, i movimenti erano
intrisi di voglia sfibrante.
La
ragazza mollò la presa e lasciò che lui le risalisse le cosce con i palmi delle
mani. Quando le sue dita sfiorarono il bordo delle mutandine trattenne un lieve
ansito.
Gliele
stava per sfilare quando…
-
SASUUUUUKE
CHAAAAAAAAN! Sono tornata!
-
Oh,
no… Sakura no… - mormorò Sasuke alzandosi e sistemandosi i vestiti.
-
Sempre
nel momento opportuno, eh?!
Uscirono
insieme.
-
COSA
CI FACEVATE NELLA STESSA TENDA VOI DUE?
-
Ecco,
lui era svenuto e io l’ho tirato dentro per curarlo.
-
E
perché siete sudati?
-
Quando
si sviene si rilascia una tossina che al contatto con l’odore di plastica
presente nei sacchi a pelo originano un gas che si condensa come vapore acqueo
nella pelle.
-
Ah…
povero Sasuke-Kun! Hai mangiato poco? Dai vieni… il maestro e Naruto sono
rimasti a mangiare…
La
rosa si riappiccicò al braccio del ragazzo, mentre Asako sospirava: “ se l’è
bevuta… che cretina…”
Si
voltò per fare una passeggiata quando si bloccò. Si poggiò all’albero e…
La luna è sorta. Velata di
rosso. Il cielo è scuro e buio, senza stelle. L’acqua s’increspa, crepita.
Senza far rumore alcuno, una creatura affiora dal lago. Piccole fiamme escono
dai suoi occhi, e i denti risplendono riflettendo la luna che sanguina.
Leva il collo squamoso, come
a cercare qualcosa. Finalmente la sua figura si mette a fuoco. È un animale
scheletrico, dalla pelle ruvida e trasparente, dalla quale in controluce si
intravede ogni singolo osso. Alto quanto una mucca, glabro e flaccido. La sua
struttura è simile a quella di un enorme ratto grigio. Cammina a due zampe, ma
con sveltezza vertiginosa, una sorta di disgustoso nervosismo anima i suoi
movimenti. Non possiede orecchie. Il suo muso è piatto come quello di un rospo.
Affiora, dico, affiora
lentamente.
La testa, gli occhi rossi.
Di nuovo giù.
La testa, gli occhi rossi,
il naso cavo.
Di nuovo giù.
Taglio diagonale dentellato
fittamente.
Giù.
E via via che emerge e
immerge, avanza, avanza.
Immerge. Emerge. Avanza. Si
ferma.
Immerge. Esce dalle acque oleose,
bagnato dalla medesima luna di sangue. Andatura ciondolante. Brandelli di pelle
gli pendevano ad ogni passo.
Verso il villaggio.
Arriva.
Scompare.
Ritorna.
Rivede il lago. Ultimo bagno
di luna di sangue.
Immerge.
Immerge.
Immerge.
Anelli di onde concentriche.
Le acque s’increspano.
Liscio.
Lampo di luce.
Una donna si porta le mani
sugli occhi.
Urla.
Luce.
Culla macchiata di rosso.
Luce.
Vestiti neri. Minuscola bara
calata nella buca.
Luce.
Vermi si contorcono fra le
piaghe del piccolo corpo, vuoto di ogni vita.
Luce.
Buio.
NON TOCCATE RESSY.
Sibilo assordante.
-
Dio…
Dio santo…
-
Cosa
è successo? Una nuova visione?
-
Sì.
Raccontò
ciò che aveva visto. Sakura si strinse a Sasuke, che dal canto suo se la
scrollava di dosso.
-
Devi
dirlo a Kakashi. È importante.
-
Lo
farò di sicuro.
-
Ehi,
voi!
Un
uomo correndo arrivò fino a loro.
-
Vi
porto un messaggio dal jonin e dal ragazzino biondo.
-
Sarebbe?
-
Si
trattengono al villaggio a dormire, perché dicono di aver trovato un indizio.
-
Mh,
okay… lei che mi dice di Ressy?
L’uomo
le lanciò un’occhiata risentita e fuggì.
Calò
la notte.
Cenarono
insieme.
-
Sasuke-kun!
Ne vuoi un’altra?- chiese la rosa avvicinandogli una salsiccia.
-
No,
grazie.
-
Ma
se non mangi poi svieni!
-
Ma
sì, Sasukino, mangia che ti fa bene, povero moccioso!- sibilò Asako prendendolo
in giro.
-
Ma
finiscila. E ora, Sakura, ti devo spiegare una cosa…
Si
zittì, notando l’espressione della bionda che guardava fuori.
-
Cosa
c’è, Asako?
-
La
luna…
La
luna sanguinava.