Flash
Gold, the hero
La zona dei capannoni si trova molto
vicino al porto e non è mai particolarmente trafficata,
anche la gente che
lavora da quelle parti lo faceva davvero svogliatamente. Era una zona
perfetta
per gli incontri clandestini, come si denotava dalla
quantità indicibile di
siringhe, bottiglie d’alcool e preservativi, in aggiunta alla
puzza di vomito e
urina. C’era anche una discoteca, da qualche parte
lì attorno, ma nessuno ci
andava per ballare. Scesi dalla macchina e mi avventurai a piedi nella
zona
alla ricerca del mio vecchio allievo
-Ben arrivato!- mi sorprese la voce
di Flash Gold alle spalle, facendomi prendere un infarto –ti
stavo aspettando-
-Quella solitamente è la mia
battuta- gli risposi mentre mi voltavo a fronteggiarlo. Si era seduto
con
noncuranza sul tetto della mia macchina e sorrideva tranquillo. Il
volto era
coperto da una maschera bianca della forgia quasi identica a quella di
tutti i
supereroi, rotonda e praticamente disegnata sul volto. Come al solito
portava
l’immancabile tuta cortissima e super aderente di color
bianco candido ricamata
in oro mentre dietro di lui svolazzava la stupidissima mantella dai
bodi
dorati. Dio che schifo di costume! Io mi sarei vergognato come un verme
ad
andare in giro con una roba del genere: era così stretta che
oltre al profilo
dei muscoli si potevano quasi intravedere le vene, il pacco poi
risaltava in
maniera quasi oscena! Se avesse avuto anche un solo difetto quello
schifo di
tuta l’avrebbe fatto vedere a chilometri di distanza e invece
lui, da bravo
super eroe, era sempre schifosamente perfetto e in forma, sempre a suo
agio in
quella tuta da drag queen mancata. Io passavo inosservato a confronto
nei miei
abiti: maglia a collo alto nera, pantaloni stretti ma non attillati
sempre
neri, scarpe e giacca a vento molto lunga, unico elemento un
po’ insolito
-Dov’è Snake?- gli chiedo,
preparandomi
a combattere per liberare il mio ex apprendista
-A casa, credo- mi risponde saltando
giù dalla mia macchina –se ne è andato
subito dopo che ho riagganciato con te-
-Come scusa?- gli chiedo perplesso
–ma non lo volevi smascherare?-
-No, non mi interessa rovinare la
vita di un ragazzino-
-E allora che diavolo stiamo facendo
qui io e te?- gli chiedo per poi aggiungere incazzato
–Cos’è? Snake mi ha
venduto al nemico?-
-No, non è questo- mi risponde Gold
sorridendo. Anche i denti sono perfettamente dritti e bianchi, come se
non
glieli avessi mai spaccati almeno una volta. Si passa una mano fra i
capelli,
quella chioma leonina di capelli biondi e sembra quasi imbarazzato
–dovevo
parlarti-
-E di cosa?- ribatto perplesso. La
mia nemesi vuole fare una chiacchierata amichevole? La cosa puzza di
trappola
-Seguimi, te lo mostro- e si alza in
volo
-Lo sai che faccio schifo a volare-
gli dico, ben ancorato a terra
-Dobbiamo solo salire su quel
palazzo- mi indica mentre si alza leggero sempre più in
alto. Con un sospiro
prendo la rincorsa e salto in aria, cercando di stabilizzarmi e
mantenere
quota. Odio volare e non mi piace l’altezza. Dei miei super
poteri la capacità
di librarmi in aria è quella che ho meno sviluppata e a cui
preferisco non
ricorrere mai. Gold arriva al terrazzo dell’edificio e, con
una grazia derivata
dall’esperienza, atterra. Io invece quasi mi sfracello. No,
decisamente volare non
fa per me! Mentre mi rimetto in piedi Gold si è
già diretto all’altro lato del
capannone e mi affretto a raggiungerlo. Non so cosa diavolo stia
succedendo ma
è davvero strano per me stare vicino alla mia nemesi senza
dover combattere
-Vedi quella nave cargo?- mi chiede
Gold indicando una grossa nave da carico attraccata nel porto
-Si, e allora?-
-Non è una nave-
-E allora cos’è un aereo?- gli
chiedo sarcastico
-No, è un arma- mi risponde Gold,
mortalmente serio –l’ha costruita un gruppo di
scienziati pazzi… -
-Le 4 meningi?- gli chiedo mentre
guardo con più attenzione la nave. Se dice il vero e
l’intera nave è un arma
allora è dannatamente ben mimetizzata per esser
così grossa e in città c’è
solo
un gruppo di cattivi che potrebbe costruire una cosa del genere: le 4
meningi,
un gruppo di scienziati incredibilmente intelligenti ma un
po’ troppo
distruttivi per i miei gusti
-No, è gente di fuori- mi risponde
Gold con un sospiro –non ne sappiamo molto su di loro,
né su come funzioni
quell’arma, l’unica cosa che sappiamo è
che quando la nave attracca su un isola
quella scompare dalle carte nautiche per sempre-
-Ma noi stiamo su un continente, di
che ti preoccupi?-
-Potrebbero voler fare il colpo
grosso attaccando qualcosa di più di uno sperduto isolotto
in mezzo all’oceano
e, visto che non sappiamo con cosa dobbiamo combattere, potremmo non
riuscire a
vincere questa volta-
-E io che c’entro?- gli chiedo
perplesso
-Vorrei che mi aiutassi- mi risponde
Gold. Io inizio a ridere sguaiatamente
-Sul
serio?- gli chiedo, quasi senza fiato
-Si-
mi risponde mortalmente serio, cosa che mi fa ridere ancora di
più. Flash Gold
che mi chiede aiuto è la cosa più divertente del
mondo! –Non sto scherzando
Black Fire! Ho bisogno del tuo aiuto! Non sono riuscito a scoprire
nulla di
utile da solo, né in veste di supereroe né da
semplice civile… ma se non
facciamo qualcosa la città potrebbe essere distrutta!-
-Dimentichi
per caso chi sono io?- gli chiesi, cercando di controllare
l’ilarità –Io sono
un cattivo, ho tenuto sotto il mio controllo questa città
per 7 lunghi anni e
se non fosse stato per te starei ancora tiranneggiando tranquillamente
e
incontrastato. Perché mai dovrei aiutarti? Sono un cattivo,
non devo mica
preoccuparmi per le persone di questo posto. Il dominio della
città non mi
interessa più, quindi che quella bagnarola distrugga tutto!
Non mi interessa
minimamente!- mi voltai e feci per andarmene per tornare a casa a
crogiolarmi
nel mio dolore ma Flash Gold, come sempre, aveva un asso nella manica
-Sei
sicuro di non volermi aiutare? Non ti interessa salvare la
città?- mi chiese
-Certo
e non potrai dirmi nulla che possa farmi cambiare… -
-E
Tyler?- mi chiese a tradimento –non ti interessa salvare
neppure lui?- rimasi
in silenzio per un attimo
-Di
che stai parlando?- gli chiesi, perfettamente calmo. Sangue freddo,
arguzia e
concentrazione, grazie a queste tre doti ero sempre riuscito a
sopperire alla
mia mancanza di superpoteri degni di tale nome –Non conosco
nessun Tyler- dissi
voltandomi a fronteggiare Flash Gold
-Sicuro?-
mi chiese lui mentre mi lanciava una fotografia. Io e Tyler durante una
vacanza
in montagna che sorridiamo alla macchina fotografica –Sono
riuscito a scoprire
la tua identità segreta Jonathan, la tua espulsione dalla
Lega dei Super
Malvagi e soprattutto so di lui… -
-Cosa
hai fatto?- gli chiedo cercando di ostentare indifferenza ma la mia
voce lascia
trapelare una parte della furia che mi sta annebbiando il cervello
-Nulla-
mi risponde con un sorriso –io sono un supereroe, non faccio
del male ai
cittadini- cerco di non dare a vedere quanto questa notizia mi abbia
sollevato
mentre lui continua –però quei tipi sulla
nave… loro non sono come me, se loro
decidessero di prendere di mira la città non si farebbero
scrupoli ad uccidere
le persone… -
-Questo
lo so- dico irritato
-Black
Fire- mi dice avvicinandosi –tu sei uno stronzo patentato e
sei di sicuro la
mia nemesi… -
-Che
dolce che sei-
-Però
dei tanti cattivi sei l’unico che abbia dei principi morali
e, anche se hai
tenuto sotto il tuo controllo questa città per 7 anni non
hai mai ucciso
nessuno, hai sempre cercato di tenere le persone normali al sicuro
anche se
tramavi di appropriarti di ogni potere e ogni ricchezza di questo mondo
non hai
mai fatto davvero del male a nessuno-
-Ho
ucciso troppo presto- gli dico con una scrollata di spalle, come se non
avesse
importanza –non voglio ripetere l’errore-
-Ma
quelle persone non la pensano come te! Per loro uccidere non ha peso!
Ti prego,
ti scongiuro, aiutami a fermarli! Se non per me fallo per Tyler!-
-Non
ripetere il suo nome!- gli intimo per poi voltarmi e scendere con un
salto dal
palazzo. Freno la caduta con i miei poteri ma mi sfracello lo stesso al
suolo,
decisamente volare non fa per me
-Allora
mi aiuterai?- mi chiede Gold, raggiungendomi in volo
-No,
non ti aiuterò- gli rispondo deciso per poi aggiungere
–ma nessuno straniero
può venire a mettere sotto assedio la mia città!
Non li lascerò fare quello che
gli pare!- Gold si illumina, non in senso letterale ma quasi, per poi
replicare
-Allora
vieni stasera al Golden Palace, ho delle informazioni da darti che ti
potrebbero essere utili-
-E
non me le puoi dire adesso?- gli chiedo spazientito
-No,
vieni stasera e ti dirò tutto- senza neppure salutare si
alza in volo e
scompare in direzione della città. Io rimonto in macchina e
torno a casa. Forse
è meglio se prima mi do’ una sistemata: mi faccio
la barba, mi vesto come una
persona normale, mi faccio una doccia, mangio… ritorno a
vivere.