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Autore: Isabelle feds    22/03/2012    0 recensioni
Lei si chiama Isabelle. E' una ragazza che non si fa notare molto. Si sente sempre diversa dagli altri ed è insoddisfatta della sua vita, ma alla fine riesce ad essere felice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 9.30 quando mi alzai, Isabelle era già andata a lavoro.
Lei faceva la fotografa ed a tempo libero aiutava lo zio nel negozio di musica, per questo non era molto presente in casa, ma lo era abbastanza per stare con noi.
La nostra piccola Megan dormiva tranquilla nella sua culla, così andai a farmi un caffé. Non feci in tempo a mettermi a sedere che sentii la bambina piangere. Andai nella sua camera, la presi in braccio e la cullai cantandole la canzoncina che le cantava la mamma.

Isabelle, quando eravamo giovani, mi diceva sempre che avevo una bella voce ed io le dicevo che la sua voce era un qualcosa di spettacolare che solo il paradiso poteva creare e lei mi sorrideva. Tutto a un tratto mi persi negli occhi di Megan, mi ricordavano il cielo che ogni tanto io ed Isabelle ci fermavamo a guardare sdraiati sul prato.
La bambina si riaddormetò e la portai con me in cucina. Sulla credenza c'era attaccato un post-it, che prima non avevo notato.
"C'è del latte in frigo, mettilo a riscaldare quando Megan si sveglia"

Mi misi sul divano a guardare la tv, come al solito non faceva nulla di interessante. Quella giornata aveva un ritmo tranquillo, troppo tranquillo. Tutto sembrava andare bene.
La bambina si svegliò e le riscaldai il latte. Passò un'ora ed Isabelle non tornava ancora dal lavoro e provai a chiamarla, ma niente, lo aveva spento. Così mi decisi a preparare un bel pranzo per farla sorridere un po' dopo il lavoro.
"Sai cosa faccio ora, Megan? Prepariamo la pasta più buona del mondo, solo per la mamma" dissi rivolgendomi a mia figlia.
Lei mi guardava con gli occhi e bocca spalancata perché ovviamente non capiva.
Mentre l'acqua bolleva mi misi ad apparecchiare.
Per non far riaddormentare la bambina accesi la radio, stava facendo Call Me Maybe. Presi Megan in braccio e facevamo finta di ballare e lei iniziò a ridacchiare. Facemmo cadere per sbaglio una cornice del salotto, così la raccolsi. Era una foto di me ed Isabelle a 19 anni. Dietro la foto c'era scritto "Sei il mio Ashton".
"Ah, è vero! Lo sai che la mamma mi diceva sempre che assomiglio ad Ashton Kutcher? E' un bell'uomo, come tuo padre" dissi a Megan scherzando e lei si portò le mani alla bocca ridendo.
"Pensi che io sia brutto?" si mise le mani agli occhi. 
"Ehi, signorina, tu hai il papà più bello e bravo del mondo e anche tua mamma è bellissima, quando a 17 anni sarai favolosa ci ringrazierai" le diedi un bacino sulla guancia.

Il tempo passava ed Isabelle non tornava, la chiamai ancora, ma il telefono era spento, così chiamai suo zio.
"Ehi, Christopher! Per caso oggi Isabelle è passata da te?"
"Si, ma è andata via subito, mi aveva detto che voleva tornare subito a casa che era stanca, non è lì da te?"
"..no"
"Forse è ripassata nel suo studio"
"Può darsi...è solo che la chiamo ed ha sempre il cellulare spento"
"Dai, vedi che ora torna! Ci sentiamo Avan"
"Buona giornata Christopher"
Riattaccai e misi il cellulare sul tavolo, erano le 2 e la pasta era diventata tutta una colla. Ad un certo punto squillò il telefono.
"Pronto?" risposi 
"E' lei il signor Avan Smith?" una voce sconosciuta.
"Si, mi dica"
"Intorno all'una e 15 c'è stato un incidente in superstrada e delle persone ci hanno avvisati
Iniziai ad agitarmi e camminavo avanti e indietro per la cucina mangiandomi le unghie.
"si, continui" dissi frettoloso.
"Nell'auto è stata ritrovata un donna morta, abbiamo controllato i documenti che portava con se ed il nome corrispondeva a Isabelle Taylor Williams, nell'auto c'era anche il suo documento, lei la conosce?"
"No no no, non può essere! Lei è mia moglie, noi abbiamo una bambina, si chiama Megan, questa mattina è andata via lasciandomi un post-it sulla credenza, io, nonono" inizia a farfugliare frasi senza senso.
"Signore stia calmo, è meglio che ci raggiunga all'ospedale VITAE, sua moglie si trova lì, mi raccomando avvisi i parenti" mi sentivo male e mi misi a sedere "Mi dispiace molto per la perdita, condoglianze Signore"
Chiamai subito lo zio Christopher e sua moglie, dato che i genitori di Isabelle erano morti anni fa. 
Presi Megan con me ed andammo di fretta all'ospedale, gli zii ci avrebbero raggiunto lì.

"Dove si trova Isabelle Taylor Williams?" chiesi ad un'infermiera.
"Nell' obitorio al piano 3"
"Grazie mille"
Presi l'ascensore ed andai a quel piano. In teoria Megan non poteva venire con me nell'obitorio, ma dove l'avrei potuta lasciare altrimenti?
Quando raggiunsi quella stanza vidi Isabelle su un lettino. Aveva un camice bianco addosso, i suoi capelli scuri, lunghi e lisci si appoggiavano sul cuscino. Era così pallida che le sue lentiggini si notavano ancora di più. Mi sarebbe piaciuto rivedere quei suoi occhi profondi per un ultima volta.
"Vedi Megan, queste sono le ingiustizie della vita, sempre i più buoni se ne vanno" ero in lacrime e strinsi forte a me la bambina.
Gli zii arrivarono e la zia si portò una mano alla bocca vedendo la nipote morta. Christopher l'abbracciò. Ci ritrovammo tutti lì a piangere. 
"A 17 anni trovai la persona più bella ed adorabile di questo mondo, ed ora l'ho persa...per sempre" Dissi in lacrime agli zii.
"Coraggio Avan" furono le uniche parole che la zia riuscì a dirmi. Anche lei piangeva.

Nonostante la mia Isabelle era distesa morta su un lettino, percepivo ancora la sua bellezza.
Quello fu il giorno più brutto della mia vita.
Giorni dopo ci fu il funerale.


Five years later...

Megan aveva compiuto 5 anni da poco. Era sul suo letto cercando di addormentarsi.
"PAPAAAA!" gridò.
"Cosa c'è Megan?"
"Vieni qui, per favore?"
A
ndai nella sua stanza. 
"Dimmi" mi misi a sedere vicino al suo letto.
"Mi canti la canzone della mamma?"
Megan prese in mano la sua collanina ( I won't let nobody hurt you / you and I'll be safe & sound)
Mi venne un nodo alla gola "Certo".
Quella canzone mi riportò alla mente tutti i bei ricordi di me e Isabelle.
Quando finii di cantare la canzone, Megan, che si stava per addormentare, mi chiese:
"Papà, com'era la mamma?"
Presi un respiro "Beh, la mamma era bellissima " lei chiuse gli occhi " aveva una voce bellissima, ricordi? Lei amava suonare il piano, amava la musica, le piaceva il gelato allo yogurt con il cioccolato sopra, le piaceva fare lunghe camminate, amava la neve, il freddo. A volte si creava molti problemi, era una perfezionista, voleva essere perfetta, ma lei non sapeva di esserlo già e sopratutto, ti voleva un bene immenso. Ogni volta che ti macherà la mamma, stringi quella collana che lei ti regalò, ti aiuterà a sentirla più vicina" le accarezzai il volto.
"Papà, la mamma aveva una collana uguale alla mia, vero? e se ne andata con quella al collo, giusto?"
"Si, Megan.."
"Papà, mi manca la mamma"
"Anche a me Megan, anche a me




THE END.



Spero vi sia piaciuto quest'ultimo capitolo. So che è una
storia corta, ma non avevo molte idee per allungarla.
Mi farebbe piacere avere un vostro parere :)
( Follow me on twitter @FedeGreen7 )

  
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