Serie TV > Il Tredicesimo Apostolo
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Autore: Novizia_Ood    22/03/2012    3 recensioni
Propongo una continuazione della fiction "Il Tredicesimo Apostolo"! Nessuno riesce ad aspettare la seconda stagione! Così eccomi qui a fantasticare un po'! :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La mattina arrivò in fretta ed entrambi si risvegliarono tra le coperte di casa Munari. Gabriel era già sveglio da un po’ e guardava la donna stesa accanto a sé, pensando che fosse la cosa più bella che gli sia mai capitata. Le accarezzò la schiena nuda, questo gesto la fece rabbrividire anche nel sonno, lui sorrise restando a fissarla. Dopo qualche minuto si svegliò anche lei.
“Eri già sveglio?” domando in un mugugno, la bocca ancora impastata dal sonno.
“Si da un po’ in effetti” rispose tranquillo accarezzandole le spalle. “Come ti senti?” domandò premuroso. La notte prima non era stata una delle migliori, era iniziata con Serventi, ma almeno era finita con loro due in quel letto, di nuovo. Per lui era stata sicuramente la cosa migliore che gli fosse capitata in quelle ultime quarantotto ore.
“Adesso davvero bene!” disse con un sorriso, si allungò verso di lui e lo baciò con leggerezza, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo avesse sempre fatto e potesse sempre farlo. Lui ricambiò con lo stesso sorriso. Quanto si sentiva diverso quella mattina, quanto si sentiva diverso ogni volta che era con lei! C’era poco da fare, lei gli aveva permesso di conoscersi davvero. Lei invece pensava di essersi conosciuta molto affondo, tempo fa, quando doveva essere forte per andare avanti chiusa in quel maledetto collegio. Si sapeva forte, caparbia, testarda e quant’altro, ma mai si era conosciuta così. Così perdutamente innamorata, fragile, non si era mai esposta a tal punto. Lui guardò distrattamente l’orologio e vide che erano le nove passate. Quel giorno non aveva lezione all’università, ma aveva una cosa molto più importante da fare.
“Io devo andare alla Congregazione” disse velocemente prima di mettersi a sedere sul bordo del letto. Il cuore di Claudia mancò di un battito a quelle parole, solo in un secondo momento realizzò le vere intenzione dell’uomo. Si mise in ginocchio dietro di lui e gli posò le mani sulle spalle.
“Tu lo sai che non sei affatto obbligato, vero?” disse lei. Per quanto quelle parole fossero state difficili da pronunciare, non voleva obbligarlo a far nulla. Lui si voltò un po’ per guardarla negli occhi.
“E tu lo sai che questa è la prima scelta libera che riesco a fare nella mia vita? Voglio farla. Voglio scegliere te, ho già scelto te!” rispose serio, poi la baciò di nuovo. Un sorriso non poté che comparire sul viso di lei, sapeva che non avrebbe dovuto temere più nulla.
“Se sei sicuro allora vai!” finì sorridendo ancora. Lui le dette un altro bacio prima di alzarsi e andare a vestirsi.
Poco ci volle per raggiungere la congregazione in moto. Si sentiva carico, come se dopo aver superato quell’ostacolo avesse iniziato una nuova vita e lui proprio non vedeva l’ora. Prese un gran sospiro e si sfilò il casco da testa. Un sorridente Alonso sbucò da sotto le arcate.
“Gabriel!” Lo chiamò per attirare la sua attenzione, prima di avvicinarsi a lui. “La Signora De Santis è andata via proprio da poco, ti cercava, voleva ringraziarti penso! Devi proprio aver fatto un buon lavoro!” disse orgoglioso.
“Si sai Alonso lo credo anche io, ma temo che la mia strada si divida da quella del Direttorio ormai.” L’uomo che gli stava accanto si voltò a guardando un po’ spaesato.
“Hai dunque deciso di abbandonare?” domandò retoricamente, era impossibile anche per lui fa finta che non ci fosse nulla tra lui e la dottoressa Claudia Munari.
“Abbandonare?” fece eco Gabriel “Abbandonare è una parola così brutta. Direi più che ho trovato finalmente la mia strada e non potrei essere più felice di così” Alonso nonostante tutto dovette constatare che lo trovava più sereno e questa volta più deciso sul da farsi, proprio per questo sapeva che lo avrebbe appoggiato in ogni caso, era quasi un figlio per lui.
“Che Dio ti benedica ragazzo” disse solo, prima di allontanarsi. Gabriel gli sorrise e poi guardò l’edificio. Una volta uscito da lì sarebbe stato “libero” finalmente.

Salve a
 tutti ragazzi! Rieccomi con un, seppur piccolo, nuovo capitolo!
So che è molto corto, ma quello che verrà dopo sarà molto "corposo", dunque non avevo voglia né di iniziare e non poter finire il discorso, né di appesantire a dismisura questo!
Spero vi sia piaciuto comunque!<3


Un bacione forte e un abbraccio a quelli che ancora mi seguono e mi sopportano! ahuahuah! :P
  
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