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Autore: Kurtney Shale    23/03/2012    1 recensioni
Kurt, sei anni, dopo un incidente automobilistico in cui muore la madre, entra in coma. Il suo spirito si distacca dal suo corpo, restando comunque lì accanto al letto d'ospedale, guardando il via vai continuo e crescendo con il passare del tempo. Lì conosce Blaine, figlio della sua infermiera, l'unico capace di vederlo, di toccarlo e di parlare con lui.
Dedico questa storia al mio Thad ** You light up my world
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Guardian Angel 2 Certe volte la vita presenta delle sfide, e non sempre ci si rende conto di quanto esse possano essere difficili da superare.

Ci sono persone che lottano con tutte le loro forze per superare le difficoltà. Come il piccolo Kurt, che lottava per la sua vita, per poter un giorno riaprire gli occhi.

Aveva sempre odiato gli ospedali, poteva ricordare che ogni volta che vi entrava per andare a trovare sua nonna piangeva sempre; riusciva a smettere solo quando sua madre lo teneva tra le braccia, sussurrandogli una dolce canzone tra i capelli, mentre lui soffocava i singhiozzi.
Ma questa volta non c'era sua madre ad abbracciarlo e, per quanto lo volesse, non riusciva a piangere.

Un'altra strana situazione dsi presentò a Kurt dal momendo in cui sentì il suo spirito lasciare il suo corpo e rimaterializzarsi accanto al letto, vedendo se stesso coperto di tubicini e sdraiato immobile apparentemente senza vita.
Si accorse infatti ben presto che la gente non si rendeva conto della sua presenza.
Poteva vedere distintamente i medici, i malati e i parenti che entravano e uscivano dalla stanza o che, semplicemente, passavano nel corridoio; ma loro non potevano vederlo seduto accanto al letto, o mentre giocava sul pavimento.

Un giorno, non diverso dai tanti passati in quella stanza, Kurt, o meglio il suo spirito, osservava con aria annoiata i soliti passanti.
C'erano anziani che camminavano lenti per andare chissà doce, infermiere con montagne di lenzuola e asciugamani.
E un bambino...sì, un bambino vicino ad una donna con un camice bianco, che lui conosceva ormai bene, visto che era l'infermiera che lo accudiva.
Che veniva tutti i giorni non era una novità, ma perchè quel giorno c'era anche un bambino?

La donna entrò nella stanza e fece il suo veloce controllo, mentre il bambino dai capelli nero corvino stava sulla soglia.
La cosa più strana era che per un attimo, a Kurt parve che il bambino lo stesse guardando: ma poi scosse la testa leggermente, era impossibile.
Il piccolo sembrava quasi volerlo scrutare, mentre Kurt restava immobile, come insensibile a quegli insoliti sguardi. A quel punto, il piccolo visitatore si rivolse alla donna.

"Mamma, chi è quel bambino?" indicò con un ditino lo spirito di Kurt seduto su una sedia con le gambe a penzoloni.

La donna si voltò verso il punto che indicava il figlio, rimanendo perplessa.

"Quale bambino amore? L'unico bambino che c'è qui, è quello che sta su questo letto...sai, ha avuto un brutto incidente..."
"Ma mamma io non parlo di quello sul letto, parlo di quello seduto là..."

La donna guardò di nuovo ma non vide nessuno, e Kurt fissò il bambino spalancando gli occhi. Non era possibile, poteva vederlo davvero?

"Blaine, non c'è nessuno...ascolta, perché non ti vai a sedere nelle poltroncine che ci sono là fuori e fai il bravo bambino? Appena finisco qui, torniamo a casa..."

Il bambino, che Kurt aveva compreso chiamarsi Blaine, si allontanò sbuffando, seguito immediatamente da Kurt, che cercava di non farsi notare.
Lo seguì per un po' finché Blaine non iniziò a correre fermandosi poi improvvisamente, facendo cadere Kurt a terra dopo avere sbattuto contro la sua schiena. Blaine si voltà di scatto.

"Lo sapevo che c'eri, non mi sono inventato niente!"

Kurt lo fissò sconcertato e curioso allo stesso tempo, e senza dire una parola. Blaine si chinò.

"Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Perché gli altri non ti vedono?"

Kurt non rispose ancora una volta.

"Va bene, se non mi vuoi parlare vado via, ma sappi che non rispondere è da maleducati!"

Fece per andarsene ma Kurt, ancora deduto a terra, gli afferrò il polso bloccandolo.
Ora nella testolina di Kurt c'erano mille domande: perchè quel bambino poteva vederlo? E perché la sua mano non era passata attraverso come con tutti gli altri, quando lo aveva toccato?

Forse non era più così tanto solo...






NdA

Scusate il ritardo, il beta è lentissimo.
  
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